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Dipartimento di Ingegneria Civile,

Politecnico di Bari Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica

C.d.L. Magistrale in Ingegneria Civile

Corso di TECNICA delle COSTRUZIONI 2


Domenico RAFFAELE
domenico.raffaele@poliba.it

PARTE III : Strutture in Acciaio

Lezione n.8 : Verifiche allo SLU in campo Plastico e per Instabilità

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 A.A. 2017-2018
Domenico RAFFAELE
LE ASTE TESE La VERIFICA allo SLU di un’asta tesa risulta soddisfatta se:

Sforzo normale di trazione di progetto

Resistenza di calcolo a
Trazione dell’elemento

snervamento nella rottura della sezione netta in


sezione corrente corrispondenza dei collegamento

1.05 1.25

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La flessione parassita

Nel caso l’asta tesa sia costituita da un solo


angolare collegato al fazzoletto di attesa su
una delle ali, per tenere conto degli effetti
prodotti dalla flessione parassita, si riduce la
resistenza ultima adottando:

min.
in sostituzione del fattore 0.9 = 0.4 (per 2 bulloni con passo <2.5 il diametro do del foro)
si adotta un coefficiente β
= 0.7 (2 o più bulloni con passo p ≥ 5⋅⋅d0).
Max.

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Considerando angolari tesi, semplici o accoppiati, collegati su una sola ala, l’area efficace da
considerare deve essere valutata tenendo conto del fatto che il collegamento interessa una
sola componente dell’elemento (EC3).

diametro del foro

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LE ASTE TESE Il PROGETTO allo SLU di un’asta tesa

Il
Il PROGETTO
PROGETTO di
di una
una membratura
membraturatesa
tesa si affronta sulla base delle
relazioni precedenti imponendo:

N.B.: Allo scopo di garantire una rottura duttile dell’elemento, la


membratura può essere progettata in modo tale che risulti:

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ESEMPIO 1 Verifica allo SLU di un’asta tesa in acciaio

Acciaio S235

1) la resistenza plastica (Npl,Rd) della sezione lorda (A)

2) la resistenza a rottura (Nu,Rd) della sezione netta (Anet)

Nu,Rd = 0.9⋅794=715 kN

Nt,Rd = min (Np,Rd;Nu,Rd) = min (761 KN; 715 KN) = Np,Rd = 715 KN

la sezione ha un comportamento fragile a rottura

NEd = 700 kN < 715 KN La verifica di sicurezza risulta soddisfatta

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ESEMPIO 2 Verifica allo SLU di un’asta tesa in acciaio (In presenza di
FLESSIONR PARASSITA)

1) la resistenza plastica (Npl,Rd) della sezione lorda (A)


Acciaio S275

>5do

2) la resistenza a rottura (Nu,Rd) della sezione netta (Anet)

la resistenza a trazione della diagonale è governata dalla rottura della sezione netta (rottura fragile)

La verifica di sicurezza risulta soddisfatta

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Progetto allo SLU di un tirante in acciaio

ESEMPIO 3 Hg=15 KN/m


Hq=10 KN/m

Azione di Trazione su ciascun tirante:

Combinazione SLU- A1 STR

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LE ASTE COMPRESSE

EC3 considera compresse quelle aste per le quali l’eccentricità di sforzo assiale e<L/1000
La verifica si effettua controllando che la forza di calcolo NEd rispetti la seguente condizione:

Resistenza a Compressione dell’elemento

il calcolo di NRd deve essere svolto considerando le seguenti possibili situazioni:

A) Assenza di fenomeni di instabilità globale

B) Presenza di fenomeni di instabilità locale

C) Presenza di fenomeni di instabilità globale

D) Presenza di fenomeni di instabilità sia locale che globale

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LE ASTE COMPRESSE

A) Assenza di fenomeni di instabilità globale (Sezioni di classe 1, 2, 3)

La massima capacità portante viene raggiunta quando la tensione sulla sezione


trasversale è pari al valore della resistenza di calcolo del materiale fyd.

N.B.: in assenza di fenomeni di instabilità, il comportamento a compressione di un


elemento in acciaio è uguale a quello in trazione, essendo il materiale isoresistente.

1.05

Gli eventuali fori per i collegamenti bullonati non vengono considerati,


purché non risultino maggiorati rispetto al gambo della vite, o asolati.

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LE ASTE COMPRESSE

A) Assenza di fenomeni di instabilità globale (Sezioni di classe 4)

B) Presenza di fenomeni di instabilità locale


L’instabilità locale consiste nell’imbozzamento delle pareti della sezione compressa
che presentano una deformata di tipo sinusoidale. Il calcolo della capacità portante
viene effettuato in questo caso con riferimento ad una sezione resistente ridotta con
area efficace (Aeff) ottenuta ricorrendo ad un coefficiente riduttivo β

Pertanto per le sezioni di classe 4 la capacità portante può


essere determinata attraverso la seguente relazione:

yk

Ovvero, introducendo il coefficiente riduttivo sezionale β

yk

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OSSERVAZIONI sull’adozione dell’Area Efficace per le sezioni di Classe 4

Nelle sezioni di Classe 4 non simmetriche, occorre tener conto degli effetti di instabilità
locale facendo riferimento alle caratteristiche geometriche efficaci valutate depurando
la sezione delle parti instabili (parti in nero in figura)

eN
L’adozione della sezione efficace può comportare
uno spostamento dell’asse baricentrico (da 1 a 2)
con conseguente eccentricità eN cui è imputabile
la nascita di un momento flettente addizionale.
Oltre alla riduzione di area (Aeff=β⋅β⋅A),
β⋅ in presenza
di azioni flessionali, occorre poi osservare una
congruente riduzione di modulo resistente (W) e
eN momento di inerzia (J).

°°°

Seppure l’applicazione di una sezione ridotta sia


concettualmente semplice, la determinazione
della geometria della stessa risulta non immediata e
per essa si rimanda alle
UNI EN 1993-1-3 (per laminati formati a freddo)
eN UNI EN 1993-1-5 (per laminati a caldo)

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LE ASTE COMPRESSE

C) Presenza di fenomeni di instabilità globale (Sezioni di classe 1, 2, 3)

D) Presenza di fenomeni di instabilità sia locale che globale (Sz di cl. 4)

Anche l’instabilità globale di tipo flessionale, ossia lo sbandamento laterale di


una membratura compressa, può verificarsi in corrispondenza di livelli tensionali
inferiori al limite elastico del materiale. In questo caso la capacità portante viene
valutata sulla base dello sforzo plastico Npl,Rd = A∙fyd ridotto attraverso un
coefficiente riduttivo χ definito in funzione dei 2 parametri ϕ e λ .

la resistenza a compressione si calcola sulla base della seguenti relazioni:


Membrature

1.05

1.10

(Sezioni di classe 1, 2, 3) PONTI (Sezioni di classe 4)

Politecnico di Bari α = Fattore di imperfezione (V. Tab.)


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La valutazione del CARICO CRITICO Ncr
Partiremo dall’analisi della teoria Euleriana e valuteremo le
conseguenze relative alla rimozione delle diverse ipotesi di base.

Materiale elastico lineare


il calcolo del carico critico proposto da
EULERO, si basa sulle seguenti ipotesi: Vincoli di estremità di tipo cerniera

Assenza di imperfezioni
RAGGIO D’INERZIA
riferito al piano di inflessione dell’asta
In queste ipotesi:
MOMENTO D’INERZIA
riferito al piano di inflessione dell’asta
MODULO DI ELASTICITÀ del materiale

( )
SEZIONE dell’asta

Lunghezza dell’asta
SNELLEZZA GEOMETRICA
raggio d’inerzia nella dir.
del piano di inflessione

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CARICO CRITICO Euleriano TENSIONE CRITICA Euleriana

Volendo impostare il problema dell’instabilità globale di tipo flessionale con l’introduzione


del coefficiente riduttivo χ il carico critico Euleriano può scriversi:

CARICO CRITICO EULERIANO


FATTORE CRITICO EULERIANO

1.05 1.10
RESISTENZA ALL’INSTABILITÀ EULERIANA
Membrature PONTI
Valida se valide tutte le ipotesi di EULERO
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a) Rimozione dell’ipotesi di vincoli di estremità di tipo cerniera

Già nel 1700 Bernoulli osservò che il carico critico elastico


di un’asta comunque vincolata alle estremità può essere
espresso in modo analogo al carico critico euleriano con
riferimento ad Lo, detta lunghezza di libera d’inflessione,
che corrisponde alla distanza tra due punti di flesso della
relativa deformata instabile

il carico critico di aste comunque vincolate alle estremità può


essere ottenuto, pertanto, sostituendo alla lunghezza geometrica
dell’asta (L) la lunghezza libera d’inflessione (Lo)

Lo = β⋅L
β⋅L
Le espressioni che consentono di rimuovere l’ipotesi di vincoli
cerniera alle estremità diventano:

CARICO CRITICO EULERIANO SNELLEZZA GEOMETRICA

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VALORI NOTEVOLI DEI COEFFICIENTI DI VINCOLO PER ASTE ISOLATE

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VALORI NOTEVOLI DEI COEFFICIENTI DI VINCOLO
PER COLONNE DI EDIFICI INTELAIATI

Edifici MONOPIANO Edifici Multipiano PENDOLARI Edifici INTELAIATI

tese
1° tesa successive

N.B.: È necessario precisare che tali condizioni possono essere


diverse a seconda del piano di inflessione.
Sarà quindi necessario considerare valori di β diversi.

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b) Rimozione dell’ipotesi di materiale elastico infinitamente resistente

In realtà l’acciaio non è in grado di sopportare carichi che prevedano tensioni superiori a
fyk, pertanto la tensione critica non può quindi superare la tensione di snervamento.

Limitando la validità della formulazione di Eulero alla tensione massima fyk che
il materiale può raggiungere, si individua la cosiddetta snellezza limite λy,
che consente di suddividere le aste in due gruppi:

ASTE SNELLE, con λ>λy, per le quali


Snervamento
risulta la tensione critica euleriana σcr<fyk
ed il collasso avviene per instabilità;

ASTE TOZZE, con λ<λy, per le quali


risulta la tensione critica euleriana σcr=fyk
ed il collasso avviene per schiacciamento del
materiale.

Snellezza LIMITE

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Per determinare il valore di λy che definisce la soglia oltre la quale le ipotesi euleriane relative al
materiale non sono più valide, occorre sostituire fyk alla σcr

Conviene introdurre le
grandezze adimensionali:

FATTORE DI RIDUZIONE SNELLEZZA MECCANICA

Curva di
instabilità euleriana
adimensionalizzata

= λ/λy

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In definitiva, rimuovendo l’ipotesi di materiale elastico
infinitamente resistente, la resistenza all’instabilità diventa:

con
FATTORE DI RIDUZIONE

SNELLEZZA MECCANICA

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c) Rimozione dell’ipotesi di assenza di imperfezioni

Le aste reali possono presentare due tipi d’imperfezione:

1 Imperfezioni geometriche dovute alla non perfetta assialità dell’elemento il


quale potrebbe presentare una leggera curvatura
iniziale che induce uno stato di sollecitazione
secondario di tipo flessionale.

2 Imperfezioni meccaniche sono quelle che dipendono dal processo produttivo


dell’asta, che, in fase di raffreddamento, producono
uno stato coattivo di tensioni interne dette
« tensioni residue ».

In entrambi i casi, il fenomeno dell’instabilità si manifesta ad un livello di


carico inferiore a quello teoricamente calcolabile con la formula euleriana.

σb (in corrispondenza della quale l’asta si instabilizza) < σcr (tensione critica Euleriana)

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In analogia agli altri casi la resistenza alla instabilità può essere scritta:

SNELLEZZA MECCANICA (ADIMENSIONALE)


1.05 1.10
con
Membrature PONTI COEFFICIENTE DI IMPERFEZIONE

FATTORE DI RIDUZIONE

FATTORE CRITICO EULERIANO

0.2

FATTORE che tiene conto delle


IMPERFEZIONI

Politecnico di Bari SNELLEZZA MECCANICA


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Curve d’instabilità per varie tipologie di sezioni e
classi d’acciaio, per elementi compressi.

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Tabella dei coefficienti χ per elementi compressi per diverse tipologie di sezioni e classi d’acciaio

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Tabella riassuntiva della CAPACITÀ PORTANTE DI ELEMENTI COMPRESSI

N.B.: Gli eventuali fori per i collegamenti bullonati non vengono considerati,
purché non risultino maggiorati rispetto al gambo della vite, o asolati.

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ESEMPIO 4 Verifica di stabilità di un’asta compressa

(Sez. classe 1)

CARATTERISTICHE DELLA SEZIONE

SOLLECITAZIONE di PROGETTO

G2 2

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VERIFICA DI INSTABILITÀ nella direzione di minore inerzia (y-y)

Lunghezza libera di inflessione (cerniera-cerniera):

Snellezza geometrica: Snellezza limite: =

min iy=5.6 mm

SNELLEZZA MECCANICA > 0.2 Asta snella

Coeff. χ interpolato:

La verifica di stabilità risulta soddisfatta

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ESEMPIO 5 Valutazione della capacità portante allo SLU di un’asta snella

L0,y=3.5 m

CLASSIFICAZIONE DEL PROFILO

l’ala
CLASSE 1

l’anima

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VERIFICA DI STABILITÀ

Secondo l’asse debole z-z secondo l’asse forte y-y


(Curva c) (Curva b)

χz=0.843 χy=0.837
χmin

Il collasso della membratura avviene per


instabilità intorno all’asse y-y caratterizzato
da un più basso coefficiente di riduzione per
instabilità χ

Capacità portante allo SLU dell’asta


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http://dicata.ing.unibs.it/gelfi/software/programmi_studenti.html

Nb,rd=1421⋅⋅0.8397=1193 KN

Politecnico di Bari Capacità portante allo SLU dell’asta


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Domenico RAFFAELE
In alternativa:

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Il PROGETTO di una membratura COMPRESSA

le formule per il calcolo della resistenza


La PROGETTAZIONE va
all’instabilità delle aste compresse sono
condotta per tentativi
funzioni non lineari dei parametri geometrici

fasi operative della procedura di Progettazione

1 Scelta del tipo di Acciaio

2 Scelta del tipo di Sezione

3 Calcolo delle Sollecitazioni

4 Assegnazione di una Snellezza di tentativo

5 Calcolo dell’area teorica

6 Scelta della Sezione dal sagomario


SI
7 Verifica che la snellezza < di quella di tentativo OK
NO

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Nd= 1500 KN
ESEMPIO 6
Progettare la colonna di fig.

L0,y=3.5 m

Curva C

1° TENTATIVO

0.75 0.694

2
> 0.5

Curva C
2° TENTATIVO

HE220B A=9104 mm2

OK
2

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< 1500 KN NO

> 1500 KN OK

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Domenico RAFFAELE
ASTE COMPOSTE COMPRESSE
Sono costituite dall’associazione di due o più profili singoli collegati opportunamente
tra loro in modo discontinuo, e tali da formare comunque una membratura risultante
monolitica ed autonoma.
Esse si distinguono essenzialmente in due categorie:

1 Aste ad elementi distanziati (per le COLONNE) Analizzate qui di seguito

TRALICCIATE e CALASTRELLATE

2 Aste ad elementi ravvicinati (per aste di TRAVI RETICOLARI)


ABBOTTONATE

Distanza fra le
1 2 3 4 IMBOTTITURE
(piastre di attacco interposte saldate o bullonate)

Per aste con 2 correnti (C, L),


accoppiati “dorso a dorso” :
Si calcolano come membrature
singole alle seguenti condizioni.
Per aste con 2 o 4 correnti (L),
associati “a farfalla” o “a croce”

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Domenico RAFFAELE
1 Aste ad elementi distanziati

Si tratta di aste composte da 2 (o 4)


correnti con collegamenti discontinui
(al passo a) che possono essere
realizzati

con TRALICCI (nodi cerniera)

con CALASTRELLI (nodi rigidi)

ferri piatti o profili (L, C),


bullonati o saldati ai correnti

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Domenico RAFFAELE
ASTE AD ELEMENTI DISTANZIATI CON DUE CORRENTI
Rigidezza a Sv
SISTEMA Taglio del traliccio
ASTA TRALICCIATA Calcolo allo SLU (del singolo corrente)

Nc,Sd≤Nb,Rd

Nc,Sd =
momento addizionale in
mezzeria (2° ordine)
h0
momento d’inerzia globale dell’asta

rigidezza a Taglio del Traliccio


n = NUMERO DI PIANI
DI TRALICCIATURA

Si trascura J
singolo profilato =2⋅⋅A1(ho/2)2
rispetto al proprio
asse

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(Sez Cl.1-2-3)

Nb,Rd
(Sez Cl. 4)

Piano x-x parallelo alla tralicciatura

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Domenico RAFFAELE
ASTE AD ELEMENTI DISTANZIATI CON DUE CORRENTI

ASTA CALASTRELLATA Calcolo allo SLU (del singolo corrente)

Nc,Sd≤Nb,Rd
(Sez Cl.1-2-3)

Nc,Sd = Nb,Rd = (Sez Cl. 4)

momento addizionale in Vedi Tab precedente


mezzeria (2° ordine)

(Si considera parte di J1y del singolo profilato)

momento addizionale in
mezzeria (2° ordine)

n = NUMERO DI PIANI
DI CALASTRELLATURA

Politecnico di Bari MOMENTO D’INERZIA


Tecnica delle Costruzioni 2 BARICENTRICO DEL
40
Domenico RAFFAELE SINGOLO CALASTRELLO
2 Aste ad elementi ravvicinati
ABBOTTONATE

CORRENTE INFERIORE

Nmax = 1000 KN

325
150
25

150 imbottitura

14

distanza
imbottiture

l0v
l0z

l0Y

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Tecnica delle Costruzioni 2 41
Domenico RAFFAELE
LE ASTE INFLESSE VERIFICA a FLESSIONE SEMPLICE
La verifica si effettua controllando che il momento sollecitante sia minore della capacità
portante a flessione:

valore di calcolo dell’azione flettente resistenza di progetto a flessione della sezione

la resistenza di calcolo a flessione dovrà essere determinata considerando quattro possibili casi:

A) Assenza di fenomeni di instabilità globale

B) Presenza di soli fenomeni di instabilità locale

C) Presenza di fenomeni di instabilità globale

D) Presenza di fenomeni di instabilità sia locale che globale

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Tecnica delle Costruzioni 2 42
Domenico RAFFAELE
A) Assenza di fenomeni di instabilità Classi 1 e 2

3
2
4

Evoluzione dello stato


tensio-deformativo in
un elemento inflesso.
1

Curvatura

3 4
1 2 εy

1.05

εy
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Tecnica delle Costruzioni 2 43
Domenico RAFFAELE
In assenza di fenomeni di instabilità
C=T
Classi 1 e 2

C
posto:
yg
Mc,Rd

Ricordando che

Si definisce

FATTORE DI FORMA α=

Definisce la misura dell’incremento


di resistenza che può derivare dalle
risorse plastiche del materiale

FATTORE DI FORMA
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Tecnica delle Costruzioni 2 44
Domenico RAFFAELE
B) Presenza di soli fenomeni di instabilità locale
L’instabilità locale impedisce lo sviluppo del momento resistente plastico, per cui risulta:

Classe 3

C
yg
h* Mc,Rd

Classe 4

Mc,Rd
eff

Politecnico di Bari 1.05 1.10


Tecnica delle Costruzioni 2 45
Domenico RAFFAELE Membrature PONTI
C) Presenza di fenomeni di instabilità globale (Sezioni di classe 1, 2, 3)

D) Presenza di fenomeni di instabilità sia locale che globale (Sz di cl. 4)

GLOBALE LOCALE

Lo svergolamento è dovuto alla forza di compressione che agisce su una parte della sezione e che
può provocare sbandamento laterale e torsione, senza che il profilo riesca a manifestare le sue
risorse flessionali.
Dipende da:
- rigidezza flessionale intorno all’asse debole
- rigidezza torsionale (IT, Iω)
- lunghezza libera (distanza tra sezioni impedite di traslare orizzontalmente e quindi di ruotare)
- vincoli esterni
- quota del punto di applicazione del carico

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Tecnica delle Costruzioni 2 46
Domenico RAFFAELE
Formulazione utilizzata da NTC-2008

Tale fenomeno interessa tutte quelle travi in


C cui le parti compresse non sono vincolate agli
spostamenti laterali ma sono semplicemente
collegate alle parti tese

Mb,Rd
T

Membrature
SVERGOLAMENTO (Instabilità globale di
tipo Flesso-Torsionale)
1.05

1.10
FATTORE DI RIDUZIONE PER L’INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE Wpl,y
Wel,y PONTI

Weff,y

coefficiente di snellezza
fattore che considera la reale
Funzione del fattore adimensionale
distribuzione del momento
flettente tra i ritegni torsionali di imperfezione αLT coefficiente sezionale > 0.75

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Tecnica delle Costruzioni 2 47
Domenico RAFFAELE
FATTORE DI RIDUZIONE PER L’INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE

MOMENTO CRITICO ELASTICO


DI INSTABILITÀ TORSIONALE,
calcolato considerando la sezione
lorda del profilo e i ritegni torsionali
nell’ipotesi di diagramma di
Consigliato per sezioni I
laminate e composte saldate momento flettente uniforme.

< 0.4 (generalmente si pone = 0.2)

> 0.75 (generalmente si pone β =1 )

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Tecnica delle Costruzioni 2 48
Domenico RAFFAELE
0.4

0.2

=
-

0,4
=
0,2
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Tecnica delle Costruzioni 2 49
Domenico RAFFAELE
Momento Critico elastico di instabilità torsionale secondo Circolare 2-2-2009

N.B.: non tiene conto del livello di applicazione del carico za


né del tipo di distribuzione di carico
ma solo del rapporto MB/MA fra i momenti di estremità

Applicabile solo per variazione lineare del momento flettente

per profili standard (sezioni doppiamente simmetriche ad I o H)


il momento critico può calcolarsi con la seguente formula:
RIGIDEZZA TORSIONALE
SECONDARIA DEL PROFILO
(di INGOBBAMENTO)

Per una sezione I Jω=Jyala⋅h2/2

RIGIDEZZA TORSIONALE PRIMARIA


(alla De S. VENANT)

coefficiente ψ tiene conto della distribuzione JT= 1/3 Σ(ai bi3)


del momento flettente lungo la trave solo RIGIDEZZA FLESSIONALE LATERALE DEL PROFILO
tramite i momenti di estremità: (misurata in genere rispetto all’asse debole)
Nella formula proposta da NTC va assunto
unitario, poiché l’effettiva distribuzione del
carico è considerata nel coefficiente
correttivo f
La presenza di opportuni vincoli torsionali, posti lungo lo sviluppo della
trave, riduce la possibilità che l’instabilità flesso-torsionale si verifichi.
lunghezza di libera inflessione L’azione di ritegno trasversale (o torsionale) può essere espletata in
laterale, misurata tra due particolare:
ritegni torsionali successivi  dalle travi secondarie in maniera discontinua
 dalla soletta di calcestruzzo collaborante con la trave
 da una lamiera irrigidente collegata con le travi

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Tecnica delle Costruzioni 2 50
Domenico RAFFAELE
Momento Critico elastico di instabilità torsionale secondo EC3-92
Sezione uniforme simmetrica rispetto all’asse minore

C1, C2, C3 sono i coefficienti che dipendono dalle condizioni di carico e di vincolo all’estremo;

K, Kw sono i coefficienti di lunghezza efficace; (coeff. di vincolo Flessionale e Torsonale)

za è la coordinata del punto dove viene applicato il carico;

zs è la coordinata del centro di taglio

za
K (coeff. di vincolo Flessionale) si riferisce ai vincoli rotazionali
e varia da 0,5 per doppio incastro a 1,0 per doppio appoggio. Si
assume 0,7 per appoggio-incastro.
zg CT
Il coefficiente k determina la lunghezza di libera
zs inflessione (k⋅L) dell’ala compressa nel suo piano:

G
Kw (coeff. di vincolo Torsionale) si riferisce all’ingobbamento
di un estremo. Kw = 0,5 per ingobbamento impedito. Per
ingobbamento libero si raccomanda di assumere Kw = 1,0.
z
Kw = 1,0 Kw = 0.7
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Tecnica delle Costruzioni 2 Ingobbamento 51
Domenico RAFFAELE LIBERO
Vincoli d’ingobbamento

za CT

G Vincoli sull’ala compressa

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Tecnica delle Costruzioni 2 52
Domenico RAFFAELE
y
MOMENTO CRITICO ELASTICO PER FLESSIONE RISPETTO ALL’ASSE MAGGIORE

Sezione uniforme simmetrica rispetto all’asse minore

Sezione uniforme doppiamente simmetrica

COSTANTE DI INGOBBAMENTO

Per momenti agli estremi e carichi trasversali applicati nel centro di taglio

Momenti solo
alle estremità y

Sezione uniforme doppiamente simmetrica ad I o H


(secondo NTC)

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Tecnica delle Costruzioni 2 53
Domenico RAFFAELE
Momento Critico elastico di instabilità torsionale
con il metodo degli elementi finiti (FEM)
È necessario ricorrere a programmi di calcolo automatico avanzato

http://www.cesdb.com/structural/ltbeam.html

"Lateral Torsional Buckling of Beams"

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 54
Domenico RAFFAELE
Esempio di calcolo di Mcr
Asta interessata da carichi lungo l’asse (formula NTC non applicabile)
Vincoli torsionali con
Ingobbamento libero

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 55
Domenico RAFFAELE
EC3-1992 verifica condotta con GELFI_Profili_v6

za
CT

Ingobb. libero
Vincoli cerniera

N.B.:
Nel caso di carico applicato nel Centro di
Taglio il Mcr aumenta
(adottando za=0)
Politecnico di Bari Mb,Rd= χLT⋅Mc,Rd
Tecnica delle Costruzioni 2 56
Domenico RAFFAELE
EC3-1992 metodo degli Elementi Finiti (FEM) verifica condotta con LTBeam

RITEGNI TORSIONALI

Vincoli per inflessione


nel piano trasversale

• spostamento laterale v
• rotazione torsionale θ
• rotazione flesionale nel piano orizzontale v’
• deformazione da warping θ’

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 57
Domenico RAFFAELE
Vincoli Flessionali

Vincoli per inflessione nel piano verticale

za=125
CT

Contro
183,2 KNm
EC3_Gelfi

• spostamento laterale v
• rotazione torsionale θ
• rotazione flesionale nel piano orizzontale v’
• deformazione da warping θ’

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 58
Domenico RAFFAELE
N.B.:
Nel caso di carico applicato nel Centro di
Taglio il Mcr aumenta
(adottando za=0)

CT za=0

Contro
227,2 KNm
EC3_Gelfi

• spostamento laterale v
• rotazione torsionale θ
• rotazione flesionale nel piano orizzontale v’
• deformazione da warping θ’

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 59
Domenico RAFFAELE
Esempio di calcolo di Mcr
Vincoli torsionali con
Ingobbamento libero
Asta interessata solo da Momenti di estremità

M M

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 60
Domenico RAFFAELE
NTC-2008 La verifica può essere condotta manualmente ma
è valida solo per variazione lineare del flettente
Circolare 2-2-2009

In NTC si assume MA= MB: si ha ψ=1

Rigidezza Flessionale Laterale del profilo

Rigidezza Torsionale Primaria (De S.Venant)

Rigidezza Torsionale Secondaria (Ingobbamento)

1.0 = 200,7 kNm

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 61
Domenico RAFFAELE
NTC-2008
verifica condotta con GELFI_Profili_v6
Circolare 2-2-2009

Asta scarica-
Momento Costante

MB=MA

Valore coincidente con


quello ottenuto con NTC

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 62
Domenico RAFFAELE
NTC-2008
Circolare 2-2-2009
metodo degli Elementi Finiti (FEM)
verifica condotta con LTBeam

Contro
200,7 KNm
EC3_Gelfi

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 63
Domenico RAFFAELE
Mcr= 180.8 KNm za=125 mm
LTBeam (FEM)
Mcr= 224.6 KNm za = 0 mm
za
EC3-1992
zs CT
Mcr= 183.2 KNm za=125 mm

GELFI_Profili_v6
Mcr= 227.2 KNm za = 0 mm
G

LTBeam (FEM) Mcr= 198.7 KNm =1

NTC 2008 Circ. 2-2-2009 Mcr= 200.7 KNm MA


MB=MA

GELFI_Profili_v6 Mcr= 200.7 KNm Momento costante sull’elemento

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 64
Domenico RAFFAELE
Tabella riassuntiva della CAPACITÀ PORTANTE DI ELEMENTI INFLESSI

La verifica di stabilità allo svergolamento può essere omessa se risulta


Per sezioni I laminate
e composte saldate

>

>

FATTORE DI RIDUZIONE PER


L’INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 65
Domenico RAFFAELE
Il PROGETTO di una membratura INFLESSA

Anche le formule per il calcolo della resist.


La PROGETTAZIONE va
all’instabilità delle aste inflesse sono funzioni
condotta per tentativi
non lineari dei parametri geometrici

fasi operative della procedura di Progettazione

1 Scelta del tipo di Acciaio

2 Scelta del tipo di Sezione

3 Calcolo delle Sollecitazioni

4 Assegnazione di una Snellezza di tentativo *

5 Calcolo del Modulo teorica

6 Scelta della Sezione dal sagomario, con >

7 Verifica che la snellezza < di quella di tentativo OK


NO SI

Politecnico di Bari < *

Tecnica delle Costruzioni 2 66


Domenico RAFFAELE
ESEMPIO 7 Verifica allo SLU di un arcareccio

L = 4.00 m

IPE120

Pur risultando il profilo di classe 1 e, come tale suscettibile di analisi plastica, per semplicità, e a vantaggio di
sicurezza, trattandosi di flessione deviata è più semplice condurre un’analisi elastica (Von Mises)

Politecnico di Bari La verifica di resistenza elastica risulta soddisfatta


Tecnica delle Costruzioni 2 67
Domenico RAFFAELE
Analisi Plastica per Flessione Deviata

(per Flessione deviata


n=0 quindi β=1)

< 1 OK

La verifica di resistenza plastica risulta soddisfatta


Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 68
Domenico RAFFAELE
VERIFICA ALLO S.L.U. DI INSTABILITÀ FLESSO-TORSIONALE EC3 1992

Supporremo la luce libera di 4.00 m. (distanza fra due ritegni torsionali)


e, in via semplificata, di considerare il caso di flessione retta.

= 1.5⋅4.002/8= 3.00 kNm

> La verifica di stabilità risulta soddisfatta

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 69
Domenico RAFFAELE
LE ASTE INFLESSE VERIFICA a TAGLIO
VEd

τyz
MOMENTO STATICO DELLA METÀ DELLA SEZIONE
SUPERIORE RISPETTO ALL’ASSE NEUTRO

x x
x LARGHEZZA DELLA CORDA IN CORRISPONDENZA
DELLA FIBRA BARICENTRICA

MOMENTO D’INERZIA DI TUTTA LA


SEZIONE RISPETTO ALL’ASSE BARICENTRICO

Dall’analisi del diagramma delle tensioni tangenziali in


fase elastica si evince che il contributo delle ali è
trascurabile rispetto a quello dell’anima.

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 70
Domenico RAFFAELE
è lecito sostituire in CAMPO PLASTICO il diagramma parabolico di Jourawsky
con uno approssimato (e molto più semplice) costante lungo l’anima e che tiene conto
tra l’altro degli effetti della ridistribuzione delle tensioni in campo plastico.

Taglio Resistente

CONDIZIONE di VERIFICA

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 71
Domenico RAFFAELE
Definizione dell’AREA di TAGLIO per i diversi profili

profilati ad I e ad H caricati nel piano dell’anima


tf

profilati ad C e ad U caricati nel piano dell’anima

tw+r tw
profilati ad I e ad H caricati nel piano delle ali
hw

b
tf
profilati ad T caricati nel piano dell’anima b⋅tf )

per profili a caldo rettangolari cavi h

per sezioni circolari cave


Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 72
Domenico RAFFAELE
ESEMPIO 8 Verifica a Flessione e Taglio allo SLU di un elemento inflesso
è vincolata torsionalmente da un solaio in
lamiera grecata con soletta collaborante

L=7.00

Profilo di classe 1

Azione FLETTENTE

La lamiera grecata con


soletta in zona compressa
fuga il pericolo di
instabilità latero-torsionale

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 La verifica di resistenza plastica a flessione risulta soddisfatta
73
Domenico RAFFAELE
Azione TAGLIANTE

La verifica di resistenza plastica a TAGLIO risulta soddisfatta

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 74
Domenico RAFFAELE
INSTABILITÀ PER TAGLIO

Le lastre, che costituiscono le pareti degli elementi strutturali, possono


instabilizzarsi localmente, cioè uscire dal proprio piano formando delle “bozze”.

Le anime delle travi alte generalmente si instabilizzano per taglio in corrispondenza di valori
relativamente bassi dei carichi applicati, ma è possibile sviluppare una considerevole resistenza in
campo post-critico grazie all'effetto delle bande diagonali di trazione. Le travi alte a parete piena,
talvolta, presentano rinforzi trasversali d’anima sotto forma di pieghe o di irrigidimenti trasversali
ravvicinati.

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 75
Domenico RAFFAELE
MONTANTE DI APPOGGIO

due coppie di piatti


simmetrici rispetto
al piano dell’anima

Configurazione
ASSENTE RIGIDO NON-RIGIDO minima

Area di ciascuna
coppia di piatti >

IRRIGIDITORI
Verticali Verticali + Longitudinali

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 76
Domenico RAFFAELE
IRRIGIDITORI VERTICALI RIGIDI

Un irrigiditore verticale può essere


considerato rigido quando il suo momento
d’inerzia Ist soddisfa le relazioni seguenti:

Gli irrigiditori verticali rigidi devono


essere verificati per una forza assiale

Irrigiditore verticale con Irrigiditore verticale con


n. 2 irrigidimenti per lato n. 1 irrigidimento per lato
essendo VEd il taglio di calcolo a distanza
0,5×hw dal bordo del pannello più sollecitato

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 77
Domenico RAFFAELE
INSTABILITÀ PER TAGLIO

I pannelli d’anima rettangolari delle travi a pareti piena devono essere verificati nei riguardi
dell’instabilità per taglio quando il rapporto altezza/spessore hw/t supera i seguenti valori:

minimo coefficiente di
instabilità per taglio
del pannello (COEFF. Di
IMBOZZAMENTO)

Pannelli NON IRRIGIDITI Pannelli IRRIGIDITI

Se i suddetti rapporti di snellezza sono superati occorre valutare la resistenza


all’instabilità per Taglio di un pannello d’anima con modalità diverse a seconda che
questo risulti privo, ovvero dotato di pannelli di irrigidimento intermedio

Se i suddetti rapporti di snellezza NON sono superati, devono essere


comunque previsti irrigidimenti trasversali solo in corrispondenza dei vincoli

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 78
Domenico RAFFAELE
Pannelli IRRIGIDITI
Coefficiente di
hw a
IMBOZZAMENTO

a= lungh. del pannello tra


due irrigiditori trasversali
rigidi consecutivi

a=LT in asssenza di
irrigiditori verticali
intermedi
In assenza di IRRIGIDITORI LONGITUDINALI

irrigiditori longitudinali > 2

Ovvero se

In presenza di IRRIGIDITORI LONGITUDINALI

irrigiditori longitudinali ≤ 2

Ovvero se

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 = somma dei momenti d’inerzia degli irrigiditori longitudinali
79
Domenico RAFFAELE
RESISTENZA ALL’INSTABILITÀ PER TAGLIO

Contributo dell’anima Contributo della piattabanda

χw Coeff. Di INSTABILITÀ ≤ 1

bf<15⋅ε⋅
⋅ε⋅t
⋅ε⋅ f larghezza efficace della piattabanda

Mom. Res.delle Eventuale sfozo


sole piattabande. Norm . presente
Distanza fra
irrigidimenti
trasversali

Tensione critica euleriana del pannello d’anima: Aree sole piattab


sup. e inf.

Tensione che instabilizza una lamiera di spessore t


vincolata a cerniera su due lati opposti distanti hw

In assenza di IRRIGIDITORI LONGITUDINALI


Coefficiente di imbozzamento:

In presenza di IRRIGIDITORI LONGITUDINALI

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 80
Domenico RAFFAELE
VERIFICA PANNELLO D’ANIMA SULL’APPOGGIO DI ESTREMITA’

0,83/η
1.08

Ovvero:

Vedi EN 1993-1-5
formule (5.3) e(5.4)

VERIFICA:

= =

= =
Ved è il taglio di calcolo
= = comprensivo dell’eventuale
effetto Torsionale
Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 81
Domenico RAFFAELE
ESEMPIO 9

VERIFICARE la resistenza
= 1124
all’instabilità per taglio dell’anima
(Ved = 984 KN) relativa ad un’anima
irrigidita da soli irrigiditori
verticali, posti ad interasse = 18
a=1500 mm

Tensione critica euleriana del pannello d’anima: MPa

Rapporto tra larghezza e altezza del pannello:

Coefficiente di imbozzamento:

Tensione tangenziale critica: MPa

Snellezza adimensionale del pannello d’anima: =0.69

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 82
Domenico RAFFAELE
≤ 1

1.2 (poiché χw>1 si deve assumere χw=1)

Contributo dell’Anima alla


resistenza all’instabilità per taglio

> Ved= 984 KN

Si assume che la sola anima sia in grado di assorbire gli sforzi indotti dal Taglio di progetto,
con le ali che contribuiscono unicamente alla resistenza flessionale

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 83
Domenico RAFFAELE
Verifica IRRIGIDITORI

tw=18 mm

ts=1o mm

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 84
Domenico RAFFAELE (L’irrigidimento è rigido)
NEd,Vst

[KN]

= 275 MPa OK
2076 KN

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 85
Domenico RAFFAELE
VERIFICHE PER SOLLECITAZIONI COMPOSTE

Assegnata una generica coppia di azioni


sollecitanti (S1,Ed,S2Ed); S2,Ed) la verifica può
essere effettuata secondo due approcci:

1 si verifica che il punto di coordinate (S1,Ed; S2,Ed) è interno al dominio

2 si fissa una delle due sollecitazioni come riferimento (ad esempio S1,Ed) e
si calcola, tramite l’equazione del dominio, il valore della corrispondente
resistenza di progetto ridotta per effetto della presenza di S2,Ed.

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 86
Domenico RAFFAELE
Verifica a TAGLIO e MOMENTO FLETTENTE

Per le sezioni ad I o ad H di classe 1 e 2


doppiamente simmetriche, soggette a
flessione e taglio nel piano dell’anima

MyV,Rd=resistenza a
flessione ridotta per la
presenza del taglio VEd

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 87
Domenico RAFFAELE
ESEMPIO 10
Con riferimento alla trave IPE 300 in acciaio S275,
soggetta a flessione e taglio nel piano dell’anima, se
ne determini il
dominio di interazine Taglio-Momento flettente
Profilo di classe 1

TAGLIO

FLESSIONE

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 88
Domenico RAFFAELE
164.6 kNm

121.5 kNm

IPE300

388.3/2 kN

194.1 kN

388.3 kN
Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 89
Domenico RAFFAELE
Verifica a SFORZO NORMALE e MOMENTO FLETTENTE

Per le sezioni ad I o ad H di classe 1 e 2 doppiamente


simmetriche, ed in assenza di fenomeni di instabilità globale
Nel piano dell’anima

tf Momento Resistente Plastico a


flessione semplice nel piano dell’anima
b
Nel piano dell’anima

Area Anima

Area Tot.

a 1
Momento Resistente Plastico a
flessione semplice nel piano delle ali
tf Nel piano delle ali

Nel piano delle ali b

N.B.:
Per le sezioni di classe 3 e 4 questa verifica è condotta con
a 1 riferimento alla resistenza elastica, usando per la classe 4
Politecnico di Bari le proprietà geometriche efficaci.
Tecnica delle Costruzioni 2 90
Domenico RAFFAELE
Verifica a PRESSOFLESSIONE Deviata EC3-2005

Momenti resistenti in presenza


di sforzo normale concomitante

200/637.4

= 0.314 < a 5n= 5⋅⋅0.314=1.57

= 0.5

≤ 1

49.37 (1-0.314)/(1-0.5⋅0.5) = 42.34

9.98

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2
91
Domenico RAFFAELE
INSTABILITÀ PER PRESSO-FLESSIONE NTC-2008
Circolare 2-2-2009

Oltre alle verifiche di resistenza, per elementi presso-inflessi devono essere eseguite,
quando rilevanti, anche verifiche di instabilità a pressoflessione.

Nel caso di aste prismatiche soggette a compressione NEd e a momenti flettenti My,Ed e Mz,Ed
agenti nei due piani principali di inerzia, in presenza di vincoli che impediscono gli spostam.
torsionali, si dovrà controllare che risulti:

minimo fattore χ relativo all’inflessione


intorno agli assi principali di inerzia; moduli resistenti elastici per le sezioni di classe 3
ovvero moduli resistenti plastici per le sezioni di classe 1 e 2

carichi critici euleriani relativi all’inflessione


In generale: intorno agli assi principali di inerzia;

valor medio del momento flettente

Nel caso di

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 92
Domenico RAFFAELE
Coefficienti di interazione per la verifica di stabilità a
pressoflessione di elementi con modesta deformabilità torsionale

Coefficienti correttivi del momento flettente per la


verifica di stabilità a presso-flessione deviata.

Coefficienti d’interazione per la verifica di stabilità a


pressoflessione di elementi deformabili torsionalmente

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 93
Domenico RAFFAELE
Instabilità per
EC3-1992 PRESSOLESSIONE DEVIATA

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 94
Domenico RAFFAELE
Nel caso di aste prismatiche soggette a compressione NSd e a momenti flettenti My,Sd e Mz,Sd
agenti nei due piani principali di inerzia, in presenza di potenziale collasso per instabiltà
flesso-torsionali, si dovrà controllare che risulti:

Instabilità FLESSO-TORSIONALE
per PRESSOLESSIONE DEVIATA

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 95
Domenico RAFFAELE
La verifica può essere condotta utilizzando il programma GELFI_Profili_v6

Verifica di resistenza sez. soggette


a pressoflessione deviata

Verifica di stabilità sez. Cl. 1 e 2


soggette a pressoflessione deviata

Verifica di stabilità flesso-torsionale


di sez. Cl. 1 e 2 soggette a presso-
flessione deviata
Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 96
Domenico RAFFAELE
OSSERVAZIONE la pagina iniziale del programma del prof. Gelfi fornisce utili indicazioni in
merito alle caratteristiche generali della sezione e dell’asta nel suo complesso

Resist. all’instabilità intorno y

Resist. all’instabilità intorno z

Resist. a Taglio Anima

M Resist. intorno y

Politecnico di Bari M Resist. intorno z


Tecnica delle Costruzioni 2 97
Resist. a Taglio Ali
Domenico RAFFAELE
Resistenza dell’ANIMA alle FORZE TRASVERSALI EC3-2005

L’applicazione di carichi su zone limitate della trave, Occorre in tale evenienza


può indurre elevati sforzi di compressione nell’anima verificare se l’anima è in grado di
dell’elemento strutturale sopportare queste sollecitazioni

In un’anima non irrigidita la resistenza alle forze trasversali è governata da una delle seguenti
3 modalità di collasso:

SCHIACCIAMENTO
DELL’ANIMA in
prossimità della
piattabanda caricata

INSTABILITÀ DELL’ANIMA
estesa a gran parte della
membratura
IMBOZZAMENTO DELL’ANIMA
(tipica da taglio) sotto forma di
instabilità locale in prossimità della
piattabanda caricata

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 98
Domenico RAFFAELE
Sono previste 2 modalità di applicazione del carico e per ciascuna sono definite
le verifiche in funzione delle modalità di collasso previste

modalità A modalità B

Forza è contrastata dall’azione tagliante resistente nell’anima Forze trasmesse direttamente attraverso l’anima

 Resistenza allo schiacciamento  Resistenza allo schiacciamento


Rd = min  Resistenza all’imbozzamento  Resistenza all’instabilità

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 99
Domenico RAFFAELE
Resistenza allo SCHIACCIAMENTO (da valutare per le modalità di carico A e B)

tw
Ss+Sy Anima da verificare

tw tw

Ss
Lunghezza del tratto
di contatto rigido

tw
Anima da verificare

Sy

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 100
Domenico RAFFAELE
Resistenza all’IMBOZZAMENTO (da valutare per la sola modalità di carico A )

Lunghezza di
contatto rigido

Qualora la membratura sia soggetta pure


a momenti flettenti, si raccomanda che
siano soddisfatti i seguenti criteri.

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 101
Domenico RAFFAELE
Resistenza all’INSTABILITÀ (da valutare per la sola modalità di carico B )

la resistenza di progetto all’instabilità Rb.Rd è determinata


considerando l’anima come una membratura virtuale compressa
(con riferimento alla curva ‘c’ ) avente una larghezza
efficace beff ricavata dalla relazione:

tw
beff

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 102
Domenico RAFFAELE
Nel caso in cui le verifiche non siano soddisfatte, è necessario rinforzare
l’anima con opportune nervature di irrigidimento

Nel caso di profili a doppio T con irrigidimento le verifiche di schiacciamento e di


stabilità si effettuano considerando una sezione trasversale resistente efficace

Sezione trasversale efficace degli irrigidimenti

Politecnico di Bari
Tecnica delle Costruzioni 2 103
Domenico RAFFAELE

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