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CORSO DI SPECIALIZZAZIONE IN
PREVENZIONE INCENDI
)
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 1° 1° agosto 2011 , n. 151
Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi
alla prevenzione degli incendi
per il quale,
«prodotto
prodotto da costruzione»,
costruzione qualsiasi prodotto o kit fabbricato
e immesso sul mercato per essere incorporato in modo
permanente in opere di costruzione o in parti di esse e la cui
prestazione incide sulla prestazione delle opere di
costruzione rispetto ai requisiti di base delle opere stesse
«opere
opere di costruzione»,
costruzione gli edifici e le opere di ingegneria
civile
Articolo 1:
fissa le condizioni per l'immissione sul mercato
stabilisce disposizioni armonizzate per la descrizione della prestazione in
relazione alle caratteristiche essenziali e per l'uso della marcatura CE
EUROCLASSI
REAZIONE AL FUOCO
RESISTENZA AL FUOCO
RESISTENZA AL FUOCO DALL’ESTERNO dei tetti
I sistemi di euroclassificazione
adottati a livello comunitario tramite Decisioni CE
sostituiscono tutti i sistemi nazionali
CLASSI DI REAZIONE AL FUOCO EUROPEE
A1 - A1FL - A1L - A CA -
PRODUZIONE
A2 PRODUZIONE A2FL PRODUZION A2L PRODUZION B1 CA FUMO
FUMO E FUMO E FUMO (S1,S2,S3)
B (S1,S2,S3)
BFL (S1,S2,S3)
BL (S1,S2,S3)
B2 CA GOCCIOLAMENTO
GOCCIOLAMENTO GOCCIOLAMENTO
• il riferimento al prodotto-tipo;
• il sistema di valutazione e verifica della costanza della prestazione applicato;
• il numero di riferimento e la data di pubblicazione della hEN o ETA usata per la
valutazione di ciascuna caratteristica essenziale;
• l'uso o gli usi previsti del prodotto;
• l'elenco delle caratteristiche essenziali secondo quanto stabilito nella specifica
tecnica armonizzata per l'uso o gli usi previsti dichiarati;
• la prestazione di almeno una delle caratteristiche essenziali pertinenti all'uso o agli
usi previsti dichiarati, se del caso espressa in livelli o classi, o in una descrizione;
• la prestazione delle caratteristiche essenziali del prodotto concernenti l'uso o gli usi
previsti, tenendo conto delle disposizioni relative all'uso o agli usi previsti nel luogo
in cui il fabbricante intenda immettere il prodotto da costruzione sul mercato;
• per le caratteristiche essenziali elencate, per le quali non sia dichiarata la
prestazione, le lettere «NPD» (nessuna prestazione determinata);
• la prestazione relativa a tutte le caratteristiche essenziali contenute nella
corrispondente ETA.
Formato della dichiarazione di prestazione (Allegato
Allegato 3)
3
Richiamata in CE
ESEMPI
MARCHI VOLONTARI
Mandatari:
Un mandatario esegue i compiti specificati nel mandato ricevuto dal fabbricante
provvedendo almeno a:
a) Tenere la dichiarazione di prestazione e la documentazione tecnica a
disposizione delle autorità nazionali di vigilanza
b) fornire a detta autorità tutte le informazioni e la documentazione necessarie
per dimostrare la conformità del prodotto da costruzione alla dichiarazione di
prestazione
c) cooperare con le autorità nazionali competenti, su loro richiesta, a qualsiasi
azione intrapresa per eliminare i rischi presentati dal prodotto
MARCATURA CE
OBBLIGHI DEGLI ALTRI OPERATORI ECONOMICI
Importatori:
Importatori
- immettono sul mercato dell'Unione solo i prodotti da costruzione conformi ai requisiti
applicabili del Regolamento
- si assicurano che il fabbricante abbia valutato e verificato la costanza della prestazione
- assicurano che il prodotto rechi la marcatura CE e sia accompagnato dai documenti richiesti
- indicano sul prodotto o sul suo imballaggio o sul documento di accompagnamento nome
denominazione commerciale o marchio registrati e indirizzo
- assicurano che il prodotto sia accompagnato da istruzioni e informazioni sulla
sicurezza redatte nella lingua stabilita dallo Stato membro interessato
- adottano le misure correttive necessarie per rendere conforme il prodotto da costruzione che
non sia conforme alla dichiarazione di prestazione o, se del caso, ritirarlo o richiamarlo
- conservano la documentazione tecnica e la dichiarazione di prestazione per un periodo di
dieci anni a decorrere dall'immissione del prodotto da costruzione sul mercato
MARCATURA CE
Distributori:
Distributori
prima di mettere un prodotto da costruzione a disposizione sul mercato,
assicurano che il prodotto rechi la marcatura CE e sia accompagnato dai
documenti richiesti dal regolamento;
garantiscono che, finché un prodotto da costruzione è sotto la propria
responsabilità, le condizioni di conservazione o di trasporto non ne
compromettano la conformità alla dichiarazione di prestazione
MARCATURA CE
NORME DI SUPPORTO:
A CARATTERE ORIZZONTALE (CLASSIFICAZIONE, PROVA)
Sono richiamate nelle norme armonizzate
http://ec.europa.eu/enterprise/newapproach/nando/index.cfm?fuseaction=cpd.hs
OMOLOGAZIONE E MARCATURA CE
svolte all'interno
all'interno di opere da costruzione
con presenza anche occasionale e di breve durata di occupanti
Il Codice di PI è alternativo
alternativo...
...
... ai criteri generali di PI:
• es. DM 10 marzo 1998
• es. DM 30.11.83
... alle seguenti regole tecniche:
tecniche:
• DM 15 marzo 2005
“Requisiti di reazione al fuoco”
• DM 9 marzo 2007
“Prestazioni di resistenza al fuoco”
• DM 16 febbraio 2007,
“Classificazione di resistenza al fuoco”
• DM 20 dicembre 2012
“Impianti di protezione attiva”
• DM 15 settembre 2005,
“Vani degli impianti di sollevamento”
Il Codice costituisce criterio di
riferimento per la progettazione, la
realizzazione e l’esercizio delle
attività escluse dall’allegato I del
decreto del Presidente della
Repubblica 1° agosto 2011, n. 151.
Il Codice di PI non si applica a...
Attività 1-
58-
58-62
1-8, 10
10--12, 15
Attività normate
15--19, 20
20--26,
devono essere:
identificati univocamente sotto la
responsabilità del produttore, secondo le
procedure applicabili;
qualificati in relazione alle prestazioni
richieste;
accettati dal responsabile dell’attività,
ovvero dell’esecuzione dei lavori mediante
acquisizione e verifica della documentazione
di identificazione e qualificazione.
Norme tecniche
di prevenzione incendi
“Il nuovo Codice”
GENERALITA’
•Il “Codice” riporta le metodologie di progettazione della
sicurezza antincendio finalizzate al raggiungimento degli
obiettivi primari della prevenzione incendi che,
ricordiamo, sono (art. 13 D.Lgs. 139/2006):
-sicurezza della vita umana;
-incolumità delle persone;
-tutela dei beni e dell'ambiente.
La definizione presente nel codice è simile a quella di cui all'art. 13 co. 1 del
D.Lgs 8 marzo 2006, n. 139.
Regola tecnica di prevenzione incendi (o regola tecnica):
disposizione normativa cogente in materia di
prevenzione incendi.
Regola tecnica orizzontale (RTO): regola tecnica
applicabile a tutte le attività.(3)
3 Nel Codice sono considerate regole tecniche orizzontali i
capitoli compresi nelle sezioni G: Generalità e S: Stra-
tegia antincendio.
Regola tecnica verticale (RTV): regola tecnica applicabile
ad una specifica attività.
Profilo di rischio: indicatore speditivo della gravità di
rischio di incendio associata all'esercizio ordinario di
un’attività.
Strategia antincendio: combinazione delle misure
antincendio finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
di sicurezza antincendio.
3) Nel Codice sono considerate regole tecniche orizzontali i capitoli compresi nelle
sezioni G: Generalità e S: Stra-tegia antincendio.
Misura antincendio: categoria omogenea di strumenti di
prevenzione, protezione e gestionali per la riduzione del
rischio di incendio (es. resistenza al fuoco, reazione al
fuoco, esodo, ...).
Livello di prestazione: specificazione oggettiva della
prestazione richiesta all'attività per realizzare la misura
antincendio.
Soluzione conforme:(4) Soluzione di immediata
applicazione, che garantisce il raggiungimento del livello
di prestazione.
Soluzione alternativa:(5) Il progettista è tenuto a
dimostrare il raggiungimento del livello di prestazione.
Soluzione in deroga: È richiesta l'attivazione del
procedimento di deroga secondo la normativa vigente.
4 Soluzioni progettuali prescrittive che non richiedono ulteriori valutazioni (es. “distanza di
protezione = 5 m”).
5 Soluzioni progettuali prestazionali che richiedono ulteriori valutazioni (es. “distanza di
separazione calcolata con irraggiamento max sull'obiettivo = 12,6 kW/m2”).
ATTIVITÀ
Attività soggetta (o attività): attività soggetta ai
controlli VVF.
Attività con valutazione del progetto:(6) attività
soggetta il cui progetto è valutato, anche in deroga,
dai VVF.
Attività senza valutazione del progetto:(7) attività
soggetta il cui progetto non è valutato, neanche in
deroga, dai VVF.
Attività non normata: attività sprovvista di RTV di P.I.
Attività normata: attività provvista di RTV di P.I.
Attività esistente: attività già in esercizio alla data di
entrata in vigore della regola tecnica di riferimento.
6 Le attività di cat. B/C del DPR n. 151/2011 (e cat. A in caso di richiesta di deroga).
7 Le attività soggette di cat. A (esclusi i casi di richiesta di deroga).
GEOMETRIA
Sono fornite varie definizioni come:
Piano, Piano di riferimento del compartimento,
Quota di piano, Altezza antincendio, Quota del
compartimento, Superficie lorda, Altezza
media, Distanze, ecc.
Alcune di queste cambiano definizione rispetto
alla stessa definizione attualmente utilizzata
(Es. Altezza antincendio).
Altre definizioni sono introdotte per la prima
volta (Es. Quota del compartimento).
Altezza antincendio:
massima quota dei piani
dell'attività.
Esclusi i piani con
presenza occasionale e di
breve durata di personale
(es. vani tecnici).
Colonna a secco:
dispositivo di lotta contro l'incendio ad uso dei
Vigili del fuoco, comprendente una tubazione
rigida metallica che percorre verticalmente le
opere da costruzione, di norma all'interno di
ciascuna via d'esodo verticale.
TOLLERANZE
Tolleranza: differenza in valore assoluto tra la
misurazione effettuata in sito e la corrispondente
misura progettuale.
SIMBOLI GRAFICI
SOLUZIONI CONFORMI
SOLUZIONI ALTERNATIVE
SOLUZIONI IN DEROGA
Schema riassuntivo della metodologia [4/4]
L’appropriatezza
- degli obiettivi di sicurezza antincendio perseguiti;
- delle ipotesi di base e dei dati di ingresso;
- dei modelli, degli strumenti normativi selezionati ed impiegati a supporto
della progettazione antincendio;
Ad esempio: appropriata applicazione delle soluzioni conformi, ...
La corrispondenza
delle misure di prevenzione incendi adottate agli obiettivi di sicurezza
perseguiti secondo le indicazioni date dal codice
Ad esempio: previsione di adeguato sistema di vie d'esodo per soddisfare
l'obiettivo di sicurezza della vita umana, ...
La correttezza
nell'applicazione dei metodi, dei modelli e degli strumenti normativi adottati
nella progettazione
Ad esempio: assenza di grossolani errori di calcolo, corrispondenza tra i
risultati numerici dei calcoli e le effettive misure antincendio, ...
G3 Determinazione dei profili di rischio
Come fare???
Definizione dei profili di rischio [1/2]
Cosa sono?
Indicatori semplificati per valutare il rischio di incendio
dell'attività
Perché?
secondo Dlgs 139/2006, la prevenzione incendi è la
funzione di preminente interesse pubblico diretta a
conseguire, secondo criteri applicativi uniformi sul
territorio nazionale, gli obiettivi di sicurezza della vita
umana,, di incolumità delle persone e di tutela dei beni e
umana
dell'ambiente
dell'ambiente
A che servono?
attribuire livelli di prestazione,
prestazione, calibrare le misure
antincendio
Definizione dei profili di rischio [2/2]
Quali?
Rvita : salvaguardia della vita umana
da ISO/TR 16738:2009 e BS 9999:2008 Section 2,
2,
determinato per compartimento
tα, tempo necessario per raggiungere il tasso di rilascio termico pari a 1 MW.
Profilo di rischio Rvita
δα velocità di crescita dell'incendio
Per le attività senza valutazione del progetto (es:
attività di categoria A, All. I, DPR 151/11) la scelta
non è libera:
Devono essere obbligatoriamente impiegati i valori
minimi di δα prestabiliti.
δα = 2 o 3 come riportato di seguito …
Il valore di δα può essere ridotto di un livello se
l'attività è servita da misure di controllo
dell'incendio di livello di prestazione V.
Profilo di rischio Rvita
δα velocità di crescita dell'incendio
Profilo di rischio Rvita
Il valore di Rvita è determinato come combinazione
di δocc e δα
δocc caratteristiche prevalenti degli occupanti
Profilo di rischio Rvita
Esempi per alcune tipologie di destinazioni d’uso (occupacy)
LUOGO SICURO
- Luogo ove non esiste pericolo per gli occupanti che vi sta-
zionano o transitano in caso di incendio, idoneo a conte-
nere gli occupanti (Superficie ≥ 0,70 o ≥ 2,25 m2/pers ri-
spettivamente per deambulanti o non):
- Pubblica via;
- Spazio scoperto esterno, collegato alla pubblica via, non
investito dagli effetti dell'incendio (es. irraggiamento,
fumo, crollo, ...).
Irraggiamento su occupanti ≤ 2,5 kW/m2.
CARATTERISTICHE GENERALI DEL SISTEMA D'ESODO
VIE DI ESODO
Altezza ≥ 2 m.
Non ammessi: scale portatili e alla marinara; ascensori;
rampe > 8%.
Ammesse altezze inferiori per brevi tratti e scale alla
marinara per locali con presenza breve e occasionale di
addetti (es. locali impianti).
Tenere conto che in caso di emergenza, gli occupanti che
non hanno familiarità tendono a uscire dalle vie di entrata.
Le superfici di calpestio devono essere non sdrucciolevoli.
Fumo e calore dell'incendio non devono interferire con il
sistema delle vie d'esodo.
CARATTERISTICHE GENERALI DEL SISTEMA DI ESODO
Ministero dell’Interno
Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile
Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica