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CdL INGEGNERIA CHIMICA E AMBIENTALE – ESAME”FISICA”– APPELLO FEBBRAIO 2016

SEZIONE A: MECCANICA – Totale Punti Disponibili: 10

ESERCIZIO 1
Un treno si muove di moto rettilineo con velocità vt = 108 km/h in modulo e in direzione e verso concorde con l’asse x. .
All’istante t=0 inizia una fase di frenata, con accelerazione negativa costante  a0.  In un vagone nello stesso istante un
corpo viene lanciato verticalmente dal pavimento verso l’alto, con velocità    rispetto al vagone in moto
e si osserva che esso ricade sul pavimento a 28 cm dal punto di lancio. Dopo quanto tempo si fermerà il treno?

SOLUZIONE
Chiamiamo   la direzione di accelerazione e   l'asse verticale assumiamo, come origine il punto di partenza del corpo sul
vagone. In tale riferimento non inerziale esiste la accelerazione di gravità (-g diretta lungo la verticale) e l'accelerazione
dovuta alla forza apparente lungo l'asse delle  , per cui l'equazione del moto vale lungo l'asse  :

lungo l'asse  :

Il corpo cadrà a terra quando  , cioè per  :

Per quindi:

Quindi a distanza  :

Da cui si ricava in modulo e diretta in senso contrario al moto


E quindi il treno si fermerà quando sarà 0 = - a0.t + vt da cui t = 30/1,5 = 20 secondi

ESERCIZIO 2
Un punto materiale di massa m =0,3 kg viene lanciato lungo la verticale da una molla di costante elastica K, con
compressione iniziale Δx = 10 cm. Il punto materiale si stacca quando la molla raggiunge la posizione di riposo, con una
velocità iniziale in quel punto che consentirebbe al corpo di raggiungere una altezza massima di hmax = 41 cm. Raggiunta
invece un’altezza h = 30 cm  dalla posizione di distacco dalla molla, (quindi ancora in fase ascendente) il corpo esplode in
due frammenti di massa m1 = 0,1 kg e m2 = 0,2 kg come in figura. Gli angoli formati dalle direzioni delle due velocità   
e   dei due frammenti subito dopo l'esplosione rispetto all'orizzontale sono  ,  . Si chiede di
calcolare (trascurando l'attrito): a) La velocità   del corpo subito dopo il distacco dalla molla; b) la costante elastica K della
molla; c) le velocità   e   dei due punti materiali subito dopo l'esplosione; d) L’altezza massima raggiunta da  m1
rispetto alla posizione dell'esplosione; e) La distanza d rispetto alla posizione del distacco in cui m2 cade a terra.

SOLUZIONE
a) La velocità al momento del distacco dalla molla si può calcolare utilizzando la conservazione dell’energia meccanica,
ricordandosi anche del contributo dato dalla variazione dell’energia potenziale gravitazionale, se si conosce K:

da cui:

Con questa velocità iniziale potrebbe arrivare fino ad  , essendo:

All’inverso, conoscendo hmax si ricava v0 e quindi K = 300 N/m!

b) Subito prima di esplodere la velocità  , si ricava dalla conservazione dell'energia:

Poiché la divisione avviene a causa di sole forze interne si conserva la quantità di moto durante il distacco, perciò
imponendo tale conservazione nella direzione orizzontale:

si può calcolare la relazione tra le velocità   e  :

Quindi dalla conservazione della quantità di moto nella direzione verticale:

e sostituendo:

c) L’altezza max del punto   può essere calcolata applicando la conservazione dell’energia lungo la direzione verticale:

da cui:

d) Mentre per via cinematica è invece possibile calcolare il punto di caduta di  :

Infatti   è l’altezza a cui avviene il distacco (  più lunghezza della molla). Imponendo   si ricava il
tempo di volo, che permette di calcolare la gittata  :
SEZIONE B: TERMODINAMICA – Totale Punti Disponibili: 10

ESERCIZIO 3

Un ciclo Otto (che è il ciclo di un normale motore a benzina) è costituito dal ciclo schematizzato in figura. Il
tratto EA è l'immissione della miscela e non interessa ai fini del presente problema. AB è una compressione
adiabatica fino al volume in cui viene fatta esplodere la miscela. BC rappresenta la conseguente trasformazione
isocora che porta la miscela alla massima pressione e temperatura. La trasformazione CD è una espansione
adiabatica. Infine il gas ritorna alla condizione iniziale A mediante una trasformazione isocora ( e viene espulso
in AE). Il ciclo è percorso per stati di equilibrio termodinamico. Se il rapporto di compressione
vale   e inoltre  ,   e  . Determinare: a)   ; b)  ; c) il
rendimento del ciclo ; d) il rendimento del ciclo ideale di Carnot tra le stesse temperature estreme .

SOLUZIONE

a) Nella I adiabatica:

da cui:

b) Mentre nella II adiabatica:

c) Le uniche fasi in cui viene assorbito calore sono BC e invece il calore è ceduto nella fase DA. Quindi:

d)Che è minore del rendimento della trasformazione ideale:


ESERCIZIO 4
Una macchina termica irreversibile è realizzata come segue: un recipiente munito di un pistone
scorrevole a tenuta, contiene una mole di gas perfetto alla temperatura ambiente T 0 (stato A in figura). Il
recipiente viene messo in contatto termico con del ghiaccio fondente a 0°C e il pistone viene tenuto fermo.
In tali condizioni il gas si raffredda fino a che raggiunge l'equilibrio termico con il ghiaccio (stato B).
p

is
ot
er
m
a
ad
A

ia b
T=

ati
T0

ca
isocora

T=0
°C
B

A questo punto si isola termicamente il recipiente e si comprime il gas fino a che raggiunge la
temperatura T0 (stato C). Si toglie ora il rivestimento isolante al recipiente e si fa e,spandere il gas fino a che
ritorna nello stato di partenza (Stato A). Sperimentalmente si osserva che il lavoro fornito dalla macchina in
questo ciclo è L = 100 Joule, e che, contemporaneamente, si sciolgono 5 g di ghiaccio (calore latente di
fusione  = 80 cal/g). Determinare:
l) il lavoro compiuto sul gas durante la compressione (da B a C) espresso in Joule;
2) il calore assorbito durante l'espansione (da C ad A), espresso in cal.;
3) il rendimento del ciclo.
Analisi del testo
Quando il gas alla temperatura T0 viene posto in contatto termico diretto con il ghiaccio a 0°C si ha
una conduzione irreversibile di calore dal gas verso il ghiaccio. Questo spiega perché la macchina sia
intrinsecamente irreversibile. I tratti di isocora (tra A e B), di adiabatica (tra B e C) e di isoterma (tra C ed
A) tracciati nella figura, hanno soltanto un valore orientativo: mentre gli stati A, B e C sono stati di
equilibrio effettivamente raggiunti dal gas, gli stati intermedi sono stati di non equilibrio che non possono
essere rappresentati nel piano pV. Ciò nonostante è possibile rispondere ai quesiti del problema facendo uso
del primo principio della termodinamica, che resta valido anche per i processi irreversibili. Sapendo che si
sciolgono 5 g. di ghiaccio è immediato, noto il calore latente, calcolare l a quantità di calore Q AB che il gas
cede al ghiaccio. Osserviamo poi che nella trasformazione A  B il gas non compie lavoro, infatti il pistone
è tenuto fermo. Dal primo principio applicato alla trasformazione A  B si ricava che la differenza di
energia interna UA – UB tra gli stati A e B è uguale al calore Q AB ceduto al ghiaccio, che è noto. Osserviamo
poi che gli stati A e C giacciono sulla stessa isoterma, quindi, essendo il gas perfetto, U A = UC. Ne segue
dunque che anche UC – UB = QAB e quindi è noto. Sappiamo inoltre che nella trasformazione B  C non vi è
scambio di calore, quindi per il primo principio il lavoro fatto sul gas è L BC = UC – UB = QAB. Si risponde
così alla prima domanda. Siccome nel tratto AB non si compie lavoro, il lavoro netto fornito in un ciclo è L
= LCA – LBC, da cui si ricava LCA cioè il lavoro compiuto dal gas nell'isoterma C  A. Ma, essendo UC =
UA tale lavoro è pari al calore assorbito in questa isoterma e così si risponde alla terza domanda. Il
rendimento del ciclo si calcola in base alla definizione: facendo cioè il rapporto tra il lavoro fornito in un
ciclo ed il calore assorbito.
Soluzione Usiamo la solita convenzione sui segni per Q e L.
Trasformazione A  B:
L AB  0 V  cos t 

U  U B  U A

Q AB   m    5  80   400 cal
Applicando il I principio si ha, essendo L = 0:

Q  Q AB  U  U B  U A ovvero:
U B  U A   400 cal (9)
Trasformazione B  C:
Q BC  0  adiabatica

U  U C  U B

Applicando il I principio si ha, essendo Q = 0:

L  L BC   U    U C  U B  ovvero:

L BC  U B  U C (10)
Trasformazione C  A:
U  U C  U A  0  T  cos t, gas perfetto (11)
Applicando il I principio si ha, essendo U= 0:
Q  L ovvero:

Q CA  L CA (12)
La (11) ci dice che UC = UA. Sostituendo nella (9) e poi confrontando con la (l0) si ricava:
L BC  U B  U C  U B  U A   400 cal   1674 Joule

Il segno - indica lavoro compiuto sul gas.Del resto il lavoro L compiuto nel ciclo è per definizione:
L   dL  L CA  L BC

Dato che solo nei tratti CA e BC viene compiuto lavoro. Ponendo L = 100 Joule si ottiene:
L CA  L  L BC  100    1674  1774 Joule

Dalla (4) si ha allora:


Q CA  L CA  1774 Joule  423,8 cal

Il segno più indica che tale calore viene assorbito da parte del gas. Il rendimento di una macchina termica è
definito come il rapporto tra il lavoro netto fornito in un ciclo e il calore totale assorbito nel ciclo.
Nel nostro caso il lavoro fornito è L = 100 Joule e il calore assorbito è Q CA = 1774 Joule (Nel tratto AB il
calore viene ceduto!). Si ottiene così:
L 100
    0,056  5,6%
Q CA 1774

SEZIONE C: ELETTROMAGNETISMO – Totale Punti Disponibili: 10

ESERCIZIO 5
In una sfera di raggio R=20 cm, uniformemente carica con densità ρ=12 mC/m3 e centro in O1, è praticata una cavità
sferica vuotadi centro O2, con superficie tangente alla superficie esterna e passante per O1. Determinare l’espressione
della forza F (modulo,direzione e verso) esercitata su una carica puntiforme q posta nel punto P a distanza D= 1,05
m da O1, rappresentato in figura. Si dica inoltre cosa accadrebbe nel punto P se la sfera venisse ruotata di 90° intorno
ad un asse passante per O1 ed ortogonale al foglio (in moto da avere la cavità nella parte bassa della sfera).

Soluzione:
Occorre usare il principio di sovrapposizione con un po’ di originalità: la sfera con una cavità vuota è
equivalente ad una sfera piena più una cavità riempita di cariche negative di densità uniforme -ρ . Per il
punto esterno P, le 2 distribuzioni sferiche equivalgono a due cariche puntiformi Q1 e Q2 poste in O1 ed O2:
Le distanze da P sono ovviamente D e D - R/2, per cui la forza richiesta vale:

dove P̂ è il versore orientato da O1 a P.

ESERCIZIO 6
La distanza tra le armature di un condensatore piano carico (densità di carica superficiale σ) disconnesso
dalla batteria è L. Una lastra piana conduttrice viene inserita tra le armature del condensatore,
parallelamente ad esse (figura). Lo spessore della lastra è d < L; la lastra è elettricamente neutra.
c) Quanto vale la densità di carica indotta sulla superficie della lastra?
d) Di quanto varia percentualmente la differenza di potenziale tra le armature del condensatore dopo che
la lastra metallica è stata introdotta?

Soluzione:
a) La densità di carica è +σ sulla faccia della lastra rivolta verso l’armatura negativa, -σ sul’altra faccia.
b) Dobbiamo confrontare la differenza di potenziale di un condensatore di capacità:

dove S è la superficie di un’armatura, con la differenza di potenziale di una serie di due condensatori
(caricati con la stessa carica di quello originario) di capacità

rispettivamente (L1 e L2 sono ovviamente le larghezze dei due condensatori).


La capacità serie è:

con la condizione L + L = L − d .
1 2

Dunque:

vale a dire che la differenza di potenziale diminuisce in percentuale sul valore iniziale.

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