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Non vento se alto non si vola

Come un pallone aerostatico o una mongolfiera d'alta quota, ballavo in alto sopra le nuvole, cos in alto che a malapena i bambini pi accorti mi scorgevano assorti tra le stelle nelle terse notti e col favore della luna. Davo il meglio in forme e colori, stirato al massimo della mia estensione: un fibra fremente nell'articolazione complessa dell'aria, del vento, delle correnti e della nervatura principale, giusto un filo ma di quelli davvero importanti. Ero pur sempre un aquilone ed il mio filo stava a ricordarmi che, sebbene lass fossi benvoluto, ero pur sempre un ospite, e la terra mi avrebbe un giorno reclamato. Per, mi dicevo, quante cose laggi: in tutta libert, passare di mano in mano, dalle gare in corsa di un bimbo ai mille addobbi aggraziati di una bimba, dalla sabbia calda in riva al mare al l'erba umida che veste la brughiera! Preso dalla curiosit e dalla voglia d'avventure, slegai svelto me medesimo sciogliendo il vincolo ed in picchiata mi diressi noncurante dell'atterraggio tanto fantasticato, tralasciando del tutto anche l'ombra di un convenevole al mio parco, prodigo oste, il cielo. Fu cos che assaggiai innanzitutto il terreno: Ahi, numi, che botta!, protestai indignato, che maniere son mai queste?, col mio telo lacerato e la steccatura disastrata. Poco importa!, continuai con fare ottimista, passer presto qualcuno a cogliermi e portarmi in giro.... Di fatti, passato qualche giorno, qualcuno arriv: con mani incerte di sospetta ubriacatura, fui portato a spasso per un citt, ahim tutta mattoni e cemento: Wow! Che strane forme questi palazzi, e che buffe queste persone, tutte diverse e colorate!. Ma fu per poco, e ritornai ad abbracciare il suolo, riverso su di un lato: risposta cieca agli sguardi del cielo... Continuai cos, di mano in mano, a trascorrere brevi tratti di vita aerea: tutto molto peculia re, ed unico, ed originale, quaggi, per quasi non respira... sbuffavo Perch nessuno non mi fa volare in alto, con tutto questo gran cielo che gratuito ci si offre giusto un po' pi in alto delle costruzioni e dei grattacieli? Ripensavo con sempre pi assiduit ai tempi dell'alta pressione e dell'aria altro che questo smog dell'aria pura. Vorrei tornar lass, ma non c' modo: il filo che ho rescisso non mi ri porter magicamente su, non posso issarmici su come una vela... Conoscevo le vele, mie parenti lontane, e subito capii cosa mancava: Mi manca il vento forte, la corrente che mi schiaffeggiava amorevolmente quando la piega era sbagliata, e la brezza calda quando arriva il monsone o il vento del fon; oh, vento che eri e non sei pi, quanto vorrei tor nassi a sollevarmi su per le vette del mondo! Ricordo che mi portavi cos in sommit che tutto il resto appariva nullit allo sguardo dei problemi, e meraviglia a quello dell'ammirazione. Quanto mi manca quel mio vibrare al tuo comando, quell'essere legato eppure felice, condannato a tutt'altra libert, una libert duplice e compagna, con il quale dividere il destino e l'esistenza. E mentre aspetto e prego, nella solitudine gelida di una collina innevata, pago il mio tradimento al regno del cielo e del sole. Aspetto e spero, nel ritorno dell'amore: Riprendimi! E non farmi mai pi scappare! Che non vento se in alto non si vola...

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