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La struttura dell'atomo

1. La carica elettrica
L'elettricit risulta importante in molti esperimenti che hanno portato all'enunciazione della teoria della struttura dell'atomo. Quando una biro di plastica una bacchetta di vetro vengono strofinate energicamente con un panno di lana o di pelle o di seta, esse sono in grado di attrarre pezzetti di carta: si osserva dunque la presenza di cariche elettriche. La carica elettrica del vetro, strofinato, positiva e si indica con il segno +, mentre la carica elettrica della plastica, strofinata, negativa e si indica con il segno -. Da ci si deduce che gli atomi contengono cariche positive e negative che si annullano, pertanto la materia neutra. Lo strofinio provoca uno sbilanciamento della carica e la materia presenta gli effetti della carica elettrica. Tra due corpi carichi elettricamente intervengono forze di repulsione o di attrazione. Due corpi aventi cariche dello stesso segno si respingono, mentre due corpi che portano cariche elettriche di segno opposto si attraggono.

2. Le particelle subatomiche
Alla fine del XIX secolo, grazie a diversi esperimenti, si scoperto che gli atomi sono costituiti da particelle pi piccole, le particelle subatomiche, delle quali le pi importanti sono gli elettroni, i protoni e i neutroni. Elettroni William Crookes, per studiare le particelle subatomiche, esegu un esperimento sul passaggio di elettricit attraverso i gas. Egli us un tubo di vetro al quale erano saldate due bacchette metalliche chiamate elettrodi, uno dei quali, detto catodo (-), collegato al polo negativo di un generatore di corrente di alta tensione e l'altro, detto anodo (+), al polo positivo. Quando la differenza di potenziale applicata agli elettrodi molto elevata (10000 volt), e nel tubo contenuto un gas a pressione molto bassa, si verifica una scarica elettrica, contemporaneamente alla quale sulla parete di vetro di fronte al catodo si nota una debole fluorescenza. Durante la scarica, dal catodo deve partire un fascio di raggi, detti raggi catodici, che, colpendo la parte opposta del tubo, la rende fluorescente. In seguito il chimico mise all'interno una croce di Malta sulla traiettoria dei raggi, e vide che sul vetro del tubo si stagliava l'ombra della croce, dimostrando cos che i raggi si propagano il linea retta. Poi mise sulla loro traiettoria un mulinello a pale, e vide che questo si metteva a girare quando veniva colpito dai raggi catodici. Questa azione meccanica indica che i raggi sono costituiti da entit che possiedono una quantit di moto e quindi di una massa. Poi pose sotto e sopra il fascio due piastre elettricamente cariche e di segno opposto, notando che il fascio di raggi catodici veniva deviato dal suo percorso, a causa dell'attrazione esercitata dalla piastra positiva, dimostrando che i raggi hanno carica negativa. Questo fenomeno conferma inoltre che i raggi sono costituiti da flussi particelle di materia, chiamate elettroni.Per misurare la carica di un elettrone, Millikan essenzialmente studia il modo in cui si muovono piccole cariche elettriche fra due piastre metalliche parallele caricate una positivamente e laltra negativamente tramite una batteria. Per permettere losservazione, Millikan perfeziona una tecnica gi usata da altri. Mette le due piastre orizzontalmente in un contenitore isolato e ionizza laria fra di esse con dei raggi X, in modo da staccare elettroni dagli atomi di aria. Sopra le piastre, inserisce un nebulizzatore, con cui introduce nel contenitore delle goccioline di olio. Queste cadono per gravit e alcune di esse passano attraverso un foro nella piastra superiore. Le cariche elettriche liberate per ionizzazione si attaccano a queste goccioline. Una luce permette di illuminare le gocce e farle apparire allo scienziato, che le osserva attraverso un microscopio, come stelle luminose nel cielo.

Inizialmente le piastre non sono caricate, cos Millikan, misurando il tempo impiegato a percorrere un certo spazio, pu calcolare la loro velocit in caduta libera. Poi le piastre vengono caricate con tensioni variabili e, a seconda della carica negativa che hanno acquistato, le gocce vengono pi o meno attirate dalla piastra superiore positiva e quindi rallentano la loro caduta fino a rimanere sospese a mezzaria. Questo succede quando la forza elettrica Esperimento di Millikan uguale a quella di gravit che agisce in verso opposto. Dalla tensione necessaria a fermare la goccia, Millikan pu risalire alla su a carica elettrica. Variando la tensione Millikan fa salire e scendere pi volte una singola goccia, che aumenta la sua carica catturando altri elettroni. Millikan osserva che la differenza fra le varie cariche misurate una costante o un multiplo di essa. Questa costante proprio il valore dellunit di carica elettrica elementare, ossia la carica dellelettrone, che corrisponde a -1,60 x 10-19 coulomb (C). All'elettrone si assegna convenzionalmente carica -1. La massa dell'elettrone, determinata da Thompson 9,109 x 10-28 g. Protoni Particelle subatomiche dotate di carica positiva furono mostrate da Eugen Goldstein, nel 1866, con un'esperienza che utilizzava un tubo di Crookes leggermente modificato; in questo caso il catodo, che occupa una posizione centrale, forato in diversi punti. Quando nel tubo si verifica la scarica, un fascio di raggi luminosi si muove in modo inverso ai raggi catodici, infatti attraversa il catodo e determina una fluorescenza sulla parete di vetro dietro al catodo. Questi raggi sono particelle con carica positiva, per il fatto che vengono attratti dal catodo. Queste radiazioni furono inizialmente chiamate raggi canale perch si incanalano nei fori del catodo; successivamente presero il nome di raggi positivi, considerata la carica elettrica portata da queste particelle. Usando il gas idrogeno a bassissima pressione all'interno del tubo, si ottiene la particella positiva pi elementare dell'atomo. A questa particella fu dato il nome di protone. Thomson e Wien trovarono che la carica del protone uguale a quella dell'elettrone, ma di segno opposto, cio +1,60 x 10-19. Per convenzione al protone si assegna carica +1. la massa di un protone determinata sperimentalmente 1,673 x 10-24 g. Neutroni Il fisico inglese James Chadwich, nel 1933, scopr un'altra particella subatomica di massa 1,675 x 10-24 g, circa uguale a quella del protone. Poich questa particella non presenta carica elettrica fu chiamata neutrone. Un neutrone ha quindi carica elettrica zero.

3. Il modello atomico di Thomson


Il modello atomico di Thomson anche detto modello a panettone (in inglese, plum pudding model) dell'atomo proposto da Joseph John Thomson, che scopr l'elettrone nel 1897, fu proposto nel 1904 prima della scoperta del nucleo atomico. In questo modello, l'atomo costituito da una distribuzione di carica positiva diffusa all'interno della quale sono inserite le cariche negative. Nel complesso l'atomo elettricamente neutro. Il nome "a panettone" deriva dal fatto che le cariche negative sono inserite all'interno della distribuzione di carica positiva come i canditi in un panettone. Thomson chiamava queste cariche negative "corpuscoli". A dispetto dei nomi precedenti, gli elettroni contenuti all'interno della carica positiva non sono n statici, n disposti casualmente. Il lavoro di Thomson fu pubblicato nell'edizione di marzo del 1904 del Philosophical Magazine, Thomson affermava che gli elettroni erano liberi di ruotare all'interno della carica positiva. Queste orbite erano stabilizzate nel modello dal fatto che quando un elettrone si allontanava del centro della nuvola di carica positiva sentiva una maggiore attrazione verso il centro a causa della presenza di una maggiore carica positiva all'interno della sua orbita (una conseguenza della legge di Gauss). Inoltre gli elettroni potevano ruotare in anelli che erano ulteriormente stabilizzati dalle interazioni tra gli elettroni, e gli spettri di emissione delle varie sostanze erano riconducibili alle differenze di energia delle diverse orbite degli anelli.

4. Il modello atomico di Rutherford


Per studiare la struttura dell'atomo, nel 1901 Rutherford bombard una lamina d'oro molto sottile con raggi alfa (), particelle cariche positivamente. La sorgente di particelle situata al centro di un cubo di piombo con un forellino molto settile. Intorno alla lamina posto uno schermo fluorescente di solfuro di zinco che evidenzia una luminescenza quando viene colpito dalle particelle . La maggior parte delle particelle attraversa la lamina senza subire deviazione, mentre un numero ridotto viene deviato (1/20000). Rutherford spieg tale fenomeno supponendo che gli atomi fossero costituiti prevalentemente da spazio vuoto e che la maggior parte della massa dovesse essere concentrata in una zona piccolissima che chiam nucleo. Il fatto che le forti deviazioni subite da alcune particelle , dovute alla repulsione elettrica creata quando queste particelle arrivano molto vicine al nucleo, fece supporre che il nucleo doveva possedere tutta la carica positiva dell'atomo. La forza di repulsione tra particelle e nucleo sar tanto maggiore quanto minore la loro distanza. Il diametro di un atomo, che definito dal volume attorno al nucleo in cui gli elettroni ruotano, circa 100 mila volte il diametro del nucleo. Con la scoperta del neutrone, nel 1933, risult chiaro che il nucleo costituito da protoni e neutroni (detti nucleoni), legati tra loro da forze molto intense dette forze nucleari.

5. Numero atomico e numero di massa


Il numero dei protoni di un atomo, uguale per tutti gli atomi di uno stesso elemento, detto numero atomica e si indica con Z. la caratteristica che distingue i diversi elementi. Essendo, in un atomo neutro, il numero dei protoni contenuti nel nucleo uguale al numero degli elettroni, il numero atomico indica anche il numero degli elettroni. Il numero atomico viene evidenziato in basso a sinistra del simbolo dell'elemento. Esempio: 17Cl Inoltre, un atomo caratterizzato dal numero di massa, che corrisponde al numero totale di protoni e neutroni presenti nel nucleo e si indica con A. Esso viene riportato in alto a sinistra del simbolo dell'elemento. Esempio: 35Cl Il numero di neutroni calcolato sottraendo dal numero di massa il numero atomico.

6. Isotopi
Ogni elemento formato da vari tipi di atomi che differiscono tra loro per il numero di massa. Atomi che hanno lo steso numero atomico, ma diverso numero di massa, prendono il nome di isotopi. Il cloro, ad esempio, una miscela di due isotopi. Tutti gli atomi di cloro hanno 17 protoni, ma i due isotopi hanno come numero di massa rispettivamente 35 e 37. Gli isotopi di un elemento, sebbene abbiano masse differenti, non differiscono nel loro comportamento chimico, perch hanno lo stesso numero di protoni e di elettroni. L'idrogeno, ad esempio, una miscela di tre isotopi: idrogeno, deuterio e trizio.

7. Massa atomica relativa


Le masse degli atomi misurate in kg o in g sono molto piccole, perci, in chimica pi conveniente usare masse atomiche relative, ossia valori rapportati ad uno standard di riferimento. Cos gli scienziati hanno introdotto come massa di riferimento l'unit di massa atomica (u), uguale a 1/12 della massa dell'atomo di carbonio-12: 12C = 1,66 x 10-27 kg. La massa atomica relativa (u) di un atomo determinata per confronto con l'unit di massa atomica e indica quante volte la massa di un atomo di un elemento maggiore rispetto a un dodicesimo della massa del carbonio-12. La scelta dell'unit di massa atomica come massa campione presenta il vantaggio che la massa di un isotopo (massa isotopica) ha un valore vicino al numero di massa, che rappresenta il numero totale di protoni e neutroni presenti nel nucleo.

8. Massa atomica media degli elementi


Molti elementi in natura sono miscele di isotopi. La percentuale degli isotopi di un elemento sempre la stessa, indipendentemente dal campione di materia. Queste percentuali sono state impiegate per calcolare la massa atomica media, la quale si ottiene moltiplicando la massa atomica di ciascun isotopo per la sua abbondanza percentuale e sommando i valori ottenuti.

9. Massa molecolare
La massa di una molecola, detta massa molecolare, uguale alla somma delle masse degli atomi che la compongono, cio alla somma delle masse di tutti gli atomi che sono presenti nella formula della molecola. I chimici usano spesso i termini peso atomico (PA) di un elemento al posso di massa atomica e peso molecolare (PM) di un composto al posto di massa molecolare.

10. Nuclei instabili e decadimento radioattivo


Generalmente quando avviene una reazione chimica, nonostante gli atomi coinvolti subiscano una ricombinazione, essi non variano durante la reazione. Tuttavia, vi sono reazioni in cui un atomo di un elemento si trasforma in un atomo di un altro elemento: queste sono dette reazioni nucleari. Nel 1896 il fisico francese Henry Becquerel trov che alcuni composti dell'uranio emettevano radiazioni che erano capaci di impressionare una lastra fotografica. Questa propriet posseduta dall'uranio fu detta radioattivit. I coniugi Pierre e Marie Curie, nel 1898, isolarono dalla pechblenda, un minerale dell'uranio, due elementi presenti in piccola percentuale, il polonio e il radio, che mostrano una radioattivit di gran lunga superiore a quella dell'uranio. Gli atomi radioattivi di trasformano in altri atomi perch i loro nuclei sono instabili: questo processo spontaneo, che si verifica senza fornire energia, chiamato decadimento radioattivo. Tipi di radiazioni Gli elementi radioattivi possono emettere tre tipi di radiazioni: alfa (), beta () e gamma (). esse presentano un diverso comportamento quando passano tra due piastre cariche elettricamente. Le radiazioni alfa vengono attratte dalla piastra negativa, per cui sono

particelle dotate di carica positiva. Le radiazioni beta sono attratte dalla piastra positiva, per cui sono particelle con carica negativa. Le particelle beta sono elettroni emessi dal nucleo ad alta velocit. I raggi gamma, invece, passano attraverso le due piastre in linea retta, per cui non subiscono la loro influenza. Le radiazioni gamma non portano cariche elettriche e non hanno natura particellare, ma sono simili ai raggi X. Radiazioni alfa Le particelle alfa contengono due protoni e due neutroni, e quindi hanno carica 2+. Queste particelle corrispondono ad atomi di elio con carica positiva ed il loro potere di penetrazione limitato tanto che sufficiente un foglio di carta per bloccarle. Radiazioni beta Ciascuna particella beta un elettrone in rapido movimento con carica -1. Il loro potere di penetrazione maggiore rispetto a quello delle particelle alfa: per essere schermate necessario un sottile strato di alluminio. Radiazioni gamma I raggi gamma sono radiazioni ad elevata energia che non possiedono una massa e non hanno carica elettrica. Queste radiazioni hanno un forte potere di penetrazione, infatti necessario uno strato di piombo per schermarle.

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