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La carta è essenzialmente un foglio di fibre con un’aggiunta di prodotti chimici che modificano
le proprietà e la qualità del foglio. Oltre alle fibre e ai prodotti chimici, la produzione della pasta
e della carta richiede grandi quantitativi di acqua di lavorazione e di energia sotto forma di
vapore e di energia elettrica. Ne consegue che le principali questioni ambientali connesse alla
produzione della pasta e della carta riguardano le emissioni nell'acqua, le emissioni
nell'atmosfera e il consumo di energia. Anche i rifiuti diventeranno una fonte di preoccupazione
sempre più rilevante per l’ambiente.
La pasta per la fabbricazione della carta può essere prodotta a partire dalla fibra vergine con
mezzi chimici o meccanici o riducendo in pasta la carta di recupero. Una cartiera può
ricostituire la pasta prodotta altrove o essere integrata con le operazioni di produzione della
pasta nello stesso impianto.
Il presente documento tratta gli aspetti ambientali relativi alla fabbricazione della pasta e della
carta a partire da vari materiali fibrosi, in stabilimenti integrati e non integrati. Le fabbriche non
integrate di pasta (pasta commerciale) producono solo la pasta, che viene quindi venduta sul
mercato. Le cartiere non integrate acquistano questa pasta per la loro produzione di carta. Negli
stabilimenti integrati le attività di produzione della pasta e della carta si svolgono nello stesso
stabilimento. Le fabbriche di pasta kraft operano in modo sia integrato sia non integrato, mentre
di solito le fabbriche di pasta al solfito sono integrate alla produzione di carta. La preparazione
meccanica della pasta e la lavorazione delle fibre riciclate costituiscono di solito una parte
integrata della fabbricazione della carta, ma in alcuni singoli casi sono diventate un’attività
indipendente.
Non sono trattati nel presente documento i processi a monte rilevanti dal punto di vista
ambientale, come la gestione forestale, la fabbricazione in altri stabilimenti di prodotti chimici
per la lavorazione e il trasporto delle materie prime alla cartiera, né le attività a valle, come la
cartotecnica o la stampa. Non sono trattati o sono trattati solo brevemente anche altri aspetti
ambientali non collegati in modo specifico alla produzione di pasta e carta, come lo stoccaggio e
la movimentazione di prodotti chimici, la sicurezza sul posto di lavoro e il rischio di incidenti,
le centrali termiche ed elettriche, i sistemi di raffreddamento e a vuoto e il trattamento delle
acque non depurate.
Ciascuno di questi capitoli comprende cinque sezioni principali, secondo la struttura generale
dei documenti di riferimento sulle BAT per la prevenzione e la riduzione integrate
dell’inquinamento. Per la maggior parte dei lettori non sarà necessario leggere l’intero
documento, ma solo i capitoli o le sezioni di interesse per la fabbrica in questione. Ad esempio,
per le fabbriche di pasta kraft destinata al mercato è rilevante solo il capitolo 2; per le fabbriche
integrate di pasta e carta kraft i capitoli 2 e 6; informazioni riguardanti le fabbriche integrate di
lavorazione della carta riciclata si trovano ai capitoli 5 e 6.
i
Alla fine del documento sono inseriti un elenco di riferimenti e un glossario di termini e
abbreviazioni che facilita la comprensione del testo.
Ciascuno dei cinque capitoli principali fornisce informazioni sui seguenti aspetti: processi e
tecniche applicati; principali preoccupazioni ambientali, quali la domanda di risorse e di
energia, le emissioni e i rifiuti; descrizione di tecniche rilevanti per l’abbattimento delle
emissioni, la riduzione al minimo dei rifiuti e il risparmio energetico; individuazione delle
migliori tecniche disponibili e tecniche emergenti.
Per i dati riportati relativi alle emissioni e ai consumi, poiché nei vari Stati membri sono
impiegati metodi di misurazione diversi, va ricordato che i dati non sono sempre strettamente
comparabili da paese a paese (cfr. allegato III per maggiori informazioni su questo argomento; i
diversi metodi utilizzati non alterano, comunque, le conclusioni tratte nel presente documento).
La produzione della pasta e della carta è un settore complesso che comprende numerose fasi di
lavorazione e diversi prodotti. Tuttavia, l’ampia gamma di materie prime e di processi impiegati
nella fabbricazione della pasta e della carta può essere suddivisa, per comodità di trattazione, in
una serie di operazioni unitarie. Nel presente documento, le questioni ambientali e le relative
tecniche di prevenzione e riduzione delle emissioni e dei rifiuti e di riduzione del consumo di
energia e delle materie prime sono descritte separatamente per cinque categorie principali
(capitoli da 2 a 6). Ove appropriato e ritenuto necessario, tali categorie sono ulteriormente
suddivise in sottoclassi.
Il documento riflette a livello settoriale la varietà in termini di materie prime, fonti di energia,
prodotti e procedimenti nell’industria europea della carta. Tuttavia, in casi specifici, all’interno
di ciascuna categoria principale di prodotti, esiste una certa gamma di materie prime e di
prodotti che si differenziano dalla produzione delle qualità standard e che possono avere un
impatto sulle condizioni operative e sulle possibilità di miglioramento. Ciò vale in particolare
per cartiere speciali che producono in sequenza numerose qualità diverse con i loro macchinari
o per cartiere che producono “qualità speciali” di carta.
Lo scambio di informazioni ha consentito di trarre conclusioni sulle BAT. Per una visione
completa di queste tecniche e delle emissioni ad esse associate è opportuno fare riferimento alle
sezioni che in ciascuno dei capitoli descrivono le BAT. I principali risultati sono riassunti qui di
seguito.
ii
BAT generali per tutti i processi
Durante lo scambio di informazioni è emerso che l’azione più efficace per ridurre le emissioni e
i consumi e migliorare il rendimento economico è applicare le migliori tecnologie disponibili di
lavorazione e di abbattimento, in combinazione con:
Il procedimento al solfato o kraft è il metodo di produzione della pasta più usato in tutto il
mondo, per le proprietà superiori di resistenza della pasta e per la sua applicazione a tutti i tipi
di legname. Nella preparazione della pasta kraft le questioni di maggiore interesse riguardano
gli effluenti liquidi, le emissioni nell'atmosfera, ivi compresi gas maleodoranti, e il consumo di
energia. In alcuni paesi anche i rifiuti sono destinati a diventare un aspetto preoccupante dal
punto di vista ambientale. Le principali materie prime sono risorse rinnovabili (legno e acqua) e
prodotti chimici per la cottura e l’imbianchimento. Le emissioni in acqua sono in prevalenza di
sostanze organiche. L’acqua di scarico proveniente dall’impianto d’imbianchimento, in cui sono
utilizzati prodotti chimici sbiancanti contenenti cloro, contiene derivati del cloro legati
organicamente, misurati come AOX. Alcuni composti scaricati dagli stabilimenti presentano
effetti tossici per gli organismi acquatici. Le emissioni di sostanze colorate possono
ripercuotersi negativamente sulle specie viventi nell’ambiente ricevente. Le emissioni di
sostanze nutritive (azoto e fosforo) possono contribuire all’eutrofizzazione dell’ambiente
ricevente. I metalli estratti dal legname sono scaricati in basse concentrazioni, ma a causa di
flussi elevati il carico può essere rilevante. Una sostanziale riduzione delle sostanze organiche
sia clorurate che non clorurate negli scarichi delle fabbriche di pasta è stata realizzata in ampia
misura mediante misure integrate ai processi.
Le migliori tecniche disponibili per le fabbriche di pasta kraft sono considerate le seguenti:
iii
Per le fabbriche di pasta kraft sbiancata e non sbiancata i livelli di emissione BAT in acqua
associati all’uso di un’adeguata combinazione di queste tecniche sono i seguenti:
Questi livelli di emissione si riferiscono a medie annue. Il flusso di acqua è basato sul
presupposto che l’acqua di raffreddamento e altra acqua pulita siano scaricate separatamente. I
valori si riferiscono solo al contributo della preparazione della pasta. Nelle fabbriche integrate
devono essere aggiunte le emissioni provenienti dalla fabbricazione della carta (cfr. capitolo 6)
secondo la combinazione di prodotti fabbricati.
Le emissioni di gas da diverse fonti sono considerate la seconda questione ambientale rilevante.
Le emissioni nell'atmosfera provengono dalla caldaia di recupero, dal forno a calce, dal forno a
corteccia, dallo stoccaggio dei trucioli di legno, dal lisciviatore, dal lavaggio della pasta,
dall’impianto di imbianchimento, dalla preparazione degli sbiancanti chimici,
dall’evaporazione, dalla vagliatura, dal lavaggio, dalla preparazione della liscivia bianca e da
vari serbatoi. Una parte è costituita dalle emissioni che fuoriescono da vari punti del processo.
Le principali fonti sono la caldaia di recupero, il forno a calce e le caldaie ausiliarie. Le
emissioni consistono principalmente in ossidi di azoto, composti contenenti zolfo, come il
biossido di zolfo, e composti solforati ridotti maleodoranti. Vi sono inoltre emissioni di
particolato.
iv
La seguente tabella riporta, per le fabbriche di pasta kraft sbiancata e non sbiancata, i livelli di
emissione nell'atmosfera associati ad una combinazione delle migliori tecniche disponibili. I
livelli di emissione si riferiscono a medie annue e a condizioni normali. Sono escluse le
emissioni provenienti dalle caldaie ausiliarie, dovute ad esempio alla produzione di vapore usato
per l’essiccamento della pasta e/o della carta. Per i livelli di emissione dalle caldaie ausiliarie si
fa riferimento alla sezione BAT per le caldaie ausiliarie.
I valori si riferiscono solo al contributo della fabbricazione della pasta. Ciò significa che per gli
stabilimenti integrati questi dati riguardano esclusivamente la produzione di pasta kraft e non
comprendono le emissioni in atmosfera dalle caldaie a vapore o delle centrali elettriche che
potrebbero essere attivate per fornire l’energia necessaria per la produzione di carta.
Le migliori tecniche disponibili per ridurre i rifiuti consistono nel ridurre al minimo la
produzione di rifiuti solidi e nel recuperare, riciclare e riutilizzare questi materiali, ovunque ciò
sia praticabile. La raccolta separata e lo stoccaggio intermedio di diversi tipi di rifiuti all’origine
può essere utile a questo scopo. Quando i rifiuti raccolti non sono riutilizzabili nel processo, si
considerano BAT l’utilizzo esterno dei residui/rifiuti come materiali sostitutivi o la combustione
dei materiali organici in apposite caldaie con recupero energetico.
Le fabbriche di pasta e carta kraft a basso consumo energetico consumano energia termica ed
elettrica come indicato di seguito:
• fabbriche non integrate di pasta kraft sbiancata: 10-14 GJ/Adt calore di processo e 0,6-0,8
MWh/Adt energia elettrica;
• fabbriche integrate di pasta e carta kraft sbiancate (ad esempio, carta fine non patinata): 14-
20 GJ/Adt calore di processo e 1,2-1,5 MWh/Adt energia elettrica;
• fabbriche integrate di pasta e carta kraft non sbiancate (ad esempio, rivestimento interno in
carta kraft): 14-17,5 GJ/Adt calore di processo e 1-1,3 MWh/Adt energia elettrica.
La produzione di pasta al solfito è di gran lunga inferiore a quella di pasta kraft. Il procedimento
di preparazione della pasta può essere svolto con diversi prodotti chimici di cottura. Il
documento si concentra sul procedimento al solfito di magnesio, per la sua importanza in
termini di capacità e numero di fabbriche attive in Europa.
Per molti versi il processo al solfato o kraft e quello al solfito presentano somiglianze, non
ultimo riguardo alle possibilità di applicazione di diverse misure, interne e esterne, volte a
ridurre le emissioni nell’ambiente. Le principali differenze tra questi due processi chimici di
preparazione della pasta, dal punto di vista ambientale, si riscontrano nella chimica del processo
di cottura, nel sistema di preparazione chimica e di recupero e nella necessità di
imbianchimento, minore per la pasta al solfito grazie alla migliore brillantezza iniziale.
v
Anche per la pasta al solfito - come per la pasta kraft - i problemi principali sono gli effluenti
liquidi e le emissioni nell'atmosfera. Le principali materie prime sono risorse rinnovabili (legno
e acqua) e prodotti chimici per la cottura e l’imbianchimento. Le emissioni in acqua sono in
prevalenza sostanze organiche. Alcuni composti scaricati da questi stabilimenti hanno effetti
tossici sugli organismi acquatici. Le emissioni di sostanze colorate possono ripercuotersi
negativamente sulle specie viventi nell’ambiente ricevente. Le emissioni di sostanze nutritive
(azoto e fosforo) possono contribuire all’eutrofizzazione dell’ambiente ricevente. I metalli
estratti dal legname sono scaricati in basse concentrazioni, ma a causa di flussi elevati il carico
può essere rilevante. Per l’imbianchimento della pasta al solfito, di solito si evita l’uso di
prodotti chimici contenenti cloro, si applica cioè l’imbianchimento TCF. Gli scarichi
dell’impianto d’imbianchimento non contengono quindi quantitativi importanti di derivati del
cloro legati organicamente.
Le migliori tecniche disponibili per le fabbriche di pasta al solfito sono considerate le seguenti:
Per le fabbriche di pasta al solfito sbiancata i livelli di emissioni in acqua associati all’utilizzo di
un’adeguata combinazione delle BAT sono i seguenti:
Questi livelli di emissione si riferiscono a medie annue. Per il flusso dell’acqua di scarico ci si
basa sul presupposto che l’acqua di raffreddamento e altra acqua pulita vengano scaricate
vi
separatamente. I valori si riferiscono solo al contributo della fabbricazione della pasta. Per gli
stabilimenti integrati occorre aggiungere le emissioni provenienti dalla fabbricazione della carta
(cfr. capitolo 6), secondo la combinazione di prodotti fabbricati.
Le emissioni di gas da diverse fonti sono considerate la seconda questione ambientale rilevante.
Le emissioni nell'atmosfera provengono da diverse fonti, di cui le più rilevanti sono la caldaia di
recupero e il forno a corteccia. Scarichi meno concentrati contenenti SO2 hanno origine dalle
operazioni di lavaggio e di vagliatura e dagli sfiati degli evaporatori e di vari serbatoi. Una parte
di queste emissioni fuoriesce da vari punti del processo. Le emissioni consistono principalmente
in biossido di zolfo, ossidi di azoto e polveri.
• raccolta degli scarichi concentrati di SO2 e recupero in serbatoi con diversi livelli di
pressione;
• raccolta degli scarichi diffusi di SO2 da varie fonti e loro introduzione nella caldaia di
recupero come aria comburente;
• controllo delle emissioni di SO2 dalla/e caldaia/e di recupero utilizzando precipitatori
elettrostatici e impianti di disinquinamento dei fumi a più fasi e raccolta e pulitura dei vari
sfiati;
• riduzione delle emissioni di SO2 dalle caldaie ausiliarie, utilizzando corteccia, gas,
combustibile a basso tenore di zolfo e carbone o controllando le emissioni di S;
• riduzione dei gas maleodoranti mediante efficaci sistemi di raccolta;
• riduzione delle emissioni di NOx dalla caldaia di recupero e dalle caldaie ausiliarie,
controllando le condizioni di alimentazione;
• pulitura dei fumi delle caldaie ausiliarie con efficaci precipitatori elettrostatici per attenuare
le emissioni di polveri;
• incenerimento con emissioni ottimizzate dei residui, con recupero di energia.
La tabella riportata di seguito indica i livelli di emissione associati ad una combinazione delle
migliori tecniche disponibili. Non sono comprese le emissioni provenienti dalle caldaie
ausiliarie, dovute ad esempio alla produzione di vapore utilizzato per l’essiccamento della pasta
e/o della carta. Per questi impianti, i livelli di emissione associati alle BAT sono presentati nella
sezione BAT per le caldaie ausiliarie.
Le migliori tecniche disponibili per ridurre i rifiuti consistono nel ridurre al minimo la
produzione di rifiuti solidi e nel recuperare, riciclare e riutilizzare questi materiali, ovunque ciò
sia praticabile. La raccolta separata e lo stoccaggio intermedio di diversi tipi di rifiuti all’origine
può essere utile a questo scopo. Quando i rifiuti raccolti non sono riutilizzabili nel processo,
sono considerate BAT l’uso esterno dei residui/rifiuti come materiali sostitutivi o la
combustione dei materiali organici in apposite caldaie con recupero energetico.
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necessitano di maggiore vapore ed elettricità, generata in centrali elettriche in loco o all’esterno.
Le fabbriche integrate di pasta e carta al solfito consumano 18-24 GJ/Adt calore di processo e
1,2–1,5 MWh/Adt energia elettrica.
Nella preparazione meccanica della pasta le fibre di legno vengono separate mediante energia
meccanica applicata alla matrice legnosa. L’obiettivo è mantenere la parte principale della
lignina, allo scopo di ottenere un alto rendimento con proprietà di resistenza e brillantezza
accettabili. Occorre distinguere due processi principali:
• il processo di sfilacciatura, in cui il legname viene pressato contro una mola sfibratrice a
rotazione con azione simultanea dell’acqua;
• la raffinazione della pasta, ottenuta mediante sfibramento del legno sminuzzato con
raffinatori a dischi.
Le caratteristiche della pasta possono essere modificate aumentando la temperatura del processo
e, nel caso della raffinazione, con il pretrattamento chimico del legno sminuzzato. Il processo di
preparazione della pasta in cui il legno viene prima ammorbidito con prodotti chimici e raffinato
sotto pressione è denominato chimico-termo-meccanico e rientra tra gli argomenti trattati nel
presente documento.
Nella maggior parte dei casi, la preparazione meccanica della pasta è integrata alla
fabbricazione della carta. I livelli di emissione associati all’uso delle BAT si riferiscono quindi
alle fabbriche integrate di pasta e carta (tranne per la lavorazione chimico-termo-meccanica).
Nella preparazione meccanica e chimico-meccanica della pasta le questioni più importanti sono
gli effluenti liquidi e il consumo di energia elettrica per l’azionamento delle sfibratrici o dei
raffinatori. Le principali materie prime sono risorse rinnovabili (legno e acqua) e alcuni prodotti
chimici per l’imbianchimento (per la preparazione chimico-termo-meccanica anche per il
pretrattamento chimico dei trucioli). Come coadiuvanti della lavorazione e per migliorare le
proprietà del prodotto, durante la fabbricazione della carta sono usati vari additivi. Le emissioni
in acqua sono in prevalenza costituite da sostanze organiche che si trovano nell’acqua sotto
forma di sostanze disciolte o disperse. Se la pasta meccanica è sbiancata con perossido in una o
due fasi alcaline, lo scarico di inquinanti organici aumenta in misura rilevante.
L’imbianchimento con perossido produce carichi supplementari di COD prima del trattamento
di circa 30 kg O2/Adt. Alcuni composti scaricati dalle cartiere hanno effetti tossici sugli
organismi acquatici. Le emissioni di sostanze nutritive (azoto e fosforo) possono contribuire
all’eutrofizzazione dell’ambiente ricevente. I metalli estratti dal legname sono scaricati in basse
concentrazioni, ma a causa di flussi elevati il carico può essere significativo.
Gran parte delle tecniche da prendere in considerazione nella determinazione delle BAT
concerne la riduzione delle emissioni in acqua. Nei processi di preparazione meccanica della
pasta i sistemi idraulici sono in genere piuttosto vicini. Le eccedenze di acque chiarificate
provenienti dalla macchina per carta sono di solito usate per compensare l’acqua che esce dal
circuito con la pasta e gli scarti.
Le migliori tecniche disponibili per gli stabilimenti di lavorazione meccanica della pasta sono
considerate le seguenti:
viii
• sistema controcorrente dell’acqua bianca dalla cartiera alla produzione di pasta, secondo il
grado di integrazione;
• utilizzo di serbatoi di dimensioni sufficienti per lo stoccaggio di acque di scarico
concentrate provenienti dalla lavorazione (principalmente per la preparazione chimico-
termo-meccanica);
• trattamento primario e biologico degli scarichi e in alcuni casi anche flocculazione o
precipitazione chimica.
Per le fabbriche integrate meccaniche di pasta e carta i livelli di emissioni si riferiscono sia alla
preparazione della pasta sia alla fabbricazione della carta e sono in funzione di kg di inquinante
per tonnellata di carta prodotta.
Nella preparazione meccanica della pasta, gli intervalli di valori relativi al COD dipendono in
particolare dalla quota della carica di fibre sbiancata con perossido, poiché l’imbianchimento
con perossido causa maggiori carichi iniziali di sostanze organiche prima del trattamento. I
valori più alti della gamma di emissioni associate alle BAT sono validi per le cartiere con
un’elevata proporzione di pasta termomeccanica sbiancata con perossido.
Le migliori tecniche disponibili per ridurre le emissioni in atmosfera sono il recupero efficiente
del calore dai raffinatori e l’abbattimento delle emissioni di COV dal vapore contaminato. Oltre
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alle emissioni di COV, la preparazione meccanica della pasta causa scarichi nell'atmosfera non
collegati alla lavorazione, ma dovuti alla produzione di energia elettrica in loco. Calore ed
energia elettrica sono prodotti mediante combustione di diversi tipi di combustibili fossili o
residui di legno rinnovabili, come corteccia. Le BAT per le caldaie ausiliarie sono illustrate più
avanti.
Le migliori tecniche disponibili per ridurre i rifiuti consistono nel ridurre al minimo la
produzione di rifiuti solidi e nel recuperare, riciclare e riutilizzare questi materiali, ovunque ciò
sia praticabile. La raccolta separata e lo stoccaggio intermedio dei vari tipi di rifiuti all’origine
può essere utile a questo scopo. Quando i rifiuti raccolti non sono riutilizzabili nel processo,
sono considerati BAT l’uso esterno dei residui/rifiuti come materiali sostitutivi o la
combustione dei materiali organici in apposite caldaie con recupero energetico, riducendo così
al minimo lo smaltimento degli scarti nelle discariche.
Per ridurre il consumo di vapore e di energia elettrica sono disponibili alcune misure. Le
fabbriche di pasta e carta con processi meccanici a basso consumo di energia consumano calore
ed energia elettrica come illustrato di seguito.
La fibra riciclata è diventata una materia prima indispensabile per l’industria cartaria per il
prezzo conveniente delle fibre di recupero rispetto alle qualità corrispondenti della pasta vergine
e per la promozione della carta riciclata in numerosi paesi europei. I sistemi di lavorazione della
carta di recupero variano a seconda della qualità di carta da produrre, ad esempio carta da
imballaggio, carta da giornale, testliner o carta tissue, e del tipo di carica utilizzata. In generale,
i processi per la fibra riciclata (RCF) si possono suddividere in due principali categorie:
• processi con pulitura esclusivamente meccanica, cioè senza disinchiostrazione.
Comprendono prodotti quali testliner, carta da ondulare, cartone e cartone per scatole;
• procedimenti con processi meccanici e chimici, cioè con disinchiostrazione. Comprendono
prodotti quali carta da giornale, carta tissue, carta da stampa e fotocopie, carta da riviste
(carta da stampa per illustrazioni e carta patinata leggera), alcune qualità di cartone per
scatole o carta deinchiostrata (market DIP).
Le materie prime per la produzione di carta a base di fibre riciclate consistono principalmente in
carta di recupero, acqua, additivi chimici ed energia sotto forma di vapore ed elettricità. Sono
utilizzati grandi quantitativi di acqua di lavorazione e di raffreddamento. Durante la
fabbricazione della carta vengono utilizzati vari additivi come ausili alla lavorazione e per
migliorare le proprietà del prodotto. L’impatto ambientale della lavorazione della carta di
recupero comprende essenzialmente emissioni in acqua, rifiuti solidi (in particolare se si applica
la disinchiostrazione, come ad esempio per la carta tissue) ed emissioni nell'atmosfera. Queste
x
ultime sono collegate principalmente alla produzione di energia mediante combustione di
combustibili fossili nelle centrali elettriche.
La maggior parte degli stabilimenti di lavorazione della carta di recupero è integrata con la
fabbricazione di carta. I livelli di emissione associati all’uso delle BAT si riferiscono quindi agli
stabilimenti integrati.
Gran parte delle tecniche da prendere in considerazione nella determinazione delle BAT si
riferiscono alla riduzione delle emissioni in acqua.
Le migliori tecniche disponibili per gli stabilimenti di lavorazione della carta di recupero sono
considerate le seguenti:
xi
Fabbriche di carta 8-25 2,0-4,0 <0,05- 0,1-0,4 0,05-0,25 0,005- <0,005
tissue a base di fibre 0,5 0,015
riciclate
I livelli di emissione delle BAT si riferiscono a medie annue e sono presentati separatamente per
i processi con e senza disinchiostrazione. Il flusso delle acque di scarico è basato sul
presupposto che l’acqua di raffreddamento e altra acqua pulita sono scaricate separatamente. I
valori si riferiscono a stabilimenti integrati, vale a dire che la lavorazione della carta di recupero
e la fabbricazione della carta si svolgono presso lo stesso stabilimento.
Anche il trattamento comune delle acque di scarico provenienti da una cartiera che utilizza fibre
riciclate o da un consorzio di tali cartiere nell’impianto municipale per il trattamento delle acque
reflue è considerato BAT quando il sistema di trattamento comune è idoneo a ricevere gli
effluenti delle cartiere. Sarebbe opportuno calcolare l’efficacia di eliminazione del sistema di
trattamento comune delle acque reflue e definire i valori comparabili relativi all’eliminazione o
alle concentrazioni degli scarichi prima di considerare come BAT questa opzione.
Le emissioni nell'atmosfera nelle cartiere che utilizzano fibre riciclate sono principalmente
correlate agli impianti installati per la produzione di calore e in alcuni casi per la cogenerazione
di elettricità. Il risparmio di energia corrisponde quindi alla riduzione delle emissioni nell'aria.
Le centrali elettriche sono di solito caldaie standard e possono essere trattate come qualsiasi
altra centrale elettrica. Per ridurre il consumo di energia e le emissioni nell'aria sono considerate
BAT le seguenti misure: cogenerazione di energia elettrica e termica, miglioramento delle
caldaie esistenti e, al momento della sostituzione di apparecchiature, uso di apparecchiature a
minor consumo di energia. Per i livelli di emissione associati all’uso delle BAT si fa riferimento
alla sezione dedicata alle BAT per le caldaie ausiliarie.
Le migliori tecniche disponibili per ridurre i rifiuti consistono nel ridurre al minimo la
produzione di rifiuti solidi e nel recuperare, riciclare e riutilizzare questi materiali, ovunque ciò
sia praticabile. La raccolta separata e lo stoccaggio intermedio di vari tipi di rifiuti all’origine
può essere utile a questo scopo. Quando i rifiuti raccolti non sono riutilizzabili nel processo,
sono considerati BAT l’uso esterno dei residui/rifiuti come materiali sostitutivi o la
combustione dei materiali organici in apposite caldaie con recupero energetico. La riduzione dei
rifiuti solidi può essere realizzata ottimizzando il recupero delle fibre, mediante
ammodernamento degli impianti di preparazione della pasta bagnata, ottimizzazione del numero
di fasi di pulitura nella preparazione della pasta bagnata, applicazione di flottazione di aria
disciolta (DAF) come trattamento in linea dei circuiti idraulici per recuperare fibre e carica e per
chiarificare l’acqua di lavorazione. Occorre stabilire un equilibrio tra la purezza della pasta
bagnata, le perdite di fibre, il fabbisogno energetico e i costi, che dipendono in generale dalle
qualità di carta. La riduzione dei quantitativi di rifiuti solidi da inviare in discarica è una BAT e
può essere realizzata con un efficiente trattamento degli scarti e dei residui in loco
(disidratazione) per aumentare i residui solidi secchi e il conseguente incenerimento dei residui
e degli scarti con recupero di energia. La cenere prodotta può essere utilizzata come materia
prima nell’industria dei materiali da costruzione. Sono disponibili diverse opzioni per
l’incenerimento degli scarti e dei residui. L’applicabilità è limitata dalle dimensioni dello
stabilimento e in certa misura dal combustibile usato per la produzione rispettivamente di
vapore e di energia elettrica.
Le cartiere a basso consumo di energia per la produzione di carta riciclata consumano calore ed
energia elettrica come segue:
• cartiere integrate che utilizzano fibre riciclate non disinchiostrate (ad es. testliner, carta da
ondulare): 6-6,5 GJ/t calore di processo e 0,7-0,8 MWh/t di energia elettrica;
• fabbriche integrate di carta tissue con impianto di disinchiostrazione: 7-12 GJ/t calore di
processo e 1,2-1,4 MWh/t di energia elettrica;
• cartiere integrate di carta da giornale o carta da stampa e da scrivere con impianto di
disinchiostrazione: 4-6,5 GJ/t calore di processo e 1-1,5 MWh/t di energia elettrica.
xii
BAT per la fabbricazione della carta e processi connessi (Capitolo 6)
La lavorazione delle fibre utilizzate per la fabbricazione della carta è stata descritta nei capitoli
da 2 a 5. Nel capitolo 6 la fabbricazione di carta e cartone è descritta indipendentemente dalla
preparazione della pasta. È stato scelto questo approccio perché in ogni cartiera, integrata o
meno alla produzione della pasta, sono necessari gli stessi processi unitari attorno alla macchina
per carta e cartone. La descrizione della fabbricazione della carta nell’ambito degli stabilimenti
integrati alla produzione di pasta aumenterebbe la complessità della descrizione tecnica. Infine,
in cifre, la maggior parte delle cartiere in Europa non è integrata.
Per gli stabilimenti integrati, il presente capitolo concerne la fabbricazione della carta.
La carta è prodotta utilizzando fibre, acqua e additivi chimici. È inoltre necessaria una grande
quantità di energia per lo svolgimento dell’intero processo. L’energia elettrica è consumata
soprattutto per il funzionamento di vari motori elettrici e per la raffinazione nella preparazione
della pasta bagnata. Il calore di processo è utilizzato principalmente per il riscaldamento
dell’acqua, di altri liquidi e dell’aria, per l’evaporazione dell’acqua nella sezione di essiccazione
della macchina per la carta e per la conversione del vapore in energia elettrica (in caso di
cogenerazione). Grandi quantità di acqua sono utilizzate come acqua di lavorazione e di
raffreddamento. Come ausili di lavorazione e per migliorare le proprietà del prodotto, durante la
fabbricazione della carta possono essere impiegati vari additivi.
• riduzione al minimo dell’uso di acqua per diverse qualità di carta, mediante un maggiore
riciclo delle acque di lavorazione e la gestione dell'acqua;
• controllo dei potenziali svantaggi della chiusura dei sistemi idraulici;
• costruzione di un sistema equilibrato di stoccaggio di acqua bianca, filtrato (pulito) e scarti
di fabbricazione, progettazione e macchinari a ridotto consumo di acqua, quando ciò sia
praticabile. Ciò di solito accade quando si sostituiscono macchinari o componenti o nelle
ristrutturazioni;
• applicazione di misure per ridurre la frequenza e gli effetti delle fuoriuscite accidentali;
• raccolta e riutilizzo delle acque pulite di raffreddamento e di tenuta o scarico separato;
• pretrattamento separato delle acque di scarico della patinatura;
• sostituzione di sostanze potenzialmente nocive con alternative meno dannose;
• trattamento delle acque di scarico mediante installazione di una vasca di regolazione;
• trattamento primario, secondario biologico e/o, in alcuni casi, precipitazione chimica o
flocculazione delle acque di scarico. Quando è applicato solo il trattamento chimico, gli
scarichi di COD saranno lievemente superiori, ma costituiti in prevalenza da materie
facilmente degradabili.
Per le cartiere non integrate, i livelli di emissioni associati all’uso delle BAT sono presentati
separatamente nella tabella seguente per la carta fine patinata e non patinata e per la carta tissue.
Tuttavia, le differenze tra le qualità di carta non sono molto rilevanti.
xiii
Totale N kg/t di carta 0,05-0,2 0,05-0,2 0,05-0,25
Flusso m3/t di carta 10-15 10-15 10-25
I livelli di emissioni delle BAT si riferiscono a medie annue ed escludono il contributo della
fabbricazione della pasta. Benché questi valori si riferiscano a cartiere non integrate, possono
servire anche per approssimare le emissioni prodotte dalle unità di fabbricazione della carta
negli stabilimenti integrati. Il flusso di acque di scarico è basato sul presupposto che l’acqua di
raffreddamento e altra acqua pulita siano scaricate separatamente.
Le emissioni nell'atmosfera delle cartiere non integrate sono connesse principalmente alle
caldaie a vapore e alle centrali elettriche. Queste sono di solito caldaie standard e non sono
dissimili da qualsiasi altro impianto di combustione. Si presume che siano regolate come
qualsiasi altra caldaia ausiliaria della stessa capacità (cfr. infra).
Le BAT relative ai rifiuti solidi consistono nel ridurne al minimo la produzione e nel recuperare,
riciclare e riutilizzare il più possibile questi materiali. La raccolta separata dei vari tipi di rifiuti
all’origine e lo stoccaggio intermedio di residui/rifiuti può essere utile per consentire il riutilizzo
o il riciclo di una maggiore proporzione piuttosto che lo smaltimento a discarica. Altre tecniche
disponibili sono la riduzione delle perdite di fibre e di carica, l’applicazione di ultrafiltrazione
per il recupero dell’acqua di scarico della patinatura (solo per le qualità patinate), l’efficace
disidratazione dei residui e dei fanghi per trasformarli in solidi essiccati. Le BAT consistono
nella riduzione della quantità di rifiuti inviati in discarica individuando possibili operazioni di
recupero e – se fattibile – utilizzando i rifiuti per il riciclo di materiali o l’incenerimento con
recupero energetico.
Le cartiere non integrate ad efficienza energetica consumano calore ed energia elettrica come
segue:
• le fabbriche non integrate di carta fine non patinata hanno una domanda di calore di processo
di 7-7,5 GJ/t e una domanda di energia elettrica di 0,6–0,7 MWh/t;
• le fabbriche non integrate di carta fine patinata hanno una domanda di calore di processo di
7-8 GJ/t e una domanda di energia elettrica di 0,7–0,9 MWh/t;
• le fabbriche non integrate di carta tissue che utilizzano fibra vergine hanno una domanda di
calore di processo di 5,5-7,5 GJ/t e una domanda di energia elettrica di 0,6–1,1 MWh/t.
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BAT per le caldaie ausiliarie
A seconda del reale bilancio energetico della specifica fabbrica di pasta e carta, del tipo di
combustibili esterni utilizzati e dei possibili biocombustibili, come corteccia e scarti di legno,
occorre prendere in considerazione le emissioni atmosferiche delle caldaie ausiliarie. Gli
stabilimenti che fabbricano pasta a partire da fibre vergini di solito utilizzano caldaie alimentate
a corteccia. Per le cartiere non integrate e le cartiere che utilizzano fibre riciclate le emissioni in
atmosfera sono collegate principalmente alle caldaie a vapore e/o alle centrali elettriche. Queste
ultime sono in genere caldaie standard che non si differenziano da qualsiasi altro impianto di
combustione e si considera che siano regolate come ogni altro impianto della stessa capacità.
Nel presente documento, quindi, le BAT generalmente riconosciute per le caldaie ausiliarie sono
menzionate solo brevemente. Si tratta delle seguenti tecniche:
• cogenerazione di calore ed elettricità se il rapporto calore/elettricità lo consente;
• uso di combustibili da fonti rinnovabili, come legname o scarti di legno, se prodotti, per
ridurre le emissioni di CO2 fossile;
• controllo delle emissioni di NOx provenienti dalle caldaie ausiliarie, controllando le
condizioni di alimentazione, e installazione di bruciatori anti-Nox;
• riduzione delle emissioni di SO2 utilizzando corteccia, gas o combustibili a basso tenore di
zolfo o controllando le emissioni di zolfo;
• uso di efficienti precipitatori elettrostatici (o filtri a sacco) nelle caldaie ausiliarie alimentate
con combustibili solidi per l’eliminazione delle polveri.
I livelli di emissione associati alle BAT provenienti dalle caldaie ausiliarie nell’industria della
pasta e della carta alimentate con diversi tipi di combustibili sono sintetizzati nella tabella di
seguito riportata. I valori si riferiscono a medie annue e a condizioni standard. Tuttavia, gli
scarichi complessivi nell'aria per ciascun prodotto sono specifici per ogni sito (ad esempio, tipo
di combustibile, dimensioni e tipo d’impianto, stabilimento integrato o non integrato,
produzione di elettricità).
Va notato che le caldaie ausiliarie nell’industria della pasta e della carta sono di dimensioni
molto varie (da 10 a oltre 200 MW). Per quelle di dimensioni minori, sono applicabili a costi
ragionevoli solo l’uso di combustibile a basso tenore di zolfo e le tecniche combustione, mentre
per quelle più grandi anche le misure di controllo. Questa differenza si riflette nella tabella sopra
riportata. L’intervallo di valori superiore è considerato BAT per i piccoli impianti e si ottiene
quando si applicano solo misure relative alla qualità del combustibile e misure interne; i livelli
più bassi (in parentesi) sono collegati a misure aggiuntive di controllo, come SNCR e
depuratori, e sono considerati BAT per i grandi impianti.
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Nell’industria della pasta e della carta si utilizzano numerosi prodotti chimici a seconda della
qualità di carta prodotta, della progettazione e del funzionamento del processo e delle qualità
desiderate del prodotto. Da un lato sono necessari prodotti chimici per la produzione della pasta,
dall’altro sono applicati additivi e ausili chimici nella produzione della carta. Gli additivi
chimici sono usati per conferire alla carta varie caratteristiche, mentre gli ausili chimici sono
usati per migliorare l’efficienza e ridurre gli inconvenienti del processo di produzione.
Per l’uso di prodotti chimici, si considerano BAT la disponibilità di una base di dati per tutti i
prodotti e gli additivi chimici utilizzati e l’applicazione del principio di sostituzione. Ciò
significa che sono impiegati, quando disponibili, prodotti meno pericolosi. Sono inoltre
applicate misure volte ad evitare fuoriuscite accidentali nel terreno e in acqua durante la
movimentazione e lo stoccaggio dei prodotti chimici.
Grado di consenso
Il presente BREF ha incontrato il favore della maggior parte dei membri del TWG e dei
partecipanti alla settima riunione del Forum per lo scambio di informazioni. Tuttavia, la CEPI –
che rappresenta l’industria della pasta e della carta – e alcuni Stati membri non hanno espresso il
loro pieno sostegno a questa stesura definitiva e hanno contestato alcune delle conclusioni
presentate nel documento. Vengono qui di seguito menzionate alcune delle principali questioni
oggetto di controversie e ulteriori particolari sono forniti nel capitolo 7.
La CEPI e uno Stato membro ritengono che la differenza economica tra impianti nuovi ed
esistenti e tra impianti di grandi e di piccole dimensioni non sia stata considerata a sufficienza e
che il BREF avrebbe dovuto stabilire una chiara differenziazione. Inoltre, la CEPI e tre Stati
membri ritengono che un tipico stabilimento non sarebbe in grado di realizzare,
contemporaneamente, tutti i livelli di emissioni e di consumi associati all’uso di un’adeguata
combinazione delle varie tecniche considerate BAT. A loro parere, non è stata effettuata una
valutazione sufficientemente integrata di tutti i parametri. Contrariamente a questo parere,
tuttavia, sono stati individuati stabilimenti che raggiungono contemporaneamente tutti i livelli
presentati e questo parere di minoranza non è stato condiviso dalla maggior parte dei membri
del TWG.
Oltre a queste questioni generali, vi sono anche alcune questioni specifiche che non hanno
suscitato un consenso unanime in seno al TWG. La CEPI e due Stati membri ritengono che per
il TSS riferito alla preparazione della pasta kraft sbiancata, il limite superiore dell’intervallo
associato all’uso delle BAT dovrebbe essere 2,0 kg/Adt invece di 1,5 kg/Adt. La CEPI e uno
Stato membro ritengono inoltre che alcuni degli intervalli di valori associati all’uso delle
migliori tecniche disponibili per le varie qualità di carta siano troppo severi. Per contro, alcuni
membri del TWG ritengono che certi livelli associati nelle conclusioni alle BAT siano troppo
permissivi, ricordando i più recenti risultati di alcune fabbriche di pasta e carta.
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