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didattica in rete
Lezioni di Topografia
Parte I - Geodesia
A. Manzino
getto
Dipartimento di Georisorse e Territorio
Politecnico di Torino, dicembre 2000
otto editore
DISPENSE DI TOPOGRAFIA
PARTE I – GEODESIA
A. MANZINO
Introduzione ...........................................................................................1
i
2.4 DIMENSIONI DELL’ELLISSOIDE TERRESTRE ....................................... 29
ii
Le nuove carte alla scala 1:50000 e 1:25000 ....................................... 79
Le carte da satellite ................................................................................ 80
5.8 LE CARTE CATASTALI E LA RAPPRESENTAZIONE DI CASSINI
SOLDNER ..................................................................................80
iii
PARTE I – GEODESIA
GEODESIA FISICA
Introduzione
La Topografia è una scienza applicata che si prefigge la determinazione e la rappre-
sentazione metrica della superficie fisica terrestre, nasce e si inserisce nella Geodesia
il cui scopo è la determinazione della figura della terra e del suo campo gravitazio-
nale esterno in funzione del tempo. Per figura della terra si intende qui la sua super-
ficie fisica e matematica; si intende per superficie fisica il limite tra l’atmosfera e la
superficie liquida o solida della terra e per figura matematica la superficie equipo-
tenziale del campo gravitazionale della terra (a potenziale convenzionale W=W0).
Per comprendere meglio la Topografia è quindi necessario dare dei cenni di Geode-
sia, chiarendo per i nostri fini, quale è la forma della terra e quali sono le forze che
agiscono su di essa.
1
1. IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
DELLA TERRA
Per descrivere la superficie fisica della terra T, supponiamo, solo per comodità, di
poter stabilire dapprima un sistema di riferimento cartesiano ortogonale con ori-
gine nel centro di massa CM della terra (figura 1.1). Sappiamo ormai da secoli che
la superficie terrestre si approssima abbastanza bene a quella di una sfera di circa
6370 km di raggio e meglio ancora a quella di un ellissoide di rotazione che chia-
meremo Σ.
B
T
h B
A Σ
B'
h A Z n'
A' Y
X
( ϕA λA ) = ( ϕA' λA' )
CM
Facciamo l’ipotesi che il centro di massa della terra coincida con il centro dell’ellis-
soide Σ, potremo allora decidere di rappresentare la forma vera della terra T attra-
verso la misura degli scostamenti di T da Σ. Proiettando perpendicolarmente il
punto A su Σ definiamo la coordinata altimetrica hA di A come la distanza A A ’ e,
individuato A’, le coordinate planimetriche di A sono definite attraverso una cop-
pia di coordinate di superficie: (ϕA, λA) =(ϕA’, λA’). Ogni punto di T è definito dun-
que dalle tre coordinate (ϕ, λ, h).
2
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
A
T
∆HAB
B
Γ
Σ Σ
Γ
Prescindendo dai metodi satellitari, la direzione che è sempre misurabile in ogni punto
della superficie terrestre è quella del «filo a piombo», perpendicolare cioè alla superficie
equipotenziale passante per il punto di misura. Possiamo inoltre misurare (con la
livellazione ortometrica ad esempio) le differenze di altezze HAB rispetto alle super-
fici equipotenziali passanti per A e per B ed infine il modulo del vettore della forza
agente su una massa unitaria posta in A o B. In sintesi, per capire con precisione qual
è la forma della terra e poterla misurare nella pratica è dunque indispensabile stu-
diare il suo campo di gravità.
3
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
La gravitazione
Il campo di gravità è causato dall’attrazione gravitazionale propria, da quella dei
corpi celesti, dal moto rotatorio e da altri moti e fattori perturbativi statici o dina-
mici del corpo terrestre. Partiamo dall’attrazione gravitazionale. L’attrazione gravi-
tazionale fra masse elementari (figura 1.3) vale, secondo la legge di Newton:
m m'
F = G ---------
-
l2 1.1
m'
F P
I
F
m
Q
τ
Fig. 1.3 – Attrazione fra due masse elementari.
Si ha cioè:
m m' l
- ⋅ -----
F = G --------- 1.2
l2 l
Nel caso in cui si debba considerare un corpo non puntiforme come la terra e cer-
care l’effetto gravitazionale sull’unità di massa posta in P, si può cercare di ricavare F
come:
∆m
F = lim
∆m → 0
∑ ∆Fi = lim
∆m → 0
∑ ---------
l2
i 1.3
i
∫∫∫
ρ ( x, y, z )dτ
F = G -------------------------------------------------------------------
- 1.5
( x – a ) + ( x – b )2 + ( x – c )2
2
τ
4
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
∫∫∫
ρ ( x, y, z )dτ
V = G ------------------------------------------------------------------------ 1.8
( x – a )2 + ( x – b )2 + ( x – c )2
τ
5
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
ω 2r
v = --------- = v ( x ,y ) 1.10
2
dove (x,y) è il piano normale all’asse di rotazione.
r P f
g
F
∫∫∫
ρ ω 2r
W = W (P ) = G --- dτ + --------- 1.12
l 2
τ
6
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
Si può dimostrare che tutte le funzioni armoniche sono analitiche, vale a dire conti-
nue e con derivate continue di qualunque ordine.
Le superfici equipotenziali: W = W (P ) = cost sono anche superfici di livello, vale
a dire:
W = cost ⇒ dW = 0 ⇒ g ds = g ds cos ( g ds) = 0 1.17
Cioè la derivata del potenziale in una direzione è uguale alla proiezione in quella
direzione del vettore gravità; in particolare, siccome su una generica superficie equi-
potenziale dW = 0 questa superficie è sempre normale al vettore g.
Il geoide
Per la descrizione variazionale della superficie terrestre e per il posizionamento dei
punti sulla stessa scegliamo per Γ una superficie di livello convenzionale
( W = cost ) . La convenzione che si è scelta è quella di stabilire per questa costante
il potenziale della superficie di livello che corrisponde al potenziale della superficie
media del mare in quiete W=W0. Stabilita questa costante convenzionale possiamo
immaginare di prolungare la superficie W=W0, definita analiticamente, anche al di
sotto delle terre emerse: questa superficie si chiama geoide. Rimane tuttavia il pro-
blema di come determinare analiticamente l’equazione del geoide. È vero che que-
sta equazione può scriversi in forma integrale:
∫∫∫
ρ ( x ,y , z ) ω 2 r 2 ( x ,y )
W0 – G ------------------- dx dy dz – ------------------------ = 0 1.18
l ( x ,y , z ) 2
τ
ma rimangono anche qui irrisolti tutti i problemi emersi per il calcolo di V. I geo-
deti sono riusciti, però, ad arrivare ad una buona approssimazione nella conoscenza
del geoide attraverso la misura del potenziale in molti e ben distribuiti punti della
superficie terrestre.
In realtà è stato possibile realizzare ciò con misure di funzionali del potenziale, (cioè
con quantità dipendenti dal potenziale) quali ad esempio anomalie di gravità,
deviazione della verticale ecc. eseguite in genere in punti prossimi od esterni alla
superficie Γ del geoide.
7
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
τ
Q (X,Y,Z)
c l
dm
P
ϑ σ'
σ
O =CM
b
a
X Y
cioè:
σ' 2
σ'
= σ 1 + ---- – 2 ---- cos ϑ
2 2
l 1.20
σ σ
d ψ' σ'
d σ'
d λ'
8
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
Le coordinate polari (ψ, λ, σ) descritte in figura 1.6 sono legate alle coordinate ret-
tangolari (X, Y, Z ) attraverso le relazioni:
X = σ cos ψ cos λ
Y = σ cos ψ sin λ 1.21
Z = σ sin ψ
∫∫∫
2
G ρ σ ' cosψ ' dψ ' d λ ' dσ '
V = ---- -------------------------------------------------------------------
- 1.25
σ σ '2 σ ' 1⁄2
1 + ---- – 2 ---- cos ϑ
τ σ σ
R 00 = 1 S 00 = 0
R 10 = sin ψ S 10 = 0
R 11 = cos ψ cos λ S 11 = cos ψ sin λ
R 20 = 3 ⁄ 2 sin2 ψ – 1 ⁄ 2 S 20 = 0 1.27
9
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
A n0 = A n = G
∫∫∫ τ
ρ dτ 1.28a
∫∫∫
( n – m )! n
A nm = 2G -------------------- (σ ' ) R nm (ψ ' ,λ' ) ρ dτ 1.28b
( m + n )!
τ
∫∫∫
( n – m )! n
B nm = 2G -------------------- (σ ' ) S nm (ψ ' ,λ' ) ρ dτ 1.29
( m + n )!
τ
Lo sferoide
È possibile tuttavia calcolare almeno i primi termini della 1.26, note le funzioni R
ed S. È subito evidente ad esempio che:
A 00 = G
∫∫∫ τ
ρ dτ = GM
∫∫∫
2 2
A 20 = G ---------------------
X' + Y '
- – Z ' ρ dτ = G ------------- – C
2 A+B
1.30
2 2
τ
essendo σ sin ψ = Z .
Definendo A, B e C i tre momenti principali di inerzia rispetto agli assi X, Y e Z si
ricava:
A 20 = G ------------- – C
A+B
2
10
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
∫∫∫
2G 2
A 21 = ------- 3σ ( 3 cos ψ sin ψ cos λ) ρ dτ
6
τ
A 21 = G
∫∫∫ τ
( X ' Z ') ρ dτ
che rappresenta il momento d’inerzia misto, che si annulla se si sceglie Z ' come asse
di rotazione. Proseguendo su questa via ricaviamo:
∫∫∫
G 2
A 22 = ------ ( cos 2ψ cos2λ – 3 cos 2ψ sin2 ψ ) σ ' ρ dτ
12
τ
∫∫∫
G 2 2 G
A 22 = ---- ( – Y ' + X ' ) ρ dτ = ----( B – A )
4 4
τ
B 20 = 0 in quanto S 20 = 0
B 21 = G
∫∫∫ τ
( Y ' Z ') ρ dτ
Anche questo termine è nullo essendo un momento d'inerzia misto come il termine A21.
Anche il termine:
B 22 = G
∫∫∫ τ
( X ' Y ') ρ dτ
rappresenta un momento d'inerzia misto della terra che è nullo se si scelgono X ' ed
Y ' come assi principali d'inerzia.
11
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
R20 20 S A R
21 21 B 21 S 21 A 22 R 22 B 22 S 22
+ A 20 ------- - + ----------------
- + B 20 ------ + ---------------
- + ---------------- - +T
+ ---------------
σ3 3 σ 2σ σ 3 σ 3 σ 3
1
C – -------------- ( 1 – 3 sin2ψ ) + ---------2 ------------- cos 2ψ cos 2 λ
GM A+B 3 B–A
W = ---------- 1 + ---------------
σ 2σ M 2 2 4σ M
ω 2 σ 2 cos2 ψ
+ ----------------------------- + T
2
È noto che i due momenti principali di inerzia A e B sono circa uguali, in quanto la
forma della terra è molto prossima ad un solido di rotazione; si può ammettere allora
la seguente semplificazione:
(A + B) ⁄ 2 ≅ A (B – A) ≅ 0
GM 1 C–A ω 2 σ 2 cos2 ψ
W = ---------- 1 + ---------2 ------------- ( 1 – 3 sin2ψ ) + ---------------------------- + T = U + T 1.34
σ 2σ M 2
Ci si è fermati ad ordine n=2 e grado m=2 nello sviluppo armonico, ciò non signi-
fica che non si possa ricavare il potenziale anomalo T, questo dipende dai termini
Anm e B nm che sono ricavabili note la densità e la forma della terra.
12
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
si ottiene l'equazione di una superficie equipotenziale che, per una particolare scelta
di W0 prende il nome di geoide; esso esprime la forma della terra o meglio la forma
del suo campo di gravità ad una certa quota equipotenziale W = W 0 .
Se si pone nella 1.34:
U = U 0 = cost 1.35
si ottiene invece, l'equazione approssimata sino ad ordine e grado due del geoide.
Questa equazione rappresenta una superficie che prende il nome di sferoide; è facile
notare che l'equazione dello sferoide rappresenta una superficie. Evidenziando le
coordinate polari (ψ, σ ) e le tre costanti GM , ( C – A ) ⁄ M , ω 2 (per ora inco-
gnite), si comprende che lo sferoide è una superficie di rotazione, in quanto non
dipende da λ.
Si può dimostrare che, per il posizionamento planimetrico di un punto, (che si
ricorda è eseguito attraverso la proiezione di questo su una superficie di riferi-
mento), lo sferoide è già una approssimazione adeguata di τ , in quanto le normali
alla superficie U = cost sono sufficientemente prossime alla direzione della verti-
cale, cioè (vedi figura 2.3):
grad (W ) – grad (U ) = n – n ' = ε ≅ 0
Ritornando alla 1.34 e ricordando la 1.15, anche per il potenziale T vale la proprietà
di armonicità:
∆T = 0 1.36
In modo analogo alle relazioni 1.6 e 1.13 per il potenziale gravitazionale ed il poten-
ziale di gravità, si può scrivere per il potenziale normale:
γ = – gradU 1.37
13
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
e definiamo:
k = -------------
C–A
1.40
M
Si ha:
GM k ω 2a 3 GM k
---------- 1 + -------- + ------------- = ---------- 1 – ----2 1.41
a 2a 2 2GM c c
dividendo tra loro i due termini dell’equazione si ha:
ω 2 a 3 –1
--- = 1 – ----2- 1 + --------2 + -------------
c k k
a c 2a 2GM
siccome:
k k ω 2a 3
----2- ≅ 0 e --------2 + ------------- ≅ 0
c 2a 2GM
si può sviluppare in serie binomiale il denominatore, approssimando:
c ≅ 1 – ----
k ω 2a3
-2 1 – --------2 + ------------- =
k
---
a c 2a 2GM
k ω 2a3 k k ω 2 k a3
= 1 – --------2 – ------------- – ----2- + --------------
- + -------------------
2a 2GM c 2 a 2 c 2 2 c 2 GM
che si semplifica in:
k k
----2- ≅ ----2-
a c
14
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
k ω 2 a3
c ≅ 1 – 3--- ----
--- - – -------------
a 2 a 2 2GM
Definiamo schiacciamento geometrico dello sferoide il termine:
a–c
α = ---------- = 1 – c--- 1.42
a a
si ha:
3 k ω 2a3
α = --- ----2- + ------------- 1.43
2a 2GM
Questo risultato mostra come, attraverso l'utilizzo di quantità meccaniche, si è rica-
vata la quantità geometrica schiacciamento α dello sferoide.
Dalla 1.38 ricaviamo poi il valore della gravità normale all'equatore ed ai poli:
GM 3 k ω 2 a3
γ a = ---------
- 1 + --- ----2- – -------------
a2 2 a 2GM
GM 3k
γ c = ---------
2
- 1 – ------ 1.44
c c2
γ a2 3k ω 2 a 3 –1
----c = -----2 1 – -----2- 1 + -------2- – -------------
3k
γa c c 2a GM
Possiamo scrivere:
3k ω 2 a3
β = – --- ----2- + 2 ------------ 1.46
2a GM
Si vede facilmente che:
5 ω 2 a3
α + β = --- ------------
2 GM
e, grazie al fatto che γ a ≅ GM ⁄ a2 , ricaviamo la relazione di Clairaut:
5ω2a
α + β = --- ---------- 1.47
2 γa
15
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
cioè:
σ = a ( 1 – α sin2 ψ ) 1.48
2ψ ) + ω
GM 3k 2 σ 3 cos2ψ
γ = ---------
- 1 + -------- ( 1 – 3 sin ---------------------------- 1.49
σ2 2a 2 GM
e ricordiamo anche l'espressione della gravità normale all'equatore 1.44:
GM 3 k ω 2 a3
γ a = ---------
- 1 + --- ----2- – -------------
a2 2 a 2GM
dividendo fra loro i due valori di γ , sviluppando binomialmente al primo ordine e
semplificando si ricava:
γ 3k 2 ω 2 a 3
---- ≅ 1 + – -------- + ---------------- sin2 ψ
γa 2 a2 GM
che equivale a scrivere:
γ = γ a ( 1 + β sin2 ψ ) 1.50
Questa è l'equazione della gravità normale che, come si vede, dipende solo dalla
latitudine sferoidica.
16
IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTAZIONE
-- = -------------------- ≅ a ( 1 – α ) = a 1 – ---------- = c
a a a–c
t 1 + 2α a
17
2. SISTEMI DI COORDINATE
P (x,y,z)
n'
Q h
π
O
ϕ Y
λ
18
SISTEMI DI COORDINATE
a H Q
ϕ
c
z ϕ
β δ
Ψ
O r
RN (r=XY)
u
ϕ
r = a cos β
Γ = 2.2
Z = c sin β
Ricaviamo:
Z c
--- = -- tg β 2.3
r a
19
SISTEMI DI COORDINATE
1
cos β = ------------------------ 2.8
1 + tg 2 β
e, definita eccentricità quadratica o eccentricità, il valore:
c2
e 2 = 1 – ----2- 2.9
a
si ricava:
1 cos ϕ
cos β = ----------------------------- = -------------------------------
c2 1 – e 2 sin 2ϕ
1 + ----2- tg 2ϕ
a 2.10
sin ϕ 1 – e 2
sin β = -------------------------------
1 – e 2 sin 2ϕ
Ricordando, la prima delle 2.2 e la 2.6:
a cos ϕ
r = ------------------------------- 2.11a
1 – e 2 sin 2ϕ
20
SISTEMI DI COORDINATE
a ( 1 – e 2 ) sin 2ϕ
Z = r ( 1 – e 2 ) tg ϕ = ----------------------------------- 2.11b
1 – e 2 sin 2ϕ
L’ipotenusa del triangolo NHQ, che indichiamo con R N vale:
r a a
R N = ----------- = ------------------------------- = --- 2.12
cos ϕ 1 – e 2 sin 2ϕ w
con:
w = 1 – e 2 sin2 ϕ 2.13
X ( Q ) = R N cos ϕ cos λ
Y (Q ) = R N cos ϕ sin λ
Z ( Q ) = R ( 1 – e 2 )sinϕ
N
Si calcola poi:
r = X 2 + Y 2 = (R N + h ) cos ϕ 2.18
Z = [ ( 1 – e 2 )R N + h ] sinϕ 2.19
21
SISTEMI DI COORDINATE
n n'
P T
ε
H
h
Γ Po
Geoide (campo reale)
N
Sferoide Ellissoide Q' Q''
22
SISTEMI DI COORDINATE
ξ = Φ – ϕ 2.22b
η = (Λ – λ ) cosϕ
2.22c
I valori comuni delle componenti delle deviazioni della verticale (ξ, η ) sono di
poche decine di secondi sessaggesimali, aumentano il loro valore assoluto e la loro
variabilità in luoghi montagnosi. Grazie a questi valori modesti di deviazione della
verticale possiamo sempre scrivere con rigore (vedasi la figura 2.3):
h = H+N 2.23
ξ = – --1- ∂N 2.24a
R ∂ϕ
1 ∂N
η = – R ---------------
cos ϕ ∂λ
2.24b
23
SISTEMI DI COORDINATE
Z
Ellissoide Σ
n'
n
Geoide
Γ
I calcoli moderni del geoide, sempre più precisi e complessi, partono dall’utilizzo di
misure gravimetriche, satellitari e di ogni quantità fisica misurabile legata al campo
anomalo T. Si può dimostrare inoltre che vale la relazione di Bruns:
T
N = ---- 2.25
γ
che mostra che l’ondulazione è direttamente proporzionale al campo anomalo.
24
SISTEMI DI COORDINATE
tM – tE
- ⋅ 360
Λ = – ---------------
gs 2.26
Φ = Z – Z
E M
ZM
Z
n=zenith
Greenwich P
π
ZE
Φ Y
Λ
tM
X tE
25
SISTEMI DI COORDINATE
P P
∫ ∫
dW
HP = dH = – -------- 2.27
g
P0 P0
La figura 2.6a porta l’esempio in cui si voglia misurare il dislivello tra A e B definito
con: ∆ AB = H B – H A . Si noti che le superfici W=cost, cioè le superfici dW=0 non
sono fra di loro parallele. Si noti infine che scrivere dW=0 equivale anche ad affer-
mare dH=0 per la 2.27. Ipotizziamo di avere a disposizione uno strumento che
misuri le quantità δq in intorni sufficientemente prossimi al punto P. Possiamo
seguire con tale strumento da A verso B percorsi diversi. Sono due i casi limite: il
percorso AA''B ed il percorso AB''B . Nel primo caso misureremo Σ δq = AA'' in
quanto lungo W B si ha δq = 0 ; nel secondo caso misureremo Σ δq = BB'' in
quanto lungo WA si ha: δq = 0 . Compiendo un qualunque altro percorso misure-
remo dei valori compresi tra questi due valori limite.
Scriviamo allora per comodità l’integrale 2.27 come:
P P P
∫ ∫ ∫
dW γ 0 γ0 γ0 – g
dW ----- = ----- dW 1 + ------------
1 1
HP = -------- ----- = ----- -
γ0 g γ0 g γ0 g
P0 P0 P0
cioè:
P
∫
WP – W0 (γ 0 – g)
– H P = --------------------- – -----
1
g dH ------------------
γ0 γ0 g
P0
∫
1
g = ------- g dH 2.28
HP
P0
si ha:
W0 – WP γ0 – g
- + H P --------------
H P = -------------------- 2.29
γ0 γ0
26
SISTEMI DI COORDINATE
A"
W=WB
W3
W2
δq 2
B
δq1
A W=WA
δ q 3 = δH 3
HA Geoide W=W0 δH 2
B" δH 1
A0 HB
B0
∫
B
dW
∑ δq ≅ -------- ≠ H B – H A
g
2.31
A
A
B B
g – γ0 WB – WA
∑ δq = ∑ ------------
γ0
- + ----------------------
γ0
A A
27
SISTEMI DI COORDINATE
B
g – γ0 gA – γ 0 gB – γ 0
CO = – ∑ -------------- δq – HA ---------------- + HB ---------------- 2.33
γ0 γ0 γ0
A
Z
z // n'
y
x
P
O ϕ Y
η
λ
Q ξ
ζ
Si avrà:
ζ cos λ sin λ 0 X – X Q ∆X
=
= R λ ∆Y
ξ
– sin λ cos λ 0
Y – Y Q
η 0 0 1 Z – ZQ ∆Z
z cos ϕ 0 sin ϕ ∆ζ ∆ζ
x = 0 1 0 ∆ ξ = Rϕ ∆ ξ
y – sin ϕ 0 cos ϕ ∆η ∆η
28
SISTEMI DI COORDINATE
Si avrà dunque:
z ∆X
x = R ϕ Rλ ∆Y
y ∆Z
x – sin λ cos λ 0 X – X P ∆X
y = – sinϕ cos λ – sinϕ sin λ cosϕ Y – Y P = R ∆Y 2.34a
z cosϕ cos λ cosϕ sin λ sinϕ Z – Z P ∆Z
–1 T
Essendo R una matrice di rotazione, si ha: R = R , per cui la relazione inversa
vale:
∆X z
T
∆Y = R x 2.34b
∆Z y
29
SISTEMI DI COORDINATE
ma se vale la 2.35:
Mσ [ W ] = M [U ] = W 0 = U 0
cioè è il potenziale di gravità costante W 0 del geoide che è una superficie di livello.
La superficie dello sferoide σ invece non è una superficie di livello, lo è solo in
media. Non sono superfici di livello anche le superfici U = cost ≠ U 0 .
La costante W0, fissa in pratica le dimensioni dell’ellissoide ricercate.
Vogliamo capire quali e quanti sono i parametri fisici e geometrici indipendenti che
univocamente definiscono il potenziale W = U 0 = W 0 . Ciò si ottiene analiz-
zando la 1.33 che può essere riscritta:
GM 1 C–A ω 2 σ 2 cos2ψ
U = ---------- 1 + --------2- ------------- ( 1 – 3 sin2ψ ) + ---------------------------- = U 0
σ 2σ M 2
che evidenzia così che le coordinate (σ , ψ ) sono funzione solo dei seguenti quattro
parametri indipendenti:
C–A
GM, -------------, ω, U = U0 2.36
M
quest’ultimo valore, come già detto, deve essere scelto in modo tale che sulla super-
ficie f (σ ,ψ ) che in prima approssimazione è lo sferoide ed in seconda l’ellissoide,
valga la 2.35. La ricerca dei termini 2.36 o di altri, da essi dipendenti come a, α , ecc.
(vedi 1.43) è in passato avvenuta sfruttando misure gravimetriche, osservazioni
astronomiche e satellitari, congiuntamente a misure di tempo. Tutti questi calcoli
hanno condotto a risultati a via a via più precisi.
Bessel, nel 1841 definì un ellissoide di parametri geometrici:
a = 6377397.155m
α = 1/299.1528128
L’ellissoide internazionale di Hayford del 1909 è fra i più utilizzati ed ha parametri
geometrici:
a = 6378388.000m
α = 1/297.0000000
Mentre con due parametri geometrici si definiscono solo forma e dimensione
dell’elissoide terrestre, con quattro si definisce compiutamente un sistema di riferi-
mento. Nella seguente tabella riportiamo i parametri dei più conosciuti sistemi di
riferimento (GRS, significa Sistema di Riferimento Globale) che internazional-
mente si convenne di utilizzare nel 1967 e quelli successivi del 1980.
30
SISTEMI DI COORDINATE
Tab. 2.1
Tutti gli altri termini geometrici e fisici sono da questi dipendenti, ad esempio nel
sistema GRS67 da questi quattro valori si ricava α= 1/298.25, nel sistema GRS 80, si
6 2 –2
ha α= 1/298.257224; U 0 = 62.63686 ⋅ 10 m s . Con i valori del sistema GRS
80 si può poi ottenere la formula della gravità normale:
γ 0 = 9.780327 ( 1 + 0.0053024 sin2ϕ – 5.8 ⋅ 10 – 6 sin2 2ϕ ) [ m ⁄ s2 ] 2.37
valida per ogni punto posto sulla superficie ellissoidica (9.780327 è il valore γ per
ψ = 0 della 1.49). Come si può notare γ 0 dipende solo da ϕ come è logico atten-
dersi sulla superficie di rotazione σ 0 . Per ottenere il valore di γ , gravità normale, in
un punto di altezza ellissoidica h, si applica (riportiamo sempre la formula con i
valori GRS 80):
31
3. L'ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI
RIFERIMENTO PLANIMETRICA
Abbiamo visto che, per individuare un punto o una serie di punti di un rilievo e poi
rappresentarli, si passa attraverso una superficie di riferimento che, per la planime-
tria, è l'ellissoide (ciò vuol dire che due delle tre coordinate che individuano un
punto sono le coordinate ellissoidiche ϕ e λ). Vedremo in queste pagine di appro-
fondire le proprietà delle misure che teoricamente si possono compiere su questa
superficie, in relazione anche al tipo ed alla precisione delle misure topografiche che
sono in pratica eseguibili sul terreno.
Q n'
P
O
Y
µ
λ
32
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
r
dz ds
dr
ρ
dϕ
X
O
r = x 2+ y 2
1 Si noti che una sezione parallela che non sia equatoriale non è una sezione normale.
33
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
Ricordiamo le 2.11:
a cosϕ
r = -------------------------------
1 – e 2 sin2ϕ
a ( 1 – e 2 ) sinϕ
Z = --------------------------------
1 – e 2 sin2ϕ
Differenziando rispetto a r e Z si ricava, dopo alcuni passaggi:
a ( 1 – e 2 ) sinϕ
- dϕ
dr = – ------------------------------------- 3.4a
( 1 – e 2 sin2ϕ ) 3 ⁄ 2
a ( 1 – e 2 ) cosϕ
- dϕ
d Z = ------------------------------------ 3.4b
( 1 – e 2 sinϕ ) 3 ⁄ 2
Di conseguenza per la 3.3:
a( 1 – e2 )
- dϕ
d s = – ------------------------------------- 3.5
( 1 – e 2 sin2ϕ ) 3 ⁄ 2
cioè, definendo w come la 2.13:
a( 1 – e2 ) a( 1 – e2 )
ρ = – --------------------------------------
- = --------------------
- 3.6
( 1 – e 2 sin2ϕ ) 3 ⁄ 2 w3
Per trovare il raggio di curvatura R N , detto grannormale applichiamo il teorema di
Meusnier:
Il raggio di curvatura di una sezione obliqua è uguale al raggio di curvatura della
sezione normale corrispondente al piano che contiene la tangente alla sezione obli-
qua, moltiplicato per il coseno dell'angolo formato tra i piani delle sue sezioni.
Ciò significa nel nostro caso:
r = R N cosϕ 3.7
dunque:
r a
R N = ----------- = -------------------------------
cosϕ 1 – e 2 sin2ϕ
ottenendo con ciò il risultato 2.12, ricavato prima che sapessimo che R N fosse la
grannormale. Si può notare poi che ρ < R N e, dalla figura 2.2, che R N può essere
34
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
a a( 1 – e2 ) a cosϕ a 1 – e2
R N = ---; ρ = --------------------
3
-; r = -------------- ; R = -------------------
-
w w w w2
s'
Q
α g
P Y
O
Σ
X
35
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
Si dimostra che se P e Q (vedi figura 1.5) non sono troppo distanti (θ < π ) la geode-
tica è unica, inoltre è in genere una curva gobba, cioè non contenuta in un piano.
Cerchiamo di ricavare le equazioni della geodetica in base all'ultima defini-
zione data.
I coseni direttori della normale alla superficie 3.9 valgono rispettivamente:
1 ∂f 1 ∂f 1 ∂f
---- ; ---- ; ----
2s ∂X 2s ∂Y 2s ∂Z
dove s è l'elemento di arco:
2 2 2
s = ∂f + ∂f + ∂f
∂X ∂Y ∂Z
X = X(s)
g ≡ Y = Y(s)
Z = Z(s)
36
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
X 2 + Y 2 – a 2 – ------------2- = 0
Z2
1–e
Scritta in questa forma è facile calcolare le derivate da inserire nella 3.10, ad esempio:
∂f ∂f
= 2X ; = 2Y
∂X ∂Y
Dunque utilizzando la prima equazione delle 3.10:
d2Y d2X
X --------2- – Y --------2- = 0
ds ds
ovvero:
cioè:
dY dX
X ------ – Y ------- = cost 3.12
ds ds
Ricordiamo ora che se r è il raggio del parallelo e λ è la longitudine:
X = r cos λ ; Y = r sin λ 3.13
e, siccome sia r sia λ dipendono da ds, le derivate della 3.12 possono scriversi
compiutamente:
dX dλ dr dλ dr
------- = – r sin λ ------ + cos λ ----- = – Y ------ + cos λ ----- 3.14
ds ds ds ds ds
dY dλ dr dλ dr
------ = r cos λ ------ + sin λ ----- = X ------ + sin λ ----- 3.15
ds ds ds ds ds
Queste derivate, inserite nella 3.12 permettono di scrivere:
dλ dr dλ dr
X 2 ------ + X sin λ ----- + Y 2 ------ – Y cos λ ----- = cost
ds ds ds ds
dλ 2 2 dr
------ ( r cos λ + r 2 sin2 λ ) + ----- ( r cos λ sin λ – r cos λ sin λ ) = cost
ds ds
cioè:
dλ
r 2 ------ = cost 3.16
ds
37
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
A rdλ ϕ +d ϕ
B
α ds
ϕ
P
λ λ+d λ
Premessa
Se escludiamo i sistemi di posizionamento satellitare, gli strumenti geodetici e
topografici a nostra disposizione mostrano una incongruenza tra la teoria fin qui
esposta, che vuole queste misure riferite all'ellissoide e la pratica operativa.
Si vedrà infatti che questi strumenti fanno riferimento alla direzione della verticale
passante per il punto di stazione e quindi al campo reale e non al campo normale della
gravità: tutte queste misure dovrebbero cioè riferirsi più convenientemente al geoide.
Nel definire una distanza sull'ellissoide come: la geodetica passante per due punti,
abbiamo implicitamente ipotizzato di poterla misurare, in realtà anche nell'ipotesi
semplificativa di campo anomalo nullo nei punti di misura (T = 0) con i nostri
strumenti saremmo al massimo in grado di misurare lunghezze di archi su sezioni
normali e angoli fra sezioni normali.
38
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
Occorre che nelle approssimazioni del campo normale e nelle prossime che segui-
ranno, si tenga conto della precisione del rilievo che deve essere eseguito, tale preci-
sione è funzione della sensibilità degli strumenti da utilizzarsi, dell'estensione del
rilievo e delle modalità operative. È dunque logico partire da criteri operativi per
vedere, a ritroso, sino a quale ambito sono valide le approssimazioni che possiamo
compiere che, come si comprende, sono di tipo operativo. Per questa ragione parle-
remo di geodesia operativa.
Questa differenza relativa porta ad avere per s = 1000 km, ∆s = 1 cm, cioè un errore
relativo ∆s/s di 1 ⋅ 10 –8 ; questa precisione è praticamente irraggiungibile con stru-
mentazioni topografiche classiche.
Si dimostra poi che, per l'errore angolare vale:
S ϕ =0 ϕ = 45°
Tab.3.1 – Scostamenti tra azimut della geodetica e azimut della sezione normale.
39
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
z
z Q
α s
P x
ϕp O
Y
s2 1 s3 e2
2
- ------------2- sinϕ cosϕ cos α + …
x = s sinα 1 – ----------------- + --- ------------- 3.20a
6 RN R α 3 RN R α 1 – e
s s3 e2
2
- ------------2- sinϕ cosϕ cos α + …
z = – s --------- – ------------- 3.20c
2 R α RN R α 1 – e
s2 e 2 sin2α cos2ϕ
x e = s sinα 1 – ------------- 1 – -------------------------------
- 3.21a
6 ρ RN 1 – e 2 sin2ϕ
s2 e 2 cos2α cos 2ϕ
y e = s cosα 1 – ------------- 1 + --------------------------------
- 3.21b
6 ρ RN 1 – e2
s2
z e = – --------- 3.21c
6 Rα
40
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
x s = s sinα 1 – ---------2
s2
3.22a
6R
y s = s cosα 1 – ---------2
s2
3.22b
6R
s2
z s = – ------- 3.22c
2R
Ci si pone la domanda: quando sono lecite queste approssimazioni o, in pratica,
quanto differiscono le 3.21 dalle 3.22?
I valori ( x e – x s ) , ( y e – y s ) , ( z e – z s ) massimizzati per ϕ =0 e per α =0 oppure per
α =90° valgono per un arco s di 100 km:
∆x = ∆y = ± 27 mm
La precisione massima raggiungibile dagli strumenti topografici moderni è ancora
dell'ordine di questo errore massimo relativo che vale 2.7 ⋅ 10 –7 .
Si può concludere allora, che per scopi planimetrici in un raggio s di 100 km si può
sostituire all'ellissoide, la sfera locale passante per P. Questa è la definizione del
campo geodetico.
Cosa avviene per le quote? La differenza z vale:
s 1 km 10 km 20 km 50 km 100 km
41
L’ELLISSOIDE COME SUPERFICIE DI RIFERIMENTO PLANIMETRICA
Le 3.22, in un ambito ancora più ristretto possono scriversi per la parte planimetrica:
X = s sinα 3.23a
Y = s cosα 3.23b
s 10 km 20 km 50 km
∆s 4 ⋅ 10 – 7 1.6 ⋅ 10 – 6 10.2 ⋅ 10 – 5
s 100 m 500 m 1 km 5 km 10 km
∆Z 0.8 mm 2 cm 8 cm 2m 7.8 m
Già a poche centinaia di metri l'errore che si commette è paragonabile alla sensibi-
lità del metodo di misura dei dislivelli della livellazione trigonometrica (o di quella
tacheometrica) se le distanze sono misurate con i moderni distanziometri ad onde.
42
4. PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI
NEL CAMPO GEODETICO
43
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
Q'
N π /2 _ ε
Q X P'
P (ϕ, λ )
Y π /2 _ α +2 ε
α
S
O (ϕ )
ο λο
α_ε
O'
Y = s cos ( α – 2 ε ) 4.3
dove:
s 2 sinα cosα
3 ε = --------------------------
- 4.4
2R 2
Le 4.2, 4.3 e 4.4 sono le formule dirette di passaggio dalle coordinate geodetiche
polari (α ,s ) alle coordinate geodetiche rettangolari ( X ,Y ) .
Ricaviamo ora le formule inverse. Sviluppando i seni e i coseni:
X = s sinα cos ε – s cosα sin ε ≅ s sinα – ε s cosα
Y = s (cosα cos 2 + sinα sin 2 ε ) ≅ s cos α + 2ε s sinα
44
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
s sinα = X + ε s cosα
s sinα = X + ε Y ; s cosα = Y – 2 ε X
X + εY
tg α = ------------------- 4.5
Y – 2ε X
s 2 = ( s sinα ) 2 + ( s cosα ) 2 =
4.6
= ( X + ε Y ) 2 + ( Y – 2ε X )2
XY
3ε = --------2- 4.7
2R
Le 4.5, 4.6 e 4.7 definiscono il passaggio dalle coordinate geodetiche rettangolari
( X ,Y ) alle polari (α , s ) .
P ( ϕ0 , λ0 )
s
α0
( ϕ0 , λ0 ) O
45
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
ϕ = ϕ (s)
λ = λ (s)
α = α (s)
s2 s3
ϕ ϕ ϕ ϕ ϕ , s s s 3! + …
= 0 + ,s + , ss ----
- + ----
-
2!
s2 s3
- + λ , s s s ----- + …
λ = λ 0 + λ , s + λ , ss ----
2! 3!
s2 s3
α = α 0 + α , s + α , ss ----- + α , s s s ----- + …
2! 3!
B r .d λ C
ρ.d ϕ
ds
r dλ = ds sinα
cioè:
dϕ cosα
ϕ , s = ------ = ----------- 4.8
ds ρ
46
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
dλ sinα
λ , s = ------ = ----------- 4.9
ds r
dα
Rimane, per applicare operativamente lo sviluppo di α , da ricavare ------ .
ds
Sfruttiamo allo scopo il teorema di Clairaut: r sin α = cost ; si ha così:
dr dα
----- sin α + ------ r cosα = 0
ds ds
dr dϕ sinα dα
– ------ ------ -------------- = ------
dϕ ds r cosα ds
Ricordando la 3.4a e la 4.8 si ricavano le prime due derivate:
dr dϕ cosα dα sinϕ sinα
– ------ = ρ sinϕ ; ------ = -----------; ------ = ---------------------- ) 4.10
dϕ ds ρ ds r
Similmente dalla 4.8 e seguenti si calcolano le derivate seconde e terze tenendo
conto che:
Si ottiene in definitiva:
s cosα 0 s 2 sinϕ 0 sin2α 0 3e 2 cos ϕ cos 2 α 0
ϕ = ϕ 0 + ----------------- – ------------------ ------------------------ + ---------------------------------------
- +
ρ0 2 ρ 0 R N0 cosϕ 0 ρ 0 ( 1 – e 2 sin2ϕ 0 )
4.11
s 3 sin2α 0 cos α 0
- (1 + …)
– ------------------------------------
6 ρ 03
s tgϕ 0 sinα 0
α = α 0 + ----------------------------- +
R N0
4.13
s 2 sinα 0 cos α 0 1 2tg 2ϕ 0
- ----- + ---------------- + …
+ -----------------------------------
R N0 ρ0 R N0
Queste formule, nei limiti del campo geodetico, permettono di ricavare (ϕ , λ ) con
un errore massimo di 0.001" pari a circa 3 cm per s = 100 km.
Per distanze inferiori od uguali a 10 km può essere trascurato il termine in s 3 , men-
tre mai può essere trascurato il termine in s 2 .
47
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
con:
ϕ m = (ϕ 0 + ϕ ) ⁄ 2 4.15
N
P3
X
P'3
P2 ( ϕ 2 , λ 2 )
Y
s
α
P1 ( ϕ 1 , λ 1 ) O Y
X X
λ 2 = λ 3 + ----------------------- ≅ λ 3 + ----------------------- 4.18
R N3 cos ϕ 3 R N2 cos ϕ 2
48
PROBLEMI PLANIMETRICI RISOLUBILI NEL CAMPO GEODETICO
49
5. LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Come già visto è stato scelto l'ellissoide come riferimento planimetrico sul quale
proiettare tutti i punti della superficie terrestre, il problema è ora come rappresen-
tare le figure descritte da questi punti su una più comoda superficie piana. Il pro-
blema della rappresentazione grafica e metrica su un supporto piano di una figura
posta su una superficie ellissoidica, senza con ciò produrre deformazioni inaccetta-
bili, è stato oggetto storicamente di lunghi e complessi studi.
Le superfici a doppia curvatura come la sfera o l'ellissoide non sono infatti svilup-
pabili sul piano senza deformazioni. Storicamente si scelse la soluzione di proiettare
i punti dell'ellissoide su piani, cilindri o coni, superfici sviluppabili, limitando inol-
tre le deformazioni dovute a queste proiezioni in un intorno ragionevole della
nazione o della regione da rappresentare cartograficamente. Molti stati utilizzano,
anche oggi, una carta ottenuta da queste proiezioni, per la generalità del discorso sia
queste carte che le altre che studieremo verranno chiamate rappresentazioni o sem-
plicemente carte.
Definiamo una carta una rappresentazione dell'ellissoide su un piano; da quanto
premesso consegue che qualunque carta deforma una figura descritta sull'ellissoide.
Dal punto di vista matematico una rappresentazione (o proiezione) è definita da
quella funzione biunivoca che fa corrispondere per qualunque punto dell'insieme
E { ϕ ,λ } (ellissoide), un solo punto dell'insieme carta C { x ,y } .
Dunque qualunque punto dell'insieme Ε ha un corrispondente nel piano C ∈ R e
viceversa (figura 5.1).
f (ϕ,λ)
ϕ,λ
x,y
E
C
-1
f (x,y)
50
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Z y
dse
α
γ α'
P dsc
Y
P'
x
X
– Deformazione aereale:
ad una superficie dσe sull'ellissoide, corrisponde una superficie dσc sulla
carta. Il modulo di deformazione aereale vale:
dσ
m A = --------c 5.2
d σe
– Deformazione angolare:
si consideri un elemento d se di geodetica, uscente da P con azimut α, la tra-
sformata del meridiano formerà con l'elemento dsc sulla rappresentazione
l'angolo α ' .(figura 5.2)
La deformazione angolare è definita da:
δ = (α ' – α ) 5.3
51
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
ed inverse:
f –1 : ϕ = ϕ ( x ,y ), λ = λ ( x ,y ) 5.5
Q'
εQ
εP l'
P'
x
Fig. 5.3 – Riduzioni alla corda.
52
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
– afilattiche: sono le rappresentazioni che non godono delle prime due pro-
prietà. È bene ribadire che non esistono carte conformi ed assieme equiva-
lenti, in questo caso non esisterebbe deformazione, tuttavia particolari carte
afilattiche rendono accettabili, in zone limitate, entrambi i tipi di deforma-
zione. È possibile tuttavia cercare tra tutte le carte conformi quella di
minor deformazione angolare o, fra le equivalenti, quella di minor defor-
mazione areale.
e, sulla carta:
ds c2 = dx 2 + dy 2 5.7
Z y
dx
e' dse
dy dsc
r.d λ
g' dse
Y
ρ .d ϕ α dse
∂y ∂y
dy = ------ dϕ + ------ d λ
∂ϕ ∂λ
dunque la 5.7 diviene:
∂x ∂x ∂y ∂y
2
∂x 2 ∂y ∂ x ∂y
2 2
ds c2 = ------ + ------- dϕ 2 + 2 ------- ⋅ ------ + ------- ⋅ ------ dϕ d λ + -----
- + ------ dλ2
∂ϕ ∂ϕ ∂ϕ ∂ λ ∂ϕ ∂ λ ∂ λ ∂ λ
53
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
ds c2 = e dϕ 2 + 2f dϕ dλ + g d λ 2 5.8
dopo aver ricavato dϕ , dλ dalle equazioni precedenti, la 5.8 può essere scritta:
ds 2 e 2f g
m 2 = -------c2 = ----2- cos2α + ------ sinα cosα + ----2- sinα 5.9
ds e ρ ρr r
ovvero:
m 2 = e ' cos2α + 2f ' sinα cosα + g ' sin2α 5.10
con:
e f g
e ' = -----2- ; f ' = ------ ; g ' = ----2
ρ ρr r
La 5.10 con m 2 = cost rappresenta un ellisse di equi-deformazione.1
Già sin d'ora possiamo intuire che, per le carte conformi, il modulo di deforma-
zione lineare sarà tale che questo ellisse si trasformi in una circonferenza; infatti si è
detto che in questo caso è ragionevole che m non dipenda da α.
Si avrà cioè m 2 = cost . L'equazione della circonferenza x=asenα ; y=acosα può
essere espressa dalle:
x 2 + y 2 = a 2 cos2α + a 2 sin2α = a2
Questa equazione confrontata con la 5.10 mette in luce che per carte conformi
devono essere verificate entrambe le condizioni:
f ' = f = 0 5.11
1 Data l'ellisse
x2 y2
----2- + ----2- = 1
a b
cos2α ----2- + ----2- + sin2α ----2- + ----2- + 2 sinα cosα -----2 + -----2 = 1
u2 v 2 u2 v 2 uv uv
a b b a a b
per a>b tutti i termini in parentesi sono >0, come pure i termini che compaiono nella 5.10
g'
-----2- = ----2- + ----2- ; -----2- = ----2- + ----2- ; -----2- = -----2 + -----2
e' u2 v 2 u2 v 2 f' uv uv
m a b m b a m a b
54
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
g'.r .d λ = g .d λ
r .d λ ϕ+ d ϕ
e'.p .d ϕ = e .d ϕ
dsc
ρ .δ ϕ α α'
dse ϕ α"
ω
ω =/ π / 2
π /2
Ellissoide Rappresentazione
55
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
f2
sinω = 1 – ------- 5.18
eg
che, inserita nella 5.17 e sviluppata fornisce:
eg – f 2
m A = --------------------- 5.19
rρ
Ogni carta equivalente ha m A = cost = 1 .
In termini differenziali lo sviluppo della 5.19 fornisce:
1 ∂y ∂ x ∂ x ∂ y
m A = ------- ------- ⋅ ------ – ------ ⋅ ------ = 1 5.20
ρ r ∂ϕ ∂ λ ∂ϕ ∂λ
r dλ
tg α = ---- -------
ρ dϕ
Si noti accidentalmente che, per carte conformi α = α ' dunque per queste carte:
r g
---- = ---
ρ e
ottenendo ancora in definitiva la 5.12. Sviluppiamo il termine trigonometrico:
tgα ' – tgα
tg (α – α ' ) = tg δ = -----------------------------
1 + tgα ' tgα
e, con qualche passaggio, ricaviamo:
56
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
cioè:
e g
m = ------- = ------- 5.22
ρ r
Da questa equazione si ricava:
r2
g = e -----2- 5.23
ρ
che si poteva ricavare anche dalla 5.21 essendo per queste carte δ = 0 ∀α .
La 5.22 si scrive anche:
∂x 2 ∂y ∂y 2
2
----- r 2 ∂x 2
- + ------ = ----2- ------- + ------ 5.24
∂λ ∂λ ρ ∂ϕ ∂ϕ
a2 + b 2 = c 2 + d 2
ac + bd = 0
57
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
bd
dalla seconda, ricaviamo a = – ----- e dalla prima:
c
b 2 d2 d2 2
( b 2 – c 2 ) = d 2 – -----------
- = ----- (c – b 2)
c2 c2
cioè:
( b 2 – c 2 ) 1 + ------
d2
=0
c2
d2
e siccome è sempre ------ > 0 si può scrivere b 2 – c 2 = 0 :
c2
b = ±c
cioè:
∂y ∂x
------ = ± ------
∂u ∂λ
Si scarta il segno meno dovendo essere eg > 0 ovunque, diversamente la 5.17 non
avrebbe senso fisico.
Dalla relazione b = c ricaviamo, ricordando che:
bd
a = – ------- ;
c
a = –d
Ricaviamo finalmente il più semplice sistema di equazioni differenziali delle
carte conformi:
∂y
----- ∂x
- = ------
∂ u ∂ λ
5.28
∂x
----- ∂y
∂ u- = – -----
∂λ
-
Come tutti i sistemi di equazioni differenziali possono essere risolte da infinite fun-
zioni, a seconda delle condizioni al contorno.
Le 5.28 sono le equazioni differenziali dette di Cauchy-Riemann che definiscono
le cosiddette funzioni analitiche: queste equazioni rappresentano le condizioni
necessarie e sufficienti affinché esista una funzione complessa di variabile com-
plessa f tale che:
( y + ix ) = f ( u + i λ ) 5.29
58
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
λ3 λ5 λ7
x = f I ( u ) λ – f III ( u ) ------ + f V ( u ) ------- – f VII ( u ) ------- + … 5.31
3! 5! 7!
Osservando le 5.30 e 5.31 si comprende che tutte le rappresentazioni conformi pos-
sono ricavarsi da un'arbitraria scelta di f (u), infatti se f è continua e differenziabile,
una qualsiasi funzione f è sufficiente a risolvere la 5.30 e 5.31. Osservando ancora la
5.31 si nota che sul meridiano origine: λ =0 si ha sempre x= 0: y= f(u).
Poniamoci ora ad esempio in un caso molto semplice e, dato che f è arbitraria, sce-
gliamo ad esempio:
f (u ) = au 5.32
f II(u ) = f III (u ) = … = 0
da cui:
y = au
5.33
x = aλ
59
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Si noti però che il problema non è ancora risolto in quanto la 5.32 non è risolta in
modo esplicito in funzione di ϕ. Ricordando la 5.24 possiamo scrivere:
ϕ ϕ
∫ ∫
ρ ( 1 – e 2 ) dϕ
u = ---- dϕ = ------------------------------------------
- 5.34
r cosϕ ( 1 – e 2 sin2 ϕ )
0 0
(il numero e nella 5.35 indica l'eccentricità «e», non la base neperiana).
Le formule inverse delle 5.30 e 5.31 partono dal presupposto simile all'assunto 5.29,
che si possa scrivere cioè:
( u + i λ ) = f –1 ( y + i x ) 5.36
x3 x5
λ = Φ I x – -----Φ III + ----- Φ V + … 5.38
3! 5!
dove per Φ si intende la latitudine di un estremo di arco meridiano la cui lunghezza è y.
60
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
s df
y
y
P
P'
O ϕ ϕ =0 0
λ x
x
λ=0
0
a) b)
y = R sin ϕ 5.41
Si noti che, se si utilizzasse un cilindro secante di raggio S, più idoneo per limitare le
deformazioni massime di tipo lineare, m, si avrebbe:
x = Sλ
y = R sin φ
61
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
È possibile inoltre compensare e risolvere reti planimetriche nel più vasto ambito
del campo geodetico, attraverso il trasporto di tutte le misure sulla carta di Gauss.
Occorre correggere in questo caso anche gli angoli misurati attraverso le «correzioni
alle corde» ε ij di figura 5.3 secondo quanto ricaveremo in seguito.
La scelta da operare sulle 5.30 e 5.31 è quella di fare in modo che, per λ =0, il meri-
diano fondamentale si rappresenti in vera grandezza cioè:
u ϕ
y ( λ = 0 ) = f (u ) =
∫ ∫
0
r du =
0
ρ dφ = s (ϕ ) 5.42
dr dr dϕ dr r
f II (u ) = ------ = ------ ⋅ ------ = ------ ⋅ ---
du dϕ du dϕ ρ
essendo anche r funzione di ϕ.
Osservando la figura 3.2 si ha:
dr
ds = ρ dϕ = – -----------
sinϕ
dr
------ = – ρ sinϕ 5.44
dϕ
Dunque si può scrivere:
r
f II (u ) = – ρ sinϕ ---- = – r sinϕ 5.45
ρ
Così si ottiene:
d
f III (u ) = ------ ( – r sinϕ )
du
Ricavate tutte le derivate, occorre ancora risolvere per serie la 5.42, il risultato for-
male è:
f (u ) = s (ϕ ) = Aϕ – B sin 2ϕ + C cos 4 φ – D sin 6 φ + …
62
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
λ2
y = N = s (ϕ ) + ----- R N cosϕ sinϕ +
2!
5.47
λ4
+ ----- R N sinϕ cos 3ϕ (5 – t2 – 9η 2 – 4η 2) +…
4!
con:
t = tgϕ ; η 2 = ( R N – ρ ) ⁄ ρ
Hirvonen ha ricavato formule più rapidamente convergenti di queste, sono di
seguito trascritte. Le costanti a e α sono valide per l'ellissoide internazionale di
Hayford adottato per la cartografia ufficiale italiana. L’approssimazione è millime-
trica all'interno di un fuso di ∆ λ = ± 3° .
Formule di Hirvonen
Fissate le costanti:
a = 6378388 m ; α = 1 ⁄ 297 ; ∆ λ = ± 3 °
d = a 2 ⁄ c = 6399936.608m ;
λ 0 = longitudine del meridiano fondamentale ( 9°, 15° )
a2 – c2 e2
ε 2 = --------------
2
- = ------------2- = 0.00676817
c 1–e
Si calcolano le costanti:
A 1 = ( 1 – e 2 ⁄ 4 – 3 e 4 ⁄ 64 – 5e 6 ⁄ 256 );
A 2 = ( 3e 2 ⁄ 8 + 3e 4 ⁄ 32 + 45e 6 ⁄ 1024 );
A 3 = ( 15e 4 ⁄ 256 + 45e 6 ⁄ 1024 );
A 4 = ( 35e 6 ⁄ 3072 );
CR = 0.9996
e le variabili:
v = 1 + ε 2 cos 2ϕ ; λ' = ( λ – λ 0 )
tgϕ
z = atn --------------------- ; v1 = 1 + ε 2 cos 2 z
cos ( λ' v )
63
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
cos z tg λ'
x = d asinh ---------------------- 5.48
v1
E = x CR + E 0 5.50
N = y CR 5.51
Si ricorda che:
asinh ( t ) = log ( t + 1 + t 2 )
Le formule inverse utilizzano le costanti:
e 1 = --------------------------
1 – 1 – e2
1 + 1 – e 2
v1 = (1 + ε 2 cos 2 ξ )
v 1 sinh ----
x
d
λ' = atn ------------------------- 5.53
cos ξ
λ = λ' + λ 0 5.55
x = x (λ)
y = y (λ)
64
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
x = x (ϕ )
y = y (ϕ )
65
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
In figura 5.9 è riportata una schematica rappresentazione della carta di Gauss per
fusi: solo per chiarezza i fusi distano in figura di ben 20° di longitudine, cioè di un
valore non adottato internazionalmente.
Applicando la 5.27 si può vedere numericamente che per i valori internazionali di
∆ λ = ± 3°, il modulo di deformazione lineare vale al massimo sul territorio italiano:
m = 1.00064 per ϕ = 47° (latitudine massima)
m = 1.00087 per ϕ = 37° (latitudine minima)
La deformazione è dunque sempre maggiore di uno; per diminuirla in valore asso-
luto si è scelto (come si vede ad esempio usando le 5.50 e 5.51 di adottare un oppor-
tuno fattore di scala che vale CR = 0.9996 che, secondo l'analogia proiettiva,
66
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
0
3
-
+
c
- + a
a
2
1 ∂x 2 ∂y
m 2 = g ' = ----2- = -----2- ------ + ------
g
r r ∂λ ∂λ
dx λ2
------ = R N cos ϕ 1 + ------ cos 2ϕ ( 1 + tg 2 ϕ ) + … 5.57a
dλ 6
dy λ2
------ = λ R N sinϕ cos ϕ 1 + ------ cos 2ϕ ( 5 + tg 2 ϕ ) + … 5.57b
dλ 6
67
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
λ2
m = 1 + ----- cos ϕ
2
x2
m = 1 + ---------2-
2R N
Con miglior approssimazione, per la stessa via si arriva alla formula:
x2
m = 1 + -------------- 5.59
2 ρ RN
Le precedenti formule sono valide puntualmente od in alternativa sono applicabili in
un punto medio di un rilievo di pochi km di lato; già per lati di 10 km o più si deve
invece procedere ad una integrazione di m sullo sviluppo del lato.
Presi due punti P 1 ( x 1 ,y 1 ) e P 2 ( x 2 , y 2 ) , questa integrazione fornisce il risultato:
s x 12 + x 1 x 2 + x 22
m 12 = ----c- = 1 + ---------------------------------
- 5.60
se 6R N ρ
dove ρ ed RN sono calcolati in un punto di coordinate medie (leggasi ϕ medio). Le
coordinate x sono al solito le coordinate Est depurate dal valore fittizio che abitual-
mente si da all'origine delle ascisse ed espanse di 1/CR secondo le 5.51. Il modulo di
deformazione m12 è dunque il modulo di deformazione medio di un arco di geode-
tica sull'ellissoide nella rappresentazione di Gauss.
68
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
N=y
NG
NR
γ
dp dy
γ
γ dx
dy
tg γ=
dx
E=x
dy dy
------d λ ------
dy dλ dλ
tg γ = ------ = ------------- = ------- 5.61
dx dx dx
------d λ ----- -
dλ dλ
Utilizziamo le derivate 5.57 in forma semplificata:
dy
------ = λ R N sinϕ cos ϕ
dλ
dx
------ = R N cos ϕ cioè tg γ ≅ λ sinϕ
dλ
Con migliore approssimazione, sfruttando gli sviluppi binomiali della 5.57a, consi-
derando λ piccolo e trascurando i termini in λ 3 e superiori si ha:
λ2
tgγ = λ sinϕ 1 + ----- + …
3
λ3
γ = λ sinϕ 1 + ----- cos 2ϕ ( 1 + 3e 2 cos 2 ϕ ) 5.62
3
69
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
dove, come al solito, x è depurata dal valore convenzionale fissato per l'origine ed
espansa di 1/CR.
Nella 5.63 non compare, come si vede, la coordinata cartografica N, pur dipen-
dendo dalla latitudine ϕ.
N
2
Q γ 0'12
ε12
012
α
A A'
A Y 1
P
R ε13
3
X
E
ϑ12 è definito angolo di direzione della trasformata 12 e indicato talvolta con (12).
Dallo studio sulla carta di Gauss, da quello delle equazioni delle trasformate, con
molti passaggi che non si riportano, si ottiene la riduzione angolare alla corda:
( y1 – y2 )
ε 12 = ------------------- ( 2x 2 + x 1) 5.65
6 RN ρ
Dalla 5.65 si deduce che il valore di ε12 nel caso della figura 5.12b è negativo. Nella
5.65 i valori di ρ ed R N dovrebbero ora essere calcolati ad 1/3 della geodetica PQ
partendo da P, in pratica, anche per distanze di 300 km possono semplicemente
essere i valori ricavati alla latitudine media di P e Q.
Dalla 5.65 si vede che ε 12 ≠ ε 21 ; infatti:
70
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
( y2 – y1 )
ε 21 = ------------------- ( 2x 2 + x 1 )
6R N ρ
Per individuare il segno dell'angolo ε si usa la cosiddetta «regola del vento» che sof-
fia da ovest ad est, in zone ad est del meridiano fondamentale e che viceversa soffia
da est, in zone ad ovest di questo meridiano e che «deforma» in tale guisa le corde.
L'angolo A' calcolabile per differenza degli angoli di direzione (13)-(12) vale:
A' = A + ε 13 – ε 12 5.66
Queste riduzioni all'interno del fuso (∆ λ < 3°) sono ancora molto piccole. Per ∆ Ε =
∆ Ν =200 km cioè ∆s ≅ 282 km massimizzando la 5.65 si ottiene ε = 100".
La tabella 5.1 riporta questi valori massimi per varie distanze, nell'ipotesi ∆ Ε = ∆ Ν
Tab.3.1
∆s 282 km 141 km 14 km
Dunque, nelle condizioni più sfavorevoli per lati di 14 km il valore A-A' nella 5.66
è di 0.5" ed è allora logico, al di sotto di queste distanze, cioè nel campo topografico,
non tener conto di queste correzioni, compensare cioè una rete geodetica di questa
estensione nel piano cartografico senza riduzioni angolari.
Si dimostra poi che le riduzioni lineari alla corda, cioè la differenza tra la lunghezza
della trasformata 12 e la lunghezza della corda 12 = s c stanno nel rapporto:
st – sc E 1 ( E 1 + s t sinα )s t2 cos2α
------------ = ∆ s = -------------------------------------------------------
-
st 24R 4 N
71
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
1 dx 2 a 1 – e 2 sin2ϕ
m = g' = m ( ϕ = cost ) = ---- ------ = --- = ------------------------------- 5.68
γ d λ r cosϕ
si nota che m, pur essendo elevato per latitudini elevate, è costante lungo un paral-
lelo. La carta di Mercatore è così utilizzata per la navigazione: tracciata su questa
carta la trasformata della geodetica che unisce due punti, l'azimut, variabile col per-
corso, è misurabile direttamente su tratti di trasformata sino alla meta stabilita.
Utilizzando ad esempio un compasso aperto sul numero di miglia percorribili in
un certo tempo, dal punto nave P si traccia una circonferenza che interseca la
geodetica per P in un punto Q. L’azimut (PQ), la rotta, è subito misurabile con
un goniometro.
72
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Entrambi i fusi sono stati ampliati verso Est di 30' per poter risolvere i problemi di
riattacco attorno alla longitudine λ = 12° per il fuso Ovest e per poter comprendere
la penisola salentina per fuso Est.
Nel primo caso le carte topografiche sono state prodotte duplicate, sia con origine
nel fuso Est che con origine nel fuso Ovest.
Con zone di estensione ±3° ed adottando un coefficiente di contrazione CR = 0.9996, il
modulo di deformazione lineare corretto dalla contrazione di 4 decimillesimi è:
µ = mCR
73
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Λ = λ 0 = 12°27′08″̇.40, φ = ϕ 0 = 41°55′25″.50, H = h
La carta fondamentale, (detta ora serie 100 V) è costituita da 294 fogli (fig. 5.16) i
cui bordi sono delimitati da trasformate di meridiani e di paralleli ϕ =cost, λ=cost.
Questo modo di delimitare i fogli si denota sinteticamente «taglio geografico»
(figura 5.14a) e si distingue dal secondo modo definito «taglio cartografico», che
consiste nel suddividere il rilievo in carte «tagliate», cioè descritte ai bordi, secondo
assi paralleli al reticolato chilometrico:
N = cost e E = cost
La dimensione dei fogli della serie 100 V è di circa 50 cm di lato per l'area cartogra-
fata, e corrisponde esattamente ad intervalli di 20' in latitudine e di 30' in longitu-
dine a partire da valori interi per le latitudini. L'origine delle longitudini di ciascun
foglio è ancora riferita a valori interi della longitudine nazionale ω , definita
ω = λ – λ 0 = λ – 12°27′08″̇.40 5.69
N
x=cost
y=cost Quadrante
IV I
A Es: Fg. 57
NO NE II NE
III II
TAVOLE
B 5'
SO SE
7'30"
30'
E
A: taglio geografico B: taglio cartografico
74
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Il multiplo del foglio (della serie 100 V) è la tavola a scala 1:25000 (serie 25 V) di
dimensioni in coordinate geografiche:
∆ϕ = 5′ ∆λ = ∆ω = 7′30″
è questa la carta proveniente dai rilievi diretti e costituisce la carta di base sulla quale
sono state derivate le carte a scala minore (1/100000 ed 1/50000).
All'interno del foglio in scala 1:100 000 la cartografia a scala maggiore si distingue
attraverso la suddivisione del foglio in quadranti, indicati con numeri romani e,
come detto, in tavole, indicate con due lettere. Nell'esempio di figura 5.13b si è evi-
denziato il foglio 57: VERCELLI, il quadrante II e la tavola NE. Queste tavole
sono in parte a due colori, in parte a tre ed a cinque e tutte in fase di sostituzione
con la nuova carta detta «serie 25».
75
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
maggior precisione dall'IGM per ogni vertice della rete del primo ordine, mentre
sono pubbliche le costanti medie per la serie dei fogli 1:100 000.
Le costanti sono arrotondate al metro in quanto questa tolleranza è inferiore
all'errore di graficismo della cartografia in scala 1: 25 000.
Le costanti ∆ϕ e ∆λ per il passaggio dalle coordinate UTM alle Gauss-Boaga e vice-
versa, sono rappresentate nelle figure 5.14a e 5.14b.
2.2 2.3
5.9
M.Mario 2".533
2.6 42¡
M.Mario 5".977
42¡
2.4
2.7
6.0 2.8
5.9
2.1
2.5
39¡
39¡
5.8 6.0 2.3 2.4
2.2 2.5 2.4
6.1 2.3
6.2
6.5 6.4
6.3 36¡
36¡ 19¡ 7¡
7¡ 10¡ 13¡ 16¡ 16¡ 19¡
10¡ 13¡
76
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
77
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Fig. 5.17 – Suddivisione della carta in scala 1:50.000 (con stato della produzione al 1-1-1999).
78
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Fig. 5.18 – Porzione di riquadratura dei fogli in quadranti e tavole alla scala 1:25.000.
79
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Le carte da satellite
Presso l' IGM sono in corso di allestimento le carte della serie 100/S dette «spazio-
carta» ricavate da immagini multispettrali e trasmesse dal satellite Landsat5 in
forma numerica, Il satellite acquisisce queste immagini digitali grazie a sensori mul-
tispettrali «Thematic Mapper». La rappresentazione è quella UTM, inquadrata nel
sistema europeo ED50. Non è una vera e propria carta topografica tradizional-
mente intesa, (detta anche carta al tratto per sottolineare l'aspetto grafico) ma
un'immagine geometricamente corretta del territorio. Occorre quindi molta pratica
ed esperienza interpretativa per utilizzarla, sebbene su questa siano state inserite
alcune informazioni relative alla viabilità, alla toponomastica ed ai limiti ammini-
strativi. Dei 196 fogli previsti di dimensione 24'x40' (∆ϕ x ∆λ) solo 12 erano stati
pubblicati nel 1991.
Maggiori ed aggiornate informazioni sulla produzione IGM sono reperibili al sito
web http:\\www.nettuno.it/fiera/igmi/.
y = Y = ρm ( ϕ – ϕ 0 ) 5.71
80
LE RAPPRESENTAZIONI CARTOGRAFICHE
Anche il modulo mA, come m, aumenta col quadrato della distanza dal polo origine:
x2
m A = 1 + -------------- 5.74
2 ρ RN
Per limitare queste deformazioni il Catasto ha suddiviso tutto il territorio italiano
in 35 zone principali con origini diverse, oltre a queste, alcune provincie hanno ori-
gini variabili anche da comune a comune: può capitare cioè in certe parti d'Italia
che ogni comune abbia una sua origine, fissata di solito su un vertice trigonome-
trico del secondo o terzo ordine dell'IGM.
Si può vedere che per ∆x < 20 km si può ritenere m A ≅ cost = 1 e, sino a 70 km, la
deformazione lineare massima è di 6 cm/km che rientra nella tolleranza catastale ed
è comunque molto inferiore all'errore di graficismo.
La correzione angolare alla corda vale:
σ cos ( 12 ) σ sin ( 12 )
ε 12 = ( 12 ) – α 12 ≅ – ----------------------- x 1 + ----------------------
2 ρ RN 3
dove:
σ = ( x 2 – x 1 )2 + ( y 2 – y 1 ) 2
ed anche questa correzione, che a 70 km vale 6", rientra nelle tolleranze catastali.
L'aggiornamento catastale ha tuttavia abbandonato questo tipo di rappresentazione
e l'UTE fornisce attualmente ai tecnici le coordinate dei vertici trigonometrici cata-
stali nel sistema Gauss-Boaga.
L'aggiornamento ed il contemporaneo inserimento della cartografia catastale in
quella nazionale è facilitato dal fatto che le deformazioni nei due sistemi sono dello
stesso ordine di grandezza, inoltre è spesso sufficiente che queste deformazioni
siano confrontabili all'interno di una singola mappa, dove sono sempre inferiori
all'errore di graficismo.
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