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DISTILLAZIONE DEL PETROLIO = GUERRA E

INQUINAMENTO

Il petrolio, anche detto oro nero, è un liquido infiammabile,


denso di colore marrone scuro o verdognolo, che si trova in
alcuni punti negli strati superiori della crosta terrestre. È
composto da una mistura di vari idrocarburi, in prevalenza alcani,
ma con variazioni nell'aspetto, nella composizione e nelle
proprietà.

Come si è formato ?
Il Petrolio deriva da materia organica rimasta sepolta,e quindi in
assoluta assenza di ossigeno,che si scompone in un materiale
ceroso noto come pirobitume o cherogene, che sotto l'influenza
di elevato calore e pressione si trasforma in idrocarburi.

Di che cosa è formato Il Petrolio ?

Il petrolio deriva da depositi di carbonio ed idrogeno esposti ad


elevate pressioni e ad elevato calore. Dopo il processo di
estrazione, il petrolio greggio viene raffinato attraverso la
distillazione. Il prodotto finale include cherosene, benzene,
benzina, paraffina, asfalto, bitumi, ecc...

I suoi sotto prodotti :


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Il cherosene è composto da catene nel range da C10 a C15, seguito
dal combustibile diesel e per riscaldamento (da C10 a C20) e
combustibili più pesanti come quelli usati nei motori delle navi.
Questi derivati del petrolio sono liquidi a temperatura ambiente.
Gli oli lubrificanti e grassi semi solidi (come la vaselina) sono nel
range da C16 fino a C20.
Le catene da C20 in avanti sono solidi, cominciando dalla
"paraffina", poi catrame e bitume per asfalto.
Intervalli di temperature di ebollizione delle frazioni di
distillazione del petrolio a pressione atmosferica in gradi
Celsius:

• etere di petrolio: 40 - 70 (usato come solvente)


• benzina leggera: 60 - 100 (combustibile per automobili)
• benzina pesante: 100 - 150 (combustibile per automobili)
• cherosene leggero: 120 - 150 (solvente casalingo e
carburante)
• cherosene: 150 - 300 (carburante per motori jet)
• gasolio: 250 - 350 (carburante per motori Diesel /
riscaldamento)
• olio lubrificante: > 300 (olio per motori)
• frazioni rimanenti: bitume , asfalto, residual fuel

Lo stabilimento dove si trasforma il petrolio greggio in prodotti


finiti è detto raffineria.

Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze


chimiche e calore, per eliminare l'acqua e le particelle solide in
esso contenute, e per separare il gas naturale residuo; in seguito
all’immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene
trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue
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(oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna,
o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri
ferroviari (carri cisterna).

La distillazione rappresenta la prima fase della raffinazione del


greggio. Il petrolio inizia a vaporizzare a una temperatura
leggermente inferiore ai 100 ° C : prima si separano gli
idrocarburi, mentre per distillare quelli a molecole più grandi
sono necessarie temperature via crescenti.

Il primo materiale che si estrae dal petrolio greggio alla


frazione destinata a diventare benzina, seguita dal gasolio e dal
cherosene. Nelle vecchie raffinerie, il rimanente veniva trattato
con soda o acido solforico, e quindi distillato, ottenendo oli
combustibili e oli lubrificanti dalla parte superiore della colonna
di distillazione, e paraffina solida e asfalto da quella inferiore.
Reforming è il processo, costituito da una serie di complesse
reazioni chimiche, che ha per scopo l'aumento della resa in
benzina della distillazione, mediante la scissione delle molecole
di frazioni pesanti del petrolio greggio e la loro successiva
ricombinazione in molecole di frazioni più leggere.

Il passaggio principale del processo di reforming è il cracking,


ovvero la rottura dei legami fra atomi di carbonio, con la
generazione di radicali alchilici (alchilazione), che a loro volta si
ricombinano per isomerizzazione, polimerizzazione e
deidrogenazione.

Nel 1920 i prodotti ricavati dal petrolio greggio erano: benzina


(26%), cherosene (13%), gasolio e oli combustibili leggeri (48%),
oli combustibili pesanti (13%). Negli anni più recenti, la resa del
petrolio si è modificata in: minimo 50% benzina, 7% cherosene,

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21% gasolio e oli combustibili, poco meno del 10% oli lubrificanti
e circa il 12% residui pesanti. Il petrolio greggio è forse la
materia prima più versatile in assoluto.

Alla fine degli anni Novanta nel mondo si producevano circa 9


milioni di tonnellate di petrolio al giorno; l'Arabia Saudita, con il
13,4% del totale, è il maggiore produttore mondiale, seguita
dalla Russia, dagli Stati Uniti, dall'Iran, dalla Cina, dal Messico,
dal Venezuela, dalla Norvegia, dal Regno Unito e dagli Emirati
Arabi Uniti. I principali consumatori di petrolio sono di gran
lunga gli Stati Uniti, che consumano quasi il quadruplo del
secondo paese in classifica, il Giappone; fanno seguito la Cina, la
Germania, la Russia, la Corea del Sud, la Francia, l’ Italia, il
Messico e il Brasile. Undici paesi produttori di petrolio sono
raggruppati nella OPEC (Organization of Petroleum Exporting
Countries).

Le riserve mondiali di greggio, ovvero la quantità di petrolio che


gli esperti sono certi di potere estrarre dal sottosuolo con
tecniche redditizie, ammontano a circa 700 miliardi di barili, di
cui 360 miliardi sono situati nel sottosuolo del Medio Oriente. Lo
sfruttamento di nuovi giacimenti, che saranno presumibilmente
scoperti nei prossimi anni, e l’incremento della percentuale di
petrolio estratto dalle riserve già note, che verrà reso
possibile dal miglioramento delle tecnologie, fanno ritenere che
il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i fabbisogni
energetici dell'umanità fino al 2030-2040. Gli esperti sono però
scettici riguardo al fatto che l’entità dei nuovi giacimenti, o
l'invenzione di tecnologie particolarmente innovative per il loro
sfruttamento, possano consentire di superare
considerevolmente tale data.

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Le riserve disponibili e le previsioni del fabbisogno petrolifero
mondiale futuro suggeriscono che l'umanità abbia urgentemente
bisogno di trovare fonti alternative di energia. Le opportunità a
disposizione sono relativamente limitate, confrontate all'ingente
fabbisogno energetico che caratterizza le società
industrializzate.

Gli esperimenti relativi alla raffinazione dell'argillite petrolifera


e alla produzione di petrolio sintetico non hanno dato i risultati
sperati, e rimangono seri dubbi riguardo alla competitività dei
costi e ai volumi di produzione che si potrebbero ottenere con
queste 'nuove' fonti energetiche. Tenendo conto dei problemi
sollevati dall'impiego di fonti energetiche alternative, quali
l'energia solare e l'energia nucleare, allo stato attuale l'unico
combustibile alternativo al petrolio, capace di soddisfare
l'enorme fabbisogno energetico della società moderna, resta il
carbon fossile, disponibile in tutto il mondo in quantità
relativamente abbondanti.

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