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INTRODUZIONE
La progettazione di elementi in vetro strutturale ha avuto negli ultimi quindici anni uno
sviluppo notevole in conseguenza di un miglioramento tecnologico che ha consentito di
sviluppare delle lavorazioni del materiale appropriate ad un uso strutturale. È ormai
consuetudine realizzare travi, colonne e coperture interamente in vetro, ma le metodologie
di calcolo e di verifica non sono supportate da alcuna regolamentazione Normativa, i
progetti realizzati sono così frutto di una indagine teorico – sperimentale specifica per il
singolo problema.
La Norma prEN13474 si pone come obiettivo quello di fornire al progettista i principi di una
progettazione degli elementi in vetro strutturale; sebbene non offra alcuna indicazione
riguardo ai dettagli costruttivi, evidentemente fondamentali per un buon progetto, tale
Norma rappresenta comunque un primo tentativo di uniformare il vetro agli altri materiali
da costruzione.
La Norma è divisa in 3 parti di cui la prima si occupa di elementi piani in vetro ad uso di
finestre, la seconda di elementi non strutturali mentre la terza di tutti gli elementi che
hanno applicazioni strutturali in genere.
I principi ed i metodi di calcolo sono in accordo con l’Eurocodice EN 1990: Basis of
structural design, le azioni sono in accordo con l’Eurocodice EN 1991: Action on
structures.
I vetri considerati ai fini strutturali sono i vetri ricotti (FLOAT e altri) o quelli temperati
(termicamente, chimicamente o parzialmente).
La filosofia di base è quella degli Eurocodici, la struttura deve quindi soddisfare lo Stato
Limite Ultimo e quello di Esercizio.
1
PhD Student. Dipartimento Ingegneria Strutturale, Facoltà Ingegneria, Università di PISA.
l.lani@ing.unipi.it
VERIFICA GENERALE
Tab.1 Stato limite Ultimo Stato Limite di Esercizio
VERIFICHE DA EFFETTUARE
I carichi di progetto devono essere impiegati per il calcolo delle tensioni di trazione e per
gli spostamenti da confrontare poi con i valori ammessi dal materiale.
È importante evidenziare come le strutture in vetro siano spesso soggette ad un
comportamento geometricamente non lineare: essendo molto flessibili è consuetudine
avere spostamenti maggiori della metà dello spessore del pannello, con l’attivazione di un
comportamento membranale. La Norma fornisce un’espressione non lineare per il calcolo
delle tensioni e degli spostamenti per un pannello appoggiato ai quattro lati, per pannelli
vincolati diversamente (appoggi puntuali o routulle) è necessario una modellazione agli
elementi finiti che indaghi con maggior precisione gli stati tensionali del pannello.
Le tensioni e gli spostamenti trovati vanno quindi confrontati con quelli massimi di
resistenza:
σmax≤fg;d
wmax≤wd
Nella Norma non è chiaro se confrontare la tensione massima o quella di Von Mises.
Per gli spostamenti massimi è necessario valutare la tipologia della struttura e la capacità
di questa di ammettere spostamenti.
VETRO STRATIFICATO
Come noto il comportamento statico di questo elemento strutturale dipende dalla capacità
del PVB (materiale termoplasto usato come interlayer) di trasferire le azioni di taglio da un
elemento all’altro. I due casi limite sono quindi quello dell’elemento monolitico, con
spessore pari alla somma dei singoli strati, e quello del materiale layered con gli elementi
completamente indipendenti e il PVB incapace di trasmettere alcun sforzo di taglio.
La Norma in questione indica di considerare il PVB capace di trasmettere completamente
il taglio solo per il vetro stratificato di sicurezza (conforme alla Norma EN ISO 12543-2),
per il vetro stratificato si deve verificare i vetri separatamente.
C’è da dire che analisi sperimentali hanno evidenziato come in realtà il materiale
termoplasto garantisce una trasmissione completa del taglio per gli elementi soggetti a
carichi di breve durata come il vento.
ESEMPIO NUMERICO
A titolo di esempio calcoliamo la tensione ammissibile per una vetro temprato
parzialmente soggetto al peso proprio ed a un carico di breve durata come il vento.
Kp=0,9 :caratteristiche del materiale in accordo con i valori forniti dalla Norma;
Ksp=0,67 :vetro FLOAT;
fg;k=45 N/mm2 :resistenza caratteristica del materiale;
2
fb;k=70 N/mm :valore caratteristico di tempra parziale;
γM=1,4 :coefficiente per gli SLU;
kmod=1-0,29 :coefficiente di durata per il vento e peso proprio;
si ottiene:
feg;d=fg;d=37 N/mm2; :tensione massima per il vetro soggetto al vento;
feg;d=fg;d=23 N/mm2; :tensione massima per il vetro soggetto al peso proprio;
I valori sono in accordo con i valori forniti direttamente dalle Normative olandesi
Constructief Glas, October 1996:
Tipo di vetro Carichi Permanenti Carichi a medio termine Carico a breve
termine
FLOAT 7 N/mm2 17 N/mm2 28 N/mm2
Tempra parz. 22 N/mm2 24 N/mm2 22 N/mm2
Tempra tot. 50 N/mm2 53 N/mm2 56 N/mm2
CONCLUSIONI
Come evidente da questa breve presentazione, la Normativa è completamente priva di
informazioni riguardanti dettagli costruttivi ed indicazioni su fori e giunzioni; essendo il
vetro un materiale fragile assumono particolare importanza i dettagli costruttivi ovvero quei
punti della struttura dove si possono avere concentrazioni di sforzo.
Va poi ricordato come la progettazione con questo materiale debba prediligere una
filosofia di tipo fail-safe piuttosto che safe-life; il progettista deve valutare la risposta
globale della struttura ipotizzando la rottura, totale o parziale, di un elemento strutturale.
Le verifiche indicate nella Norma non sono quindi esaurienti per garantire una sicurezza
strutturale, ma sicuramente rappresentano un primo passo per un impiego del vetro come
materiale costruttivo.