Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
Capitolo 6
da una circonferenza e la f
f da determinare è la traiet- i
toria descritta da un qual- f
m
del moto relativo della retta rispetto alla circonferenza, C0, e la di-
rezione della velocità di P, che deve sempre essere quella della
normale alla direzione della retta, coincide con la normale alla
primitiva fissa.
In fig.3 sono mo-
strate, per confronto, le
rollette di due punti P1 e 2
2i
nenti ad essa: 1
i
1
2
P1 è situato interna- i
mente alla circonferenza
e dà luogo al profilo
σ1; P2 è situato esterna-
f m
ti successivi, stabilen- i
i+1
do anzitutto la posi-
0
f
zione di P sulla sua
traiettoria nell'istante
Figura 4
che si vuole rappre-
sentare. Occorre poi ottenere che, da un canto, a ciascun arco Ci-
Ci+1, sulla pf, corrisponda, sulla pm, un uguale arco C'iC'i+1; dall'al-
tro che la distanza del punto P dal punto C'i+1 sia uguale ( P è so-
lidale al piano mobile) alla distanza di Pi+1 di σf dal punto Ci+1.
Risulta allora evidente che, condotte per due punti successivi di σ
f, Pi e Pi+1 le normali alla curva stessa fino ad incontrare la pf in
Ci e in Ci+1, ciascun punto C'i+1 della pm sarà determinato
dall’intersezione di un arco di cerchio di centro C'i, e raggio pari a
207
I PROBLEMI INVERSI NEL MOTO PIANO
3
di profili coniugati 2
assegnato un profilo m
coniugato mobile σ f
relativo , lo sagoma di
un corpo metallico 0
σm e la pm, posizione
i i i
i i
f 0
invariabile in quanto
i
0
i
solidali. 0 f
Sulla base di
queste considerazio- Figura 7
ni, la costruzione del
generico punto Pi di σf coniugato del punto P'i di σm è immediata.
Si individuano dapprima, sulle primitive i punti corrispondenti Ci
e C'i tenendo conto che, in virtù del puro rotolamento deve essere:
(
arco C0 Ci' ) pm
= arco( C0 Ci ) p
f
(
arco( Pi Pi +1 ) σ ≠ arco Pi ' Pi +' 1
f
) σm
Se indichiamo (fig.8)
con Ωf ed Ωm rispettiva-
mente i centri di curvatura
di σf e di σm all'istante in m
cui il contatto fra le primi- m
& m
tive è in C, e con ω la ve- m
(Ω (
− C) P − Ω f ) dt
( )
dσ f = ω ' P − Ω f dt = ω
m
Ωm − Ω f
(5)
e:
dσ m = ω " ( P − Ωm )dt = ω
(Ω f )
− C ( P − Ωm )
dt (6)
Ωm − Ω f
L'entità di strisciamento sarà allora:
dσ f − dσm = ω m (
(Ω − C) P − Ω
f
−
) (
Ω f − C ( P − Ωm ) )
dt
Ωm − Ω f Ωm − Ω f
ovvero:
CΩm ⋅ Ω f P − CΩ f ⋅ Ωm P
dσ f − dσm = ω dt (7)
Ω f Ωm
Si può ora osservare che nella differenza a numeratore che com-
pare nella (7) si può porre:
212
CORSO DI MECCANICA APPLICATA ALLE MACCHINE
Ω f P = CP − CΩ f ; e Ω m P = CP − CΩ m ;
per cui il numeratore stesso si può scrivere:
( )
CΩm CP − CΩ f − CΩ f ( CP − CΩm ) =
(
= CΩm ⋅ CP − CΩ f ⋅ CP = CP CΩm − CΩ f = )
= CP ⋅ Ω f Ωm
La (7) allora equivale a:
dσ f − dσ m
= ω ⋅ CP
dt
che è, proprio come deve risultare, la velocità di strisciamento fra i
due profili:
& &
v P( r ) = ω ∧ (P − C )
Poiché i segmenti che compaiono nelle precedenti espressioni so-
no da prendersi ciascuno con il proprio segno può accadere, a se-
conda delle circostanze, che i segni di dσf e di dσm siano discordi
e pertanto il valore della entità di strisciamento risulta dalla som-
ma dei due archi.
L'epiciclo è
una linea, ε, che si m
fa rotolare senza
strisciare una volta i
f
i m i
precedentemente i i
i+1
un punto di ε o invi-
0 f
sicuramente coniugati.
Le medesime considerazioni possono essere ripetute sulla base
della fig. 10, sostituendo al punto tracciatore P, il punto della l da
cui è stata condotta la normale all'epiciclo.
Si può dedurre, inol-
tre, una interessante
proprietà: poiché,
m
i
l e la σf sono fra lo- 0
i
i
i+1
ro coniugate così
come sono pure co- 0 0 i
i+1
niugate la l e la σm i
i+1 f
§ 6. - Interferenza.