Sunteți pe pagina 1din 8

Pallacanestro, Tecnica Oggi

I fondamentali della pallacanestro possono essere suddivisi in:


• Generali
• Individuali in cui sono raggruppati i gesti tecnici peculiari specifici che costituiscono i fondamenti di gioco di
quel dato sport
• Di squadra

La squadra viene definita come un gruppo di individui assemblati e integrati in un insieme dove vengono assemblati i
pregi e i difetti di ogni componente della squadra.
I ruoli all’interno di una squadra variano a seconda dell’età dei giovani con cui abbiamo a che fare e possono essere di
tipo:
• Collaborazione proposto ai ragazzi di 11 – 12 anni
• Cooperazione nei ragazzi di 12 – 13 anni
• Coesione ai ragazzi di 13 – 14

Nelle categorie giovanili è un errore cristallizzare i giovani giocatori in ruoli troppo specifici poiché in base alle diverse
fasi auxlogiche dell’individuo, fino ai 14 anni si trovano nel periodo pre – puberale con continuo accrescimento di ossa,
muscoli e articolazioni e pertanto lo schema corporeo strutturato a 10 anni viene stravolto dal nuovo corpo.
Solo nell’ultimo anno quando i giovani si trovano nella categoria cadetti 15 – 16 anni e nella categoria juniores 16 – 17
e 17 – 18 si possono assegnare ruoli sempre più specializzati in funzione delle caratteristiche psicofisiche, inclinazioni e
abilità tecniche, poiché hanno raggiunto un’adeguata maturità fisica.
I ruoli nel gioco della pallacanestro comprendono:
• Play – maker (point – guard): chi lo interpreta non deve essere necessariamente alto, ma deve possedere un
ottimo trattamento di palla, eccelle nel palleggio e nel passaggio, ma non necessariamente nel tiro. Inoltre deve
avere grande visione del gioco, sapendo interpretare il proprio movimento e quello dei compagni e dei
difensori avversari. È il regista nel campo ed ispira il gioco, impostando sia difesa che attacco. Conosce le doti
dei propri compagni e le deve saper sfruttare con intelligenza tattica e ha il compito di scoprire quali siano i
punti deboli della difesa avversaria sapendone approfittare.
• Guardia pura in cui l’abilità tecnica è in supporto a velocità di esecuzione ed agilità tecnica. È il miglior
atleta, molto reattivo e veloce per portare a termine rapidi contropiede o 1 vs 1. Fisicamente molto potente,
soprattutto nelle gambe per elevarsi notevolmente. L’arma preferita di questo giocatore è il tiro. Di guardie
pure possiamo la power guard in cui abbiamo a che fare con giocatori estremamente forti dal punto di vista
muscolare; oppure possiamo avere la shooting guard in cui i giocatori sono più specialisti avendo un tiro più
preciso non molto forti dal punto di vista fisico.
• Play – guardia
• Ala è il giocatore che si posizione sui due lati del campo intorno al canestro. Anche per questo ruolo possiamo
avere delle suddivisioni, in quanto possiamo avere:
a) L’ala piccola dove l’atleta presenta una struttura corporea più potente della guarda, utile per combattere
sotto canestro. Dal punto di vista delle doti tecniche la guarda è meno reattiva e agile ma possiede un buon tiro
e un discreto trattamento di palla. Può risultare un valido aiuto per catturare i rimbalzi sotto canestro e in
attacco può essere un valido appoggio per passare la palla ai lunghi.
b) Ala grande o Ala pivot che possiede una stazza maggiore rispetto all’ala piccola. Oltre la struttura solida
deve essere al contempo agile poiché deve unire al gioco ravvicinato fronte a canestro, anche quello spalle al
canestro del pivot. È un giocatore molto duttile ed è anche un buon rimbalzista.
• Pivot centro è il miglior rimbalzista della squadra. Fisicamente si presenta alto, elevata potenza muscolare,
tempismo (l’esecuzione avviene in modo un po’ lento). Essenzialmente gioca spalle al canestro. In difesa è il
centro scoraggi orante e intimidatorio. In attacco viene soprannominato la testa di ponte all’interno delle linee
nemiche andando a creare difficoltà solo con le sue posizioni sui contorni dell’area, ossia nella posizione di
post.

Fondamentali individuali d’attacco senza palla

I fondamentali individuali d’attacco senza palla, innanzitutto oltre che saperli conoscere, riguardano il saper stare in
campo e sapersi muovere per costruire il gioco attorno alla palla e di conseguenza bisogna muoversi per lavorare la
palla. Una partita di pallacanestro dura 40 minuti e normalmente si passa 20 minuti in attacco, in cui abbiamo 4 minuti
di possesso palla più altri 16 minuti senza palla, più altri 20 minuti in difesa.
Per sapersi muovere in campo bisogna:
• Imparare a leggere la difesa e muoversi di conseguenza, sfruttando ritardi ed errori
• Muoversi in relazione alle iniziative dei compagni nel movimento e nel modo giusto

1
• Cercare sempre la “verticalizzazione” dell’azione e quindi bisogna cercare di tendere il più possibile a ridurre
lo spazio e quindi il tempo di lavoro, tra il giocatore e il contesto avversario cercando appunto di verticalizzare
le traiettorie dei vari movimenti.

I fondamentali individuali d’attacco senza palla comprendono:


• Posizione fondamentale: è una posizione abbastanza soggettiva che deve consentire massima reattività e
massimo equilibrio. I piedi sono alla larghezza delle spalle, l’avampiede è a contatto con il suolo, i talloni
leggermente sollevati e scarichi dal peso del corpo. Gli arti inferiori sono semipiegati; le ginocchia sono
perpendicolari alle punte dei piedi. Il busto è leggermente inclinato in avanti, le mani avanti, braccia flesse e
gomiti leggermente aperti. Baricentro abbassato e testa leggermente orientata anteriormente.
• Corsa cestistica: permette correndo di essere in grado di reagire ai cambi repentini di situazioni e quindi
cambiare senso, velocità, direzione, ed eseguire un arresto o un salto. Oltre alla corsa cestistica, abbiamo anche
una corsa in arretramento che serve per allontanarsi dall’avversario mantenendo lo stesso fronte. In questo
tipo di corsa i passi devono essere brevi, veloci e rasenti al suolo con le braccia protese avanti.
• Equilibrio statico e dinamico: il giocatore deve mantenere una condizione di equilibrio multi direzionale
costante.
• Arresto: sospensione immediata della corsa. Serve per riprendere subito l’equilibrio statico della posizione
fondamentale. L’arresto può essere:
a) a un tempo che è più rapido e si usa quando la velocità della corsa non è molto sostenuta. I piedi toccano
terra nello stesso istante “planando” senza contraccolpo sugli avampiedi e sono paralleli. Le gambe divaricate
e le ginocchia con un leggero molleggio ammortizzano l’inerzia. Il busto rimane eretto.
b) a due tempi dove abbiamo una velocità più sostenuta e i piedi toccano terra in due appoggi successivi e
senza salti precedenti. I piedi sono in direzione di corsa e leggermente divaricati, gambe semipiegate e busto in
posizione eretta.
• Giro: segue l’arresto. Si utilizza un punto fisso costituito dal piede perno. La rotazione avviene attorno all’asse
longitudinale del corpo e in possesso di palla il piede perno deve rimanere nell’orma iniziale per non fare
infrazione di passi. Più vantaggiosa è la rotazione sull’avampiede ma può essere effettuato anche sul tallone.
L’impulso di girare viene dal piede e spalle opposti al piede perno. Il giro serve per smarcarsi dall’avversario e
poter ricevere palla o passare oppure per impedire all’avversario di prendere una determinata posizione sul
campo come avviene nel tagliafuori.
Il giro può essere avanti o verticale (in direzione del petto) oppure dietro o dorsale (in direzione del dorso) e
si sceglie uno dei due a seconda dello spazio che la situazione contingente permette.
• Cambi di direzione: può essere frontale e in questo caso nella corsa il peso del corpo va sul piede esterno alla
direzione che vogliamo, quindi si ha macinamento su avampiede più la spinta esplosiva nella nuova direzione.
Bisogna evitare di eseguire una curva, cercando di creare un angolo tra la vecchia e la nuova direzione. Può
essere anche dorsale in cui bisogna cercare di portare avanti il piede interno più vicino alla nuova direzione,
caricando le gambe avanti insieme al macinamento su avampiede e giro dorsale. Il corpo anticipa il movimento
del giro. Il cambio di direzione frontale descrive angoli più stretti ed è più veloce, mentre il giro dorsale è più
sicuro perché permette di tagliare fuori il lavoro difensivo. Importante è tenere il baricentro basso e il cambio
di direzione va associato ad un cambio di velocità.
• Cambi di senso: significa invertire il proprio senso di marcia ritornando nella direzione iniziale. È un
movimento usato per liberarsi del diretto avversario o per ritornare velocemente in difesa qualora la squadra
abbia perso il possesso di palla. Se si cammina o si corre in una determinata direzione, ci si arresta in due
tempi e, ruotando sugli avampiedi senza pausa, si compie un dietro – front. L’azione è favorita dal movimento
delle braccia.
• Cambi di velocità: si ha aumentando o diminuendo la potenza di spinta e la frequenza del ritmo della corsa. Il
cambio velocità deve essere graduale o progressivo ma immediato e improvviso poiché serve per superare
l’avversario diretto grazie alla sorpresa. Viene abbinato generalmente sia a cambi di direzione sia a cambi di
senso.
• Taglio: movimento di attacco per spostarsi da una zona all’altro del campo o per lasciare spazio di gioco ad un
compagno. È necessario che il giocatore deve intersecare la linea immaginaria che unisce palla al canestro.
L’obiettivo è quello di ricevere la palla per andare a canestro. Possiamo avere dei tagli curvi quando i piedi del
giocatore tracciano una curva oppure dei tagli piatti quando i piedi del giocatore vanno diretti a canestro. Nei
tagli piatti possiamo avere il back door quando l’attaccante taglia “dietro la schiena” del suo difensore che lo
sta marcando. Quando il difensore si trova a marcare in anticipo forte sull’attaccante è automatico che
l’attaccante senza palla subisce una difesa in anticipo forte. I tagli piatti vengono utilizzati e scelti a seconda
dell’atteggiamento della difesa avversaria.
• Smarcamento: la scelta del tipo di smarcamento dipende dalla posizione in campo e dal tipo di marcatura.
Questo movimento serve a liberarsi dalla costante difesa e prendere la palla senza pericolo che venga
intercettata. È un movimento che permette all’attaccante di trovarsi in anticipo rispetto al difensore che lo sta
seguendo. Non ci si può smarcare senza un cambio di direzione o di velocità. Lo smarcamento può avvenire

2
tramite un movimento a V tipico degli esterni in cui l’attaccante va verso il canestro e con un rapido cambio di
direzione e velocità torna indietro per ricevere palla descrivendo una V; oppure tramite un movimento a
triangolo tipico dell’ala e si esegue quando la marcatura non è molto stretta. Il giocatore va verso il canestro
nei pressi dell’area con un cambio di va verso la palla. Il difensore lo seguirà allora il giocatore potrà ricevere
la palla cambiando direzione , cioè andando verso l’esterno. Le traiettorie andranno a formare un triangolo;
tramite un auto blocco che si esegue quando la marcatura è molto pressante con una sorta di body – check. Ci
si avvicina all’avversario ponendo un piede in mezzo ai suoi tanto da costringerlo ad arretrare, a questo punto
si balza indietro velocemente quasi nella stessa posizione iniziale sorprendendo l’avversario. In questo
smarcamento bisogna stare attenti a non fare fallo di spinta; oppure tramite un flash – pivot tipico del pivot che
consiste nell’autoblocco con giro frontale o dorsale che permetta al pivot il tiro.
• Finta: equivale ad una azione non portata a termine che deve essere credibile. Lo scopo dell’attaccante è di
indurre l’avversario a reagire ed a reazione avvenuta si interrompe il movimento per eseguirne un altro più
efficace in quel momento. Se non porta a reazione, il movimento iniziato viene concluso.
• Blocchi: sono aiuti che l’attaccante porta ad un compagno per farlo smarcare con più facilità. Bloccare vuol
dire assumere una posizione “legale”, statica, in un determinato punto del campo. L’esecuzione avviene
assumendo la posizione fondamentale con piedi un po’ larghi della larghezza spalle, gambe più piegate, busto
avanzato, braccia a 20 – 30 cm dal petto con le mani chiuse a pugno. Il blocco viene fatto a 20 – 30 cm dal
difensore facendo scudo con il proprio corpo, l’avversario dovrà sbatterci e fermarsi, interrompendo la sua
azione difensiva sul nostro compagno che sarà così libero dalla marcatura e pericoloso. Non siamo noi a
portare il blocco ma è l’avversario a caderci, portato dal nostro compagno. Possiamo effettuare un blocco
verticale quando è portato sulla linea di fondo, o un blocco orizzontale quando è portato verso le linee laterali,
oppure un blocco cieco quando l’attaccante si pone dietro il difensore senza che questo se ne possa avvedere.
Si possono eseguire anche dei veli che corrispondono a dei blocchi in movimento e necessitano di sincronismo
tra i 2 compagni altrimenti il giocatore che esegue il velo provocherà il fallo.
• Tagliafuori: è un movimento in attacco per impedire al difensore di andare a rimbalzo, ponendosi tra questo e
la palla (si ha sia in attacco che in difesa). Partito il tiro il tagliafuori va eseguito molto rapidamente in modo
da scavalcare il difensore con 1 o 2 passi e posizionandosi con decisione davanti a lui. Poi deve cercare di
mantenere la posizione nonostante i tentativi del difensore di forzarlo.
• Salto e rimbalzo: eseguito sia in attacco che in difesa, occorrono gambe divaricate, sguardo sulla palla, buono
stacco, estendere le braccia, giusta scelta di tempo e coordinazione, stoppare il pallone il più in alto possibile e
rimetterlo in gioco il più velocemente possibile. Possiamo avere un rimbalzo offensivo che corrisponde
all’azione successiva al tiro così che la squadra può continuare l’azione offensiva per una seconda possibilità.
• Ricezione e gioco di gambe: una buona ricezione sarà frutto di un oculato e veloce gioco di gambe che la
precede.

Fondamentali individuali d’attacco con la palla

Nei fondamentali individuali d’attacco con la palla abbiamo la posizione fondamentale in cui la palla va tenuta davanti
al corpo con i gomiti a sfiorare i fianchi. Una visione periferica è essenziale per chi gioca nel ruolo play – maker o al
centro e deve essere capace di vedere ciò che accade in una vasta porzione di campo guardando un punto fisso.
Il passaggio deve essere preciso, rapido, forte e teso e non deve essere fatto sul corpo del compagno ma
sufficientemente lontano dall’avversario, in modo che non possa intervenire. Nei passaggi in movimento abbiamo che il
compagno verrà a trovarsi più avanti rispetto al momento del lancia della palla e quindi la palla va lanciata
intuitivamente più avanti per ottenere sincronismo tra passatore e ricevente.
Nella tecnica del passaggio occorre avere buona ricezione e presa, più sensibilità tattile e una maggiore condizione di
equilibrio e visione periferica sufficientemente estesa per scegliere a chi e come passare. Il passaggio va fatto quando la
linea di passaggio è libera con il corpo che si trova nella posizione fondamentale leggermente spostato in avanti e
quando la palla si trova al di sopra della cintola, le dita sono aperte e i palmi rivolti alla palla. Al momento della
ricezione, la palla va tenuta davanti allo stomaco con i gomiti stretti.
Per ricevere la palla bisogna che un piede sia rivolto a canestro e l’altro rivolto al passatore per ricercare il conseguente
movimento offensivo.
Gli occhi prima sono rivolti prima verso la palla e poi, prima che arrivi in mano, verso i compagni e gli avversari per
valutarne la posizione. Nei giovanissimi è sconsigliabile effettuare i passaggi ad una mano perché ancora non hanno un
buon controllo date le proporzioni delle mani rispetto alla palla.
Di passaggi ne possiamo avere di diversi tipi:
• Passaggio a due mani dal petto diretto: il primo che si insegna poiché è il più semplice da imparare e
controllare. In posizione fondamentale, la palla va tenuta davanti al petto, si effettua mezzo giro delle braccia
verso il basso, ciò per acquisire quella carica che esplode poi con la distensione delle braccia. Lancio forte e
traiettoria tesa. Dopo il lancio le braccia rimangono per un attimo distese. Se si effettua pure un passo in
avanti, il difensore capisce la traiettoria del passaggio, che viene detto “telefonato”.

3
• Passaggio a due mani dal petto schiacciato a terra: schiacciare la palla a terra poco più in la della metà della
strada che c’è tra chi possa e chi riceve, in modo che arrivi all’altezza della cintola del ricevitore. Viene usato
per situazioni particolari ossia quando si è ostacolati dal difensore a braccia alte, o quando il difensore del
ricevente è in lieve ritardo oppure per dare la palla al pivot. Gli inconvenienti possono essere che questo
passaggio non è diretto visto che la palla batte a terra e pertanto è rallentato e può essere intercettato. Pertanto
va limitato allo stretto necessario per prediligere i passaggi diretti.
• Passaggio a due mani sopra la testa: viene usato prevalentemente dai centri e dai giocatori per servire il pivot.
È sconsigliato se l’attaccante è più basso del diretto avversario. Le gambe sono distese e viene sfruttata
l’altezza del giocatore insieme alla palla avanti sopra il capo. Colpo dei reni e apertura dei polsi dà più energia
che viene chiusa dagli stessi nella direzione di lancio, le braccia non devono creare eccessiva frustata
all’indietro flettendosi troppo ma solo un estensione. L’articolazione della spalla si flette di pochissimi gradi.
• Passaggio a due mani laterale a DX o SX: si esegue quando si è pressati ed è simile o è derivato dal passaggio
a 2 mani dal petto. Con una finta si crea uno spiraglio sui fianchi del difensore. Si porta la palla al fianco, le
braccia sono distese per fuori e si fa partire la palla con apertura dei polsi e dei pollici. Le mani è bene che
superino la figura dell’avversario.
• Passaggio a due mani sopra la testa laterale a DX o SX: come quello sopra la testa solo che il lancio avviene
fuori dall’asse del corpo. Difficile dar forza col colpo di reni, perciò la massima forza è espressa da braccia,
polsi, dita e pollici.
• Passaggio baseball ad una mano: si usa esclusivamente nell’apertura lunga di contropiede, cioè quando gli
attaccanti che muovono verso il canestro avversario sono più numerosi dei difensori, oppure quando un
attaccante fugge solo e incontrastato. Con esso si può coprire anche tutto il campo con velocità e precisione.
Grande forza perché entrano in azione anche i muscoli della spalla, gambe e busto, oltre che braccia e polso.
Non deve compiere una parabola o un pallonetto, ma una traiettoria tesa per velocità e non intercettata. Per
effettuare questo tipo di passaggio bisogna portare avanti la gamba opposta al braccio che passa e che al lancio
supporterà il perso del corpo che passa da dietro in avanti con soluzione di continuità. La palla si tiene da
dietro che serve da supporto e si porta sopra e in linea con la spalla per avere più carica per il lancio. Dopo di
che si porta avanti il braccio destro che fa supporto in modo da avere una maggior frustata del polso destro che
si chiude verso il basso. Per i mancini avviene in maniera inversa.
• Passaggio ad una mano laterale DX e SX: deriva dal passaggio a 2 mani laterale, la palla va presa con le mani
ma una di fronte all’altra. Il passaggio da destro abbiamo che la mano destra è dietro e fa da supporto e al
momento del lancio si stacca. Nel passaggio da sinistra abbiamo il contrario.
• Passaggio dietro la schiena: si usa in caso di aggressione frontale della difesa in situazioni di uno contro uno.
Può essere diretto o schiacciato. È il meno preciso perché si perde la vista con la palla per un momento. È
sconsigliato ai giovanissimi.
• Passaggio consegnato: il passatore protegge la palla con la spalla e braccio opposti, ruota le mani una sopra e
una sotto la palla e il ricevente prende la palla direttamente dalle mani del compagno.

Il palleggio

Questo fondamentale permette ai giocatori di spostarsi con la palla da un punto all’altro del campo. È un movimento
complesso che richiede una coordinazione oculo – manuale e intersegmentazione di busto, avambraccio, braccio e dita.
Pertanto è necessario che l’allenatore lavori sugli schemi motori di base e sulle abilità motorie.
È bene curare questo fondamentale per raggiungere una buona tecnica, ed è fondamentale saper quando è il momento
giusto per palleggiare. Questo fondamentale va allenato sia da fermo che in movimento con entrambe le mani.
L’allenatore deve evitare il manifestarsi del suo difetto più grande ossia il suo abuso. Pertanto bisogno far vedere agli
allievi quali sono i vantaggi ma soprattutto gli svantaggi di un palleggio inutile, i quali possono essere:
o Palleggiare sul posto e quindi senza muoversi sul campo
o Palleggiare girando la schiena sul fronte d’attacco

Deciso il lato dove si vuole palleggiare la palla, per esempio a destra, la palla va trasferita a destra circa all’altezza del
fianco con le mani. A questo punto si sceglie l’angolazione del palleggio. Abbiamo diversi tipi di palleggio tra cui
rientrano:
o Palleggio da fermo
o Palleggio in movimento: bisogna fare attenzione al primo passo poiché passo e rimbalzo della palla devono
essere eseguiti contemporaneamente. Il piede perno non deve essere sollevato prima che la palla lascia la
mano. A seconda della posizione del nostro marcatore possiamo effettuare una partenza omologa (stessa
mano stesso piede) oppure una partenza incrociata (piede opposto rispetto alla mano).

Nel palleggio possiamo effettuare diversi movimenti tra cui cambio di direzione e di mano (il cambio di mano può
avvenire in maniera frontale, con giro, dietro la schiena oppure sotto le gambe), cambio di velocità, cambio di senso,
arretramento, arresti.

4
Il tiro

Il tiro rappresenta il momento finale di ogni azione. Il tiro è il fondamentale che racchiude molti requisiti come
efficacia, equilibrio, ritmo e così via. Nel tiro la forza con cui viene spinta la palla inizia dal pavimento e viene
esercitata dai piedi, attraverso le caviglia fino alla parte superiore del corpo, braccio e infine dita della mano. Questo
fondamentale è quello che va insegnato e curato più degli altri. Ogni giocatore deve essere in grado di saper cogliere il
momento opportuno per tirare valutando in quale momento effettuarlo oppure passare la palla ad un compagno
posizionato meglio di lui.
Il tiro può essere classificato, e quelli più utilizzati sono:
o Tiro piazzato: tiro più facile per i principianti e lo si esegue portando la palla in alto con entrambe le mani,
dopo averla fatto ruotare leggermente. Solo all’ultimo momento la mano debole o guida si stacca dalla palla e
il movimento viene completato con la distensione del braccio che tira (mano forte).
o Tiro libero
o Tiro in elevazione: viene effettuato in salto permettendo così di imprimere maggiore forza alla palla e di essere
effettuato da quote più elevate e quindi atte a meglio superare il difensore.
o Tiro in sospensione: si differenzia da quello piazzato per il fatto che si esegue all’apice di un salto mentre per
il resto i due tiri sono simili.
o Tiro in terzo tempo: si definiscono i tre elementi che il tiratore esegue prima di concludere a canestro, durante
il primo passo abbiamo il recupero della palla, mentre il secondo definito passo d’allungo e il terzo detto salto
vengono effettuati con la palla in mano. Il secondo passo è molto importante perché il giocatore esegue lo
stacco per il salto in avanti – alto. L’entrata in terzo tempo può essere eseguita da destra, sinistra o dal centro.
Per l’entrata da destra si effettua il primo passo col destro, il secondo di sinistro che dà la spinta in alto per
eseguire il salto permettendo al giocatore di arrivare con la palla il più vicino possibile a canestro. Al momento
si porta la palla in alto, tenuta con le due mani togliendo quella di sostegno poco prima di appoggiare la palla
contro il tabellone.
 Tiro tap – in
 Tiro in schiacciata

I fondamenti di difesa

La difesa costituisce il 50% del gioco. Difendere bene è sempre possibile, e non influiscono fattori esterni, ma incidono
la determinazione e la volontà di non far andare a canestro l’avversario. Quindi tutti possono eccellere anche se non si
hanno doti particolari. Recuperare la palla, costringendo l’avversario ad effettuare un brutto passaggio, ai fini del
punteggio finale equivale ad un canestro. Il difensore deve dimostrare all’avversario di non essere disposto a subire le
sue iniziative e quindi cercando di anticiparlo, chiudendo gli spazi sul campo e costringendolo alla ricerca di soluzioni
diverse a lui meno congeniali.
Gli elementi fondamentali di una buona difesa sono:
 Posizione fondamentale: posizione in cui otteniamo il massimo equilibrio, sia statico che dinamico, offrendo
all’avversario un ostacolo volumetrico maggiore. Questa posizione si ottiene allargando la base di appoggio.
La posizione fondamentale difensiva può essere:
a. con i piedi sulla stessa linea
b. con un piede avanti e uno indietro rimanendo fronte all’avversario
 Scivolamenti: è il modo di spostarsi del difensore tramite una traslocazione del corpo che non causi nessuna
perdita di equilibrio e reattività. È utilizzabile quando la velocità dell’attaccante non è elevata. Può essere fatti
sia in avanti che indietro.
 Difesa sull’uomo statico con la palla può avvenire in diverse situazioni:
a. difesa sull’uomo con la palla: è utile porsi in posizione fondamentale con i piedi in linea tra loro ad una
distanza dall’avversario di circa un braccio, con le braccia attive su qualsiasi scelta fatta dall’avversario.
b. difesa sul palleggio: quando il difensore si oppone all’attaccante che sta palleggiando, in questo caso è
importane tenere presente alcune cose essenziali, tipo:
1. cercare di tenere una distanza dallo stesso di circa un braccio così che la difesa sia efficace e presente.
2. fare in modo che sulla linea tra la palla e il canestro ci sia sempre il proprio corpo.
3. lo sguardo rivolto al bacino dell’avversario per evitare di cadere nelle sue finte.
c. difesa sul tiro: avvicinandosi all’avversario con le braccia alzate tanto da impedirgli di vedere chiaramente il
canestro. È importante non provare a saltare durante il tiro, ma star bene impiantati a terra in modo da non
cadere in eventuali finte.
 Difesa sull’uomo senza palla: lo scopo della difesa sull’uomo senza palla, sarà quello di impedire
all’attaccante di entrare in possesso di palla cercando sempre di stare sulla linea tra palla e avversario in
posizione di anticipo più o meno forte. Si esegue con i piedi rivolti all’avversario con un braccio rivolto
all’attaccante per sentirlo e controllarlo mentre con l’altro braccio si porta in avanti con la linea della palla.

5
 Difesa sui tagli: il compito principale del difensore è quello di anticipare l’attaccante per impedirgli di ricevere
palla e andare a canestro, obbligando così a continuare l’azione passando dietro a lui.
 Difesa sui blocchi: questo movimento è definito forzare il blocco e si ottiene chiudendo l’angolo di
scivolamento in modo da spostare il corpo avanti sulla traiettoria di utilizzato del blocco dell’attaccante, così
da allargare la sua linea di palleggio e passare quindi il blocco superando con il proprio piede il piede
bloccante. Questo tipo di difesa sull’aiuto vale nel pick and roll (blocco e giro dorsale) e sul screen and roll
(blocco e giro frontale).
 Tagliafuori: è quel movimento difensivo che si esegue per tenere lontano dal proprio canestro l’avversario che
va a rimbalzo. Ci sono due tipo di tagliafuori:
a. sugli avversari che vanno al rimbalzo partendo da lontano, appena partito il tiro il difensore arretra di 1, 2
passi controllando quale direzione l’avversario prende per avvicinarsi a canestro. Capita la direzione, il
difensore con un giro dorsale o frontale, volta le spalle all’avversario e gli sbarra la strada impedendogli di
arrivare a canestro.
b. sugli avversari che si trovano in vicinanza del canestro, essendo l’avversario già in posizione molto
pericolosa è necessario avvicinarsi subito, appena partito il tiro, eseguendo il tagliafuori e togliendogli la
capacità di avvicinarsi a canestro.
 Bodycheck: è l’unico modo legale di incontrare il corpo dell’avversario ponendosi sulla sua traiettoria in
movimento al tempo giusto, in modo tale da far cambiare la traiettoria all’avversario o addirittura di fermare la
sua corsa.
 Rimbalzo difensivo: eseguito il taglia fuori è necessario recuperare la palla: si salta verso la palla cercando di
prenderla nel punto più alto possibile allungandosi verso di essa con la massima distensione di tutto il corpo.
Conquistata la palla si ricade a gambe divaricate per avere una maggiore stabilità.

Situazioni di uno vs uno

L’uno vs uno è da considerarsi non solo un fondamentale legato a quelli individuali ma anche un fondamentale di
squadra. Quindi lo scopo dell’uno vs no è quello di superare o comunque impegnare l’avversario diretto, mantenendo
una posizione definita triplice minaccia che permette all’attaccante di rendersi pericoloso tramite palleggio, passaggio o
tiro. Fattore importante nell’uno vs uno è la distanza alla quale è posizionato il difensore: se è vicino all’attaccante la
scelta è quella di fare un’entrata; se si trova lontano l’attaccante sarà libero di tirare; se si trova in una posizione
intermedia la soluzione migliore sarà quella di provocarlo con finte di tiro o di entrata.

Nell’uno vs uno senza palla lontano da canestro, il giocatore in attacco deve liberarsi dal suo diretto avversario,
ricevendo la palla in posizione favorevole mentre per chi è in difesa ha il compito di tenere sotto controllo uomo e palla.
In situazioni di uno vs uno con palla lontana da canestro, chi è in attacco deve guardare avanti la posizione dei propri
compagni nel tentativo di trovarne uno smarcato, chi difende invece deve tentare di far palleggiare l’avversario con la
mano debole, impedendogli la miglior visione periferica. In situazioni di uno vs uno senza palla vicino al canestro, chi
attacca come prima cosa deve liberarsi dal proprio difensore tramite smarcamento mentre chi difende deve controllare
sia uomo che palla, tenendosi vicino o lontano dall’avversario a seconda se ci troviamo sul lato debole o sul lato forte.
In situazioni di uno vs uno con palla vicino al canestro chi attacca può effettuare tre cose ovvero tiro, passaggio o
penetrazione in palleggio. L’attaccante sceglierà cosa fare in base alle concessioni della difesa. Mentre chi difende deve
mantenere una buona posizione difensiva senza farsi sorprendere.

Fondamenti di squadra

I giochi a due nella pallacanestro sono:


 Dai e vai: l’obiettivo e di passare la palla e andare a canestro. Si sviluppa con un giocatore che passa la palla
ad un compagno e con un taglio si inserisce in zona canestro ricevendo il passaggio di ritorno per concludere
nel modo più opportuno. L’impedimento viene creato dall’interposizione del corpo del difensore sulla linea di
taglio.
 Dai e blocca: è simile al dai e via con l’aggiunta di un blocco. Di solito si utilizza per dare la palla al play –
maker, dandogli la spazio per ragionare.
 Dai e segui: avviene nel caso in cui il play – maker ha l’avversario che lo sta marcando forte e quindi passa la
palla al compagno e andandosela a riprendere con un passaggio flip o consegnato. Questo gioco a due è un
movimento che viene usato per alleggerire il lavoro di chi ha la palla, per poi ridargliela in un altro spazio di
campo.

Per quanto riguarda i giochi a tre, abbiamo:


 Dai e cambia: avviene tramite un giocatore in possesso di palla che, dopo aver effettuato un passaggio, si
allontana sul lato opposto e portando un blocco al compagno che si trova in quella posizione va ad occupare il
suo posto. Le soluzioni che offre sono tre: entrata a canestro, tiro o gioco a due.

6
 Dai e vai lontano: è la versione del dai e cambia per l’attività giovanile di prima fascia. Consiste
nell’allontanarsi dal compagno al quale si è data la palla occupando una nuova posizione utile.
 Split: consiste nel passare la palla ad un giocatore nella posizione di post da parte di un giocatore da una
qualsiasi posizione esterna dallo stesso lato del post, il quale giocatore effettuerà un incrocio attorno al nuovo
possessore di palla assieme ad un altro giocatore esterno.

Contropiede

Un’azione di contropiede può nascere da diverse situazioni come ad esempio una palla rubata, palla intercettata,
rimbalzo difensivo, canestro subito, palla contesa recuperata, tiro libero.
Generalmente coinvolge tutti i 5 giocatori in campo e devono essere occupate tutte le fasce di campo. Il vantaggio del
contropiede permette l’esecuzione di tiri ad alta percentuale di realizzazione ed è un buon sistema per iniziare il gioco
d’attacco. Mentre gli svantaggi sono un alto dispendio energetico e u alto rischio di errore a causa dell’elevata velocità.
Per effettuare un contropiede sono richieste qualità fisiche, mentali e tecniche.
A livello giovanile, dagli 11/12 fino ai 14/15, possiamo proporre un contropiede indifferenziato, utile per stimolare la
crescita tecnica del ragazzo. Questo tipo di contropiede consiste nel coinvolgimento di tutti i giocatori senza distinzione
di ruoli. Negli atleti evoluti viene effettuato un contropiede differenziato dal momento che prevede l’organizzazione
dell’azione offensiva in base ai ruoli. Il campo viene diviso in tre fasce (2 laterali, 1 centrale) e l’esecuzione avviene in
quattro fasi:
1. Apertura: gran parte del successo del contropiede dipende dai rimbalzi presi e da una buona apertura. Più
veloce e precisa sarà l’esecuzione più difficile sarà il recupero dei difensori.
2. Conduzione: il contropiede deve essere condotto o portato nella fascia centrale in palleggio, evitando passaggi
orizzontali che potrebbero essere intercettati.
3. Conclusione immediata: dipende dalla situazione che l’attacco si prepara ad affrontare: in situazioni di 1 vs 0
andremo a canestro con un tiro normale o sottomano facendo uso del tabellone; in situazioni di 2 vs 1
possiamo utilizzare il dai e via oppure possiamo avere una situazione in cui il difensore stringe sull’uomo
senza palla e quindi il portatore di palla concluderà con un tiro; in situazioni di 3 vs 2 la palla va sempre
passata in modo utili all’uomo meglio posizionato, comunque verticalizzando l’azione. Gli attaccanti senza
palla devono occupare gli spazi migliori.
4. Conclusione secondaria

La difesa sul contropiede va fatta rientrando il prima possibile recuperando la palla prima dell’attacco. Per ciò che
riguarda la tecnica di difesa dal contropiede, come la difesa detta a L, è una difesa che è volta al semplice ritardo
dell’azione offensiva permettendo il recupero dei propri compagni.

Attacco

Le metodologie di attacco più usate sono:


 Passing – game: è la prima metodologia di attacco, che comprende i vari fondamentali sia di difesa che di
squadra. Consiste in una serie di movimenti in modo tale da squilibrare la difesa avversaria trovando lo spazio
giusto per andare a tirare.
 Free lance: consiste nella gestione del gioco, ossia il giocatore reagisce in relazione a ciò che si trova di fronte
a lui nel modo più opportuno innescando di conseguenza il movimento dei suoi compagni.
 Flex offence: si basa sul concetto che tutti i giocatori possono ricoprire tutte le posizioni in campo. Questo
lavoro deve stancare sia fisicamente che mentalmente la squadra avversaria.
 Motion offence: rappresenta un’azione continuativa in cui tutti i giocatori sono in costante movimento e
l’attacco impone il ritmo di gioco.
 Schemi
 Schemi più giochi liberi

Difesa

La difesa parte innanzitutto dalla difesa individuale in cui tutti i giocatori collaborano per ottenere una difesa efficace.
Gli aspetti di una buona difesa individuale sono adattabilità, chiara responsabilità, orgoglio e spirito di squadra. In una
difesa a zona abbiamo che la difesa è arroccata intorno all’area. Questo metodo presenta alcuni vantaggi in quanto
abbiamo una presenza sicura su parti del campo considerate pericolose, limitare i tiri da dentro l’area, favorisce il
contropiede, spezza l’alto ritmo di una squadra che gioca in velocità. Gli svantaggi riguardano quello di addormentare il
gioco, maggiore difficoltà nello schierarsi, limita la spettacolarità del gioco.
I tipi di difesa a zona possono essere divisi in:

7
 Zone pari: sono più compatte ed arroccate intorno al canestro. Alcuni tipi di difesa di zone pari sono zona 2 –
3 che è la più utilizzata in assoluto per la sua forza nel centro area e compattezza. Presenta dei difetti in quanto
si ha scarsa presenza sulla circolazione di palla avversaria, viene esposta a tiri da fuori immediati. La zona 2 –
1 – 2 è molto simile alla precedente con due guardie leggermente avanzate. Risulterà più aggressiva della 2 – 3
ma è totalmente scoperta. La zona 2 – 2 – 1 è una zona solitamente di aggressione sull’avversario, anche dalla
rimessa dal fondo.
 Zone dispari: abbiamo la zona 3 – 2 che è la zona dispari utilizzata per imporre un attacco che si propone con
una formazione di tre esterni alti con un’ottima propensione al tiro da fuori. La grande pecca è una certa
debolezza nella linea di difesa sotto canestro e quindi nel rimbalzo difensivo. La zona 1 – 3 – 1 è una difesa
molto flessibile, efficace sui tiratori esterni – alti e sui post. Molto utile per creare problemi alla continuità di
passaggio. La zona 1 – 2 – 2 è una variante della 1 – 3 – 1 ed è maggiormente utilizzata nella sua estensione a
tutto campo o tre quarti campo.
 Zone adeguate (match – up): questo tipo di difesa si adegua allo schieramento e agli spostamenti dell’attacco
utilizzando alcuni dei principi della difesa individuale.

Le zone miste o speciali vengono effettuate per volere o dovere difendere a zona con la necessità di stare
particolarmente attenti ad uno o due giocatori avversari molto bravi e quindi da difendere individualmente. Le difese
più conosciute sono:
 Tre giocatori a zona e due a uomo
 Quattro giocatori a zona e uno a uomo

S-ar putea să vă placă și