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net/publication/305712445
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All content following this page was uploaded by Elisa Andrighi on 29 January 2019.
Introduzione
*
UO di Psicologia Clinica, Ospedale San Paolo – Polo Universitario, ASST Santi Paolo
e Carlo – Milano, elisa.andrighi@asst-santipaolocarlo.it
**
Clinica Neurologica III – US Centro Cefalee, Ospedale San Paolo – Polo Universita-
rio, ASST Santi Paolo e Carlo – Milano.
***
Cattedra di Psicologia Medica – Università degli Studi di Milano.
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gli aspetti della vita della persona ed è considerata frutto dell’interazione tra
fattori biologici, psicologici e ambientali, tanto che alcuni autori la defini-
scono un disturbo bio-comportamentale, ovvero esito dell’associazione tra
ipersensibilità corticale e processi di apprendimento sociale (Gerber et al.,
1998; Andrasik et al., 2009; Grazzi et al., 2011). A conferma di ciò è stata
anche evidenziata una correlazione tra l’intensità dello stress e la frequenza
del mal di testa (Schramm et al., 2015).
Il miglior approccio per affrontare la cefalea, così come le altre forme di
dolore cronico, sembra pertanto essere la combinazione di trattamenti far-
macologici e non farmacologici (Andrasik, 2004; Stanos, 2012; Kindelan-
Calvo et al., 2014).
Una serie di dati della letteratura dimostrano che interventi non farma-
cologici, tra cui il management cognitivo dello stress, il training comporta-
mentale, le tecniche di rilassamento (associate o meno a biofeedback) e, nei
casi più complessi, la psicoterapia riducono frequenza e/o intensità degli
attacchi e migliorano la qualità della vita (Termine et al., 2011). Wallasch e
colleghi (2012) hanno valutato un intervento multidisciplinare specifico per
la cefalea che comprendeva educazione del paziente, terapia cognitivo-
comportamentale e pratiche di rilassamento, riportando una riduzione del
62,7% della frequenza degli attacchi, una riduzione del 47,4% del grado di
disabilità e una riduzione dell’assunzione di farmaci abortivi del 74,5%.
Anche Kindelan-Calvo e colleghi, nella loro review del 2014 hanno messo
in evidenza l’efficacia di alcuni interventi di tipo psicoeducativo nella ridu-
zione della frequenza del mal di testa e della disabilità ad esso associata,
unitamente ad un miglioramento della qualità della vita.
Sulla base di tali considerazioni, dalla collaborazione tra l’UO di
Psicologia Clinica dell’AO San Paolo – Polo di Milano e il Centro Cefalee
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Quando il mal di testa non passa:
studio pilota su un intervento psicoeducativo e di rilassamento di gruppo
Metodo
Obiettivo
I soggetti che hanno partecipato allo studio sono 47, hanno età che varia-
no dai 23 ai 71 anni (con maggiore distribuzione nella fascia 40-50 anni),
sono per l’85% donne (39) e in circa il 40% dei casi svolgono lavoro impie-
gatizio (tab. 1).
Per quanto riguarda professione e diagnosi il campione era costituito
come mostra la tabella 1.
Soggetti – n. 47
Età – anni 42 [23-71]
Sesso maschile – n. (%) 8 (17)
Professione – n. (%)
- Impiegato 19 (40)
- Insegnante 7 (15)
- Studente 5 (11)
- Pensionato 5 (11)
- Infermiere 3 (6)
- Disoccupato 1 (2)
7 (15)
- Altro
Diagnosi – n. (%)
- Emicrania (con o senz’aura) 18 (38,3)
- Cefalea cronica quotidiana 12 (25,55)
- Cefalea tensiva 5 (10,6)
- Cefalea mista 12 (25,55)
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Criteri d’inclusione
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Quando il mal di testa non passa:
studio pilota su un intervento psicoeducativo e di rilassamento di gruppo
Indicatori di risultato
Analisi statistiche
I dati raccolti sono stati analizzati usando un test non parametrico per
dati appaiati (test della somma dei ranghi di Wilcoxon), confrontando il pre
e post intervento.
Per le analisi statistiche è stato usato il pacchetto statistico STATA 12
(Stata Corporation, College Station, Texas, USA).
Risultati
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nia, il 41,7% di quelli con cefalea cronica quotidiana, il 25% di quelli con
cefalea mista e il 20% di quelli con cefalea tensiva.
Inoltre, si è evidenziato che i maggiori benefici sono stati ottenuti nel
94% dei casi dai pazienti che si avvalevano in origine di terapia di profilas-
si (n.=16). In totale, il 51,6% di questi pazienti è andato incontro ad un
miglioramento, in confronto al 6% (n.=1) di quelli che assumevano terapia
sintomatica.
Per quanto riguarda la frequenza dei mal di testa, prima dell’intervento,
il 14,9% dei soggetti aveva meno di 5 giorni con cefalea al mese, il 25,5%
tra 5 e 9 giorni con cefalea al mese, un altro 21,3% da 10 a 15 giorni con
cefalea al mese e il restante 38,3% più di 15 giorni con cefalea al mese.
Nel confronto con i dati di frequenza post intervento, si evidenzia che il
trattamento proposto sembra essere stato efficace nel ridurre in modo signi-
ficativo la frequenza degli attacchi di cefalea (Wilcoxon p<0,01), con una
riduzione media di 7,02 giorni di cefalea al mese (tab. 2).
La disabilità causata dalla cefalea media pre-intervento di 2,94 (con
mediana=3) si è ridotta in modo statisticamente significativo (Wilcoxon
p<0,001) a 1,64 (con mediana=1) (tab. 2).
Infine, il giudizio complessivo espresso dai partecipanti sul percorso di
gruppo è stato molto positivo (punteggio medio di 4,63 su 5); il percorso è
stato anche giudicato utile (4,31 su 5), ha soddisfatto le aspettative dei par-
tecipanti (4,13 su 5) e verrebbe consigliato a chi soffre di cefalea (4,75 su
5). Nonostante l’indicazione di esercitarsi quotidianamente, in media gli
esercizi di rilassamento sono stati eseguiti 1-2 volte a settimana.
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Tab. 2 – Confronto tra i dati di terapia assunta, frequenza del mal di testa e livello
di disabilità percepita pre e post intervento
Pre Post p.
Terapia – n. (%)
- Sintomatica 16 (34) 23 (49)
- Profilattica 31 (66) 18 (38) <0,01
- Nessuna 0 (0) 6 (13)
Frequenza crisi – n. (%)
- <5 giorni al mese 7 (14,9) 22 (46,8)
- tra 5 e 9 giorni al mese 12 (25,5) 12 (25,5) <0,01
- tra 10 e 15 giorni al mese 10 (21,3) 7 (14,9)
- >15 giorni al mese 18 (38,3) 6 (12,8)
Disabilità
Disabilità 3 [1-4] 1 [0-4] <0,001
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Discussione
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Riassunto
La cefalea rappresenta una grave ed invalidante malattia cronica. Diversi interventi non
farmacologici possono ridurre frequenza e/o intensità degli attacchi e migliorare la qualità
della vita. La letteratura mostra, inoltre, l’utilità di interventi psicoeducativi nel caso di
numerose malattie croniche.
Dalla collaborazione tra l’UO di Psicologia Clinica dell’AO San Paolo – Polo
Universitario di Milano e il Centro Cefalee del medesimo ospedale è nata la proposta di un
intervento psicoeducativo e di rilassamento rivolto ai pazienti che soffrono di cefalea.
L’obiettivo è di descrivere le caratteristiche di tale intervento e riportarne i risultati pre-
liminari.
Il percorso, rivolto a persone maggiorenni che soffrono di cefalea primaria, è composto
di 8 incontri a cadenza settimanale.
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Sono state considerate, come indicatori di risultato, misurazioni dirette della cefalea
(giorni di cefalea al mese) e misurazioni indirette (disabilità causata dalla cefalea e terapia
farmacologica assunta). È stato inoltre somministrato una questionario di gradimento al ter-
mine del percorso.
Hanno partecipato allo studio 47 soggetti. Il trattamento proposto sembra essere efficace
nel ridurre in modo significativo la frequenza degli attacchi di cefalea (Wilcoxon p<0,01),
nel ridurre in modo significativo la disabilità causata dalla cefalea (Wilcoxon p<0,001) e nel
ridurre l’assunzione di terapia farmacologica. Il percorso è stato anche giudicato positiva-
mente dai partecipanti.
Un intervento integrato neurologico e psicologico deve essere considerato un valido
strumento contro la cefalea, per diminuire la necessità di terapia farmacologica e migliorare
la qualità della vita.
Abstract
When headache won’t go away: pilot study on a group psychoeducational and relaxation
intervention
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