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D
percorso
l’europa tra assolutismo e liberalismo
Sintesi dell’unità D1
1.1 L’assolutismo
Nel XIII secolo i sovrani europei resero il proprio potere autonomo da quello dell’imperatore e nel
XIV secolo lo resero assoluto, limitando quello dei feudatari e delle assemblee dei rappresentanti
della nobiltà, del clero e della borghesia cittadina. I sovrani esercitavano il potere attraverso la bu-
rocrazia, mentre l’esercito permanente aveva sostituito le milizie feudali. I fondamenti teorici
dell’assolutismo furono posti nel Cinquecento dallo scrittore francese Jean Bodin nell’opera Sei li-
bri sullo Stato, ma il termine cominciò a essere adoperato solo alla fine del Settecento.
su misura
mento avevano professato il calvinismo, furono costretti, con l’editto di Fontainebleau (1685), ad
didattica
accettare il cattolicesimo.
Sintesi
Le imprese militari di Luigi XIV non furono fortunate: egli cercò inutilmente d’imporre con le armi
il predominio della Francia in Europa. Le aspirazioni espansionistiche del Re Sole suscitarono forti
preoccupazioni in Europa e nel 1686 si formò contro di lui un’alleanza, la Lega di Augusta, che com-
prendeva la Spagna, l’Austria, l’Olanda e la Svezia. Si combatté una lunga guerra, che si concluse
con la pace di Rijswijk (1697), con la quale la Francia dovette rinunciare al tentativo di conquistare
il predominio nel continente.
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le guerre della prima metà del settecento
va soprattutto sui contadini. La Russia rimase un paese agricolo, dove i contadini, che rappresenta-
vano la maggior parte della popolazione, vivevano in condizioni molto difficili.
Sintesi dell’unità D2
Le dinastie europee volevano impedire che sui troni vacanti salissero membri di dinastie avversarie.
In questo modo, infatti, sarebbe stato turbato l’equilibrio tra gli stati europei.
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percorso
una rivoluzione nella cultura
Sintesi dell’unità D3
su misura
didattica
3.2 L’Illuminismo
Nel 1784 il filosofo tedesco Immanuel Kant definì l’Illuminismo «l’uscita dell’uomo dalla minorità».
Sintesi
Gli illuministi si proposero di scoprire la verità e di comunicarla al maggior numero di persone pos-
sibile. Il più importante frutto della loro attività culturale può essere perciò considerata l’En-
cyclopédie, apparsa nel 1751, un’opera in 28 volumi, coordinata da D’Alembert e Diderot. Gli illu-
ministi ebbero un atteggiamento critico verso la religione; i loro maggiori rappresentanti si battero-
no per una visione del mondo fondata sulla tolleranza e sulla pace, perché solo in queste condizioni
l’umanità poteva progredire.
Inoltre, gli illuministi non ebbero bisogno del sostegno economico dei sovrani, perché l’En-
cyclopédie si rivelò una impresa imprenditoriale di successo: in questo modo l’attività culturale ini-
ziò a trovare i propri mezzi di finanziamento nel mercato del libro. Le idee degli illuministi furono
diffuse in molti paesi europei dalla massoneria, una società segreta.
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l’assolutismo illuminato e le riforme
3.6 Il cosmopolitismo
Nei secoli precedenti tra gli intellettuali italiani era molto diffuso il cosmopolitismo: non avendo
una patria, essi si sentivano cittadini dell’Europa, dove erano tenuti in gran conto, nelle corti, come
rappresentanti della cultura italiana. Nel Settecento nacque una nuova forma di cosmopolitismo,
che univa gli intellettuali di ogni paese, in nome delle idee dell’Illuminismo.
Sintesi dell’unità D4
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percorso
le rivoluzioni demografica, agricola, industriale e il capitalismo finanziario
Napoli rimase praticamente nelle mani di Tanucci. La sua azione politica fu rivolta essenzialmente a
limitare il potere della Chiesa nel regno. L’economia del Mezzogiorno era fondata sull’agricoltura,
ma le tecniche erano ancora molto arretrate. Inoltre, la maggior parte delle risorse del regno veniva
assorbita da Napoli, in cui la popolazione aveva raggiunto un livello decisamente sproporzionato
rispetto alle province.
Sintesi dell’unità D5
su misura
didattica
infatti, una forte emigrazione verso le colonie inglesi dell’America del nord. Il trasferimento di uo-
mini fu anche coatto, a causa della tratta degli schiavi dall’Africa all’America.
Sintesi
5.3, 5.4 La rivoluzione agricola
Il termine «rivoluzione» è stato adoperato anche per l’incremento della produzione agricola, otte-
nuto grazie alle recinzioni delle terre (enclosures), che resero più vantaggiosi gli investimenti in
agricoltura. Per il Settecento esso si riferisce all’impiego delle macchine e di nuovi mezzi di coltiva-
zione. Si diffusero anche le colture della patata e del mais. Gli agronomi iniziarono lo studio scienti-
fico dell’agricoltura e i fisiocrati, come François Quesnay, teorizzarono lo sviluppo del capitalismo
agrario e chiesero la libertà di commercio.
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le rivoluzioni demografica, agricola, industriale e il capitalismo finanziario