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a2 + b2 > c2
Affronteremo la questione nel modo più semplice possibile e tuttavia il paragrafo sarà più tecnico dei
precedenti perché dovremo utilizzare un po' di trigonometria, qualche nozione sui vettori e un po'
d'analisi.
Consideriamo un sistema di
riferimento cartesiano xyz, una sfera
di raggio r con il centro O nell'origine e
un qualsiasi triangolo rettangolo sulla
sfera. Mediante un'opportuna
isometria (vedi paragrafo 21)
possiamo sempre disporre il triangolo
in modo che abbia il vertice A nel
punto di coordinate (r, 0, 0) e il lato
AC sul piano xy come si vede nella
figura a fianco (il triangolo è
rettangolo in C).
Osservate la figura a fianco: abbiamo indicato con α, β e γ gli angoli al centro individuati rispettivamente
dai lati (archi) BC, AC e AB (non dimenticate che ciascun arco appartiene ad una circonferenza massima di
centro O).
Triangoli rettangoli sferici:
angoli al centro
s : 2π r = α : 2π
da cui segue
s=αr
a=αr
b=βr (1)
c=γr
(r cos α cos β,
r cos α sin β,
r sin α )
Bene, siamo a un passo dal nostro obiettivo. Abbiamo espresso le coordinate dei vertici A e B del nostro
triangolo in funzione di α, di β e naturalmente di r (cioè, tenendo conto delle equazioni (1), in funzione dei
lati a e b e di r). Ora siamo anche in grado di determinare l'angolo γ: utilizzeremo il prodotto scalare (dot
product) di due vettori.
Ricordiamo la nozione di prodotto scalare. Nella figura
a fianco vedi i due vettori A e B applicati nell'origine
degli assi e di estremi A e B. Puoi pensare ad un
vettore come a una freccia dall'origine all'estremo;
ogni vettore è quindi individuato dal suo estremo. Puoi
dunque identificare punti (estremi) e vettori applicati
nell'origine. Il prodotto scalare AB è il numero reale
che si ottiene operando sulle coordinate degli estremi
in questo modo
AB = |A||B|cos α
e quindi
cos α = AB/(|A||B|)
Bene, riferisciti ora alla figura a fianco. Possiamo esprimere il coseno dell'angolo γ mediante il prodotto
scalare dei vettori A e B di cui conosciamo le coordinate degli estremi. Si ha
cos γ = AB/(|A||B|) =
= r2 cos α cos β / r2 =
cos α cos β
|A| = r
|B| = r
[Soluzione. Si ha:
Quindi
c = arccos(1/2) = π/3) ]
Vogliamo ora renderci conto che la relazione trovata per i triangoli rettangoli sferici si riduce al classico
teorema di Pitagora per il piano quando il raggio della sfera tende all'infinito (ferme restando le lunghezze
dei lati). Che debba essere così lo si intuisce; pensate ad esempio ad un piccolo lago sulla superficie
terrestre: è indistinguibile da una regione piana dato il grande raggio della Terra.
facciamo tendere r all'infinito otteniamo l'identità 1 = 1·1 che non ci fornisce alcuna indicazione utile.
Dobbiamo utilizzare uno strumento matematico più fine, più sensibile di quanto non sia un semplice
passaggio al limite. Questo strumento è il polinomio di Taylor. Se non sapete cosa siano serie di Taylor e
polinomi di Taylor tenete presente quanto segue. La funzione cos x può essere approssimata molto bene
in un intorno di x=0 mediante il polinomio 1-x2/2; questo è proprio il polinomio di Taylor del secondo
ordine, cioè di secondo grado, relativo alla funzione cos x e si determina mediante un semplice algoritmo
che mette in gioco le derivate della funzione (ad esempio Derive calcola in modo automatico i polinomi di
Taylor di qualsiasi ordine e per qualsiasi funzione più volte derivabile). La situazione è chiaramente
illustrata mediante i grafici della figura a fianco. In un intorno di x=0, cioè per valori di x "vicini" a zero, il
grafico del polinomio di secondo grado, una parabola, è praticamente sovrapposto al grafico di cos x;
possiamo quindi sostituire, in questo intorno, il polinomio alla funzione. Allora si ha
cos(c/r) ≈ 1 - c2/(2r2)
cos(a/r) ≈ 1 - a2/(2r2)
cos(b/r) ≈ 1 - b2/(2r2)
1 - c2/(2r2) ≈ [1 - a2/(2r2)] [1 -
b2/(2r2)]
Sviluppando
c2 ≈ b2 + a2 - a2b2/(2r2)
Ci siamo. Quando r tende all'infinito il termine a2b2/(2r2) tende a zero e l'uguaglianza approssimata tende
all'uguaglianza esatta; perciò, al limite
c2 = a2 + b2