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Prof. Giorgio Ragusa Funzioni e loro trasformazioni A.S.

2003-04

Funzioni e loro trasformazioni (vol. A, capp. 3, 16)


1. Al celebre filosofo e matematico greco Talete fu chiesto un giorno di misurare
l’altezza h della piramide di Cheope ed il rapporto fra il volume di tutta la
piramide e quello della sua parte sommitale, ottenuta sezionandola con un
piano parallelo alla base e posto ad altezza h/3. Il vecchio Talete risolse il
problema utilizzando solo il bastone che utilizzava per appoggiarsi e senza
mai salire sulla piramide. Come?
2. Qual è il percorso più breve che permette ad una biglia posta in un punto P del
tavolo da biliardo di ritornare nel punto P, dopo aver toccato le quattro
sponde del tavolo?

Dal punto di vista geometrico una relazione è un qualsiasi sottoinsieme di punti del
piano cartesiano ed una funzione (reale a valori reali) si può considerare (anche se
impropriamente, poiché questa sarebbe la definizione di grafico di una funzione) una
relazione tale che due qualsiasi suoi punti non abbiano la stessa ascissa e quindi tali
che ad ogni x corrisponda un solo y=f(x). Ad esempio tutte le rette non verticali sono
sempre funzioni, mentre una retta verticale o una circonferenza non sono funzioni.
Talvolta una funzione è praticamente impossibile da rappresentare graficamente. Tale
1, ∀x ∈ Q
è, ad esempio, la funzione di Dirichlet: y=f(x)=  .
0, ∀x ∉ Q
Proiettando una funzione ortogonalmente sull’asse delle x si ottiene il dominio della
funzione (sottoinsieme di R), mentre proiettandola ortogonalmente sull’asse delle y si
ottiene il codominio della funzione. Le funzioni il cui dominio è l’insieme N dei
numeri naturali si chiamano successioni.
Se i punti della funzione sono tali che due qualsiasi di essi non hanno la stessa
ordinata, la funzione si dice iniettiva. Le funzioni iniettive sono invertibili, cioè
consentono di invertire x con y, ottenendo in tal modo un’altra funzione, detta
funzione inversa di quella data. Praticamente questo si realizza considerando per
ogni punto della funzione il simmetrico rispetto alla prima bisettrice (y=x). Una
funzione e la sua inversa si scambiano dominio e codominio.
Su di una funzione si possono fare varie trasformazioni geometriche che consentono
di ottenere altre funzioni:
1. La funzione può essere sempre traslata orizzontalmente (y=f(x-a)),
verticalmente (y=f(x)+b) o obliquamente y=f(x+a)+b; quest’ultimo caso (di
cui i precedenti sono casi particolari) può essere pensato come una traslazione
secondo il vettore di componenti (a;b);
2. La funzione non può essere sempre ruotata; ad esempio ruotando di 90° una
retta orizzontale si ottiene una retta verticale che non è una funzione;
3. La funzione y=f(x) può essere ribaltata rispetto all’asse x, ottenendo la
simmetrica rispetto all’asse x, che è la funzione y=-f(x). L’unica funzione
simmetrica rispetto all’asse x è lo stesso asse x. La simmetrica di una funzione
y=f(x) rispetto ad una retta orizzontale y=k è la funzione y=-f(x)+2k;

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4. La funzione y=f(x) può essere ribaltata rispetto all’asse y, ottenendo la


simmetrica rispetto all’asse y, che è la funzione y=f(-x). Una funzione
simmetrica rispetto all’asse y si dice pari. Tale è ad esempio la parabola y=x2.
La simmetrica di una funzione y=f(x) rispetto ad una retta verticale x=h è la
funzione y=f(-x+2h);
5. La funzione può essere ruotata di 180° intorno all’origine, ottenendo la
simmetrica rispetto all’origine y=-f(-x). Una funzione simmetrica rispetto
all’origine si dice dispari; ad esempio la cubica y=x3 e tutte le rette passanti
per l’origine (tranne l’asse y che non è una funzione) y=mx sono funzioni
dispari.
6. La funzione può essere dilatata orizzontalmente (y=f(x/h)), verticalmente
(y=kf(x)) o obliquamente (y=kf(x/h)). In generale si ha una dilatazione
secondo il vettore di componenti (h;k). In particolare, se h=k si sta applicando
alla funzione una omotetia di centro l’origine e rapporto k, che, a differenza
dei 5 casi precedenti, non è una isometria, ma una similitudine. Le
similitudini mutano una figura geometrica in un’altra avente la stessa forma,
ma dimensioni diverse. Precisamente, in una similitudine di rapporto k, il
rapporto fra le lunghezze corrispondenti è k, quello fra le aree è k2, quello fra i
volumi k3.
7. Data una funzione y=f(x), la funzione y=│f(x)│si ottiene ribaltando rispetto
all’asse x i punti della funzione di ordinata negativa;
8. Data una funzione y=f(x), la funzione y=f (│x│) si ottiene prima eliminando i
punti di ascissa negativa e poi unendo la funzione ottenuta con la sua
simmetrica rispetto all’asse y.
Data l’equazione di una funzione y=f(x) per poterne disegnare il grafico senza
calcolarne il valore in milioni di punti (come fanno i computer e le calcolatrici
grafiche), occorre innanzitutto:
 calcolare il dominio D (detto anche insieme o campo di esistenza) della
funzione e l’eventuale punto y(0);
 stabilire se la funzione è pari, dispari o periodica; in questi casi lo studio della
funzione può essere semplificato restringendolo ad un sottoinsieme del
dominio;
 studiare il segno di y(x), stabilendo per quali x si ha y>0 (I.P. insieme di
positività), y<0 (I.N. insieme di negatività), y=0.
Per calcolare il dominio di una funzione occorre ricordare i grafici delle funzioni
elementari da cui si deduce che il loro dominio è sempre R, tranne i casi seguenti :
funzione dominio
1/f(x) f(x)≠0
n
f ( x) con n pari f(x)≥0
logb(f(x)) f(x)>0
tg(f(x)) f(x) ≠π/2+kπ
Arcsen (f(x)) -1≤ f(x) ≤1
Arccos (f(x)) -1≤ f(x) ≤1

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ESEMPIO: Disegnare il grafico delle seguenti funzioni e successivamente studiarne


le principali caratteristiche:
x +1
y = x + 1; y = x 2 − 5 x + 6; y = x + 1; y = ; y = 1 + 2 ( x +1) ; y = 4 log( x − 2); y = 2sen( x / 2).
2 x −1
La prima funzione si ottiene dalla retta y=x+1, applicando la trasformazione 7. La
funzione ottenuta ha dominio R, codominio R, non è né pari né dispari, né periodica,
è positiva per ogni x diverso da –1, per cui è nulla.
2
La seconda funzione si può scrivere y = x − 5 x + 6 e quindi si ottiene dalla parabola
y=x2-5x+6 applicando la trasformazione 8. La funzione ottenuta ha dominio R,
codominio [-1/4;+ ∞[ è pari e non periodica, ha I.P.=]-∞;-3[U]-2;2[U]2;+ ∞[, I.N.=]-
3;-2[U]2;3[, è nulla nei punti ±2,±3.
La terza funzione esiste solo per x≥-1 ed ha codominio ]0;∞[; elevando al quadrato
ambo i membri si ottiene y 2 = x + 1 ⇒ x = y 2 − 1 , cioè una parabola orizzontale. Il
grafico della funzione è dunque costituito dall’arco della parabola ad ordinata
positiva. Si tratta dunque di una funzione che non è né pari, né dispari, né periodica e
sempre positiva, tranne per x=-1, dove è nulla.
x +1
La quarta funzione si ottiene dalla funzione omografica y = , applicando la
2x − 1
trasformazione 8. la funzione ottenuta esiste per ogni x diverso da ½, ha codominio
R-{1/2} è pari e non periodica, è positiva per x<-1/2 oppure x>1/2, negativa in tutti
gli altri punti.
La quarta funzione si ottiene dalla funzione esponenziale y=2x, applicando prima una
traslazione di vettore (-1;1). La funzione ottenuta ha dominio R, codominio ]1;+∞[
non è pari, dispari o periodica, è sempre positiva.
La quinta funzione si ottiene dalla funzione logaritmica y=log x, applicando prima
una traslazione di vettore (2;0) e poi una dilatazione di fattore 4. La funzione ottenuta
esiste per x>2, ha codominio R, non è né pari, né dispari, né periodica, è positiva per
x>3, nulla in x=3, negativa per 2<x<3.
La sesta funzione si ottiene dalla funzione goniometrica y=sen x, applicando una
omotetia di rapporto 2, cioè raddoppiando le ascisse e le ordinate di tutti i punti. La
funzione ottenuta ha dominio R, codominio [-2;2], è dispari e periodica di periodo 4π,
è positiva per 0+4kπ<x<2π+4kπ, cioè per 4kπ<x<2π(1+2k), nulla per x=2kπ,
negativa per 2π+4kπ <x<4π+4kπ, cioè per 2π(1+2k)<x<4π(1+k).

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