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2013/2014
Energia Eolica – Parte Terza
Prof. Ing. Renato Ricci
Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche
Università Politecnica delle Marche
Gli Strumenti di Misura del Vento
2
Gli strumenti di Misura del vento
Le torri di misura sono normalmente di due tipo: le tubolari (tubolar meteorological mast) e le tralicciate (lattice meteorological mast). Le seconde vengono
normlamente utilizzate per le installazioni più alte presentando una maggiore rigidezza. Nel montaggio delle torri di misura va prestata aerticolare
attenzione al tiraggio degli stralli, alla perpendicolarità della torre ed al montaggio dei braccetti di sostegno dei sensori di misura. La torre esercita infatti
un’azione di disturbo quando il sensore si pone sottovento e quindi è necessario prevedere la direzione di occorrenza più frequente e una distanza adeguata
del sensore dalla torre.
Pag. 3
Gli Strumenti di Misura del Vento
La torre anemometrica viene completata dal Data Logger, normalmente equipaggiato con un
pannello fotovoltaico di servizio alle batterie, che si occupa dell’acquisizione dei dati di
misura e del loro trattamento statistico. I dati vengono tipicamente memorizzati con
intervalli di 10 min e fanno riferimento ai valori medi, alle deviazioni standard, ai minimi ed
ai massini nell’intervallo di salvataggio. I dati vengono immagazzinati nella scheda di
memoria e vengono spediti ad invertalli di tempo definiti dall’utente mediante schede GSM
o alternative.
Pag. 4
L’analisi dei dati anemometrici: velocità
La rilevazione istantanea
del vento viene effettuata Deviazione Standard a 30 m AGL
acquisendo di dati rilevata
da sensori anemometrici,
quali anemometri a
coppette, sensori a film
caldo e sensori ad
ultrasuoni. Il passo di
tempo con il quale il dato
viene acquisito viene
chiamato TEMPO DI
CAMPIONAMENTO (Dtc) e
nel settore eolico è in Velocità a 30 m AGL Dtm = Tempo di Media: 600 [s] Dtc = Tempo di campionamento: 1 [Hz]
genere di 1 [Hz]. Poiché il
numero di dati da registrati
sarebbero eccessivi si
preferisce mantenerne
memoria solo di un
numero più ridotto; ciò si
realizza mediando su un
TEMPO DI MEDIA (Dtm) i
campioni acquisiti. Rimarrà
così traccia solo del valore
1 N
medio, perdendo completamente la caratteristica aleatoria della variabile Velocità Media: V Vi
N i 1
vento. Per evitare ciò al valore medio si affianca la sua DEVIAZIONE
STANDARD (sv); il tempo di media è, in genere, 600 [s] o 3600 [s]. Il Vi V Varianza
1 2
Deviazione Standard: v
PERIODO DI CAMPIONAMENTO (DT) è invece tutto l’intervallo di tempo nel N
quale sono state effettuate le misure. Un indicatore molto utile può essere 1
1 V3
3
N 3
anche la Velocità Media Cubica che, messa in relazione con la Velocità Velocità Media Cubica: V3 Vi Irregolarità
N i 1 V
Media, indica l’IRREGOLARITA’ del vento.
N Numero di campioni
Corso di Energetica – Energia Eolica:3 Pag. 5
Deviazione standard ed Irregolarità
V3
Irregolarità
Velocità a 30 m AGL V
L’Irregolarità fornisce una lettura
compatta dell’andamento
temporale del vento; tanto più il
V 2 v
suo valore si avvicina all’unità
quanto più regolare è l’andamento.
Ciò implica che il sito non è
V v caratterizzato da continui picchi
istantanei, che possono dare luogo
a carichi strutturali ed
aerodinamici importanti.
V
Il grafico riporta un andamento
temporale del vento con
V v sovrapposte la sua velocità media
e le bande di variazione di
estensione pari alla deviazione
standard (Ia Banda) ed al doppio
V 2 v di essa (IIa Banda). Se i valori di
velocità istantanea mostrano una
distribuzione Normale di
probabilità attorno al valore
medio, si può affermare che: il
N
68% dei valori di velocità ricadono
1 1 1 all’interno della Ia Banda ed il 95%
Potenza Media disponibile nel fluido: P Arot Vi 3 Arot V33 entro la IIa Banda.
2 N 2
i 1
Corso di Energetica – Energia Eolica:3 Pag. 6
Distribuzione di Probabilità
Nel trattare i dati della velocità del vento risulta molto utile analizzare la frequenza
con la quale un determinato range di valori si presenta durante il periodo di Indicando con N il numero di BIN presi in considerazione per l’analisi,
acquisizione. Per far ciò si suddivide il campo di velocità in sottocampi di larghezza si avrà:
fissa (BIN) e pari a 0.5 [m/s]. La velocità di riferimento per ogni BIN è il valore N
centrale del sottocampo; ad esempio per il BIN n.5, ossia quello compreso fra 2 e
2.5 [m/s], la velocità di riferimento (V5) è pari a 2.25 [m/s]. A questo punto si f (V i bin ) Vbin (i ) N
fi (Vbin )
individua quante volte la velocità del vento è ricaduta in ognuno dei sottocampi V i 1
N
N
Vbin (i )
f (V
(Frequenza di Accadimento) arrivando a disegnare un grafico come quello i 1
sottostante, dove emerge che il BIN n.10 (V10=4.75 [m/s]) è quello con la i bin ) fi (Vbin )
frequenza più alta. La frequenza viene in genere riportata in percentuale del totale i 1 i 1
o in proporzione all’unità, nell’esempio a Bin10 la frequenza è il 7.5% o 0.075. N N
k 1.91
i 1
fi * (Vbin ) Vbin (i )
1
100
f
i 1
i
%
(Vbin ) Vbin (i )
C 6.12 [m / s ]
V 5.45 V 0.89 Frequenza normalizzata all’unità Frequenza percentuale
C
k 1 V k
k V
f (V )
*
exp
C C C
k 1.91
C 6.12 [m / s ]
V 5.45 V 0.89
C
Escludere il primo BIN da 0.5 [m/s] di larghezza non comporta grandi errori
in quanto, in genere, l’offset di un anemometro a coppetta è pari a circa 0.35
[m/s]: ossia sotto questo valore di velocità del vento l’anemometro non
fornisce dati attendibili. Indicando con Nc il numero di occorrenze associate
alle CALME il calcolo della velocità media e di tutte le altre grandezze andrà
effettuato su un periodo (N-Nc)
N N
V
f * (V ) V dV f * (V ) V dV f * (V ) V dV
0 0 Nc
Corso di Energetica – Energia Eolica:3 Pag. 9
La Distribuzione Cumulativa
F (V )
f * (V ) dV 1
0
La probabilità che la velocità del vento
sia compresa fra due valori estremi è
data dalla: V2
P (V1 Vi V2 )
f * (V ) dV
V1
V k V k
exp exp 1
2
C C
Oltre alla curva velocità – frequenza è
possibile ricavare la curva di frequenza
Cumulativa. Essa torna utile nel calcolo V
V k
dell’energia prodotta da un
aerogeneratore, in relazione alle F (V ) f * (V ) dV 1 exp
condizioni specifiche di un sito. La C
curva F(V) tende chiaramente ad 1 per 0
le velocità più estreme del sito.
Per il suo significato fisico la curva
F(V)-V può essere interpretata come la
probabilità che la velocità del vento
misurata sia minore o uguale del
valore dell’intervallo considerato.
v
1.086
k k 2.6674
(Justus) Valida nel range [1;10] C V (Errore inferiore allo 0,01% del valore di C)
V 0,184 0, 816 k 2.73855
1.090
v 2 V
k (Boweden et al.) Valida nel range [1.6;3] C (Errore compreso nell’ 1% del valore di C)
V
0.2
0.18 Curva velocità frequenza ottenuta dai dati
adimensionali
misurati
0.16
0.14 Distribuzione di Weibull con k e C ottenuti
0.12 mediante correlazioni Sperimentali
0.1
Distribuzione di Weibull con k e C ottenuti
Frequenze
0 5 10 15 20
Corso di Energetica - Modulo Eolico
Classi di Velocità [m/s]
11
Determinazione Grafica dei parametri k e C
k
-1
( ) ( )
V
é n v k ln v ln vi ù
å å
k
V V n
F (V ) 1 e C ln 1 F (V ) ln ln 1 F (V ) k ln ê ú
C C k= i=1 i i
- i=1
ê ú
ë å i=1 vi
n k n
Assumendo: û
y=ln ln 1 F (V )
1
æ 1 n kö k
c= ç å vi ÷
x ln V è n i=1 ø
m k y y0 mx
y0
C e m
Regione Interna
Lontano dalla parete si ha che:
Immediatamente vicino alla parete gli sforzi turbolenti sono 0
u ' v ' costante
trascurabili.
Regione Esterna
E’ trascurabile il gradiente di velocità orizzontale.
a
æ ö u* zd z
z
U(z) = U(zrif ) ç ÷ U ( z) ln
çè zrif ÷ø k z0 L
u* zd z
U ( z) ln
k z0 L
Nel caso di boschi o foreste, si ha uno spostamento del punto di inizio dello
strato limite, di una quantità dì. Per alberi alti fino a 20 m valgono le
t turb relazioni:
u* = ¶V
t = r × u' × v ' - m × log10 ( d) = 0.98 × log10 ( h) - 0.15
r ¶n
log10 ( z0 ) = -1.24 +1.19 × log10 ( h)
Corso di Energetica – Energia Eolica:3 16
La Legge Logaritmica
2
u é æ u* ö
* ù
VG = ê ç
ln ÷ - A ú +B
2
k êë è f × z0 ø úû
A @ 0 - 2.8 B @ 4.3 - 5.3
u* zd z
U ( z) ln
k z0 L
z
ln 1 ln
z01 z02
U 2 (z) U1 (z)
z Nel caso di aumento di rugosità
ln ln 2
z01 z02 æ ö
4
3
xi ( z) = z0,2 ç
z
÷
δ1 = altezza di gradiente nel luogo 1; è 0.36 × z0,2 ø
δ2 = altezza di gradiente nel luogo 2;
z = altezza a cui si calcola la velocità del vento. Nel caso di diminuzione di rugosità
1
æ z0,1 ö 2
In presenza di una variazione di rugosità del suolo sulle due zone si
dovrebbero presentare profili verticali di velocità del vento diversi con
xi ( z) = 14 × ç ÷
differenti valori del gradiente al suolo. E’ evidente che la variazione del
è z0,2 ø
profilo di velocità del vento non può avvenire istantaneamente in
corrispondenza del cambio di rugosità. Si sviluppa così uno STRATO LIMITE
L’esempio ci dice che se ho un
INTERNO (Internal Boundary Layer o IBL) di spessore Hi sottovento alla Esempio: aumento di rugosità fino a 0.2, dovrò
discontinuità di rugosità che permette l’adeguamento del vecchio strato
limite al nuovo valore di rugosità. Al di sopra dell’IBL lo strato limite mantiene z0,2 = 0.2m z = 10m avere almeno 144m prima che nei
primi 10 m dal suolo il profilo di
un profilo inalterato, mentre al di sotto esso si adegua alla nuova rugosità del
terreno. ® xi (10 ) = 144m velocità medio sia rappresentato solo
dalla nuova rugosità
Questo significa che se la rugosità aumenta nell’IBL la velocità diminuisce,
mentre se la rugosità diviene minore la velocità aumenta
Per comprendere meglio i fenomeni atmosferici di turbolenza, è utile riportare l’andamento dello spettro della velocità del vento in funzione delle frequenze
caratteristiche o, analogamente, in funzione della scala temporale del fenomeno. In tale tipo di grafico le ordinate rappresentano la densità spettrale della
velocità del vento (PSD), ovvero la porzione di energia associata ai vortici di determinata grandezza e determinato periodo temporale (frequenza); le ascisse
rappresentano i periodi temporali e, quindi, le frequenze di variazione della velocità del vento.
L’esempio classico che, generalmente, si considera è lo spettro di Van Der Hoven, relativo a misure della componente orizzontale della velocità del vento,
effettuate ad una quota di 100 m a Brookhaven, presso New York.
tale fenomeno rende conto della scala macro-turbolenta ed è caratteristico delle variazioni della velocità del vento relative al passaggio di un fronte
meteorologico completo (i vortici associati hanno dimensioni dell’ordine dei km). Un ulteriore picco intorno alle 24 ore spiega le fluttuazioni di velocità tra il
giorno e la notte. Il picco successivo al gap spettrale è relativo a periodi dell’ordine del minuto; esso è caratteristico della micro scala, poiché considera la
turbolenza, ovvero i vortici, generati dalla rugosità superficiale ( i quali hanno dimensioni caratteristiche dell’ordine di cm o mm). La presenza del gap spettrale
denota l’assenza di particolari eventi che evolvono con tempi compresi tra 1 ora e 10 minuti circa, ovvero non ci sono variazioni di velocità con periodi
compresi in tale intervallo; pertanto, risulta ben evidente la distinzione tra la scala macro meteorologica, a cui è associato il moto del flusso medio del vento
(cioè la velocità media del vento), e la scala micrometeorologica, che descrive le fluttuazioni istantanee del flusso medio (ovvero la turbolenza atmosferica).
t T N
1
T
1
(t ) dt
N i 1
i Valore Medio
t
t T N
2
1
T (t ) 2
dt
1
N 1
( )
i 1
i
2
Varianza
t
T N t
t Intervallo di Campionamento
vortici, considerati isotropi, di dimensioni sempre più piccole. Nei vortici più
grandi le forze che hanno maggiore influenza sono quelle d’inerzia derivanti n z 3 1
dall’interazione con il flusso medio, nei vortici più piccoli prevale l’azione fz ; f z f z ,max ; LUX ( z ) U ( z ) T ( z ) z
U ( z) 2 6
dissipativa della viscosità; questo significa che si ha un trasferimento di
energia cinetica dai vortici più grandi (che prelevano energia dal flusso 4 fL
Von Karman : RN ( z , n)
medio) a quelli più piccoli e questi, a loro volta, la dissipano per effetto
1 70.8 f
5
2 6
viscoso. Tale trasferimento di energia avviene attraverso dei vortici di L
1
ìï 1 T 2 üï 2
é ù
s u = í ò ëU (t) - U û dt ý
ïî T 0 ïþ
su 1
Iu =
U æ ö
ln ç z ÷
è z0 ø
sv 0.88
Iv =
U æ ö
ln ç z ÷
è z0 ø
sw 0.55
Iw =
U æ ö
ln ç z ÷
è z0 ø
La turbolenza atmosferica, contrariamente a quanto accade per la velocità, aumenta all’avvicinarsi del suolo. L’incremento del suo valore è
legato alla rugosità del terreno sottostante che determina la dimensione media dei vortici ed il loro stiramento. Una zona desertica o uno
specchio d’acqua inducono nel flusso una turbolenza decisamente minore rispetto a quella di un’area suburbana; da un punto di vista eolico
questo significa sottoporre la macchina ad una serie di sollecitazioni periodiche che ne condizionano il funzionamento, la resa energetica e la
vita utile, specialmente per quel che riguarda le pale. Normalmente la componente di intensità maggiormente significativa è quella secondo la
direzione del vento incidente.
Determinata la velocità media e la turbolenza di un’area di studio, è possibile definire la classe delle turbine adatte ad essere installate in quel determinato
sito. Nella tabella sopra riportata, i parametri si applicano e calcolano all’altezza del mozzo della macchina eolica (Hub). La velocità di riferimento deriva da
una media su base 10 minuti ed il rapporto fra la velocità media misurata e la V di riferimento è pari a 0.2. Le classi A, B e C definiscono categorie di alta,
media e bassa turbolenza. Il valore di intensità di riferimento della turbolenza è quello atteso al mozzo della macchina per un vento di 15 m/s.
Mt m 1 k s
k k
M t ' 1 k ' s k'
1 g Iu G
Le velocità rilevate dai sensori disposti su tre piani di misura mostrano uno
schiacciamento delle differenze nelle ore centrali della giornata dei mesi
primaverili, estivi ed autunnali. Tale fenomeno è da associarsi ad effetti termici
che innescano un rimescolamento convettivo fra i vari strati dell’atmosfera; in
conseguenza del rimescolamento le velocità degli strati superiori tendono a ridursi
ed al contempo quelle degli strati inferiori tendono a crescere. Nelle ore notturne i
fenomeni termici di rimescolamento vengono inibiti dalla stabilità atmosferica che
mantiene la separazione fra i vari piani.
La stabilità o l’instabilità atmosferica dipenderanno dal riscaldamento del terreno
per l’insolazione solare e dal raffreddamento dello stesso per irraggiamento verso
l’atmosfera.
Quando il nostro volume elementare viene visto nel contesto del fluido circostante oltre al bilancio delle forze è necessario
valutare il bilancio dell’energia. In assenza di gradienti barici orizzontali ed in condizioni NEUTRE l’atmosfera non presenta
movimenti importanti se non lungo la direzione verticale al terreno, dove la turbolenza porta ad un continuo
rimescolamento fra i diversi strati che la compongono. I volumetti elementari che formano il CONTINUO si muovono
attraversando strati a diversa temperatura; poiché lo spostamento avviene in tempi molto più brevi di quello con il quale il
calore fluisce da un volumetto all’altro è pensabile assumere la trasformazione termodinamica come ADIABATICA
reversibile.
dp
T dS dh 0 z
dp che unita alla Q=0
c p dT
dp g dz porta per l’aria secca a:
dT g
d 0.01 [C / m]
dz cp
Qualora l’aria non fosse SECCA e contenesse una certa quantità di vapore, ARIA UMIDA, il Lapse Rate, ossia il gradiente
termico verticale, verrebbe scritto come:
dT g c pa.s. ma.s. c pv mv
; dove c pm ;
dz c pm ma.s. mv
Il gradiente termico verticale scende a 0.0065 [°C/m] in atmosfera “standard” e a circa 0.005 [°C/m] in condizioni di aria satura
Corso di Energetica – Energia Eolica:3
Gradienti termici verticali
Ed è possibile definire due rapporti adimensionali. Il primo di questi è detto LUNGHEZZA DI SCALA ζ ed è calcolato utilizzando
il secondo: la LUNGHEZZA DI MONIN-OBUKHOV L.
u* é æ z ö ù
u ( z) = ê ln ç ÷ - y m (V ) ú
k êë è z0 ø úû
In condizioni instabili z <0
é æ 1+ x 2 ö æ 1+ x ö 2 ù p
y m (V ) = ln êç ú - 2 tan ( x ) + con x = (1- 16z ) 4
1
-1
÷ ×ç ÷
êë è 2 ø è 2 ø úû 2
In condizioni stabili z >0
y m (V ) = -5z
Pag. 34
L’analisi Statistica del Vento
All’interno del periodo di tempo evidenziato i contenuti di turbolenza sono molto piccoli e ciò si riflette in un valore della velocità più stabile. Da ciò deriva la
comodità di effettuare con gli anemometri intervalli di misura coincidenti con questa zona.
L’assenza di picchi nel gap spettrale ci dice anche che in quell’intervallo di frequenze, non ci sono fenomeni meteorologici importanti che possono
sostanzialmente incidere sulla velocità del vento; tali fenomeni sono associati ai picchi di frequenza più bassa ed un’acquisizione alle frequenze del gap spettrale
garantisce una buona ricostruzione del segnale velocità media.
Velocità
Forza Definizione Caratteri
m/s nodi
0 Calma Calma, Fumo Verticale, Mare Piatto 0-0.2 <1
1 Bava di Vento Fumo Inclinato, Banderuole Ferme, Mare Lievemente Increspato 0.3-1.5 1-3
Sensazione del vento sul viso, tremito di foglie, le banderuole si orientano,
2 Brezza Lieve 1.6-3.3 4-6
mare increspato
Foglie e Ramoscelli in moto continuo, bandiere leggere spiegate, onde molto
3 Brezza Debole 3.4-5.4 7-10
piccole, le creste iniziano a rompersi
Polvere e pezzi di carta per aria, ramoscelli agitati, piccole onde allungate,
4 Brezza Moderata 5.5-7.9 11-16
creste
5 Brezza Tesa Piccoli alberi frondosi si agitano, onde moderate allungate, marosi 8-10.7 17-21
Rami grossi agitati, rumore fischiante dei fili metallici, onde grandi, spuma
6 Brezza Forte 10.8-13.8 22-27
estesa
7 Vento Forte Interi alberi agitati, resistenza nel camminare, mare gonfio, spuma soffiata 13.9-17.1 28-33
Ramoscelli spezzati, grande difficoltà nel camminare, onde lunghe di media
8 Burrasca 17.2-20.7 34-40
altezza, le creste si rompono, spuma soffiata
9 Burrasca Forte Piccoli danni alle strutture, tegole dai tetti, onde alte 20.8-24.4 41-47
(raramente in terra) alberi sradicati, danni strutturali considerevoli, onde molto
10 Tempesta 24.5-28.4 48-55
alte, mare biancastro, visibilità ridotta
11 Tempesta Violenta (molto raro in terra) vasti danni 28.5-32.6 56-63
12-17 Uragano 32.7-61.2 64-118
36
L’Analisi Statistica del Vento
Rappresentazione dei dati anemologici
Per il calcolo dell’ energia estratta da un
Aerogeneratore, è fondamentale la conoscenza
dei DATI ANEMOLOGICI del sito di installazione.
Essi sono in genere prodotti da una stazione di
rilevamento posta alla quota standard sul
terreno di 10m, per un arco temporale di 1 o 2
anni.
I dati necessari sono:
I valori di velocità orari ottenuti come medie di
rilevamenti eseguiti in un intervallo di tempo più
breve (10 min.).
I valori della direzione del vento per tutti i dati
di velocità ottenuti (fondamentali per
l’orientamento ed il posizionamento delle
macchine).
I valori delle velocità minime e massime
nell’intervallo di tempo analizzato.
I valori della temperatura nei vari periodi
dell’anno per avere una stima della densità
media che entra nel calcolo della potenza
estratta.
E’ sopra riportato a titolo di esempio un datasheet di uscita tipico di un
anemometro a coppette. Sono facilmente rintracciabili le grandezze
Avendo a disposizione i rilevamenti anemologici precedentemente indicate come significative.
del sito per un periodo sufficientemente lungo
possiamo costruire la curva sperimentale:
VELOCITA’-FREQUENZA
37
Tabulazione Dati Anemometro
Viene qui riportata invece una parte del foglio di trattamento dei dati che è possibile impostare sulla base delle rilevazioni anemologiche. In questo caso è stata
effettuata una media annua sulle ore del giorno per ricostruire un ipotetico “giorno tipo” ed allo stesso tempo sono stati riorganizzati i dati di velocità per ricavare
la curva di frequenze del vento.
38
La storia temporale
20
15
(m/s)
10
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
April 2008
40
Le Analisi dei Dati Sperimentali
42
La Rosa dei Venti
43