Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
Capitolo 2. APPARECCHIATURA........................................................................ 5
2.1. Schema generale..................................................................................... 5
2.2. Torcia ....................................................................................................... 5
2.3. Dispositivo di avanzamento del filo.......................................................... 7
2.4. Generatore di corrente e configurazioni di macchina .............................. 8
Capitolo 4. CONSUMABILI................................................................................. 29
4.1. Gas di protezione................................................................................... 29
4.1.1.Argon............................................................................................ 30
4.1.2. Elio e miscele argon-elio ............................................................. 31
4.1.3. Anidride carbonica (CO2) e relative miscele............................... 32
4.1.4. Ossigeno e miscele contenenti ossigeno.................................... 35
4.1.5. Altri gas: idrogeno ed azoto ........................................................ 35
4.2. Fili........................................................................................................... 36
4.2.1. Fili pieni ....................................................................................... 36
4.2.2. Fili animati ................................................................................... 37
4.3. Classificazione ....................................................................................... 40
4.3.1. Classificazione dei gas di saldatura ........................................... 40
4.3.2. Classificazione dei fili .................................................................. 42
1. GENERALITÀ
1.1. Principi fondamentali
La saldatura ad arco con filo continuo è un insieme di processi nei quali l’energia termica è gene-
rato da un arco che scocca tra un filo fusibile ed il pezzo. Il filo ,alimentato continuamente nella
zona di saldatura mediante una torcia (Figura 1.1), assolve la duplice funzione di elettrodo e di
apportare materiale al giunto, in quanto il passaggio di corrente ne provoca la fusione
I fili possono essere distinti in pieni od in animati, in questo caso sono costituti da un elettrodo
tubolare, contenente all’interno un particolare flusso solido, avente caratteristiche diverse in base
all’utilizzo previsto (Figura 1.2).
Figura 1.1 - Principio di funzionamento della Figura 1.2 - Sezioni dei fili pieni e fili animati per la
saldatura a filo continuo saldatura di acciai al carbonio
1
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
1
Per gli acronimi: GMAW corrisponde a Gas Metal Arc Welding; FCAW corrisponde a Flux Cored Arc Welding; SS corri-
sponde a Self Shielded.
2
Generalità del processo
produttività, dovuta a:
− continua alimentazione del metallo d'apporto, cosicché il saldatore non deve fermarsi per
togliere il mozzicone ed inserire un nuovo elettrodo;
− assenza quasi assoluta di scoria (utilizzando fili pieni), che viceversa deve essere rimossa
dopo ogni passata nel processo con elettrodi rivestiti (occorre notare che la scoria spesso è
causa, diretta ed indiretta, di molte riparazioni di saldatura);
− migliore visibilità del bagno di fusione, con buone possibilità di controllo dell'esecuzione
della saldatura ed elevato aspetto estetico del cordone;
− maggiori densità di corrente (100÷250 A/mm²), che consentono elevate velocità di deposi-
to.
L'applicazione di tale processo può essere anche vantaggiosa per i materiali che temono la cric-
cabilità a freddo (da idrogeno), poiché i
gas di protezione possono essere resi
facilmente molto secchi e, se si usano
fili pieni, non vi sono altre importanti
fonti di idrogeno nel bagno di saldatu-
ra.
Ottime penetrazioni si ottengono usan-
do fili di piccolo diametro e nella salda-
tura con materiale d'apporto su lamieri-
ni sottili. Con preparazioni dei lembi
adeguate, con accurato controllo della
corrente e con saldatori particolarmen-
te abili, si possono saldare lamierini di
0,4 mm.
Sempre nei confronti della saldatura
Figura 1.4 - Riporto superficiale a filo continuo
con elettrodi rivestiti, il processo in gas
protettivo può presentare anche alcuni svantaggi o quanto meno limitazioni:
− l'apparecchiatura per la saldatura in gas protettivo è più complessa, quindi più costosa e
meno trasportabile;
− la torcia, specialmente del tipo a pistola, risulta ingombrante, quindi tale processo è meno
adatto a realizzare giunti di difficile accessibilità;
− quando si usano i fili pieni non è possibile depurare il bagno (tipico degli elettrodi e in parti-
colare di quelli basici); pertanto è probabile la formazione di cricche a caldo se si saldano
acciai suscettibili a tale difetto; occorre quindi controllare bene la diluizione e gli altri para-
metri di criccabilità;
− saldando con tecnica di trasferimento per corto circuito possono aumentare i rischi di incol-
lature;
− Infine, è necessaria una discreta cautela per la saldatura con protezione di gas, onde evita-
3
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
4
Apparecchiatura
2. APPARECCHIATURA
2.1. Schema generale
La figura 2.1 mostra lo schema di un impianto di saldatura sotto protezione di gas. Esso compren-
de un generatore di corrente, un dispositivo di avanzamento del filo, una guaina flessibile (in ge-
nere lunga circa 3 m) ed una torcia di saldatura.
In dettaglio, attraverso la
guaina giungono alla tor-
cia: l’acqua di raffredda-
mento, usata per correnti
elevate, il gas di protezio-
ne (se previsto), e per
alcune specifiche applica-
zioni, il condotto di aspira-
zione dei fumi.
Questi elementi, ed il re-
lativo funzionamento, so-
no descritti con maggiore
Figura 2.1 - Schema funzionale di un impianto di saldatura a filo continuo
dettaglio nei paragrafi
successivi.
2.2. Torcia
5
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
2
Le torce più recentemente messe a punto sembrano aver risolto questo problema, anche se le portate devono essere
regolate con particolare cura).
6
Apparecchiatura
Il dispositivo di avanzamento del filo rappresenta uno degli elementi più importanti per l’apparec-
chiatura; esso infatti deve consentire un regolare avanzamento del filo all’interno del cavo che
conduce alla torcia, attraverso la torcia stessa e fino all’arco elettrico.
Un malfunzionamento del sistema (inceppamento del filo, velocità del filo irregolare) porterebbe
sicuramente all’insorgere di difficoltà operative
se non addirittura di difettosità in saldatura.
Nella figura 2.6 è rappresentato lo schema di
funzionamento di un sistema ad un rullo moto-
re, utilizzato nelle macchine più semplici. In
esse il rullo motore è direttamente connesso ad
Figura 2.6 - Sistema per l’avanzamento del filo a
un rullo motore
un motore a corrente continua; e la cui geome-
3
Il circolo indica un tipico punto di usura dovuto ad abrasione.
4 Sono disponibili in commercio tubi di contatto con geometrie particolari del foro (ad esempio ellittica) per garantire un
miglior contatto elettrico con il filo.
7
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
5
Nel caso di parametri di saldatura molto spinti si usano rulli di questo tipo anche per la saldatura degli acciai.
8
Apparecchiatura
6
Tra queste, sono molto comuni le cosiddette macchine sinergiche che hanno reimpostati i valori di tensione in funzione
della velocità del filo, delle caratteristiche del metallo d’apporto e dell’eventuale gas di protezione.
9
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Per quanto riguarda infine le possibili configurazioni della macchina di saldatura, possono essere
distinte quattro situazioni tipiche (Fig. 2.11):
− il generatore, l’aspo ed il motorino d’avanzamento sono centralizzati in un unico punto e il
filo è spinto lungo la guaina, di lunghezza massima 5 metri per l’acciaio e 3 per l’alluminio
(sistemi di tipo push), sistema utilizzato quando la postazione di lavoro è fissa;
− il generatore è posizionato in modo fisso e collegato attraverso un cavo (in genere non più
lungo di 10 m) al cofano di regolazione ed al sistema di avanzamento del filo, costituito dal-
l’aspo e dal motore d’avanzamento e il filo è spinto lungo la guaina di lunghezza massima 5
metri per l’acciaio e 3 per l’alluminio (sistema di tipo push con cofano remoto), sistema uti-
lizzato quando la postazione di lavoro è mobile, come ad esempio in grossi cantieri);
− il generatore è fisso, l’aspo e il motore d’avanzamento sono localizzati sulla torcia, situazio-
ne possibile per la saldatura dell’alluminio e delle sue leghe (come già detto questo sistema
è poco utilizzato a causa del peso della torcia);
− il generatore e l’aspo sono fissi, ed il moto al filo è ottenuto attraverso la spinta di un motori-
no sul generatore coadiuvato da un altro posto sulla torcia (sistemi di tipo push-pull), situa-
zione che consente l’uso di guaine con lunghezze fino a 10 metri (5, nel caso dell’allumi-
nio).
10
Parametri e variabili
3. PARAMETRI E VARIABILI
Nella saldatura a filo continuo esistono strette correlazioni tra i parametri di saldatura. L’autostabi-
lità del punto di lavoro, ad esempio, vincola direttamente tra loro corrente, velocità del filo e stick
out. Nel contempo, i valori della corrente determinano, tenendo conto dell’elettrodo di tipo fusibile,
la velocità di fusione del filo e conseguentemente le modalità di trasferimento del metallo d’appor-
to, che a sua volta richiede valori di tensioni adeguati per ottenere un funzionamento regolare.
Nei paragrafi successivi saranno dapprima descritti i fenomeni dell’autostabilità e le modalità di
trasferimento, indicando in seguito gli effetti dei principali parametri di saldatura e delle ulteriori
variabili che possano influire sulla qualità della giunzione.
11
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Figura 3.1 - Relazione tra velocità di fusione e Figura 3.2 - Caso della variazione della velocità
corrente del filo
A partire da condizioni di lavoro stabili in cui l’arco abbia lunghezza d’arco L0, si individua sul pia-
no tensione-corrente un punto di lavoro, corrispondente all’intersezione tra la caratteristica d’arco
e quella del generatore (come si è detto, è di tipo a tensione costante) caratterizzato da una cor-
rente I0; a tale corrente corrisponde una determinata velocità di fusione del filo velocità del filo v0.
Si supponga di incrementare la velocità del filo agendo sull’apposito organo di regolazione della
macchina (Figura 3.2). Questa variazione provocherà di conseguenza una diminuzione della lun-
ghezza dell’arco, a causa del prevalere della velocità di avanzamento del filo. Tale variazione pro-
voca un abbassamento della caratteristica d’arco (L1), dovuta alla minore necessità di energia per
ottenere la ionizzare del mezzo gassoso. Tenendo in considerazione che la caratteristica di mac-
china è di tipo piano, si trova un nuovo punto di lavoro caratterizzato da valori di corrente più ele-
vata (I1), cui comporta una velocità di fusione maggiore tale da equilibrare nuovamente la velocità
del filo impostato (v1). Analogamente, supponendo di diminuire la velocità di avanzamento del filo,
si ottiene un nuovo punto di lavoro a valori di corrente più bassi (I2, v2).
In questo caso, dunque, il sistema interviene autonomamente garantendo la coerenza tra velocità
del filo e quella di fusione, senza interventi sulla caratteristica del generatore e mantenendo quin-
di la tensione costante.
7
Come già accennato a proposito dei generatori, nelle macchine per saldatura a filo continuo si trova un solo organo di
regolazione attraverso cui gestire contemporaneamente corrente e avanzamento del filo.
12
Parametri e variabili
Dalle considerazioni appena svolte appare un certo carattere di autostabilità dell'arco elettrico nei
procedimenti a filo continuo: questa autostabilità opera nel senso di realizzare l'equilibrio tra la
velocità di fusione e quella di alimentazione, adeguando in ciascun istante la velocità di fusione a
quella di alimentazione del filo elettrodo9. Tuttavia è necessario considerare che affinché questa
autostabilità possa intervenire praticamente, quando subentrano le possibili perturbazioni o varia-
zioni esaminate, ripristinando effettivamente l'equilibrio secondo le modalità descritte, è indispen-
sabile che essa possegga una sufficiente tempestività di intervento (prontezza del sistema): solo
a questa condizione infatti l'autostabilità consente la continuità operativa.
8
Si noti che in ogni caso la corrente è sempre strettamente legata alla profondità di penetrazione, che risulta un parametro
geometrico estremamente importante per la qualità della giunzione.
9
Considerando i parametri di saldatura (corrente e tensione), più che di autostabilità meglio parlare di "equilibrio indifferen-
te" tra la velocità di fusione e quella di alimentazione del filo; infatti nei due casi sopra esaminati le nuove condizioni di
equilibrio fra velocità di fusione e di alimentazione sono raggiunte in punti di lavoro diversi da quello originario, ai quali
naturalmente competono diversi valori dei parametri elettrici.
13
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
14
Parametri e variabili
Il sistema di saldatura a filo continuo prevede, come noto, l’impiego di elettrodi di tipo fusibile; ciò
comporta che all’interno dell’arco si trovino, oltre alle cariche elettriche in movimento (elettroni,
ioni positivi ed eventuali ioni negativi), anche gocce di metallo d’apporto che si dirigono verso il
bagno di saldatura.
Questo meccanismo di trasferimento è legato a diversi fenomeni, tra cui principalmente la poten-
za dell’arco elettrico (intesa come densità di cariche in movimento attraverso lo stesso) e la velo-
cità di fusione del filo.
Essendo questi fenomeni fondamentalmente legati all’intensità di corrente e, in modo minore, alla
tensione, è possibile affermare, per una data configurazione di saldatura (metallo saldato, tipolo-
gia e diametro di filo, gas di protezione utilizzato, generatore di saldatura) è possibile ottenere
differenti modalità di trasferimento del metallo d’apporto che variano in funzione dei parametri di
corrente e, in seconda battuta, di tensione, descritte di seguito.
Impostando l’intensità della corrente ad un valore pari o superiore a un livello detto critico di tran-
sizione, valore che dipende dal materiale, dal diametro, dal tipo di filo (pieno o animato) e dalla
natura del gas protettivo (inerte o attivo), si ottiene il distacco di gocce di metallo d’apporto di pic-
cole dimensioni e con elevata frequenza (la fi-
gura 3.6 si riferisce alla saldatura con filo pieno,
diametro 1,2 mm, miscela di gas 98%Ar 2%O2);
il distacco della goccia ed il trasferimento av-
vengono per effetto di forze elettrodinamiche
particolari (effetto di contrazione magnetica,
flusso di plasma, ecc.) assai più potenti e tali da
vincere la forza di gravità: detto trasferimento si
dice a spruzzo (in inglese spray arc).
La tabella 3.1 riporta, a titolo d’esempio, i valori
di corrente critica di trasferimento per la saldatu- Figura 3.6 - Frequenza e diametro delle gocce in
funzione dell’intensità di corrente
ra dell’acciaio basso-legato con filo pieno e mi-
scela di gas 98%Ar 2%O2. Diametro del filo [mm] Corrente di transizione
[A]
In questo caso, e comunque solo con protezione di
0,8 150
gas inerte sufficientemente ricca, il flusso di goccioline
1,0 165
libere, che si staccano dal filo e vanno al pezzo assial-
1,2 220
mente è perciò ben governabile (con benefici effetti 1,6 275
nei confronti delle qualità del cordone e con scarsi Tabella 3.1 - Corrente di transizione
(miscela 98% Ar 2% O2, filo pieno)
spruzzi di saldatura); con gas o miscele attive, pur
15
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
10
Più correttamente, il trasferimento è di tipo globular-spray, cioè con grosse gocce che si distaccano senza
corto-circuito (si veda il paragrafo 3.2.3).
16
Parametri e variabili
17
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
18
Parametri e variabili
bagno abbastanza viscoso (detto anche bagno freddo) e da una buona visibilità della zona di sal-
datura, che favoriscono dunque la gestione del processo anche nell’esecuzione della prima pas-
sata, anche se è opportuno sottolineare che la stessa condizione di basso apporto termico può
comportare rischio che si ottengano mancanze di fusione (tipicamente sotto forma di incollature)
13
.
Inoltre, si può notare come il trasferimento del metallo avvenga indipendentemente dalle forze di
gravità, essendo l’avanzamento del filo a spingere le gocce di metallo d’apporto al contatto con il
deposito: ciò rende questa modalità di trasferimento particolarmente adatta a condizioni operative
difficili, come ad esempio la saldatura in posizioni differenti dal piano.
Per quanto riguarda invece le principali limitazioni di questa modalità di trasferimento, sono da
annoverare, oltre al già citato rischio in incollatura, la possibilità di avere spruzzi legati alle esplo-
sioni delle gocce durante la fase di distacco (più probabili per percentuali crescenti di gas attivi in
generale e di CO2 in particolare) e il basso rateo di deposito conseguente alla modesta velocità di
fusione del filo.
Per valori di tensioni e di corrente intermedi rispetto a quelli previsti per i due regimi di trasferi-
mento short arc e spray arc, si ottengono gocce di dimensioni abbastanza grosse, che quindi ten-
dono a distaccarsi non supportate dall’energia dell’arco, non sufficientemente potente e rigido. Il
trasferimento che ne segue è quindi particolarmente irregolare, e comandato dalla forza di gravi-
tà. La conseguenza è una certa irregolarità del cordone, con notevole sviluppo di spruzzi (Figura
3.13).
Analizzando nel dettaglio le condizioni di questo trasferimento si rileva una significativa influenza
del metallo d’apporto, soprattutto, quando si usano fili pieni.
Nella saldatura con miscele inerti (tipicamente di argon) si ottiene un trasferimento molto simile a
quello per corto circuito in cui la goccia di metallo, per effetto del surriscaldamento, si distacca
13
Si tratta di imperfezioni di saldatura molto pericolose, generalmente non accettabili (e quindi considerate difetti) e non
sempre rivelabili con metodi non distruttivi (controlli radiografici o ultrasonori) che riducono duttilità, tenacità e resisten-
za del giunto.
19
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Figura 3.14 - Trasferimento globulare (per corto cir- (sotto forma di incollature e penetrazione
cuito) insufficiente) ed eccesso di sovrametallo.
Utilizzando miscele attive (tipicamente con
percentuali di CO2 superiori al 5%), il di-
stacco della goccia avviene sempre per
effetto pinza, ma prima che avvenga il con-
tatto; ne deriva un moto irregolare con dire-
zione non assiale, dovuta all’influenza del
Figura 3.15 - Trasferimento globulare (per gravità) flusso di cariche provenienti dal pezzo (Fig.
3.15).
Questa condizione diventa difficilmente sostenibile nella saldatura con CO2 pura (si vedano le fasi
di trasferimento di cui alle immagini della figura 3.16). In queste condizioni, essendo anche molto
elevata la corrente di transizione, si ricorre all’uso di un arco corto, con frequenti immersioni dell’-
elettrodo nel bagno allo scopo di generare un’atmosfera mista di gas e vapori di metallo ionizzato.
Nel caso di saldatura con fili animati, invece, il trasferimento con regime globulare è abbastanza
raro e comunque sufficientemente regolare; ciò è legato alle elevate densità di corrente in gioco
ed alle particolari caratteristiche dei flussi impiegati.
14
Immagini tratte da un filmato originale Air Liquide Welding degli anni ’60.
20
Parametri e variabili
porto termico.
Nella sua forma più semplice, la saldatura con arco pulsato prevede una corrente caratterizzata
da un valore di base, sufficiente a mantenere l’arco acceso, e da un valore di picco, che determi-
na il distacco della goccia per effetto pinza (Fig. 3.17).
L’apporto termico viene invece valutato sulla base della corrente efficace (quadratica media), che
viene riportato in genere sullo strumento a bordo macchina o dalla pinza voltamperometrica15.
Conseguentemente si ottiene una penetrazione del deposito direttamente correlata alla corrente
di picco, associata tuttavia all’apporto termico, inferiore, calcolata sulla corrente efficace.
La forma d’onda di cui alla figura 3.18 rappresenta la forma più semplice della saldatura con tra-
sferimento ad arco pulsato. Tuttavia sono stati sviluppati nel tempo programmi dedicati, che con-
sentono una gestione ancora più accurata della corrente (e talvolta della tensione); si usano per-
tanto pulsazioni a più picchi, con rampe di salita e discesa a pendenza differente, o a frequenza
variabile.
La saldatura con arco pulsato è uti-
lizzata frequentemente nella saldatu-
ra delle lamiere sottili, soprattutto nel
caso di materiali particolarmente
sensibili agli effetti termici della sal-
datura (acciai inossidabili, leghe non
ferrose) e in generale è molto fre-
quente nella saldatura delle leghe
leggere, riducendo il rischio di inclu-
sioni per effetto del picco di corren-
te, e di sfondamenti per effetto del Figura 3.18 - Forma d’onda nella saldatura in arco pulsato
15
In questo caso è necessario utilizzare una pinza per corrente alternata.
.
21
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Figura 3.19 - Trasferimento ad arco In termini del tutto generale, esiste, per ogni configura-
rotante (Cortesia Linde gas)
zione di saldatura (gas, materiale, diametro e tipo di filo),
un valore massimo dei parametri elettrici, superati i quali, si ottiene un trasferimento del metallo
d’apporto estremamente irregolare, contraddistinto inoltre da un arco particolarmente instabile.
Tuttavia, con particolari configurazioni di macchina (e quindi logiche di funzionamento del genera-
tore, impostate come software), con una messa a punto del generatore e delle apparecchiature e
con specifiche miscele di gas, è possibile ottenere il trasferimento del metallo d’apporto con arco
rotante (Figura 3.19).
In queste condizioni, infatti, i campi elettromagnetici determinano forze sull’arco che lo portano a
deviare rispetto al proprio asse descrivendo moti circolari, ottenendo un deposito molto esteso,
sia in larghezza (a causa proprio del moto rotatorio) sia in profondità (a causa della elevata cor-
rente che determina elevati ratei di deposito associati a elevate penetrazioni).
Le applicazioni in questo caso sono limitate all’impiego in automatico, a causa delle velocità di
avanzamento necessarie a compensare l’elevato apporto energetico.
16
Si tratta in genere di programmi pre-impostati dal costruttore del generatore e studiati appositamente per determinati
applicazioni; si veda al riguardo il capitolo relativo alle applicazioni del processo.
22
Parametri e variabili
del tratto di filo, percorso da corrente e quindi alla velocità di avanzamento del filo ed alla quantità
del metallo depositato.
La polarità di alimentazione è impiegata generalmente nella saldatura a filo continuo con elettrodo
positivo (CCPI); tale condizione è fondamentalmente legata alla necessità di dirigere il flusso di
ioni positivi verso il pezzo, determinando un incremento dell’energia trasmessa facilitando con-
temporaneamente il distacco delle gocce. La figura 3.21 mostra, in forma schematica, l’effetto
della polarità di alimentazione per la saldatura con filo pieno. Nella saldatura in polarità diretta il
flusso di ioni (che hanno massa rilevante rispetto ai più piccoli e leggeri elettroni), esercita un’a-
zione meccanica nei confronti delle gocce di metallo d’apporto in fase di formazione allontanando-
le dal fuso d’arco e quindi dal bagno di saldatura, dando luogo allo sviluppo di spruzzi. Quando
l’alimentazione è in polarità inversa, invece, gli ioni si muovono con moto concentrico rispetto all’-
arco, focalizzati verso il centro del bagno, facilitando quindi il distacco delle gocce e regolarizzan-
done il flusso, come mostrato anche dalla figura 3.22.
Tuttavia è possibile impiegare la polarità diretta nella saldatura con particolari tipologie di fili ani-
mati, che grazie all’elevata stabilità dell’arco e alla notevole regolarità di deposito permettono di
ottenere comunque un trasferimento regola-
re del metallo d’apporto, associato anche ad
un effetto di surriscaldamento dell’elettrodo
legato al flusso anodico, che incrementa la
velocità di fusione dello stesso con significa-
tivi vantaggi in termini di produttività.
L’alimentazione in corrente alternata è inve-
ce alquanto rara, poiché le continue inversio-
ni di polarità disturbano molto spesso il com-
plesso equilibrio di forze in gioco nella zona
di saldatura.
17
E’ da notare che la modalità di trasferimento può essere facilmente intuita, sia dall’aspetto del bagno sia dal rumore che
l’arco emette, essendo ad esempio stridulo quello dell’arco pulsato e “scoppiettante” quello del trasferimento globulare.
23
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
24
Parametri e variabili
263
9 31,5 V
A
228
25 33,4 V
A
elevati, si ottiene una deflessione dell’arco all’indietro, dovuta alla emissione di elettroni a partire
dal punto più caldo del bagno, che risulta essere spostato all’indietro rispetto alla posizione della
sorgente termica,
Analizzando ad esempio i diagrammi di temperatura di figura 3.24, si nota come la posizione del
punto più caldo del bagno risulti spostata all’indietro rispetto alla posizione dell’elettrodo; conse-
guentemente, per velocità di saldatura elevate (in questo caso superiore a 60 cm/min) si modifica
in modo sostanziale la distribuzione del campo termico di saldatura che può anche condurre ad
una diminuzione significativa della penetrazione.
25
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
26
Parametri e variabili
bile. Nelle applicazioni manuali è quindi preferita la tecnica a spingere, con angolazioni tra 5° e
15°, per il minore rischio di difettosità operativa; tuttavia questa non può essere utilizzata con fili
animati che producono scoria, a causa della presenza di quest’ultima che, interponendosi tra l’e-
lettrodo e il bagno di saldatura, provocherebbe lo spegnimento dell’arco.
27
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
28
Consumabili
4. CONSUMABILI
Quando il procedimento con filo elettrodo in gas protettivo fu introdotto, si usavano soltanto gas
inerti (come argon ed elio) e fili pieni, e si saldavano solo materiali nobili come alluminio, rame e
loro leghe e talora gli acciai inossidabili.
Già a partire dagli anni ‘60 sono stati usati assai diffusamente anche l’anidride carbonica e misce-
le binarie e ternarie CO2-Ar-O2 per la saldatura di acciai dolci e basso-legati, e più recentemente
sono stati introdotti anche i fili animati, allo scopo di allargare il campo di applicazione del proces-
so e incrementarne la produttività.
Nella saldatura a filo continuo, pieno o animato, il gas di protezione proveniente dalla torcia assol-
ve a due compiti essenziali:
− favorisce il funzionamento dell’arco elettrico di saldatura, realizzando un’atmosfera in cui
risulti più stabile rispetto all’aria;
− protegge dall’aria il bagno di saldatura, le cui caratteristiche potrebbero essere anche gra-
vemente inficiate da elementi come ossigeno, idrogeno, azoto, ecc.
Nel caso in cui, invece, si utilizzano fili per la saldatura senza gas, sarà il flusso contenuto nei fili a
generare un’opportuna atmosfera gassosa, il cui effetto sarà di principio equivalente a quello del
gas di protezione esterno.
In generale, i gas per la saldatura possono essere suddivisi in due categorie principali:
− gas inerti, che sono l’argon (simbolo chimico Ar), l’elio (simbolo chimico He), o le miscele
tra i due gas;
− gas attivi, che sono tutte le miscele contenenti anche piccolissime percentuali di gas diversi
da argon ed elio, come l’anidride carbonica (simbolo chimico CO2), l’ossigeno (indicato dal
simbolo O2), l’azoto (indicato dal simbolo N2)20 o l’idrogeno (indicato dal simbolo H2); rientra
in questa categoria anche l’anidride carbonica pura, spesso utilizzata nella saldatura con fili
20
Ad esempio una miscela 99%Ar – 1% CO2 è da considerarsi una miscela attiva.
29
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
animati.
Gli effetti che hanno tali gas sulla saldatura dipendono, in prima analisi, dalle relative proprietà
chimico-fisiche, tra cui:
− il potenziale di ionizzazione, che rappresenta l’energia necessaria alla separazione degli
elettroni dell’atomo e influisce conseguentemente sulla stabilità dell’arco;
− la conduttività termica, che influisce sulla distribuzione energetica dell’arco, rendendolo più
o meno concentrato ed influenzando l’aspetto del cordone;
− la densità, che influenza la portata necessaria, anche in relazione alla posizione di saldatu-
ra;
− l’attività chimica sul bagno, legata alla possibilità di produrre reazioni chimiche, con effetti di
vario genere o con la formazione di composti diversi, superficialmente o internamente al
bagno (nel caso di gas inerti, si esclude ovviamene ogni tipo di reazione).
La tabella 4.1 riporta, in forma schematica, le proprietà fondamentali dei gas impiegati in saldatu-
ra a filo continuo.
4.1.1. Argon
L'argon è presente nell'atmosfera nella proporzione volumetrica dello 0,934% ed è prodotto per
distillazione frazionata di questa. Per normali impieghi di saldatura è immagazzinato in bombole
d'acciaio da 10, 20 o 50 litri, della capacità di 4÷10 m3 alla pressione di 150 o 200 bar.
Essendo estratto dall'aria, l'argon può trattenere come impurezze tracce di ossigeno, di azoto, di
CO2, di vapor d'acqua; il tenore ammissibile di questi elementi dipende dal materiale che deve
essere saldato.
Praticamente, l'argon per saldatura è fornito a purezze superiori al 99,99% ed è adatto per quasi
tutte le applicazioni; per la saldatura di metalli particolarmente reattivi come il titanio (applicazione
comunque poco consueta per il MIG, viceversa tipica del TIG), si deve utilizzare argon con purez-
za superiore al 99,995%.
Esso è più pesante dell'aria, l'argon tende a permanere sul bagno di fusione, assicurando una
buona protezione (al contrario dell'elio che essendo più leggero dell'aria tende a salire verso l'al-
to); inoltre il peso atomico elevato lo rende, con alimentazione in polarità inversa, particolarmente
30
Consumabili
31
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
21
La temperatura di rugiada può essere definita operativamente come la temperatura a cui condensa l’eventuale umidità
presente nel gas, mantenuto a pressione atmosferica.
32
Consumabili
finché la fase liquida è presente. Il raffreddamento dovuto alla gasificazione può provocare, però,
per erogazioni abbondanti, la solidificazione del gas, che può ostruire l'erogatore e rendere irrego-
lare il flusso, perciò in saldatura è necessario un sistema di riscaldamento a resistenza dell'orga-
no d'erogazione stesso.
Più pesante dell'aria (densità 1,849 kg/m3) e inerte a temperatura ambiente, l'anidride carbonica
si dissocia alle temperature dell'arco in monossido di carbonio (CO) e ossigeno, secondo la rea-
zione:
CO2 Æ CO + O - q
ove q rappresenta la quantità di calore (di dissociazione) sottratta all’arco; questa dissociazione
risulta reversibile non appena le condizioni ambientali lo consentono. Tali condizioni si realizzano
in prossimità del bagno, ed il calore di dissociazione viene riceduto dal metallo fuso, provocando
l’incremento della penetrazione, l’elevate velocità di avanzamento e depositi più estesi.
L’uso di questo gas come gas di protezione determina un arco instabile, che richiede valori elevati
dei parametri elettrici, ma permette anche di incrementare la produttività attraverso la velocità di
avanzamento. L’elevato calore disponibile sul giunto scongiura anche il rischio di incollature.
Per il motivo che tra i suoi prodotti di dissociazione si trova l’ossigeno, l'anidride carbonica ha un
effetto ossidante sul bagno che si manifesta soprattutto con la perdita di elementi facilmente ossi-
dabili alla superficie del cordone.
Inoltre l'anidride carbonica può avere un effetto carburante sul bagno nella saldatura di materiali
aventi contenuto in carbonio molto basso (inferiore allo 0,07%): infatti alla superficie del bagno
liquido, l’anidride carbonica, il monossido di carbonio ed il carbonio tendono ad equilibrarsi secon-
do la seguente reazione:
2CO Æ CO2 + C
Se invece il tenore di carbonio risulta più elevato, la reazione tende a svolgersi nel senso oppo-
sto, contribuendo alla decarburazione del bagno; conseguentemente si realizza una condizione di
equilibrio per cui il tenore in C nel bagno risulta in un campo di percentuali variabili tra 0,07 e
0,1%.
L’uso di anidride carbonica come gas di protezione può quindi comportare diminuzione delle ca-
ratteristiche meccaniche del deposito, ed è quindi sconsigliabile l’uso in percentuali elevate quan-
do si saldino materiali di cui si vogliono mantenere controllati elementi critici di lega, quali C, Al,
Zr, Ti, Si, V, Mn, Nb.
L'anidride carbonica è quindi usata solo in percentuali molto basse (in genere inferiori al 5%) nella
saldatura di acciai alto legati e di acciai a tenore di C controllato (es. inossidabili), per evitare ri-
schi di ossidazione e carburazione del bagno.
Inoltre, in virtù dell'elevato rendimento termico di trasporto dell'energia nell'arco, il fattore di forma
del bagno (larghezza/profondità), associato agli elevati rapporti di diluizione conseguiti, può ren-
dere possibile, nella saldatura degli acciai ad alto tenore di C e di quelli di composizione chimica
non controllata, formazione di cricche a caldo.
Se l'apparecchiatura non è ben regolata, altri possono essere gli inconvenienti possibili utilizzan-
33
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
34
Consumabili
L’ossigeno si presenta come gas biatomico, costituisce circa il 22% dell'atmosfera, ed è prodotto
per distillazione frazionata dall’aria.
Questo gas durante la saldatura si dissocia per effetto delle condizioni di elevata temperatura pre-
senti nell’arco elettrico; tuttavia, il calore di dissociazione è modesto e non determina effetti sensi-
bili.
Considerando gli effetti di questo gas sul comportamento dei metalli (abbassamento delle caratte-
ristiche meccaniche, indurimento, diminuzione della tenacità ed invecchiamento), questo gas non
viene mai utilizzato allo stato puro, ma inserito in percentuali fino al 12% in argon, eventualmente
anche con l’aggiunta di elio (miscele ternarie) e di CO2 (miscele ternarie e quaternarie).
L’aggiunta di piccole quantità di ossigeno all’argon permette di migliorare la stabilità d’arco, favo-
rendo il trasferimento spray arc (cioè abbassando la corrente di transizione) per effetto della for-
mazione di minutissime gocce che si proiettano ad elevata velocità. Si osserva inoltre un effetto
significativo sulla forma del cordone, in quanto è incrementata la tensione superficiale del metallo
liquido in corrispondenza dell’interfaccia con il gas; ne deriva una notevole diminuzione della ten-
denza a formare spruzzi ed incisioni marginali a lato del cordone.
Il tenore ottimale dipende dalla natura dei metalli coinvolti ed in particolare da quella del materiale
d’apporto, a causa della perdita di componenti ossidabili; le applicazioni più comuni sono di mi-
scele contenenti ossigeno tra l’1% ed il 3% per la saldatura degli acciai inossidabili.
22
Sono comunque da annoverarsi particolari applicazioni in cui si è verificato sperimentalmente l’effetto benefico sulla
saldatura di aggiunte di idrogeno nella miscela in tenore di qualche ppm.
35
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
4.2. Fili
I fili possono essere identificati in base alla morfologia della loro sezione (costituita da solo metal-
lo “fili pieni” oppure contenente internamente un flusso “fili animati”) e dalla loro composizione
chimica.
In particolare, i fili devono essere caratterizzati da uno stato superficiale particolarmente liscio ed
uniforme; inoltre non devono presentare tracce di ossidi, di grasso o di umidità, allo scopo di ridur-
re i rischi di porosità, di soffiature, di tarli e di cricche .
Per facilitare il contatto elettrico i fili sono generalmente ramati; tuttavia, considerando il loro pic-
colo diametro, la ramatura deve essere molto sottile, onde evitare che determini un eccessivo
tenore di rame nel deposito. Per tale motivo i fili sono talvolta nichelati o finiti superficialmente in
modo speciale.
Inoltre, siccome la velocità di alimentazione del filo regola l'intensità di corrente, una bobinatura
irregolare, la presenza di ondulazioni, di pieghe locali o occhielli, di ripiegature o rigature, possono
provocare un avanzamento disuniforme con gravi fluttuazioni di corrente, con rischio di irregolarità
nel cordone in alcuni casi inaccettabili (per esempio mancanza di penetrazione).
Nella bobinatura le spire devono, inoltre, presentare un minimo effetto elica, per garantire un’usci-
ta uniforme del filo dalla pistola, impedendo la possibilità di una rotazione a cono, particolarmente
negativa nelle saldature automatiche o nelle versioni completamente automatizzate e robotizzate,
in quanto sposterebbe l'arco in modo inaccettabile.
36
Consumabili
37
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Figura 4.7 - Saldatura con filo animato rutile e miscela 82Ar e18%CO2
Oltre al rutilo, questi tipi di flusso sono caratterizzati dalla presenza di elementi acidi, cioè disossi-
danti; inoltre l’aggiunta di titanio e boro consente l’ottenimento di buoni risultati in termini di resi-
stenza, duttilità e tenacità.
L’elevata stabilità dell’arco ne consente l’impiego per la saldatura degli acciai basso-legati con
miscele ricche di CO2 se non con CO2 pura, ottenendo comunque pochi spruzzi ed un cordone
molto regolare (Fig. 4.7). Possono essere utilizzati anche per la saldatura degli acciai inossidabili,
impiegando, in questo caso gas di protezione economico alla torcia (miscele di argon e CO2) e
spesso senza rendere necessaria la protezione al rovescio del cordone con gas.
Diversamente da quanto avviene per l’elettrodo rivestito, è possibile avere fili a basso deposito di
idrogeno diffusibile (anche inferiore a 4ml/100g di metallo depositato).
38
Consumabili
che nel filo solido, migliorano il comportamento di questo filo in saldatura, permettendone l’impie-
go anche in polarità diretta (figura 4.9), eventualmente con CO2 pura.
Poiché non c’è produzione di scoria, è possibile impiegare, a differenza dei casi precedenti, an-
che tecniche operative a “spingere”, rendendo questo tipo di filo particolarmente adatto anche per
la saldatura con tecnica a passate multiple, con robot e su cianfrini stretti.
39
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
4.3. Classificazione
Nei paragrafi successivi sono illustrate le principali informazioni relative alle classificazioni euro-
pee e statunitensi dei consumabili, con riferimento ai casi più comuni. Per informazioni più detta-
gliate si rimanda alle specifiche norme di riferimento.
40
Consumabili
E’ chiaro quindi, nel caso di un gas contenuto al 45%, che una miscela può consentire variazioni
di questo gas (in più o in meno) sino al 4,5%, per cui la sua percentuale effettiva risulta variabile
tra il 40,5 ed il 49,5%; si tratta di un’oscillazione piuttosto ampia, non sempre compatibile con la
necessaria ripetibilità dei risultati in alcune significative applicazioni.
Un secondo punto di particolare interesse è poi la purezza di gas e miscele allo stato di fornitura.
Come accennato, risulta fondamentale conoscere i valori minimi di purezza garantiti dalla norma-
tiva per valutare, quando necessario, se richiedere prodotti maggiormente controllati.
Ad esempio, nel caso di miscele gassose è possibile richiedere gli stessi valori di purezza previsti
per gas puri, per i quali è ov- Gruppo Purezza minima T di rugiada Umidità massima
(% rispetto al volume) (a 1,013 bar) in °C (ppm)
viamente possibile esercitare
R 99,95 -50 40
un maggiore livello di controllo I 99,99 -50 40
sul tenore di impurezze, dato M1 99,70 -50 40
il minor numero di fasi neces- M2 99,70 -44 80
sarie alla loro preparazione. M3 99,70 -40 120
41
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Gas Base:
• Y = Gas aggiuntivo in sensibili al problema della criccabi-
percentuale minore
• A = Argon
• He = Elio • Z =
rispetto ad X
Gas aggiuntivo in
lità a freddo così come alla forma-
• C = CO2 percentuale minore
• O = Ossigeno rispetto ad Y zione di porosità da idrogeno in
• H = Idrogeno * Se presenti
• N = Azoto zona fusa (si pensi alla saldatura a
filo continuo di alcune leghe di allu-
Designazione della norma (SG= Shielding Gas) minio), può risultare fondamentale
diminuire il valore della temperatu-
Tabella 4.5 - Classificazione dei gas (AWS A 5.32)
ra di rugiada e, di conseguenza, del
tenore di umidità contenuto. E’ bene ricordare, al proposito, che la correlazione tra temperatura di
rugiada ed il tenore di vapor d’acqua non è lineare (ad esempio, un aumento della temperatura
da -50 a -44°C si traduce in un raddoppio del tenore di vapor d’acqua presente (da 40 a 80 ppm).
E’ evidente, per quanto ricordato dalla norma, che il grado di purezza garantito all’atto della forni-
tura deve essere conservato con l’impiego di adeguati sistemi di stoccaggio e di distribuzione dei
gas (si pensi, ad esempio, all’impiego di non idonei cavi di adduzione alla torcia).
A proposito dello stato di fornitura, è bene aggiungere qualche ulteriore osservazione. I gas pos-
sono essere forniti come gas puri o miscele, allo stato gassoso o allo stato liquido. Nel caso in cui
la miscela sia preparata sul posto, partendo dai singoli gas puri, è comunque necessario (per
quanto probabilmente più difficile) che siano rispettate le tolleranze di cui si è detto, in funzione
del tenore dei gas presenti.
Ad eccezione dell’anidride carbonica, inoltre, tutti i gas o le miscela classificate risultano comple-
tamente gassosi, quando fornite in bombole, riempite dal fornitore sino ad un dato livello di volu-
me di pressione; è chiaro che quest’ultima, al variare della temperatura della bombola, risulta a
sua volta variabile, ferma restando la massa di gas contenuto.
Si riporta infine nella tabella 4.5 uno schema riassuntivo della classificazione dei gas in accordo
alla norma statunitense AWS A 5.32 “Specification for welding shielding gases”.
Fili pieni
Le normative disponibili per la classificazione dei fili per saldatura sono moltissime, e differenziate
in base alla tipologia dei materiali saldati e alla relativa applicazione. La tabella 4.6 riporta un
elenco delle norme per la classificazione dei fili pieni.
42
Consumabili
alla posizione di saldatura, alla Rame e leghe di rame UNI EN 14640 AWS A5.7
dimensione del filo, ai valori di Ghise UNI EN ISO 1071 AWS A5.15
corrente, all’eventuale oscillazio-
Tabella 4.6 - Classificazioni dei fili pieni
ne impressa alla torcia, al valore
dello stick- out) può determinare giunti con caratteristiche anche sensibilmente differenti; infatti
sono considerate le seguenti condizioni:
− le caratteristiche meccaniche sono caratterizzate allo stato come saldato (as welded);
− le caratteristiche (meccaniche e di composizione chimica) sono riferite a depositi intera-
mente costituiti da materiale d’apporto (trascurando, di conseguenza, gli effetti della dilui-
zione del materiale base, che possono invece risultare significativi nelle applicazioni reali).
Un primo, naturale schema per la classificazione dei fili elettrodi è basato sulla loro composizione
chimica. Allo scopo, vanno considerati i valori di riferimento sintetizzati nella tabella seguente.
Tabella 4.7 - Composizione chimica dei fili elettrodi per saldatura con protezione gassosa di acciai al
carbonio e a grano fine (UNI EN 440)
43
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Tabella 4.8 - Composizione chimica dei fili elettrodi per saldatura con protezione gassosa di
acciai al carbonio e a grano fine
La classificazione completa del deposito di saldatura ottenuto con una data tipologia di filo è costi-
tuita da cinque parti:
− la lettera G (che sintetizza la dicitura Gas Metal Arc Welding, il processo di saldatura in
protezione gassosa);
− un simbolo indicativo della resistenza meccanica del deposito e della sua duttilità;
− un simbolo indicativo delle caratteristiche di tenacità del deposito, espresse in funzione del-
la sua resilienza;
− un ulteriore simbolo rappresentativo della tipologia di gas o miscela protettiva, abbinata al
filo in questione;
− la composizione chimica del filo (tabella 4.7).
Uno schema riassuntivo di tale classificazione è proposto nella tabella 4.8.
E’ opportuno ricordare, come peraltro accennato, che le caratteristiche meccaniche del deposito
ottenuto con un dato abbinamento filo - gas (miscela) protettivo sono fortemente dipendenti dalla
modalità di saldatura utilizzate. E’ chiaro, quindi, come la norma preveda condizioni di saldatura di
riferimento, al di fuori delle quali possono verificarsi differenze rispetto alle prestazioni nominali
riportate dallo standard stesso.
In particolare, si fa riferimento ad un deposito di saldatura ottenuto con fili di diametro 1,2 mm,
allo stato come saldato; tale deposito è realizzato in assenza di preriscaldo, a temperatura am-
biente (ad esempio, 20°C), con una temperatura di interpass di 250°C.
44
Consumabili
Per l’esecuzione del deposito è previsto l’impiego di un’intensità di corrente compresa tra 260 e
300 A, con una tensione da scegliere in funzione del tipo di gas o miscela utilizzata; lo stick – out
di riferimento è pari a 20 mm.
Il deposito è realizzato con una stratificazione di almeno 6 strati (sino ad un massimo di 10), com-
posti da due cordoni per strato, ad eccezione degli ultimi due, per i quali è prevista l’esecuzione di
tre cordoni.
La tabella 4.9 si riferisce invece alla classificazione statunitense AWS A 5.18 “Specification for
carbon steel electrodes and rods for gas shielded arc welding” che, come consueto, risulta più
scarna rispetto a quella europea. Come uso nella classificazione americana, i fili oltre ad essere
identificati dal simbolo ER70 che indica "filo elettrodo per acciai di resistenza fino a 500 MPa" e
dall'analisi chimica, sono caratterizzati dalle proprità meccaniche del deposito, effettuato con sal-
datura in CO2 pura. Sono richiesti valori minimi di resistenza di 500 N/mm2, di snervamento 420
MPa e di allungamento (A4) 22%.
Per le classi 2, 6 e 7 è inoltre richiesta resilienza KV (27 J) a -29°C; per la classe 3 a -18°C, men-
tre per le classi 4 e 5 la resilienza non è richiesta. Si noti che tali valori sono riferiti alle prove con-
dotte secondo normativa ASTM, e pertanto possono assumere valori differenti rispetto a quelli
eseguiti secondo le normative europee.
AWS A5.18 ER 70 S 6
Tabella 4.9 - Classificazione AWS A 5.18 dei fili pieni per saldatura degli acciai al carbonio
45
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Le norme (sia europee che statunitensi) riferite agli acciai ad elevata resistenza ricalcano le clas-
sificazioni appena viste, con semplici differenze nelle classi di resistenza e nelle composizioni
chimiche previste.
Per quanto riguarda infine la classificazione dei fili pieni per la saldatura degli accia inossidabili, la
normativa più utilizzata è a tutto oggi la AWS A 5.9 “Specification for bare stainless steel welding
electrodes and rods”, in quanto fa direttamente riferimento alla composizione chimica del deposito
sulla base della codifica a tre cifre della American Iron and Steel Institute (AISI). La tabella 4.10
riporta uno schema semplificato di tale classificazione.
La norma europea di riferimento per gli stessi materiali è la UNI EN ISO 14343 “Materiali di appor-
to per saldatura - Fili e nastri elettrodi, fili e bacchette per la saldatura per fusione di acciai inossi-
dabili e di acciai resistenti ad alta temperatura - Classificazione”, ed è riferita ai processi di salda-
tura a filo continuo, arco sommerso, TIG, plasma, ad elettrogas e laser ”.
Essa prevede una classificazione a tre campi, costituiti nell’ordine dalla normativa di riferimento
(UNI EN ISO 14343 ), la lettera identificativa del processo (in questo caso G), e la composizione
chimica del metallo depositato, ricalca quella alfanumerica dei materiali base in accordo a UNI EN
10027-1:2006 “Sistemi di designazione degli acciai - Parte 1: Designazione simbolica” e UNI EN
10027-2:1993 ”Sistemi di designazione degli acciai. Designazione numerica.
Ad esempio la classificazione seguente:
UNI EN ISO 14343 - G 19 12 3 L Si
Si riferisce ad un filo per saldatura con deposito di composizione chimica nominale avente 19%
Cr, 12% Ni, 3% Mo, 1% Si e 0,3% C (indicativamente corrispondente ad un AISI 316 L Si).
Fili animati
Nella tabella 4.11 sono elencate le principali norme europee ed americane AWS attualmente di-
sponibili per la classificazione dei fili animati, molte delle quali di recente pubblicazione
(soprattutto le europee).
La classificazione europea riprende sostanzialmente quella prevista per gli elettrodi rivestiti, te-
nendo in considerazione le proprietà dei flussi contenuti all’interno dei fili.
In particolare, la norma UNI EN 758, riferita alla classificazione dei fili animati per la saldatura de-
gli acciai al carbonio e a grano fine, prevede la seguente sequenza di campi:
− norma di riferimento (UNI EN 758)
− lettera distintiva del processo di saldatura (T, indicativa della saldatura a filo continuo ani-
mato “tubolare” , con o senza gas)
− proprietà meccaniche del deposito, valutate con provette longitudinale in assenza di dilui-
zione oppure con passata singola (contraddistinte dalla lettera T) e nelle condizioni di sal-
datura previste dalla norma stessa;
− temperatura a cui si garantisce la resilienza Kv di 47J, valutata su provini ottenuti come
sopra;
− composizione chimica del deposito (Tabella 4.12);
46
Consumabili
Tabella 4.10 - Classificazione AWS dei fili per la saldatura degli acciai inossidabili
Acciai resistenti allo scorrimento viscoso UNI EN ISO 17634 AWS A 5.29
47
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
23
La stessa norma prevede anche la lettera R, riferita a bacchette animate per la saldatura TIG.
48
Consumabili
Tabella 4.12 - Classificazione dei fili animati per la saldatura degli acciai basso-legati
49
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
È riferita ad un filo elettrodo animato tubolare (T) per la saldatura ad arco in gas protettivo che
deposita (nelle condizioni di saldatura previste dalla norma) un metallo fuso avente una composi-
zione chimica contenente come valori nominali 19% di Cr, 9%Ni e carbonio inferiore allo 0,03%
(indicativamente corrispondente alla classificazione AISI 308L). Il filo elettrodo è caratterizzato da
un tipo di riempimento rutilo con scoria a solidificazione lenta (R) è stato sottoposto a prova in una
miscela di gas (M) e può essere usato per saldature testa a testa in piano e angolo piana (4).
La classificazione AWS A 5.22 “Stainless steel electrodes for flux cored arc welding and stainless
steel flux cored rods for gas tungsten arc welding”, riferita agli stessi acciai inossidabili, prevede
una classificazione del tipo:
E XXX T X - X
nella quale
− la lettera E è riferita da elettrodi animati per la saldatura a filo continuo24;
− le prime tre X sono riferite alla classificazione AISI per il deposito (anche in questo caso
valutato in assenza di diluizione);
− la lettera T è indicativa del filo animato (tubolar cored);
− la quarta X indica la posizione di saldatura impiegata (0 indica la posizione piana, 1 indica
tutte le posizioni);
− la quarta X indica il tipo di gas impiegato per le prove eseguite dal fabbricante; in particola-
re il numero 1 è riferito alla saldatura con CO2 pura, il numero 2 non è previsto, il numero 3
è riferito a miscele di argon contenenti almeno il 70% di questo gas ed il numero 5 è riferito
alla protezione ottenuta interamene con argon.
24
La stessa norma prevede ance la lettera R, riferita a bacchette animate per la saldatura TIG.
50
Applicazioni del processo
5. APPLICAZIONI
Molteplici sono le applicazioni tipiche del processo di saldatura a filo continuo; accanto alle più
diffuse applicazioni semiautomatiche, questo processo è spesso applicato in modalità automatica
e robotizzata, situazioni in cui il processo risulta particolarmente idoneo, grazie alla sua adattabili-
tà intrinseca alle diverse condizioni operative,
In questo paragrafo sono riportate alcune informazioni, utili alla realizzazione di saldature su ac-
ciaio al carbonio e basso-legati; mentre le particolari tecniche necessarie all’esecuzione della sal-
datura degli acciai inossidabili austenitici e delle leghe di alluminio sono illustrate in due paragrafi
successivi.
E’ opportuno altresì sottolineare che le informazioni, riportate hanno lo scopo di chiarire i principali
criteri da adottare per la stesura di specifiche e documenti tecnici di riferimento.
51
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
Nella saldatura in piano si esegue la prima passata in tecnica short arc o ad arco pulsato, cui se-
guono le eventuali passate di riempimento, generalmente realizzate con correnti (e depositi) più
elevati. Si sconsiglia l’uso di tecniche di saldatura oscillate (dette anche “a cordoni larghi”), a cau-
sa del surriscaldamento del bagno conseguente alle basse velocità di avanzamento e al relativo
apporto termico elevato.
In questo caso la tecnica di saldatura prevede parametri elettrici tali da ottenere trasferimento
preferibilmente in short arc per tutte le passate, a causa dei fenomeni che non consentirebbero il
trasferimento delle gocce di materiale d’apporto al bagno in caso di trasferimento in spray arc.
In questo caso la tecnica operativa è sempre a spingere, indipendentemente dal tipo di filo utiliz-
zato. Ciò allo scopo di sostenere con la pressione dell’arco il metallo cercando di evitare sgoccio-
lamenti.
Nell’esecuzione della prima passata si realizzano generalmente movimenti solo leggermente o-
scillati, prestando comunque attenzione a garantire sufficiente penetrazione al vertice con oppor-
tuni periodi di pausa in corrispondenza dello stesso.
52
Applicazioni del processo
In questo caso la particolare posizine pone il bagno di saldatura ad operare contro le forze di gra-
vità, situazione che rende la tecnica operatoria tra le più difficili da realizzare. La modalità di tra-
sferimento applicabile è lo short arc, essendo questo l’unico modo possibile per trasferire il metal-
lo al bagno. Contemporaneamente, per evitare di avere un bagno troppo fluido è necessario ave-
re velocità di avanzamento elevate (cordoni “tirati”), questa situazione comporta, di conseguenza,
valori di corrente superiori rispetto a quelli utilizzati per la prima passata in piano, rendendo il tra-
sferimento comunque irregolare. Nella saldatura in sopratesta è infine opportuno incrementare
leggermente la portata di gas alla torcia, al fine di garantire adeguata protezione del bagno e dell’-
arco, soprattutto se il gas di protezione è argon. La tecnica operativa è tipicamente a spingere per
fili pieni o a tirare per fili animati.
In questo caso la tecnica di saldatura è simile a quella del piano, cercando comunque di mante-
nere il bagno abbastanza viscoso, limitando quindi l’apporto termico. E’ opportuno ricordare che,
per garantire adeguata protezione dell’arco e del bagno, è necessario inclinare la torcia legger-
mente verso l’alto (saldatura con miscele di argon) o verso il basso (saldatura con miscele di elio).
La saldatura in verticale discendente pone come problema fondamentale il fatto che l’avanzamen-
to della torcia si effettua nella stessa direzione e verso della gravità; conseguentemente la disce-
sa della torcia dovrà essere più veloce rispetto alla velocità di caduta del bagno, in modo da evita-
re che vada a ricoprire il vertice del giunto o le successive passate senza che questi siano fusi
dall’arco. Ne risultano velocità di saldatura elevate e bassi apporti termici, anche se il rischio che
si abbiano incollature è talmente elevato da sconsigliare fortemente la saldatura in questa posizio-
ne.
26
In gergo questa tecnica viene spesso detta “a tergicristallo”.
53
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
27
Nel caso di generatori a controllo elettronico è possibile modulare la corrente in chiusura in modo tale da consentire
uno spegnimento graduale che si realizza in pochi attimi, eventualmente con deposito di una singola goccia di mate-
riale d’apporto, come fosse un singolo impulso di arco pulsato, allo scopo di riempire il cratere (sistemi “crater filler”).
28
Anche per questo motivo è un requisito comune quello di separare adeguatamente le zone di lavorazione degli acciai
inossidabili da quelle in cui vengono saldati acciai al carbonio e basso-legati.
54
Applicazioni del processo
Il processo di saldatura a filo continuo trova molte applicazioni nella saldatura delle leghe di allu-
minio, utilizzando fili pieni e protezione di gas inerte. L’elevata reattività di questo materiale non
consente infatti l’uso di gas attivi nell’atmosfera di protezione.
Dal punto di vista operativo, le leghe di alluminio presentano alcune particolarità, tra cui una note-
vole fluidità del bagno, cui consegue un rischio di sfondamento della giunzione, accompagnata da
una elevata conduttività termica che comporta un certo rischio di incollatura dei lembi.
Le preparazioni dei lembi risultano una conseguenza di quanto sopra, per cui è comune trovare:
preparazioni a lembi accostati e spalla 1-2 mm, preparazioni con piattino di sostegno (che dovrà
essere fuso durante la saldatura) o piattino reggibagno (che invece sostiene il bagno solo in caso
di sfondamento).
Inoltre la tecnica operativa per la saldatura in piano può essere oscillata nella direzione di avanza-
mento, per mantenere il bagno opportunamente caldo senza insistere troppo a lungo su un deter-
minato punto.
Sempre a causa del rischio di incollatura dei lembi, non è mai utilizzata la tecnica short arc, per-
chè non garantisce adeguata potenza termica all’arco, per cui è conveniente usare la saldatura
ad arco pulsato, sia in prima passata che per la saldatura in posizione. E’ anche alquanto comune
usare deboli preriscaldi (fino a 80°C) su spessori superiori ai 15 mm.
E’ infine opportuno ricordare che le leghe leggere sono estremamente sensibili a problemi di cric-
cabilità in zona fusa (a caldo) e di porosità, è pertanto estremamente importante la pulizia dei
lembi e tra le passate, da effettuarsi con fresette29 e solventi chimici.
Figura 5.4 - Schemi delle preparazioni dei lembi tipiche per la saldatura delle leghe leggere
29
E’ opportuno segnalare che i risultati migliori si possono ottenere con fresette, poiché i dischi da mola tendono a
“impastarsi” a causa della duttilità delle leghe di alluminio.
55
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
La figura 5.5 illustra, ad esempio, una saldatura testa a testa con fili animati rutili su elementi di
piccolo spessore eseguita in automatico. La figura 5.6 mostra invece, l’esecuzione di giunti con
robot di saldatura (Cortesia Lincoln Electric e Fanuc).
56
Applicazioni del processo
La tecnica di saldatura "narrow-gap", cioè in cianfrino stretto, prevede preparazioni molto chiuse,
con aperture tra i 10 ed i 15 mm, per l’esecuzione di giunti testa a testa su spessori elevati (in
genere tra 25 e 300mm.
La tecnica di saldatura prevede in genere l’applicazione di due passate per strato con una testa
apposita molto rigida dalla quale fuoriescono due fili (nudi o animati) ai quali è data una predefor-
mazione particolare in modo che, all'uscita della torcia, essi si dirigono verso i due lati del cianfri-
no, come schematizzato nella figura 5.7; altre applicazioni, come ad esempio la testa oscillante,
sono più rare.
Il problema di questa tecnica risiede principalmente nella difficoltà che si può avere ad ottenere, al
fondo del cianfrino stretto, una protezione uniforme di gas o miscela pressoché inerte, priva di
turbolenze (dovute anche ai moti convettivi del gas tra bagno di fusione caldo e pareti del cianfri-
no fredde), quindi si può avere inquinamento della protezione con aria e di conseguenza la forma-
zione di soffiature o di disturbi nelle modalità di trasferimento (spruzzi - incollature).
Per tale motivo, tenendo conto della gravi difficoltà, riscontrate durante la riparazione degli even-
tuali difetti, e della minore produttività rispetto alla saldatura "narrow-gap" ad arco sommerso,
quest'ultimo procedimento è in genere usato con più frequenza.
57
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
58
Applicazioni del processo
Si riporta di seguito una breve descrizione delle tipiche imperfezioni che si possono verificare du-
rante la saldatura a filo continuo. Esse possono essere legate sia a fenomeni metallurgici sia a
problemi operativi, e la relativa accettabilità è oggetto di scelte progettuali.
− Soffiature. Sono inclusioni di gas atmosferico (particolarmente azoto) formatesi, quando la
protezione di gas è di portata insufficiente o il flusso di protezione non è regolare e lamina-
re a causa di occlusioni (proiezioni di goccioline di metallo fuso) all’orifizio della torcia o per
presenza di correnti d’aria o vento oppure quando la velocità di saldatura è troppo elevata.
− Porosità. Sono inclusioni di gas (N, H2, CO) di dimensioni inferiori alle soffiature
(generalmente si definisce “poro” un’inclusione gassosa di diametro inferiore a 1 mm). I gas
che originano le porosità si formano all’interno
del bagno di fusione e non riescono a diffonde-
re all’esterno a causa della elevata velocità di
raffreddamento del bagno. La presenza di tali
gas è generalmente dovuta a umidità del gas di
protezione (punto di rugiada troppo alto), alla
presenza, nella zona di saldatura, di grassi,
sporcizia, ruggine, a basso tenore di disossi-
59
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
dante nel filo, ad archi di saldatura troppo lunghi (che provocano perdite di elementi disos-
sidanti lungo il trasferimento). Una finissima porosità diffusa è generalmente presente nella
saldatura MIG di leghe leggere: se non troppo accentuata, essa è da considerarsi quasi un
difetto inevitabile.
− Cricche a caldo. Possono verificarsi soprattutto, quando il gas protettivo è CO2 che può
realizzare cordoni con rapporto larghezza/profondità inferiore all’unità; in questo caso, infat-
ti, se il materiale base non è a tenore di impurezze controllato, può essere troppo alta la
concentrazione di impurezze nel bagno, associata a una solidificazione orientata in modo
sfavorevole per resistere agli sforzi di ritiro.
− Incollature tra le passate. Sono imperfezioni assai tipiche dei procedimenti di saldatura sot-
to gas, specie attivi: si formano soprattutto con modalità di trasferimento short arc, quando
la posizione di saldatura è verticale e il pezzo è
di elevato spessore. Possono essere ridotte
ritoccando il valore della tensione (se troppo
bassa), migliorando la tecnica esecutiva dell’o-
peratore, regolando opportunamente l’induttan-
za al secondario o ricorrendo a tecniche di sal-
datura in pulsato. Figura 5.12 - Incisione marginale
− Inclusioni di scoria. Possono verificarsi esclusivamente solo se si usano fili animati e la sco-
ria non è ben asportata; usando fili pieni con trasferimento a spruzzo o a impulsi la pellicola
vetrosa che si solidifica al raffreddamento del cordone non rimane inclusa con la passata
successiva, ma è rifusa; invece con modalità short arc, specie in verticale, inclusioni di que-
sta pellicola sono possibili dato il minore apporto termico nel bagno.
− Incisioni marginali. Possono esserne causati da una cattiva scelta del tipo di gas, ad esem-
pio l’argon puro, non adatto alla saldatura degli acciai non legati, (è quindi preferibile usare
una miscela Ar - O2) od una elevata velocità di avanzamento.
− Spruzzi. Possono essere causati da una cattiva regolazione dei parametri elettrici (in parti-
colare dell’induttanza nel trasferimento short arc) oppure da un arco troppo lungo nel tra-
sferimento globulare o spray arc. Un’altra possibile causa può essere la contaminazione
dell’atmosfera d’arco a causa di un flusso di gas irregolare o di sporcizia sui lembi.
Si riportano, nelle tabelle seguenti, i parametri tipici per la saldatura a filo continuo, nelle condizio-
ni operative più comuni.
La tabella 5.1 si riferisce, ad esempio, alle condizioni tipiche di saldatura in short arc su giunti te-
sta a testa in piano di acciaio basso-legato, con protezione di gas in miscela 82% Ar e 18% CO2,
con alimentazione in polarità inversa.
60
Applicazioni del processo
3 1 1 20 140 106 12
6 1 1 21 150 112 12
6,5 1,5 1,2 22 200 106 12
Tabella 5.1 - Parametri tipici per la saldatura MAG in short arc (giunti testa a testa)
La tabella 5.2 si riferisce invece alle condizioni tipiche per la saldatura in spray arc sullo stesso
tipo di giunto, ma con protezione di gas 98%Ar e 2%O2.
La tabella 5.3 è riferita alle condizioni tipiche di saldatura degli acciai inossidabili austenitici, sia in
spray arc sia in short arc, con alimentazione in polarità inversa, e per la saldatura di giunti testa a
testa eseguita in piano, con protezione 98%Ar – 2% O2.
Spessore Elettrodo Tensione Corrente Velocità saldatura Velocità filo Portata gas
[mm] (Ø) [mm] [V] [A] [mm/min] [mm/s] [l/min]
3 1 26 190 60 148 19
9 1,6 26 300 30 87 22
13 1,6 26 320 50 82 24
Figura 5.2. - Parametri tipici per la saldatura MAG in spray arc (giunti testa a testa e d’angolo)
Tabella 5.3 - Parametri tipici per la saldatura MAG degli acciai inossidabili austenitici
61
Saldatura con processo a filo continuo con e senza protezione di gas
La tabella 5.4 riporta, infine, i parametri tipici per la saldatura delle leghe di alluminio. In questo
caso, la saldatura è eseguita in piano, con trasferimento spray arc, e protezione di gas inerte
(argon e miscele argon elio).
Spessore Elettrodo Tensione Corrente Gas di protezione Velocità filo Portata gas
[mm] (Ø) [mm] [V] [A] [mm/s] [l/min]
Tabella 5.4 - Parametri tipici per la saldatura MAG in spray arc (giunti testa a testa e d’angolo)
62