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DEGLI EDIFICI
MACROAREA 2: L’INVOLUCRO EDILIZIO
CERTIFICAZIONE ENERGETICA
DEGLI EDIFICI
INDICE
§ La trasmi8anza degli elemen3 trasparen3 -‐ Tecniche di isolamento
Per
fare
il
bilancio
energe3co
di
un
edificio
bisogna
ricorrere
alla
fisica
ed
al
suo
linguaggio.
BILANCIO
ENERGETICO
Il
mondo
reale
ed
il
mondo
fisico
risultano
essere
per
mol3
la
stessa
cosa.
In
realtà,
il
mondo
fisico
si
discosta
dal
mondo
reale.
Esso
non
è
che
un
modo
a8raverso
il
quale
si
cerca
di
spiegare
i
fenomeni
che
ci
circondano
mediante
l’uso
della
matema3ca,
delle
sue
leggi
e
delle
sue
relazioni.
FISICA
In
par3colare,
una
specifica
branca
della
fisica
si
occupa
proprio
delle
trasformazioni
che
hanno
a
che
fare
con
l’energia
termica:
la
termodinamica.
Le
sue
leggi
cos3tuiscono
la
base
di
partenza
per
interpretare
i
fenomeni
che
ci
interessano.
Le
astrazioni
del
modello
scien3fico
ci
perme8ono
di
o8enere
il
nostro
obieBvo.
TERMODINAMICA
IL BILANCIO ENERGETICO DI
UN EDIFICIO
Energia
primaria
Ve8ori
energe3ci
Per
energia
primaria
s'intende
il
potenziale
energe3co
naturali
presentato
dai
ve8ori
energe3ci
nella
loro
forma
naturale,
ad
esempio
il
petrolio,
il
gas
naturale,
il
carbone,
l'uranio
naturale,
l'acqua
e
altre
fon3
energe3che
rinnovabili.
Energia
secondaria
Ricavata
dalla
L'energia
secondaria
è
energia
ricavata
da
energia
primaria
lavorazione
della
a8raverso
un
processo
di
trasformazione
e
con
una
perdita
di
primaria
energia
(ad
esempio
coke,
ma8onelle
di
carbone
e
catrame,
ele8ricità,
calore
a
distanza,
idrogeno,
olio
combus3bile
o
benzina).
Energia
finale
Energia
u3le
usata
dai
consumatori
L'energia
finale
è
la
forma
di
energia
u3lizzata
dire8amente
dai
consumatori,
ad
esempio
l'olio
combus3bile
o
la
benzina
nel
serbatoio,
il
gas
naturale
dalla
condo8a,
l'ele8ricità
dall'azienda
ele8rica,
gli
agglomera3
di
legno,
il
calore
a
distanza,
ecc.
L'energia
fornita
al
consumatore
è
energia
finale
trasformata
in
energia
u-le.
IL BILANCIO ENERGETICO DI
UN EDIFICIO
Qual
è
in
termini
fisici
la
differenza
tra
energia
ne8a
(Qh)
ed
energia
primaria
QEPH?
È
evidente
che
lo
scarto
tra
ciò
che
viene
immesso
in
centrale
termica
e
ciò
che
viene
percepito
all’interno
dell’edificio
è
quan3ficabile
a8raverso
le
perdite
dell’impianto.
In
par3colare
una
quota
parte
di
energia
verrà
dispersa
nella
stessa
centrale
termica,
una
parte
verrà
dispersa
nel
circuito
di
distribuzione
e
una
parte
nei
terminali
stessi
di
emissione.
Per
poter
quindi,
nota
l’energia
ne8a,
calcolare
l’energia
primaria
sarà
necessario
quan3ficare
le
perdite
o
i
rendimen3
delle
varie
componen3
dell’impianto
termico.
IL BILANCIO ENERGETICO DI
UN EDIFICIO
RENDIMENTO
GLOBALE
MEDIO
STAGIONALE
ηg
IL BILANCIO ENERGETICO DI
UN EDIFICIO
Come
rappresentato
in
figura,
Qh
si
calcola
con
un
semplice
bilancio
termico
tra
le
componen3
di
calore
in
uscita
dall’edificio
e
quelle
in
ingresso.
In
par3colare
le
componen3
in
uscita
sono:
Come
è
evidente
dalla
formula,
gli
appor3
gratui3
non
sono
considera3
nella
loro
totalità
ma
vengono
mol3plica3
per
un
coefficiente
(ηU).
ηU
è
chiamato
coefficiente
di
u3lizzazione
degli
appor3
gratui3.
Vediamo
cosa
sta
a
rappresentare:
Si
immagini
di
essere
durante
una
maBna
di
primavera
in
una
stanza
assolata;
si
ha
un
contributo
notevole
di
appor3
gratui3
che
andrebbero
a
contribuire
in
modo
molto
incisivo
nel
nostro
bilancio
termico
L’
impianto
di
riscaldamento
è
ancora
acceso
ma
i
raggi
solari
sono
talmente
intensi
da
creare
surriscaldamento
all’interno
dell’ambiente
riscaldato;
quando
la
temperatura
diventa
eccessivamente
elevata,
is3n3vamente,
non
potendo
spegnere
l’impianto
termico,
apriamo
le
finestre
per
rinfrescare
l’ambiente.
Questo
esempio
tra8o
dalla
vita
quo3diana
ci
sta
a
rappresentare
che
non
sempre
riusciamo
a
sfru8are
al
100%
CAPACITA
TERMICA
gli
appor3
gratui3
perché
non
sempre
arrivano
nel
momento
in
cui
sono
desidera3.
Tale
è
la
ragione
per
cui
la
voce
appor3
DELL’INVOLUCRO
gratui3
nel
bilancio
è
mol3plicata
per
un
coefficiente
che
3ene
conto
di
diversi
aspeB
che
verranno
esplicita3
più
avan3.
Il
principale
è
la
capacità
termica
dell’involucro
che
rappresenta
la
capacità
che
ha
l’edificio
di
tra8enere
il
calore
e
rilasciarlo
gradualmente.
Riproponiamo
di
seguito
le
tabelle
presen3
all’interno
dell’Allegato
C
del
D.Lgs.
311/06,
poiché
saranno
di
u3lità
al
fine
di
introdurre
l’argomento
successivo:
Zona clima-ca Dal 1 Gennaio 2006 Dal 1 Gennaio 2008 Dal 1 Gennaio 2010
Zona
clima-ca Dal
1
Gennaio
2006 Dal
1
Gennaio
2008 Dal
1
Gennaio
2010
A 0.80 0.42 0.38
B 0.60 0.42 0.38
C 0.55 0.42 0.38
D 0.46 0.35 0.32
E 0.43 0.32 0.30
F 0.41 0.31 0.29
TABELLA 3.2 Pavimen- verso locali non riscalda- o esterno (U limite in W/m2K)
Zona
clima-ca Dal
1
Gennaio
2006 Dal
1
Gennaio
2008 Dal
1
Gennaio
2010
A 0.80 0.74 0.65
B 0.60 0.55 0.49
C 0.55 0.49 0.42
D 0.46 0.41 0.36
E 0.43 0.38 0.33
F 0.41 0.36 0.32
COME FUNZIONANO GLI ISOLANTI?
COS’È LA TRASMITTANZA TERMICA DI UNA
STRUTTURA?
Il
processo
mediante
il
quale
avviene
lo
scambio
di
energia
è
noto
come
trasmissione
del
calore.
Come
già
accennato,
la
branca
della
scienza
che
si
occupa
delle
relazioni
1°
principo
L’energia
non
può
tra
il
calore
e
le
altre
forme
di
energia
è
la
termodinamica.
termodinamica
essere
né
creata
né
Il
primo
principio
della
termodinamica
afferma
sostanzialmente
che
distru8a
l’energia
non
può
essere
nè
creata
né
distru@a,
ma
solo
trasformata
da
una
forma
all’altra
(U
=
Q
–
L)
Questo
principio
governa
quan3ta3vamente
ogni
trasformazione
di
2°
principo
N o n
e s i s t e
u n a
energia,
ma
non
pone
alcuna
restrizione
al
verso
della
trasformazione.
termodinamica
trasformazione
il
cui
r i s u l t a t o
s i a
i l
passaggio
di
calore
Il
secondo
principio
della
termodinamica
afferma,
invece,
che
non
è
da
una
regione
a
possibile
alcuna
trasformazione
il
cui
unico
risultato
sia
il
passaggio
di
temperatura
minore
a d
u n a
d i
calore
da
una
regione
a
temperatura
minore
verso
una
regione
a
t e m p e r a t u r a
temperatura
maggiore.
maggiore
TuB
i
processi
di
trasmissione
del
calore
comportano
lo
scambio
e
la
conversione
di
energia
e
devono
quindi
obbedire
al
primo
ed
al
secondo
principio
della
termodinamica.
REGIME STAZIONARIO
Nella
soluzione
di
problemi
di
trasmissione
del
calore,
non
basta
individuare
i
meccanismi
di
scambio
termico
in
gioco,
ma
è
anche
necessario
stabilire
se
il
processo
avviene
o
meno
in
regime
stazionario (de8o
anche
regime
permanente).
Regime
non
stazionario:
la
temperatura
Quando,
invece,
la
temperatura
in
qualche
punto
varia
nel
tempo,
in
qualche
punto
varia
nel
tempo. allora
si
dice
che
la
trasmissione
del
calore
nel
sistema
avviene
in
condizioni
di
regime
non
stazionario
(de8o
anche
regime
transitorio):
poiché
una
variazione
di
temperatura
sta
ad
indicare
una
variazione
di
energia
interna,
è
evidente
che
l’accumulo
di
energia
è
3pico
del
flusso
non
stazionario.
LA TRASMISSIONE DEL CALORE
Il
calore
può
fluire
da
un
corpo
ad
un
altro
secondo
tre
meccanismi:
CONVEZIONE:
Un
fluido
interposto
tra
i
corpi
si
me8e
in
moto
e
trasporta
energia
trai
corpi
stessi
Con
il
termine
convezione
si
intende
un
fenomeno
di
scambio
di
calore
tra
una
superficie
solida
e
un
fluido
in
moto
rispe8o
ad
essa.
Si
abbia
un
fluido
in
moto
su
una
superficie
di
area
S.
La
superficie
sia
alla
temperatura
uniforme
Tp,
mentre
il
fluido
si
trovi
ad
una
temperatura
Te.
Se
la
superficie
e
il
fluido
si
trovano
a
diversa
temperatura,
vi
sarà
scambio
termico
per
convezione.
In
base
alla
legge
di
Newton:
Legenda:
Tp=
temperatura
parete
Ta
=
temperatura
ambiente
v
=
velocità
dell’aria
De
=
diametro
esterno
del
tubo
H
=
altezza
della
parete
di
scambio
L’IRRAGGIAMENTO
dove:
ε =
è
l’emissività
del
corpo
ed
il
suo
valore
è
compreso
tra
0
e
1.
E’
la
misura
di
quanto
il
comportamento
di
una
superficie
si
approssima
a
quella
del
corpo
nero,
per
il
quale ε =
1.
ε0
=
costante
di
Stefan-‐Boltzman
K
=
potere
emissivo
del
corpo
T
=
temperatura
assoluta
del
corpo
[K]
Si
veda
in
tabella
l’emissività
di
alcuni
materiali
in
relazione
alla
temperatura
in
cui
è
stata
misurata:
in
cui
αi
e
αe
sono
i
coefficien3
di
scambio
termico
interno
ed
esterno,
rispeBvamente.
Il
coefficiente
di
scambio
termico
interno
altro
non
è
che
la
somma
tra
i
coefficien3
di
scambio
termico
per
convezione
ed
irraggiamento:
αi
=
αic
+
αir
Lo
stesso
ragionamento
vale
per
il
coefficiente
di
scambio
termico
esterno:
αe
=
αec
+
αer
La
misura
in
opera
della
trasmi8anza
delle
pare3
edilizie
ha
come
scopo:
a
di
ConduGanza:
tendenz q la
verifica
in
opera
della
resistenza
termica
o
della
una
parete
a
lasciarsi
trasmi8anza
delle
pare3;
so
a8raversare
da
un
flus
termico.
q la
valutazione
degli
effeB
della
messa
in
opera
sulle
proprietà
termofisiche
del
manufa8o;
In
regime
stazionario
il
trasporto
di
calore
a8raverso
una
parete
può
dunque
essere
definito
a8raverso
tre
parametri
lega3
fra
loro:
q la
resistenza
termica
totale
della
parete
(R)
In
cui
Ti
e
Te
sono
rispeBvamente
la
temperatura
all’interno
e
all’esterno,
mentre
Tpi
e
Tpe
sono
le
temperature
della
parete
interna
ed
esterna.
LA RESISTENZA TERMICA
DI UNA PARETE
La
trasmi8anza
U
(o
K)
si
definisce
come
il
flusso
di
calore
che
a8raversa
TrasmiGanza
=
flusso
di
calore
che
una
superficie
unitaria
so8oposta
ad
a8raversa
superficie
di
1
m2
una
differenza
di
temperatura
pari
ad
so8oposta
ad
un
ΔT
=
1°C
1°C
ed
è
legata
alle
cara8eris3che
del
materiale
che
cos3tuisce
la
stru8ura
e
alle
condizioni
di
scambio
termico
liminare.
Si
assume
pari
all’inverso
della
sommatoria
delle
resistenze
termiche
degli
stra3.
RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA
DELLA PARETE
Il
metodo
di
calcolo
per
la
resistenza
termica
e
per
il
coefficiente
di
trasmissione
termica
dei
componen3
e
delle
pare3
degli
edifici
è
indicato
dalla
norma
UNI
EN
ISO
6946.
Essa
viene
richiamata
dalla
EN
12831
sos3tu3va
UNI
7357.
dove
R1,
R2,
Rn
sono
le
resistenze
di
ciascuno
strato
Rsi
è
la
resistenza
superficiale
interna
Rse
è
la
resistenza
superficiale
esterna
RESISTENZA SUPERFICIALE
q ε = 0.9
La
resistenza
termica
liminare
in
ques3one
è
rela3va
alla
resistenza
termica
complessiva
offerta
dalle
resistenze
in
parallelo
dovute
all’irraggiamento
ed
alla
convezione
alla
superficie
del
solido.
Per
analogia
ele8rica
si
ha:
dove
hr
e
hc
sono
rispeBvamente
i
coefficien3
di
scambio
termico
per
irraggiamento
e
convezione,
e
1/αi
è
la
resistenza
termica
liminare.
La
resistenza
termica
globale
è,
quindi,
data
dalla
sommatoria
delle
resistenze
termiche
liminari
sulle
due
facce,
interna
ed
esterna,
del
componente
e
dalla
resistenza
termica
per
conduzione:
[m²K/W]
[W/m²K]
dove
1/αi
e
1/αe
sono
rispeBvamente
le
resistenze
termiche
liminari
sulla
faccia
interna
ed
esterna
del
componente,
e
Σ
Rint
rappresenta
la
resistenza
termica
interna
per
conduzione.
La
formula
che
abbiamo
introdo8o
per
il
calcolo
della
resistenza
dei
singoli
stra3
è
applicabile
solo
a
materiali
omogenei.
Per
materiali
non
omogenei,
quali
intercapedini
d’aria,
non
è
possibile
definire
una
conduBvità
ma
viene
definita
una
grandezza
chiamata
CONDUTTANZA
[W/m2K],
ed
è
l’inverso
della
resistenza:
INTERCAPEDINI D’ARIA
Ipotesi
Si
abbiano
due
facce
parallele
tra
loro
e
perpendicolari
al
flusso
di
IPOTESI:
loro
e
calore
con
emissività
>
0.8,
spessore
<
10%
delle
altre
due
-‐ facce
parallele
tra dimensioni
e
comunque
<
0.3
m.
Esse
possono
essere:
so
di
perpendicolari
al
flus
calore
q NON
VENTILATE
-‐
ε
>
0.8
apertura
di
500
mm2
per
metro
di
lunghezza
-‐ S
<
0.3
m
q DEBOLMENTE
VENTILATE
500
<
apertura
<
1500
mm2
per
metro
di
lunghezza
in
cui:
Ai
è
la
superficie
della
parete
interna
Au
è
la
superficie
della
parete
esterna
SOTTOTETTO
Il
calcolo
della
trasmi8anza
per
una
stru8ura
opaca
è
dipendente
da
mol3
fa8ori,
anzitu8o
dalla
condizione
dell’edificio,
quindi
se
esso
è
nuovo
o
già
esistente.
Il
diagramma
so8ostante
dà
una
indicazione
delle
vie
da
seguire
in
questa
valutazione:
In
sintesi,
per
edifici
di
nuova
costruzione,
la
trasmi8anza
di
una
stru8ura
è
principalmente
dipendente
dalla
conducibilità
del
materiale
isolante
e
dal
suo
spessore.
4 MUR Laterizi
fora3
sp.8
cm.
rif.
1.1.19 0,080 62,00 0,2000 0,400
5 INT Intonaco
di
calce
e
gesso 0,015 21,00 0,0214 0,150
Superficie
interna 0,1300 0,200
In
tabella
è
esplicitato
il
ragionamento
precedente.
Si
nota
che
per
l’EPS,
ad
esempio,
il
valore
è
maggiorato
del
10%.
I
più
diffusi
so•ware
di
calcolo,
possiedono
in
memoria
queste
tabelle
e
ci
perme8ono
di
costruire
delle
pare3
di
cui
poi
viene
valutata
la
trasmi8anza.
In
alterna3va,
se
si
ha
la
possibilità
di
visitare
il
can3ere
in
costruzione,
si
possono
assumere
i
da3
della
conduBvità
non
dalla
norma
tecnica
ma
dall’e3che8a
fornita
dal
produ8ore.
r
lm
m
l
Materiale
da
x
1012
(kg/msPa)
du
x
1012
(kg/msPa)
(kg/m3)
(W/mK)
%
(W/mK)
Si
tra8a
di
fibre
minerali
di
un
cer3ficato
di
conformità;
il
valore
di
conducibilità
dichiarato
λ =
0.035
W/mK.
In
questo
caso
il
valore
di λ non
può
essere
usato
dire8amente
ma
va
corre8o
per
tener
conto
delle
reali
condizioni
di
temperatura
ed
umidità.
VALUTAZIONE DELLA CONDUCIBILITA’ TERMICA CON INDICAZIONI RELATIVE ALLA
MARCATURA CE
Esempio di marcatura CE di fibre minerali con λ = 0.035 W/mK e si ipo3zza un ΔT di 20°C.
dove
fT
è
il
coefficiente
di
conversione
per
la
temperatura
T1
è
la
temperatura
del
primo
insieme
di
condizioni
T2
è
la
temperatura
del
secondo
insieme
di
condizioni
L’immagine
riporta
una
schermata
generica
di
un
so•ware
di
calcolo
che
perme8e
di
costruire
la
stra3grafia
della
stru8ura,
scegliendo
tra
i
materiali
in
archivio,
e
calcolare
così
la
trasmi8anza
della
stru8ura
stessa.
Alcuni
so•ware
perme8ono
di
eseguire
verifiche
termo-‐igrometriche
e
il
calcolo
dei
da3
acus3ci.
PER LA VALUTAZIONE
DELLA TRASMITTANZA
E’
possibile
effe8uare
la
misura
in
opera
della
trasmi8anza
per
mezzo
del
metodo
di
termoflussimetro.
Il
rilevamento
termoflussimetrico
può
avvenire
solo
in
presenza
di
una
differenza
di
temperatura
tra
i
due
la3
della
parete:
per
questa
ragione
è
La
trasmiGanza
della
struGura
importante
pianificare
l'analisi
in
un
periodo
dell'anno
in
cui
vi
sia
una
certa
differenza
tra
temperatura
interna
all'immobile
e
quella
esterna.
L'operazione
di
misura
inizia
con
posa
in
opera
dei
sensori:
sono
necessari
Da
simulazione
agli
elemen3
almeno
due
sensori
di
temperatura
e
uno
di
flusso
termico.
Il
sensore
di
fini3
flusso
termico
viene
posto
a
conta8o
con
la
parete
dal
"lato
caldo"
mentre
i
sensori
di
temperatura
vengono
pos3
uno
sul
lato
interno
della
parete
e
uno
sul
lato
esterno.
TuB
i
sensori
vengono
collega3
ad
un
datalogger
che
raccoglie,
ad
intervalli
prefissa3,
tuB
i
da3
rileva3.
A
parità
di
differenza
di
temperatura
una
parete
molto
ben
isolata,
farà
passare
un
flusso
termico
Rilevamento
termoflussimetrico
inferiore
rispe8o
ad
una
parete
mal
isolata:
i
da3
raccol3
con
il
termoflussimetro
consentono
pertanto
di
quan3ficare
la
reale
capacità
di
isolamento.
Da
differenza
di
temperatura
LA VALUTAZIONE DELLA TRASMITTANZA
DI UNA STRUTTURA OMOGENEA
energe-ca:
Quan-tà
di
energia
LA
PRESTAZIONE
ENERGETICA
SECONDO
LA
DIRETTIVA
s-mata
o
consumata
EUROPEA
2002/91
per
i
bisogni
La
prestazione
energe-ca
di
un
edificio
esprime
la
quan-tà
di
energia
s-mata
o
effemvamente
consumata
per
soddisfare
i
diversi
bisogni
(riscaldamento
ambiente,
riscaldamento
dell’acqua,
raffrescamento,
ven3lazione,
illuminazione
…)
connessi
ad
un
uso
standard
dell’edificio.
TIPI DI VALUTAZIONE ENERGETICA
OBmizzazione,
Ada8a
all’utenza A
seconda
dello
scopo Reale validazione,
proge8o
di
riqualificazione
Cer3ficato,
D’Esercizio Misurata Reale
Reale Reale
regolamen3
UNI TS 11300
In
base
alla
norma
UNI
TS
11300
le
prestazioni
energe3che
degli
edifici
sono
suddivise
in
qua8ro
par3:
• per raffrescamento
§ di proge8o
§ standard
2. Se richiesta, definizione dei confini delle diverse zone di calcolo.
§ le temperature interne di regolazione per il riscaldamento differiscono di non oltre 4 K;
§ gli
ambien3
non
sono
raffresca3
o
comunque
le
temperature
interne
di
regolazione
per
il
raffrescamento
differiscono
di
non
oltre
4
K;
§ gli
ambien3
sono
servi3
dallo
stesso
impianto
di
riscaldamento;
§ se
vi
è
un
impianto
di
ven3lazione
meccanica,
almeno
l’80%
dell’area
clima3zzata
è
servita
dallo
stesso
impianto
di
ven3lazione
con
tassi
di
ven3lazione
nei
diversi
ambien3
che
non
differiscono
di
un
fa8ore
superiore
a
4
Perciò,
per
ogni
zona
dell’edificio
e
per
ogni
mese
si
avrà:
Dove:
QC,nd è il fabbisogno ideale di energia dell’edificio per il raffrescamento
QC,tr
è
lo
scambio
termico
per
trasmissione
nel
caso
di
raffrescamento
QH,ve
è
lo
scambio
termico
per
ven3lazione
nel
caso
di
riscaldamento
QC,ve è lo scambio termico per ven3lazione nel caso di raffrescamento
Clima-zzazione
invernale
Per
tu8e
le
categorie
di
edifici
ad
esclusione
delle
categorie
E.6(1),
E.6(2)
e
E.8,
si
assume
una
temperatura
interna
costante
pari
a
20
°C.
Clima-zzazione
es-va
Per
tu8e
le
categorie
di
edifici
ad
esclusione
delle
categorie
E.6(1)
e
E.6(2)
si
assume
una
temperatura
interna
costante
pari
a
26
°C.
VENTILAZIONE NATURALE
§ per
gli
edifici
residenziali
si
assume
un
tasso
di
ricambio
d'aria
pari
a
0,3
vol/h;
§ per
tuB
gli
altri
edifici
si
assumono
i
tassi
di
ricambio
d'aria
riporta3
nella
UNI
10339.
I
valori
degli
indici
di
affollamento
sono
assun3
pari
al
60%
di
quelli
riporta3
sulla
sudde8a
norma
ai
fini
della
determinazione
della
portata
di
proge8o.
VENTILAZIONE MECCANICA
Per
gli
edifici
dota3
di
sistemi
di
ven3lazione
meccanica
a
semplice
flusso
(aspirazione)
il
tasso
di
ricambio
d'aria
è
fissato
pari
a:
Qve
=
Qve,des
·∙
k
ove
Qve,des
è
la
portata
d'aria
di
proge8o
e
k
è
un
coefficiente
di
contemporaneità
di
u3lizzo
delle
bocche8e
aspiran3.
In
assenza
di
da3
di
proge8o
a8endibili
o
comunque
di
informazioni
più
precise,
si
può
assumere
k
=
1
per
sistemi
a
portata
fissa,
k
=
0,6
per
ven3lazione
igro-‐regolabile.
Per
gli
edifici
dota3
di
sistemi
di
ven3lazione
meccanica
a
doppio
flusso
il
tasso
di
ricambio
d'aria
è
fissato
pari
a:
Qve
=
Qve,des
·∙
(1
-‐
ηve)
dove
Qve,des
è
la
portata
d'aria
di
proge8o
del
sistema
per
ven3lazione
meccanica,
ηve
è
il
fa8ore
di
efficienza
dell'eventuale
recuperatore
di
calore
dell'aria
(pari
a
0
se
assente).
APPENDICI A – B – C
DELLA NORMA 11300-1:
EDIFICI ESISTENTI
Determinazione
semplificata
del
volume
ne8o
e
dalla
Des3nazione
d’uso,
spessore
delle
pare3
superficie
ne8a
del
pavimento
Edificio
Contesto
esterno Ombreggiatura
di
elemen3
esterni Angolo
medio
sull’orizzonte,
mese,
orientamento
Determinazione
forfe8aria
dell’effe8o
dei
pon3
Tipo
di
stru8ura
edilizia
termici
Fa8ore
di
correzione
precalcolato
dello
scambio
Tipo
di
ambiente
confinante
termico
tra
ambiente
clima3zzato
e
non
Involucro
edilizio
Stru8ura
edilizia Valori
precalcola3
della
capacità
termica
interna Numero
di
piani,
cara8eris3che
di
intonaci,
pare3
esterne
e
pavimen3
DETERMINAZIONE
SEMPLIFICATA
DELLA TRASMITTANZA TERMICA
DI PARETE
Muratura
di
Muratura
di
Parete
a
cassa
Spessore
Muratura
di
pietrame
maGoni
pieni
Pannello
maGoni
semipieni
vuota
con
maGoni
[m] intonacata intonaca-
sulle
due
prefabbricato
in
cls
o
tufo fora-
facce
0,15 -‐ 2,59 2,19 3,59 -‐
0,21 -‐ 2,28 1,96 3,28 -‐
0,25 -‐ 2,01 1,76 3,02 1,20
0,30 2,99 1,77 1,57 2,80 1,15
0,35 2,76 1,56 1,41 2,61 1,10
0,40 2,57 1,39 1,26 2,44 1,10
0,45 2,40 1,25 1,14 -‐ 1,10
0,50 2,25 1,14 1,04 -‐ 1,10
0,55 2,11 1,07 1,96 -‐ -‐
0,60 2,00 1,04 0,90
ABACO DELLE STRUTTURE MURARIE
9
Riprendendo
lo
schema
sul
bilancio
energe3co
di
un
edificio,
vediamo,
in
base
alle
ipotesi
di
calcolo
introdo8e,
come
eseguire
il
calcolo
delle
varie
componen3
del
bilancio
termico
dell’edificio
in
modo
tale
da
calcolare
il
Qh
(fabbisogno
di
energia
ne8a).
DESCRIZIONE SINTETICA
PROCEDIMENTO CALCOLO
PER VALUTAZIONI STANDARD
4.
Calcolare
per
ogni
mese
e
per
ogni
zona
termica
dei
fabbisogni
neB
per
riscaldamento
e
raffrescamento.
5.
Sommare
i
vari
contribu3
per
il
mese
e
poi
per
la
stagione.
FABBISOGNO PER RISCALDAMENTO
E RAFFRESCAMENTO
L’equazione
di
bilancio
termico
è
iden3ca
per
il
calcolo
del
fabbisogno
di
energia
termica
da
fornire
all’edificio
QH
durante
l’inverno
e
il
fabbisogno
di
energia
termica
da
so8rarre
all’edificio
QC
durante
l’estate.
La
differenza
sta
nel
segno
dei
componen3:
gli
appor3
solari
e
gratui3
che
durante
l’inverno
cos3tuiscono
voce
di
entrata
che
alleggerisce
il
fabbisogno,
d’estate
sono
causa
di
discomort,
mentre
le
dispersioni
per
trasmissione
e
ven3lazione
che
durante
l’invento
provocano
indesiderate
perdite
di
calore,
sono
voce
posi3va
durante
il
periodo
es3vo.
Procediamo
al
calcolo
di
ciascun
componente
dove:
Htr,adj è il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione della zona considerata, corre8o per tener conto della differenza di
θint,set,H è la temperatura interna di regolazione per il riscaldamento della zona considerata, espressa in °C;
Fr,k è il fa8ore di vista tra il componente edilizio k-‐esimo e la volta celeste;
φr,mn,k è l’extra flusso termico dovuto alla radiazione infrarossa verso la volta celeste dal componente edilizio k-‐esimo, mediato sul
t
è
la
durata
del
mese
considerato
espresso
in
mega
secondi
(Ms).
COEFFICIENTE
DI
SCAMBIO
TERMICO
PER
TRASMISSIONE
in cui:
HD è il coefficiente di scambio termico dire8o per trasmissione verso l’ambiente esterno, espresso in W/K;
Hg è il coefficiente di scambio termico stazionario per trasmissione verso il terreno, espresso in W/K;
HU è il coefficiente di scambio termico per trasmissione a8raverso gli ambien3 non clima3zza3, espresso in W/K;
HA è il coefficiente di scambio termico per trasmissione verso altre zone (interne o meno dell’edificio) clima3zzate a
Al,k, l’area lorda dell’elemento k-‐esimo, termicamente uniforme, che separa l’ambiente clima3zzato dall’esterno, espressa in
m2;
UC,k la trasmi8anza termica corre8a dell’elemento k-‐esimo, termicamente uniforme, che separa l’ambiente clima3zzato
btr, il fa8ore di correzione dello scambio termico verso l’ambiente esterno, pari a 1.
Si
ha,
perciò:
Per
il
calcolo
del
coefficiente
di
scambio
termico
per
trasmissione
è
necessario
calcolare
la
superficie
lorda
dell’elemento
disperdente
calcolata
al
lordo
delle
murature
esterne
e
dei
solai,
considera3
per
l’intero
loro
spessore
se
confinano
con
l’esterno
o
con
ambien3
riscalda3,
per
metà
del
loro
spessore
se
confinano
con
ambien3
riscalda3.
vetri:
UNI
EN
ISO
10077-‐1;
pare3:
UNI
10351,
UNI
solai:
UNI
10355,
UNI
EN
EN
1754
o
da3
1745
o
da3
dichiara3
dal
dichiara3
dal
produ8ore
CE
produ8ore
CE
facciate
con3nue
trasparen3:
UNI
EN
13947.
Si
considerano
conduzione,
convezione
e
irraggiamento.
Per
tener
conto
della
convezione
e
dell’irraggiamento
sulla
superficie
interna
e
su
quella
esterna
della
parete
si
introducono
le
resistenze
superficiali
(Ri
interno
ed
Re
esterno)
da
norma
UNI
EN
ISO
6946.
Le
appendici
A,
B
e
C
riportano
alcune
stru8ure
opache
e
trasparen3
già
calcolate,
da
usare
solo
in
mancanza
di
da3
di
proge8o.
RESISTENZE SUPERFICIALI
§ disomogeneità
termica
dei
materiali
che
compongono
uno
strato
(ad
esempio
la
composizione
di
un
solaio
o
la
presenza
di
un
pilastro
di
cemento
armato
in
una
parete
di
materiale
diverso;
§ disomogeneità
geometrica
(angoli
di
parete
o
incroci,
ecc.).
La
presenza
di
un
ponte
termico
comporta,
in
generale,
una
diversa
distribuzione
delle
temperature
sia
superficiali
che
interne
al
diaframma
e
quindi
un
aumento
della
quan3tà
di
calore
disperso.
Nella
pra3ca
generale
la
presenza
di
un
ponte
termico
viene
affrontata
fornendo
semplicemente
una
maggiore
quan3tà
di
calore
all'ambiente,
so8ovalutando
l'aspe8o
della
diversa
distribuzione
delle
temperature,
sulla
parete,
che
può
portare
a
formazione
di
condensa.
PONTI TERMICI
SECONDO LA NORMA EN 14683
in
cui
ψ
è
la
trasmi8anza
lineare
(W/mK)
L
è
la
lunghezza
di
ogni
giunto
χ
è
il
ponte
termico
puntuale
(U⋅A)
è
definito
per
pare3
opache
e
trasparen3
Il
valore
della
trasmi8anza
termica
lineare
ψ
è
tabellato
in
base
al
3po
di
ponte
termico
presente
nella
stru8ura
(solaio,
pilastro,
angolo
…):
alcune
3pologie
sono
riportate
in
figura.
PONTI TERMICI:
SE L’EDIFICIO È ESISTENTE
Parete con isolamento all’esterno (cappo8o) senza aggeB/balconi e pon3 termici correB 0.05
Il
coefficiente
di
scambio
termico
stazionario
per
trasmissione
verso
il
terreno
è
semplicemente
il
prodo8o
tra
l’area
dell’elemento,espressa
in
m2
(A),
la
trasmi8anza
termica
della
parete
sospesa
del
pavimento,
espressa
in
W/m2K
(Uf)
ed
il
fa8ore
di
correzione
dello
scambio
termico
tra
l’ambiente
interno
ed
il
terreno
(btr):
Hg
=
A⋅
Uf
⋅btr
Per
calcolare
Uf
bisogna
tener
conto
dello
strato
che
separa
il
pavimento
dal
terreno
o
dall’ambiente
so8ostante.
Mentre
il
fa8ore
btr
può
essere
pari
a:
Per
nuovi
edifici
si
fa
riferimento
alla
norma
UNI
EN
ISO
13370.
COEFFICIENTE DI SCAMBIO TERMICO
PER TRASMISSIONE ATTRAVERSO
GLI AMBIENTI NON CLIMATIZZATI
Il
coefficiente
termico
per
trasmissione
in
“altro
ambiente”
è
definito
come
segue:
HU
=
Hiu
⋅
btr
in
cui:
Hiu
è
il
coefficiente
globale
di
scambio
termico
tra
l’ambiente
clima3zzato
e
l’ambiente
non
clima3zzato,
espresso
in
W/K
Hiu
=
Liu
+
HV,iu
con
Liu
=
LDiu
(trasmissione
pare3)
+
Lsiu
(terreno)
coefficiente
di
accoppiamento
termico
tra
spazio
riscaldato
e
non,
misurato
in
W/K;
HV,iu
=
ρcViu
Viu
è
la
portata
d’aria
tra
lo
spazio
riscaldato
e
quello
non
riscaldato,
in
m3/h.
Tale
portata,
tu8avia,
viene
assunta
pari
a
0
per
non
so8os3mare
la
perdita
di
calore.
Alla
fine,
in
genere,
si
avrà
solo
LDiu
cioè
HD.
btr
è
il
fa8ore
di
correzione
dello
scambio
termico
tra
ambiente
clima3zzato
e
non
clima3zzato,
diverso
da
1
nel
caso
in
cui
la
temperatura
di
quest’ul3mo
sia
diversa
da
quella
dell’ambiente
esterno
btr
=
Hue/(Hiu
+
Hue)
dove
Hue
è
il
coefficiente
globale
di
scambio
termico
tra
ambiente
non
clima3zzato
ed
ambiente
esterno.
Si
può
valutare
btr
,
in
caso
di
edifici
esisten3,
seguendo
la
seguente
tabella:
Ambiente
confinante
Esterno 1.00
Ambiente
con
una
parete
esterna 0.40
Ambiente
senza
serr 0.50
men3
e
con
almeno
due
pare3
esterne
Ambiente
con
serramen3
e
con
almeno
due
pare3
esterne 0.60
Ambien3
con
tre
pare3
esterne 0.80
Piano
interrato
o
seminterrato
senza
finestre
o
serramen3
esterni 0.50
Piano
interrato
o
seminterrato
con
finestre
o
serramen3
esterni 0.80
So8ote8o:
tasso
di
ven3lazione
del
so8ote8o
elevato
senza
rives3mento
con
feltro
o
assito 1.00
So8ote8o:
altro
te8o
non
isolato 0.90
So8ote8o:
te8o
isolato 0.70
Aree
di
circolazione
(
senza
muri
esterni
con
tasso
di
ricambi
d’aria
minore
di
0,5h-‐1) 0
Aree
interne
di
circolazione
liberamente
ven3late
(rapporto
tra
l’area
delle
aperture
e
volume
1.00
dell’ambiente
maggiore
di
0.005
m2/m3)
Coefficiente
di
scambio
termico
per
Per
la
cer3ficazione
le
temperature
trasmissione
verso
altre
zone
(interne
interne
degli
edifici
adiacen3
sono:
o
meno
dell’edificio)
clima-zzate
a
temperatura
diversa
HA
§ in
caso
di
edifici
abita3:
20°C
dove:
EXTRAFLUSSO
DELLA
VOLTA
Rse
è
la
resistenza
termica
esterna
dell’elemento,
espressa
in
m2K/W;
CELESTE
Uc
è
la
trasmi8anza
termica
dell’elemento,
espressa
in
W/m2K;
AC
è
l’area
dell’elemento
espressa
in
m2;
hr
è
il
coefficiente
di
scambio
radia3vo
esterno;
viene
assunto
pari
a
5
ε;
Δθer
è
la
differenza
media
tra
la
temperatura
esterna
e
la
temperatura
apparente
del
cielo;
viene
assunta
pari
a
11
K.
parte
di
energia
emessa
dalle
pare3
verso
la
volta
celeste
Rappresenta
la
parte
di
energia
che
viene
emessa
dalle
pare3
(e
quindi
dispersa)
verso
la
volta
celeste.
Le
perdite
di
calore
a8raverso
l’involucro
sono
determinate
oltre
che
alle
perdite
per
trasmissione,
alle
perdite
per
ven3lazione.
ENERGIA SCAMBIATA
PER VENTILAZIONE
dove:
t
θint,set,H
θe
è
la
durata
del
mese
è
la
temperatura
è
la
temperatura
mensile
considerato,
espressa
interna
di
regolazione
dell’ambiente
esterno,
in
Mega
secondi
(Ms);
per
il
riscaldamento
espressa
in
°C;
della
zona
considerata
espressa
in
°C;
Hve, adj è
il
coefficiente
globale
di
scambio
termico
per
ven3lazione
della
zona
considerata,
corre8o
per
tenere
conto
della
differenza
di
temperatura
interno-‐esterno,
espresso
in
W/K:
dove:
qve,k,mn è la portata mediata sul tempo del flusso d’aria k-‐esimo, espressa in m3/s;
bve,k
è
il
fa8ore
di
correzione
della
temperatura
per
il
flusso
k-‐esimo
pari
a
1.
PORTATA D’ARIA DA CONSIDERARE
RESIDENZIALE:
dove:
dove:
qve,des
è
la
portata
d’aria
mensile
qve,des
è
la
portata
d’aria
media
mensile;
k
è
u n
c o e ffi c i e n t e
d i
η v e
è
i l
f a 8 o r e
d i
e ffi c i e n z a
contemporaneità
di
u3lizzo
delle
dell’eventuale
recuperatore
di
calore
bocche8e
aspiran3.
dell’aria
(pari
a
0
se
assente)
In
assenza
di
da3
precisi:
• k
=
1
se
il
sistema
è
a
portata
fissa;
• k
=
0.6
se
le
bocche8e
sono
igroregolabili
Passiamo
ora
al
calcolo
degli
appor3
gratui3:
APPORTI INTERNI
Unità
Codice U-lizzazione Appor-
medi
globali
misura
Appartamen3
di
superficie
Aapp
fino
a
170
m2 5,294·∙
Aapp
-‐
0,01557
·∙
Aapp2 W
E1
(1)
Appartamen3
di
superficie
Aapp
superiore
a
170
m2 450 W
E1
(3) Edifici
adibi3
ad
albergo,
pensione
ed
aBvità
similari 6 W/m2
E2 Edifici
adibi3
a
uffici
e
assimilabili 6 W/m2
E3 Edifici
adibi3
ad
ospedali,
cliniche
o
case
di
cura
e
assimilabili 8 W/m2
dove:
btr,l
è
il
fa8ore
di
riduzione
per
l’ambiente
non
clima3zzato
avente
la
sorgente
di
calore
interna.
ATTENZIONE!!!
In
caso
si
debbano
considerare,
ad
esempio,
so8oteB
ricordarsi
questo
fa8ore;
Φsol,u,l
è
il
flusso
termico
l-‐esimo
di
origine
solare
nell’ambiente
non
clima3zzato
adiacente
u,
mediato
sul
tempo,
espresso
in
W.
Φsol,u,l
è
il
flusso
termico
k-‐esimo
di
origine
solare,
mediato
sul
tempo,
espresso
in
W:
Φsol,k
=
Fsh,ob,k
⋅
Asol,k
⋅
Isol,k
dove
Fsh,ob,k
è
il
fa8ore
d’ombreggiatura.
Dipenda
da:
§ vicinanza
agli
altri
edifici
§ aggeB
ver3cali
§ aggeB
orizzontali
Asol,k
è
la
superficie
effeBva
di
captazione
(sia
vetrata
che
opaca)
Isol,k
è
l’irradianza
media
mensile
per
orientamento
e
per
inclinazione
(orizzontale
–
ver3cale)
Esiste
a8ualmente
una
nota
per
la
quale
l’ombreggiatura
non
viene
considerata
per
le
superfici
opache.
FATTORE DI OMBREGGIAMENTO Fsh,ob
RESIDENZIALE:
Gli
ombreggiamen3
posso
essere
dovu3
ad
aggeB
orizzontali
ver3cali
o
ad
ostruzioni
esterne.
In
funzione
dell’angolo
e
dell’orientamento
si
trova
il
valore
corrispondente
di
Fhor,
Fov,
Ffin:
Fsh,ob
=
Fhor
⋅
Fov
⋅
Ffin
§ Calcolare
il
valore
di
γH
che
è
il
rapporto
tra
la
somma
degli
appor3
interni
e
solari
e
la
somma
dell’energia
dispersa
per
trasmissione
e
ven3lazione.
Se
§ determinare
τ
ricavando
Cm
(in
J/m2K)
dal
prospe8o
e
ricordando
che
Sdis
è
la
superficie
disperdente
e
Hm
è
la
somma
dei
coefficien3
Htr
e
Hve
Cm
è
la
capacità
termica
areica
dell’involucro,
calcolata
in
via
anali3ca
o
a8raverso
prospe8o
della
norma
UNI
TS
11300.
Calcolare
aH
ponendo
a0
=
1
e
τH,0
=
15
Perciò,
il
valore
di
ηH,gn
dipende
da
γH
in
questo
modo:
Se
γH
>
0
e
γH
≠
1
Se γH = 1
Se
γH
<
0
In
defini3va
il
fa8ore
di
u3lizzazione
dipende
fondamentalmente
da
due
aspeB:
1.
γH
rapporto
tra
la
somma
degli
appor3
interni
e
solari
e
la
somma
dell’energia
dispersa
per
trasmissione
e
ven3lazione:
maggiore
è
tale
rapporto
più
basso
sarà
il
fa8ore
di
u3lizzazione
degli
appor3
gratui3,
in
quanto
γH
alto
indica
un
edificio
con
basse
perdite,
che
quindi
non
ha
bisogno
di
appor3
gratui3;
2.
capacità
termica
dell’involucro
che
rappresenta
la
capacità
che
ha
l’edificio
di
tra8enere
il
calore
e
rilasciarlo
gradualmente.
Ora
si
può
calcolare
il
fabbisogno
ne8o
di
energia
per
il
riscaldamento:
dove:
è
la
resistenza
termica
di
uno
o
più
stra3
di
materiale
omogeneo,
in
cui
s
è
lo
spessore
misurato
in
m
e λ è
la
conduBvità
termica
del
materiale
in
W/m
K;
è
la
resistenza
termica
di
stra3
di
materiale
non
omogeneo,
in
cui
C
è
la
condu8anza
dello
strato
espressa
in
W/m²
K;
è
la
resistenza
termica
di
emissione,
in
cui
he
è
l'addu8anza
sulla
faccia
esterna
della
parete
misurata
in
W/m²
K.
ESEMPIO 1
CALCOLO DELLA TRASMITTANZA
UNITARIA DI UNA PARETE
Calcolare la trasmi8anza unitaria U di una parete ver3cale così composta (dall’interno verso l’esterno):
DESCRIZIONE
STRATO
s
λ C
ρ R
N.
(dall’interno
verso
l’esterno) [m] [W/mK] [W/m2K] [kg/m3] [m2/KW]
L’obieBvo è quello di mantenere posi3vo il rapporto tra dispersioni ed appor3 termici:
In
par3colare
il
calore
disperso
per
trasmissione
può
“essere
disperso”
a8raverso
il
terreno,
l’involucro
esterno
o
le
pare3
che
dividono
l’edificio
da
altri
ambien3
chiusi.
L’influenza
delle
dispersioni
a8raverso
il
terreno
è
notevole
per
cui
assume
un’importanza
fondamentale
l’isolamento
della
fondazione
che
solitamente
viene
realizzata
a8raverso
un
vespaio
areato
isolato
come
rappresentato
in
figura.
I PONTI TERMICI
L’energia
persa
per
ven3lazione,
che
oggi
è
una
voce
del
Ql,
è
stato
indicato
come
EPi
dalla
direBva
sull’EPBD
(Energy
Performance
of
Buildings
Direc;ve).
ð stru8ure
opache
ver3cali,
oBma
la
soluzione
“a
cappo8o”
purchè
lo
consentano
la
geometria
dell’edificio
e
il
rives3mento
di
facciata;
più
complesso
l’intervento
con
isolamento
dall’interno
sia
perché
so8rae
superficie
u3le,
sia
perché
maggiormente
sogge8o
a
fenomeni
di
condensa
(occorrerà
effe8uare
la
verifica
di
Glaser).
ISOLAMENTO DALL’ESTERNO –
INTONACO ISOLANTE
La
facciata
ven3lata
sfru8a
la
ven3lazione
di
una
camera
d’aria
creata
fra
l’isolante
ed
il
rives3mento
esterno.
Quest’ul3mo
può
essere
cos3tuito
da
elemen3
di
varia
natura:
lapidei,
terreco8e,
metallici,
plas3ci,
conglomera3
cemen3zi
fibrorinforzan3,
ceramici.
Le
pare3
ven3late
sono
proge8ate
e
realizzate
per
dar
luogo,
nell’intercapedine,
ad
un
flusso
d’aria
ascendente
azionato
dalla
prevalenza
naturale
dovuta
alla
differenza
di
temperatura
fra
l’aria
presente
nell’intercapedine
e
quella
presente
in
ingresso
della
stessa,
tale
effe8o
è
de8o
“effe8o
camino”.
Sistema
ven;lato
ISOLAMENTO DELL’INTERCAPEDINE
Isolamento
dall’interno
ISOLAMENTO DELLE COPERTURE
PIANE TETTO ROVESCIO
Questa
è
una
soluzione
ado8abile
per
tuB
i
3pi
di
ul3mo
solaio.
E’
un
rives3mento
in
estradosso
di
solaio
su
spazi
aper3,
realizzato
con
feltri
isolan3
termo-‐acus3ci
appoggia3
sulla
sole8a
dove
la
pedonabilità
non
è
richiesta
o
è
limitata
ai
soli
fini
manuten3vi.
• tenuta dell’acqua
• isolamento termico
• isolamento acus3co
• sicurezza an3effrazione
UNI
EN
12207:2000
“Finestre
e
porte.
UNI
EN
12208:2000
“Finestre
e
porte.
Permeabilità
all’aria.
Classificazione”:
Tenuta
all’acqua.
Classificazione”:
definisce
la
classificazione
dei
risulta3
di
definisce
la
classificazione
dei
risulta3
prova
di
finestre
e
porte
so8oposte
alla
di
prova
di
finestre
e
porte
so8oposte
prova
di
permeabilità
all’aria. alla
prova
di
tenuta
all’acqua.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Daylight
Ingresso
luce
naturale
Ingresso
radiazione
solare
Dispersioni termiche
Controllo
Carichi
termici
es3vi
Abbagliamento
e
fonoisolamento
Il
daylight,
ovvero
la
presenza
di
illuminazione
naturale
degli
ambien3
interni,
consente:
Incidenza
percentuale
dell’illuminazione
del
totale
dei
consumi
ele8rici
negli
edifici
Uffici 50%
Ospedali 20%-‐30%
Industria 15%
Scuole 10%-‐15%
Livelli
inadegua3
di
illuminazione
negli
ambien3
interni
provocano:
§ l’assenza di visione esterna provoca discomfort psicologico (ospedali, scuole, industrie)
Comfort
Discomfort
Illuminazione
Controluce
diffusa
BARRIERA TERMICA
3.
l’illuminazione
naturale
7.
la
penetrazione
della
radiazione
dell’interno
garan3sce
solare
favorisce
l’efficienza
risparmio
energe3co
e
energe3ca;
comfort
visivo;
8.
genera
un
carico
termico
non
4.
crea
la
possibilità
di
desiderato
nel
periodo
es3vo.
abbagliamento
o
di
for3
differenze
di
luminanza;
TERMOGRAFIA
PRESTAZIONI SPETTROFOTOMETRICHE
I
coefficien3
sono
in
funzione
della
lunghezza
d’onda
λ
e
dall’angolo
di
incidenza
θ
della
radiazione
solare
incidente:
Lo
stesso
ragionamento
è
applicabile
alla
componente
energe3ca
della
radiazione
luminosa.
In
questo
caso,
il
comportamento
spe8rofotometrico
dei
materiali
nei
confron3
della
radiazione
solare
è
quan3ficato
dai
coefficien3:
di riflessione (energe3ca)
di trasmissione (energe3ca)
di assorbimento (energe3co)
Questo
comporta
la
riduzione
dei
consumi
energe3ci
nonché
delle
spese
economiche
per
il
riscaldamento
invernale
e
per
il
raffrescamento
es3vo.
PRESTAZIONI TERMICHE
2.
clima
caldo
o
edifici
con
eleva3
carichi
termici:
tenere
so8o
controllo
i
carichi
solari;
Per
poter
ridurre
le
dispersioni
nel
sistema
finestra
è
possibile
agire
sulla
componente
vetro
o
sulla
componente
telaio,
per
cui
andremo
ad
analizzare
le
varie
soluzioni
tecnologiche.
Le
superfici
trasparen3
hanno
una
massa
rido8a
e,
quindi,
concorrono
in
minima
parte
alla
funzione
di
volano
termico.
Questa
proprietà
facilita
le
dispersioni
termiche
a8raverso
i
vetri
per
convezione,
conduzione
e
irraggiamento.
CONDUZIONE:
si
manifesta
lungo
lo
spessore
della
lastra.
Il
telaio
e
il
vetro
conducono
calore
verso
l’esterno
dell’edificio.
CONVEZIONE:
la
differenza
di
temperatura
tra
interno
ed
esterno
innesca
dei
mo3
conveBvi
in
prossimità
degli
infissi.
L’aria
calda
interna
tende
ad
uscire
a8raverso
gli
spifferi
lascia3
dai
serramen3
non
perfe8amente
chiusi.
Si
può
ovviare
a
questo
problema
u3lizzando
opportune
guarnizioni
che
migliorano
l’erme3cità
del
serramento.
IRRAGGIAMENTO:
a8raverso
il
vetro,
il
calore
interno
si
irradia
all’esterno
so8oforma
di
radiazioni
infrarosse.
CONDUZIONE
Indica
il
trasferimento
di
calore
tra
due
corpi
a
conta8o
dire8o
tra
loro.
Si
verifica
senza
alcuno
spostamento
di
materia.
Il
flusso
di
calore
tra
due
facce
di
vetro
(di
area
A
e
spessore
s)
dipende
dalla
differenza
di
temperatura
(dt)
tra
di
esse
e
dalla
conducibilità
termica
del
materiale.
La
conducibilità
termica
del
vetro
è
abbastanza
elevata:
Si vedano in tabella i valori di conducibilità termica di alcuni materiali:
Acciaio 52.335
Acqua
(liquida
in
quiete
a
20°C) 0.63
Alcool 0.21
Alluminio 21
Aria
(in
quiete
a
20°C) 0.026
Argento
420
Asfalto 0.64
Caucciù 0.13-‐0.23
Oro 299
CONVEZIONE
Indica
il
trasferimento
di
calore
tra
la
superficie
di
un
solido
e
un
fluido,
allo
stato
liquido
o
gassoso.
Il
meccanismo
è
accompagnato
dallo
spostamento
di
materia.
La
convezione
è
causata
dalla
differenza
di
temperatura
tra
interno
ed
esterno
che
innesca
dei
mo3
conveBvi
in
prossimità
della
vetrata.
I
coefficien3
di
scambio
termico
dipendono
dalla
velocità
del
vento,
dalla
temperatura
e
dall’emissività
del
materiale.
I
valori
normalizza3
dei
coefficien3
di
scambio
termico
esterno
ed
interno
sono:
Svolge
un
ruolo
prevalente
nel
calcolo
delle
dissipazioni
termiche
anche
il
vento.
IRRAGGIAMENTO
Indica
il
calore
trasferito
a8raverso
onde
ele8romagne3che
tra
due
corpi
a
temperatura
differente.
A8raverso
il
vetro,
il
calore
interno
si
irradia
all’esterno
so8oforma
di
radiazioni
infrarosse
e
il
flusso
termico
è
proporzionale
all’emissività
dei
corpi:
a
una
scarsa
emissività
corrisponde
uno
scambio
termico
rido8o.
Il
vetro
tradizionale
ha
un’emissività
abbastanza
alta
(0,837)
e,
quindi,
favorisce
gli
scambi
termici.
L’uso
di
coa3ng
a
bassa
emissività
può
ridurre
il
valore
fino
a
0,1.
Gli
scambi
termici
che
si
verificano
a 8 r a v e r s o
u n a
p a r e t e
p e r
[W/m2K]
c o n d u z i o n e ,
c o n v e z i o n e
e
irraggiamento
sono
espressi
dalla
t r a s m i 8 a n z a
t e r m i c a
( U )
c h e
rappresenta
il
flusso
di
calore
che
a8raversa
1
m2
di
superficie
per
una
differenza
di
temperatura
di
1
K
tra
i
due
la3
della
superficie
nell’unità
di
tempo.
Questo
parametro
ha
fondamentale
importanza
nel
calcolo
delle
dispersioni
energe3che
invernali,
quando
il
flusso
termico
procede
dall’interno
verso
l’esterno
dell’edificio.
Si
ricorda
che
la
trasmi8anza
è
l’inverso
della
resistenza
termica:
e
INNOVAZIONE NEL “SISTEMA
FINESTRA”
Le
fasi
dell’innovazione
nel
“sistema
finestra”
Aumento
dello
spessore
dei
vetri
Uso
di
doppi
o
tripli
vetri
Scelta
di
telai
a
elevato
con
intercapedine
areata
isolamento
termico
conduzione
(le
dissipazioni
sono
poco
contenute:
un
vetro
di
5
mm
ha
Ug
=
convezione
conduzione
e
convezione
5,88
W/m2K
mentre
uno
da
10
mm
ha
Ug
=
5,71
W/m2K
INNOVAZIONE NEL “SISTEMA
FINESTRA”
Le
fasi
dell’innovazione
nel
“sistema
finestra”
Uso
di
distanziatori
dota3
di
bassa
Tra8amento
superficiale
dei
vetri
Uso
di
doppi
vetri
con
conduBvità
termica
con
pellicole,
con
conseguente
intercapedine
con
gas
dota3
di
riduzione
dell’emissività
minore
conduBvità
termica
conduzione
irraggiamento
convezione
Vetro
colato
Vetro
an-co
Vetro
3rato
Vetro
chiaro Vetro
float
Vetro
colorato Vetro
colorato
in
pasta
Vetro
a
controllo
solare:
cristallo
rifle8ente
con
rives3mento
piroli3co
Vetro
a
controllo
solare:
cristallo
rifle8ente
con
rives3mento
magnetronico
Vetri
evolu-
Vetro
a
isolamento
termico
rinforzato:
vetro
basso
emissivo
Vetro
seleBvo
Vetro
autopulente Vetro
autopulente
Vetro
stra3ficato
Vetro
di
sicurezza Vetro
temperato
Vetro
an3nfortunio,
an3vandalismo
e
an3proieBle
Sistemi
di
schermatura
solare
Sistemi
di
controllo
solare
Sistemi
di
controllo
solare Sistemi
a
conduzione
luminosa
Sistemi
a
diffusione
luminosa
Sistemi
di
trasporto
luminoso
EVOLUZIONE DEL VETRO
Il
vetro
colato
viene
prodo8o
per
colata:
le
materie
prime
vengono
introdo8e
a8raverso
la
tramoggia
in
un
forno
con3nuo
alimentato
a
gas
o
na•a.
Prima
di
entrare
nei
bruciatori,
l’aria
di
combus3one
viene
riscaldata
da
due
recuperatori,
cos3tui3
da
blocchi
di
materiale
refra8ario.
Ogni
ven3
minu3
circa
i
due
recuperatori
si
scambiano
i
ruoli:
uno
si
scalda
a
conta8o
con
i
gas
di
combus3one,
l’altro
fornisce
il
calore
all’aria
di
combus3one.
La
miscela
comincia
a
fondere
intorno
ai
1550°C,
poi
procede
verso
la
zona
di
raffreddamento,
dove
si
ha
la
fase
di
affinazione
(eliminazione
delle
bolle,
eventuale
decolorazione),
alla
temperatura
di
800-‐1200°C.
VETRO TIRATO
Il
vetro
float
si
comporta
termicamente
in
modo
standard:
della
radiazione
incidente
una
piccola
parte
viene
riflessa,
una
parte
consistente
viene
trasmessa
e
una
porzione
viene
assorbita.
Della
porzione
assorbita
una
percentuale
verrà
poi
re
irraggiata
all’interno,
mentre
una
porzione
verrà
emessa
all’esterno.
VETRO COLORATO
I
vetri
colora-
in
pasta
derivano
dal
vetro
float
con
l’impiego
di
coloran3
nella
pasta
vetrosa.
Hanno
una
composizione
fosfa3ca
(70%
ossido
di
fosforo
P2O5)
con
l’aggiunta
di
ossidi
metallici
(ferro,
cobalto,
cromo,
vanadio
e
rame)
che
assorbono
le
radiazioni
infrarosse,
senza
ostacolare
le
radiazioni
visibili.
Gli
ossidi
di
ferro
comportano
un
assorbimento
seleBvo
e
riducono
la
trasparenza
del
vetro.
La
colorazione
dipende
dalla
natura
dell’ossido
metallico,
dalla
composizione
del
vetro
e
dallo
stato
di
ossidazione
del
metallo
presente
nell’ossido.
VETRO COLORATO
FUNZIONAMENTO
Alcuni
esempi
di
u;lizzo
di
vetri
a
Rifle8ono
verso
l’esterno
della
vetrata
una
frazione
notevole
della
radiazione
controllo
solare: incidente,
fornendo
un
buon
isolamento
termico
e
una
riduzione
della
luminosità.
APPLICABILITA’
Grandi
superfici
vetrate
Edifici
high-‐tech
Par3colari
condizioni
geografiche
o
di
esposizione
cara8erizzate
da
eccessivo
surriscaldamento
e
discomfort
luminoso.
NON
APPLICABILITA’
Recupero
di
edifici
dota3
di
valore
storico-‐archite8onico.
VETRO BASSO EMISSIVO
Sono
prodoB
tramite
il
deposito
di
più
stra3
di
ossidi
metallici
(Bi2O3,
In2O3,
SnO2,
TiO2,
ZnO
e
ZnS)
e
metalli
o8enu3
per
polverizzazione
catodica
so8o
vuoto
spinto
in
campo
ele8romagne3co
di
elevata
densità.
Le
proprietà
migliori
sono
o8enute
con
deposi3
di
rame
e
argento.
Che
hanno
un
elevato
costo.
Buone
prestazioni
si
hanno
anche
con
il
nitrato
di
3tanio
e
l’alluminio.
La
tabella
riporta
alcuni
nomi
commerciali
delle
principali
case
costru8rici
di
vetri.
VETRO BASSO EMISSIVO
FUNZIONAMENTO
Hanno
un
elevato
coefficiente
di
riflessione
e
rifle8ono
verso
l’interno
fino
al
90%
delle
radiazioni
prodo8e
oltre
i
2,5
mm,
impedendone
la
fuoriuscita.
La
trasmiBvità
alla
luce
solare
rimane
invariata.
APPLICABILITA'
AdaB
per
aumentare
l’isolamento
termico
dell’edificio
AdaB
sulle
facciate
esposte
a
Nord
AdaB
in
climi
freddi
o
tempera3
VETRO SELETTIVO
FUNZIONAMENTO
Il
vetro
ha
prestazioni
intermedie
rispe8o
al
cristallo
rifle8ente
e
al
vetro
basso
emissivo.
Perme8ono
un
buon
passaggio
del
flusso
luminoso
a
fronte
di
un
limitato
apporto
energe3co
della
radiazione
solare.
APPLICABILITA'
Aree
clima3che
cara8erizzate
da
condizioni
clima3che
variabili
in
estate
e
in
inverno.
VETRO SELETTIVO
La tabella riporta alcuni nomi commerciali delle principali case costru8rici di vetri:
Bioclean Ac3v
Planitherm
Ac3v
Suncool
Futur
N
VETRO DI SICUREZZA
La
norma
UNI
7697:2007
il
cui
rispe8o
Scuole,
ospedali
e
assimilabili:
tuB
i
è
obbligatorio
perché
richiamata
dal
vetri
interni
devono
essere
di
D.Lgs.
206/2005
e
dalla
legge
229
del
sicurezza,
i
vetri
esterni
possono
2003
(a8ua3vi
delle
direBve
europee
essere
di
sicurezza;
2001/05
CE
e
95/59/CEE)
obbliga
l’inserimento
di
vetri
di
sicurezza
nelle
seguen3
funzioni:
Parapem:
devono
essere
u3lizza3
vetri
stra3fica3
an3caduta
intelaia3
Terziario:
i
vetri
esterni,
se
entrano
in
sui
qua8ro
la3.
conta8o
con
le
persone,
devono
essere
di
sicurezza
indipendentemente
dall’altezza
di
posa
rispe8o
al
piano
di
calpes3o;
Residenziale:
i
vetri
interni
ed
esterni
che
hanno
il
lato
inferiore
posto
a
meno
di
1
m
dal
piano
di
calpes3o
devono
essere
stra3fica3
o
tempra3;
VETRO DI SICUREZZA
§ sigillante
primario
(polisobu-lene),
cioè
un
mas3ce
di
adesione
tra
i
pannelli
vetra3
che
garan3sce
la
tenuta
dell’intercapedine
§ essiccante
(zeolite),
che
assorbe
il
vapor
d’acqua,
evitando
la
condensa
all’interno
dell’intercapedine.
VETRO SINGOLO
In
tabella
sono
riporta3
i
valori
di
trasmi8anza
per
diversi
3pi
di
vetro
float
calcola3
secondo
la
norma
UNI
EN
673:2005:
confronto
tra
vetri
semplici,
vetri
con
un’intercapedine
d’aria,
di
argon,
di
kripton.
I
vetri
hanno
uno
spessore
di
6
mm
e
le
intercapedini
di
12
mm.
§ Legno
§ Materiali
polimerici
(PVC)
con
anima
in
metallo
§ Profilato
metallico
(alluminio,
acciaio)
con
taglio
termico
§ Misto
metallo
legno
e
metallo
polimero
TELAIO IN LEGNO
I
la3
interni
ed
esterni
del
serramento
(telaio
fisso
e
ante
mobili)
sono
separa3
mediante
l’interposizione
di
una
membrana
in
materiale
plas3co
a
elevata
coibenza
(generalmente
barre
di
poliammide).
Questa
soluzione
consente
di
tagliare
il
flusso
termico,
interrompendo
la
con3nuità
metallica
del
telaio,
pur
garantendo
quella
fisica.
La
riduzione
del
flusso
dipende
dal
grado
di
isolamento,
dalla
dimensione
e
dalla
tecnologia
applica3va
del
materiale
interno.
La
resistenza
termica
del
telaio
può
essere
ulteriormente
migliorata
riempiendo
la
camera
di
separazione
del
telaio
con
materiale
isolante,
generalmente
polis3rolo.
TELAIO IN PVC
Norma-va
UNI
10077/2007
“Prestazione
termica
di
finestre,
porte
e
chiusure.
Calcolo
della
trasmiGanza
termica”
che
specifica
i
metodi
di
calcolo
della
trasmi8anza
termica
di
porte
e
finestre.
dove:
w
=
finestra
g
=
vetro
f
=
cornice
A
=
superficie
L
=
lunghezza
del
perimetro
della
finestra
ψ
=
trasmi8anza
termica
lineare
W/mK
FINESTRE SINGOLE
In
questo
caso
il
calcolo
inserito
nella
norma-va
UNI
10077/2007
“Prestazione
termica
di
finestre,
porte
e
chiusure.
Calcolo
della
trasmiGanza
termica”
non
si
applica
a
facciate
con3nue,
porte
industriali
e
commerciali.
Nel
caso
di
finestre
con
singoli
vetri
il
valore
della
trasmi8anza
termica
lineare
è
posto
pari
a
0
perché
non
vi
sono
effeB
spaziali:
Nel
caso
di
finestre
con
doppi
vetri
la
formula
rimane
invariata:
Nel
caso
di
vetri
trasparen-
o
opachi
si
aggiunge
il
ruolo
svolto
dai
pannelli
opachi:
DOPPIE FINESTRE
Norma-va
UNI
10077/2007
“Prestazione
termica
di
finestre,
porte
e
chiusure.
Calcolo
della
trasmiGanza
termica”
che
specifica
i
metodi
di
calcolo
della
trasmi8anza
termica
di
porte
e
finestre.
Uw1
e
Uw2
=
trasmi8anza
termica
delle
finestre
interne
ed
esterno,
calcolate
con
l’equazione
precedente
Rsi
=
resistenza
delle
superfici
interne
Rse
=
resistenza
delle
superfici
esterne
§ vetro ver3cale o inclinato con 60°<angolo< 90°, Rsi = 0,13 e Rse = 0,04
§ vetro orizzontale o inclinato con 0°<angolo< 60°, Rsi = 0,10 e Rse = 0,04
I
valori
di
RS
sono
defini3
in
base
allo
spessore
del
vetro
e
alla
presenza
di
un
deposito.
SISTEMI DI CONTROLLO SOLARE
Riflessione
semplice:
Louver,
Blind,
Fish-‐System
Schermatura
Riflessione
complessa:
Okasolar
e
Masosolar
Diffusione:
tende,
tende
an3-‐UV
Riflessione
semplice:
mensola
rifle8ente,
mensola
di
luce
con
tra8amento
oBco,
Variabile
Aria
Light
Reflec;ng
Assembly,
Sun-‐Protec;on
Mirror
Louver,
Anidolic
eiling,
Anidolic
Zenital
Opening,
Anidolic
Solar
Blind
Riflessione
complessa:
materiali
a
seleBvità
angolare
(vetri
an3-‐UV,
An;-‐Fade,
a
controllo
solare),
materiali
cromo
genici
autoregolan3
(foto
cromici,
termo
cromici)
e
aBva3
ele8ricamente
(ele8rocromici,
Controllo
Reflec;ve
Hydrides,
vetri
a
cristalli
liquidi,
Suspended
Par;cle
Display,
Transparent
Insula;ng
Materials,
Aerogels)
Diffrazione:
film
olografici,
vetri
a
guide
di
luce
con
film
olografico,
veneziana
olografica,
filtri
an3-‐UV
e
n3-‐IR,
vernici
rifle8en3
Rifrazione:
pannello
prisma3co,
Sun
Shading
Louver,
Huppe
System,
Sun-‐Direc;ng
Glass
Conduzione
Conduzione:
Laser-‐Cut
Panel,
veneziana
mobile
con
Laser-‐Cut
Panel,
Angular
Selec;ve
Skylight
Diffusione Diffusione:
lucernari,
lucernari
rifle8en3,
Shed,
cupola
trasparente,
prisma
rifle@ente
Riflessione:
condo8o
di
luce
passivo,
aBvo
con
testa
di
captazione
mobile
e
con
eliostato
Trasporto
Rifrazione:
eliostato,
Sun
Light
System
SISTEMI DI CONTROLLO SOLARE
Archite8ura bioclima3ca
Risparmio
Riduzione
energe3co inquinamento
ambientale
L‘Archite8ura
Organica
è
una
branca
dell'archite8ura
moderna
che
promuove
un'armonia
tra
l'uomo
e
la
natura,
la
creazione
di
un
nuovo
sistema
in
equilibrio
tra
ambiente
costruito
e
ambiente
naturale
a8raverso
l'integrazione
dei
vari
elemen3
ar3ficiali
propri
dell'uomo
(costruzioni,
arredi,
ecc.),
e
naturali
dell'intorno
ambientale
del
sito.
TuB
divengono
parte
di
un
unico
interconnesso
organismo,
lo
spazio
archite8onico.
L'Archite8ura
Organica
corrisponde
molto
da
vicino
a
società
organica.
Un'archite8ura
che
ha
questa
idea
trainante,
rifiuta
la
mera
ricerca
este3ca
o
il
semplice
gusto
superficiale,
così
come
una
società
organica
dovrebbe
essere
indipendente
da
ogni
imposizione
esterna
contrastante
con
la
natura
dell'uomo.
La
bioclimatologia
studia
le
connessioni
tra
il
clima
e
la
vita
e
definisce
le
modalità
aGraverso
le
quali
l’uomo
costruisce
la
propria
abitazione
tenendo
conto
delle
peculiarità
dei
vari
-pi
di
clima
che
si
incontrano
sul
pianeta.
L‘ArchiteGura
Bioclima-ca
si
basa
su
un
modello
abita3vo
che
soddisfa
i
requisi3
di
comfort
con
il
controllo
passivo
del
microclima,
inteso
come
una
strategia
che,
minimizzando
l'uso
di
impian3
meccanici,
massimizza
l'efficienza
degli
scambi
tra
edificio
e
ambiente.
La
regolazione
delle
condizioni
microclima3che
interne
si
oBene
controllando
a8entamente
le
cara8eris3che
geometriche,
localizza3ve
e
tecnologiche
della
costruzione
edilizia.
IL CLIMA
Tm
del
mese
più
freddo
≥
-‐15
°C;
Tm
del
mese
più
caldo
≤
25°C;
le
temperature
a8orno
ai
20°C
sono
raramente
accompagnate
da
umidità
superiore
all’80%;
l'escursione
termica
annuale
può
andare
da
-‐30°C
a
+
37°C;
le
precipitazioni
possono
avvenire
in
tu8o
l'anno,
d'inverno
spesso
so8o
forma
di
neve.
L’orientamento
indica
il
punto
cardinale
verso
il
quale
è
rivolta
una
facciata
di
riferimento.
Nel
corso
della
storia
dell’archite8ura
sono
sta3
numerosi
gli
studi
sull’orientamento
oBmale.
Il
cosidde8o
asse
eliotermico
fu
proposto
nel
1920
da
Rey
e
Pidoux
per
Parigi
come
asse
di
orientamento
di
un
piano
ver3cale
che
riceve
durante
l’anno
lo
stesso
valore
eliotermico
sulle
due
facce.
Il
valore
eliotermico
veniva
computato
mol3plicando
le
ore
di
insolazione
di
una
facciata
con
la
temperatura
media
dell’aria.
DISTRIBUZIONE PER ORIENTAMENTO
Ven3
anni
dopo
Rey
e
Pidoux,
Vinaccia
ha
cri3cato
l’asse
eliotermico
proponendo
invece
l’asse
equisolare
orientato
all’incirca
a
Nord
Est
-‐
Sud
Ovest
(formante
con
l’asse
Est
Ovest
un
angolo
variabile
a
seconda
della
la3tudine).
La
proposta
di
Vinaccia
nasceva
dalla
preoccupazione
di
perequare
l'effe8o
termico
per
qua8ro
esposizioni
anzi
che
per
due
sole,
ipo3zzando
3pologie
edilizie
a
qua8ro
orientamen3
anziché
due.
DISTRIBUZIONE PER ORIENTAMENTO
N NE E SE S SO O NO
soggiorno x x x x
pranzo x x x x x
cucina x x x
lavanderia x x x
ambien3 pluriuso x x x x
bagni x x x
ripos3glio x x x
terrazze x x x x x
corpi
scala x x x
LA RADIAZIONE SOLARE
PERDITE GUADAGNI
Trasmissione
termica Guadagni
interni
Ven3lazione Guadagni
solari
passivi
Acqua
calda
sanitaria Sistemi
solari
aBvi
Energia
accumulata Energia
accumulata
Perdite
tecniche Energia
comprata
Ecco
rappresenta3
i
principali
elemen3
del
bilancio
termico
di
un
edificio
nel
quale
agli
elemen3
di
apporto
gratuito
(sole
e
appor3
interni)
si
contrappongono
le
perdite
per
trasmissione
e
ven3lazione.
La
differenza
deve
essere
bilanciata
da
un
impianto
termico.
TIPO DI CONSUMO ENERGETICO
Per energia solare ATTIVA si intendono tu8e le applicazioni nell’energia termosolare e fotovoltaica.
L’energia
solare
PASSIVA,
invece,
è
l’energia
u3lizzata
senza
alcun
ausilio
motorizzato
e
distribuita
grazie
a
fenomeni
naturali.
Le
applicazioni
che
fanno
capo
al
solare
aBvo
sono:
erficie
zione
solare
assorbitore
(sup
colle8ore
di
radia sizionata
disposta
sul
scura
opaca
po
(superficie
vetrata
o
dietro
il
vetro)
lato
Sud
o
sul
te8
I COLLETTORI
Sono
gli
elemen3
des3na3
alla
captazione
solare,
prevalentemente
colloca3
sull’involucro
edilizio
in
par3
ben
esposte
alla
radiazione
solare,
(fron3
sud
e
coperture)
sono
cos3tui3
da
superfici
trasparen3
e
da
assorbitori
cos3tui3
da
superfici
opache
e
scure
che,
esposte
alla
radiazione
solare
che
penetra
dalla
superficie
trasparente
la
convertono
in
calore.
Gli
elemen3
essenziali
dei
sistemi
solari
passivi
sono:
LE MASSE DI ACCUMULO
Des3nate
ad
immagazzinare
calore
e
a
ricederlo
in
assenza
di
sole,
prolungando
il
funzionamento
dei
sistemi
solai
passivi.
I COMPONENTI DI CONTROLLO
Servono
a
regolare
il
funzionamento
dei
sistemi
solari
passivi
nel
ciclo
giornaliero
(giorno/no8e)
e
stagionale.
DIFFERENZE
TRA
I
SISTEMI
SOLARI
PASSIVI
I sistemi per il riscaldamento si possono riassumere in qua8ro categorie:
Di
seguito
verrà
u3lizzata
questa
simbologia
per
indicare
in
maniera
iconografica
le
varie
3pologie
di
riscaldamento
u3lizzate.
SISTEMA GUADAGNO DIRETTO
In
base
a
queste
dimensioni
è
facilmente
dimensionabile
un
sistema
(del
3po
rappresentato
in
figura)
che
pere8e
il
passaggio
della
radiazione
solare
durante
l’inverno
(raggi
solari
bassi)
e
scherma
durante
l’estate.
REQUISITI
Mol3
edifici
moderni
hanno
grandi
vetrate
rivolte
e
Sud,
ma
la
mancanza
di
un
accumulo
termico
impedisce
di
sfru8are
completamente
il
loro
guadagno
solare.
PREDIMENSIONAMENTO
DEI SISTEMI PASSIVI A GUADAGNO
DIRETTO
Rapporto
(percentuale)
tra
la
superficie
della
finestra
e
il
pavimento
in
funzione
della
la-tudine
e
delle
temperature
medie
del
mese
più
freddo
Interposizione
di
elemento
• parete
ad
accumulo
(esterna,
tecnico
opaco
(parete
stessa),
a
Sud,
scura
elevata
inerzia
supportante
da
sub
sistema
di
termica)
c a p t a z i o n e ,
c o n
s c a m b i o
a8raverso
bocche8e
(nel
muro
T r o m b e -‐ M i c h e l
o
s e r r a
• parete
ad
accumulo
(aperture
d’accumulo)
o
condo8e
in
in
basso
e
in
alto,
con
corren3
controsoffi8o
(camino
solare). d’aria)
Il
sistema
di
guadagno
indire8o
u3lizza
due
applicazioni:
SISTEMA GUADAGNO INDIRETTO
muro
Trombe-‐Michel
MURO TERMICO
§ può
fungere
anche
da
camino
solare
nella
stagione
es3va.
MURO TROMBE-MICHEL
• spazio
cuscine8o
• migliora
le
prestazioni
termiche
• può
essere
adibita
alla
col3vazione
delle
piante
• costo
elevato
• sistemi
di
controllo
laboriosi
• fenomeni
di
condensa
• indici
urbanis3ci
Un
esempio
dell’u3lizzo
di
questo
sistema
a
guadagno
indire8o
lo
si
può
osservare
in
queste
fotografie
che
rappresentano
le
abitazioni
sociali
Holstrasse.
In
questo
3po
di
sistemi
la
massa
termica
è
posta
sulla
copertura
piana
dell’edificio,
di
solito
vengono
u3lizza3
materassi
d’acqua
copren3
parte
o
tu8a
la
copertura.
ROOF POND
I vantaggi ed i difem di questo sistema di guadagno possono essere:
I sistemi di controllo della radiazione solare si possono riassumere in qua8ro categorie:
Di
seguito
verrà
u3lizzata
questa
simbologia
per
indicare
in
maniera
iconografica
le
varie
3pologie
di
riscaldamento
u3lizzate.
ESEMPI DI REALIZZAZIONE
Il
primo
esempio
da
riportare
per
visualizzare
la
realizzazione
di
un
sistema
di
controllo
della
radiazione
solare
tramite
schermi
rigidi
è
l’Earth
Integrated
Educa-onal
Center.
Par;colare
del
loggiato:
la
copertura
è
realizzata
con
elemen;
a
Vista
dell'ingresso
lamelle
che
consentono
la
ven;lazione.
ESEMPI DI REALIZZAZIONE
Un altro esempio dell’u3lizzo di pannelli rigidi è da considerarsi il RAC Regional Center di Bristol.
Un esempio, invece, dell’u3lizzo di schermi flessibili è da ricercare nelle abitazioni “Hardstrasse”.
ProgeIsta:
Ba-mo
Luogo:
Wemngen,
AG
(CH)
Anno:
1960
–
retrofit
1997
Un
esempio
di
u3lizzo
di
filtri
solari
al
fine
di
controllare
al
radiazione
solare
è
nella
modalità
di
costruzione
della
Nuova
Biblioteca
Centrale
“Burton
Barr”,
a
Phoenix.
Un ulteriore esempio di u3lizzo di filtri solari si trova ad Atene ed è il quar3er generale dell’AVAX S.A.
Ancora un esempio di u3lizzo di filtri solari u3lizza3 per l’edificio per gli uffici della ”BRE”, in Inghilterra.
§ l’isolamento
trasparente
§ la
doppia
pelle
§ la
barriera
radiante
§ la
parete
che
respira
§ il
te8o
solare
ISOLAMENTO TRASPARENTE
La
parete
che
respira
è
ada8abile
per
I
sistemi
deB
“teB
solari”
altro
non
sono
che
l’involucro
degli
edifici,
in
quanto
fornisce
il
s u p e r fi c i
r i fl e 8 e n 3
a v e n 3
s p e c i a l e
giusto
comfort
igrotermico. inclinazione,
potere
assorbente
e
vetrate
che
Tale
3pologia
di
parete
consente
all’aria
e
al
consentono
l’ingresso
dire8o
della
radiazione
vapore
di
diffondersi
lentamente
a8raverso
solare.
l’involucro
(come
se
il
muro
fosse
più
un
filtro
Essi
funzionano
come
colle8ori
termici
in
che
solo
una
barriera
impermeabile). inverno
e
come
accorgimen3
rinfrescan3
in
Anche
il
te8o
può
essere
u3lizzato
come
estate.
parete
che
respira.
I SISTEMI SOLARI ATTIVI
Si
ricordi
che
per
energia
solare
ATTIVA
si
intendono
tu8e
le
applicazioni
nell’energia
termosolare
e
fotovoltaica.
Uno
dei
sistemi
che
presenta
queste
cara8eris3che
è
il
colle8ore
piano
ad
acqua.
Il
colle8ore
piano
ad
acqua
(o
pannello
solare)
serve
a
ca8urare
l’energia
che
giunge
dal
Sole
sulla
Terra
e
a
u3lizzarla
per
produrre
acqua
calda
a
una
temperatura
dell’ordine
di
38-‐45°C.
L’acqua
calda
prodo8a
ed
accumulata
in
un
apposito
serbatoio
potrà
essere
u3lizzata
per
le
esigenze
casalinghe.
§ una
rete
di
tubazioni
nella
quale
scorre
il
fluido
termove8ore
§ una
copertura
trasparente
§ un
rives3mento
isolante
§ una
stru8ura
di
contenimento
che
cos3tuisce
l’involucro
esterno
b)
a
pensilina
POSIZIONAMENTO
IL
SILICIO
Il
solare
fotovoltaico
è
una
Il
silicio
è
uno
degli
elemen3
più
tecnologia
che
perme8e
la
diffusi
sulla
Terra
ed
è
facilmente
conversione
dire8a
dell’energia
reperibile.
Per
essere
sfru8ato,
solare
in
energia
ele8rica.
deve
essere
cara8erizzato
da
L ’ e l e m e n t o
b a s e
d e l l a
un’adeguata
stru8ura
molecolare,
tecnologia
fotovoltaica
è
il
nonché
da
un
elevato
grado
di
silicio.
purezza
o8enibile
solo
a8raverso
processi
estremamente
complessi
e
costosi.
La
stru8ura
molecolare
del
silicio
può
essere:
§ MONOCRISTALLINA, in cui gli atomi sono tuB orienta3 nello stesso verso e lega3 uniformemente tra loro;
§ POLICRISTALLINA, in cui gli atomi si presentano in piccoli grani monocristallini orienta3 in modo casuale;
§ AMORFA, in cui gli atomi sono orienta3 in modo casuale, come in un liquido, pur conservando le qualità 3piche dei solidi.
Tipo
di
silicio Efficienza
(%) Produzione
mondiale
(%) Forma
celle Dimensioni
celle
MONOCRISTALLINO
15-‐17 65 Quadrate 10x10
12,5x12,5
10x10
POLICRISTALLINO 12-‐14 20-‐25 Quadrate 12,5x12,5
15x15
AMORFO
5-‐7 10-‐15 -‐-‐-‐ -‐-‐-‐
ESEMPI DI INTEGRAZIONE
DI SISTEMI SOLARI ATTIVI E PASSIVI