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LE FINITURE ESTERNE DELLE

CHIUSURE VERTICALI

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STRATO DI RIVESTIMENTO ESTERNO

Risponde all’esigenza di protezione dagli agenti atmosferici ed ha un


ruolo determinante nella qualificazione formale della facciata

Spesso integra gli strati di tenuta all’acqua e, se continuo, di tenuta


all’aria

Particolare attenzione nella scelta dello strato di rivestimento dovrà


essere posta per tenere conto delle sollecitazioni provocate da
atmosfere aggressive esterne

Lo strato di rivestimento esterno caratterizza la facciata di un


edificio e ne costituisce il “volto” (Facciata → facies)

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SISTEMI DI FINITURA

- Continui
Intonaci

- Discontinui
Rivestimenti

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INTONACI

Principio di lavorazione → Stratificazione

Principio per la percezione della forma → Geometrico

Posizione → all’esterno, all’interno

Funzione → estetica (realizzare una superficie in vista omogenea e


regolare)
di protezione (dagli agenti atmosferici)

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Aderenza al supporto

Per supporti poco porosi o con differenti coefficienti di dilatazione


termica sui quali l’intonaco aderisce con difficoltà o può staccarsi
per effetto dei movimenti differenziali → intonaco armato con rete in
materiali plastici, in fibre minerali o in materiali metallici protetti
dalla corrosione (acciai zincati)

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Stratificazione

“Rinzaffo” (“chiodo”, “aggrappo”) [spessore circa 5 mm] → regolarizza


il supporto e garantisce l’aggrappaggio degli strati successivi;
preparato con inerti a granulometria più grossa e con elevato dosaggio
di leganti.

“Sestiato” (“Arriccio ”, “corpo”) [spessore circa 10-15 mm] → realizza


lo spessore voluto; ha funzioni di tenuta e di impermeabilità; inerti
più fini e minore dosaggio di leganti.

“Tonachina” (“finitura”, “stabilitura”) [spessore circa 5 mm] → strato


a vista con funzione estetica; si usa sabbia fine, calce e cemento.

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“Rinzaffo” (“chiodo”, “aggrappo”). Necessario quando il supporto è
liscio o troppo poroso

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“Sestiato” (“Arriccio ”, “corpo”). Si utilizzano apposite guide
verticali (“sesti”)

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“Finitura” (“tonachina”, “stabilitura”). Conferisce l’aspetto
definitivo alla superficie

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Malte per intonaci

- Per intonaci interni → malte con minore resistenza agli agenti atmosferici
– Malte di calce aerea o idraulica
– Malte di gesso

- Per intonaci esterni


– Malte di cemento
– Malte di calce e cemento

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Intonaco di calce idraulica

- Rapido indurimento, ottima resistenza, scarso grado di finitura


- Usato come sottofondo ad intonaci più pregiati
- Per esterni, con additivi idrofughi per renderlo più impermeabile

Intonaco di calce aerea

- Buona resistenza se ricchi di calce; ottimo effetto estetico


- Usato come finitura di intonaci di calce idraulica
- Non reagiscono chimicamente con le tinteggiature (come quelli di
calce idraulica)

Intonaco di cemento

- Utilizzato quando si desidera un intonaco più resistente e


impermeabile di quello di calce idraulica
- Raramente solo cemento → miscela di cemento e calce (aerea o
idraulica)

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Intonaco di gesso

- Non dovrebbero essere applicati direttamente sulle pareti ma sopra


uno strato di intonaco di calce idraulica
- Idrovoro: da escludere per esterni e per locali dove si produce
vapore

Intonaco plastico

- Pellicola plastica come finitura di intonaci di calce


- Ottima impermeabilizzazione ma non consente la traspirazione delle
murature → rigonfiamento e successivo distacco dovuto all’accumulo di
condensa
- Attualmente non più in uso

Intonaco tipo Terranova, Li Vigni, Li Mandri (nomi commerciali)

- Intonaci speciali con elevate caratteristiche chimiche, fisiche, di


durezza e di impermeabilità
- Impasto di polvere di marmo, pigmenti colorati, cemento bianco e resine

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Fasi esecutive di un intonaco

- Preparazione del supporto e bagnatura della superficie

- Stesura dello strato di rinzaffo (spessore circa 0,5 cm) con


superficie ruvida

- Applicazione del sestiato (spessore circa 1-2 cm), dopo circa tre
giorni dalla stesura del rinzaffo, lasciato con superficie leggermente
ruvida

- Applicazione della tonachina (spessore circa 0,5 cm), dopo tre-otto


giorni dalla stesura del sestiato, e rifinitura come da prescrizioni
progettuali

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RIVESTIMENTI

Principio di lavorazione → Stratificazione

Principio per la percezione della forma → Geometrico o Materico

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RIVESTIMENTI IN LATERIZIO

Elementi in laterizio di forma


e dimensione simili a quelle
del mattone pieno (imitano le
murature a faccia vista)

Applicazione mediante malta o


collanti su un supporto
perfettamente planare

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RIVESTIMENTI IN LATERIZIO

Elementi in laterizio di forma e dimensione variabile, anche


complessa, prodotti per estrusione

Applicazione a secco su appositi sistemi di ancoraggio

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RIVESTIMENTI IN PIETRA

Principi costruttivi

- Massello

- Rivestimento per placcatura

- Rivestimento a pellicola

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- Principio del massello

Prevede l’utilizzo della pietra conformata in elementi di notevole


spessore; questi, oltre a costituire la superficie esterna delle
chiusure verticali, contribuiscono anche alla costruzione del setto
murario con funzione portante

Emplecton

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- Principio del rivestimento per placcatura

Si costituisce la “pelle” dell’edificio rivestendo i muri perimetrali con elementi


costruttivi (lastre) in cui nessuna delle tre dimensioni è trascurabile rispetto
alle altre.
In genere gli elementi del paramento sono autoportanti, essendo semplicemente
appoggiati l’uno all’altro, con eventuali ritegni aventi soltanto la funzione di
evitarne il ribaltamento.

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- Principio del rivestimento a pellicola

Si costituisce la “pelle” dell’edificio rivestendo i muri perimetrali con elementi


costruttivi (lastre) di spessore ridotto.
La funzione portante degli elementi lapidei è assolta da appositi sistemi di
fissaggio che permettono anche di svincolare totalmente il paramento dalla parete
retrostante, con la conseguente realizzazione di una intercapedine.

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- Principio della pellicola

Sistemi a intercapedine → Facciate ventilate

Sistema di rivestimento esterno caratterizzato dalla


presenza di una intercapedine interposta tra lo
strato di finitura e la tamponatura dell’edificio,
all’interno della quale è collocato un isolante
termo-acustico

Isolante termo-acustico nell’intercapedine →


→ Coibentazione a cappotto

Camera d’aria posta in comunicazione con l’esterno


- opportuna progettazione dei giunti tra gli
elementi di rivestimento
- introduzione di prese d’aria in basso e in alto
- spessore compreso tra i 5 ed i 7 cm

→ effetto camino
flusso d’aria ascendente che determina una
ventilazione naturale fra il rivestimento esterno e
la parete interna

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Prestazioni igrometriche Prestazioni termiche

pioggia estate

vapore acqueo inverno

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CHIUSURE VERTICALI
TRASPARENTI

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Serramenti

Chiusure verticali
Trasparenti
Con specchiatura unica

Vetrate continue
A doppia pelle

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SERRAMENTI ESTERNI

Elementi costruttivi funzionali che devono soddisfare alcune classi di


esigenze:
- Sicurezza
- Benessere
- Fruibilità
- Gestione

Requisiti correlati alle esigenze di sicurezza


- Resistenza alle effrazioni → presenza di serrature per apertura dall’esterno
telai non scardinabili e non smontabili
vetrature e telai antisfondamento

- Resistenza alle azioni dinamiche di origine naturale (pioggia, grandine, vento) o


artificiale (vibrazioni) → non devono cedere o deformarsi
non devono trasmettere vibrazioni o rumori

- Resistenza alle azioni elettrodinamiche → collegamento alla rete di messa a terra

- Sicurezza in caso di incendio → consentire il rapido deflusso


garantire la tenuta ai fumi e ai gas

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SERRAMENTI ESTERNI

Requisiti correlati alle esigenze di benessere


- igrotermico

-Ventilazione degli ambienti → adeguata superficie e opportuno posizionamento

-Controllo dei flussi termici→ limitazione delle dispersioni e dei ponti termici

-Tenuta all’aria e all’aqcua → giunti tra parti fisse e parti mobili a tenuta
(sistemi a battuta e camere d’aria)
presenza di gocciolatoio
soglie con listello o battente

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Sistemi a battuta e camere d’aria

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SERRAMENTI ESTERNI

Requisiti correlati alle esigenze di benessere


- visivo

-Adeguata illuminazione → corretta progettazione della superficie vetrata


corretto posizionamento delle aperture
opportuno dimensionamento degli ambienti interni

-Controllo del flusso luminoso → scelta del sistema di schermatura e oscuramento

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SERRAMENTI ESTERNI

Requisiti correlati alle esigenze di benessere


- acustico

-Assenza di vibrazioni → evitare la trasmissione di vibrazioni o rumori agli


ambienti

-Isolamento acustico → aumentare il potere fonoisolante di telai e vetri

Requisiti correlati alle esigenze di fruibilità

-Transitabilità → dimensionamento e scelta del sistema di apertura del


serramento
-Manovrabilità → dispositivi di apertura e manovra ergonomici e facilmente
raggiungibili

Requisiti correlati alle esigenze di gestione

-Durabilità → qualità dei materiali utilizzati e della posa in opera


-Pulibilità → rendere accessibili tutte le vetrate per la pulizia
periodica

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NOMENCLATURA

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SISTEMI DI APERTURA

Ad ante

A bilico verticale A bilico orizzontale

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A compasso (interno o esterno) A vasistas

A scorrere A ghigliottina

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SISTEMI DI OSCURAMENTO
Interni

- Tende

- Veneziane per interni

- Sportelli opachi

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SISTEMI DI OSCURAMENTO
Esterni

- Veneziane per esterno

- Persiane

- Serrande avvolgibili

- Frangisole

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IL TELAIO - MATERIALI

Legno (tradizionali)

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IL TELAIO - MATERIALI

Legno – Legno lamellare

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IL TELAIO - MATERIALI

Alluminio

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IL TELAIO - MATERIALI

Alluminio a taglio termico

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IL TELAIO - MATERIALI

Legno-Alluminio

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IL TELAIO - MATERIALI

Legno-Alluminio

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IL TELAIO - MATERIALI

Acciaio pressopiegato

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IL TELAIO - MATERIALI

Acciaio pressopiegato a taglio termico

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IL TELAIO - MATERIALI

Acciaio tagliafuoco

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IL TELAIO - MATERIALI

PVC

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IL TELAIO - MATERIALI

PVC-Alluminio

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SPECCHIATURA

Tipi di vetro:

- Vetro float
- Vetro temprato
- Vetro stratificato
- Vetro retinato
- Vetro-camera
- Vetro bassoemissivo
- Vetro riflettente
- Vetro selettivo
- Vetro serigrafato
- Vetro colorato
- Vetro a U
- Vetromattone

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- Vetro camera

Due o più lastre di cristallo unite lungo il perimetro con sigillanti


con interposizione di distanziatori in lega di alluminio o in plastica.
Migliorano le prestazioni termiche

Doppio vetro camera,


spessore 32 mm, con
lastre basso emissive
fattore solare = 55%
U = 0,8 W/m2K

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BIBLIOGRAFIA

Dispense dei corsi di Architettura tecnica tenuti dai proff. Giuseppe Margani e
Gaetano Sciuto presso il corso di laurea in Ingegneria civile e ambientale
dell'Università degli Studi di Catania

Norma UNI 8369/1988, Edilizia. Chiusure verticali. Classificazione e


terminologia dei serramenti esterni verticali

S. Cascone, Finestre e pareti vetrate, Capitoli da 4 a 11

B. Zevi, Il nuovissimo manuale dell’architetto , Mancosu editore

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