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REGOLAZIONE TECNICA DEI REQUISITI DI SISTEMA DELLA GENERAZIONE DISTRIBUITA

Storia delle revisioni


01 13/03/2012 Prima emissione

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INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

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SCOPO........................................................................................................................... 3 CAMPO DI APPLICAZIONE ............................................................................................. 3 RIFERIMENTI ................................................................................................................. 4 DEFINIZIONI ................................................................................................................... 4 CAMPO DI FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE .................................... 5 TRASMISSIONE DEI DATI NECESSARI AI FINI DEL CONTROLLO DEL SEN .................... 6 REGOLAZIONI ................................................................................................................ 6 7.1. COMPORTAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE NEI TRANSITORI DI FREQUENZA .......................................................................................................... 6 7.1.1. 7.1.2. RICONNESSIONE E REGOLAZIONE DELLA POTENZA ATTIVA IN FUNZIONE DELLA FREQUENZA ................................................................................. 6 AVVIAMENTO E AUMENTO GRADUALE DELLA POTENZA IMMESSA IN RETE ....................................................................................................... 7

7.2.

COMPORTAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE NEI TRANSITORI DI TENSIONE ............................................................................................................. 7

8.

7.2.1. INSENSIBILITA AGLI ABBASSAMENTI DI TENSIONE ................................... 8 COMPATIBILITA DELLE PROTEZIONI DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE CON LE ESIGENZE DI SISTEMA .................................................................................................. 8 8.1. 8.1.1. IMPIANTI DI PRODUZIONE CONNESSI ALLA RETE MT ................................ 9 Regolazioni dei rel da adottare in via transitoria .......................................... 11

9.

8.2. IMPIANTI DI PRODUZIONE CONNESSI ALLA RETE BT ............................... 12 APPENDICE 1 - Ulteriori accorgimenti riportati a titolo informativo ..................................... 13

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1.

SCOPO

La presente Guida regola i requisiti tecnici a cui gli impianti di produzione di energia elettrica connessi alle reti di distribuzione MT e BT (nel seguito: GD) devono rispondere ai fini della sicurezza del sistema elettrico nazionale interconnesso. In particolare, il presente documento ha lo scopo di prescrivere i requisiti minimi relativamente a: Campi di funzionamento in tensione e frequenza Controllo Esigenze di sistema per le protezioni Regolazioni La presente Guida non riguarda la protezione contro lelettrocuzione o danni ambientali che hanno precedenza sulla presente.

2.

CAMPO DI APPLICAZIONE

Le prescrizioni del presente allegato si applicano, secondo le modalit e i termini di cui alla delibera dellAutorit per lenergia elettrica e il gas 84/2012/r/eel, in particolare a: a) Impianti tradizionali, vale a dire impianti rotanti sincroni o asincroni connessi alla rete senza interposizione di sistemi di raddrizzamento/inversione; b) Impianti di tutte le altre tipologie connessi alla rete mediante interposizione di sistemi di raddrizzamento/inversione (inverter lato rete);1 c) Le eventuali parti dimpianto nella titolarit delle imprese distributrici strumentali alla protezione e controllo degli impianti PV. Gli obblighi informativi previsti dal capitolo 6 si applicano a tutte le cabine primarie di distribuzione, cui afferisca produzione. Le Imprese di Distribuzione sono tenute al rispetto dei requisiti descritti, alla vigilanza sullapplicazione degli stessi da parte di utenti connessi alle reti di distribuzione con potenze complessive per utente non inferiori a 1 kW; le predette Imprese, inoltre, sono tenute a non adottare pratiche desercizio in contrasto con gli stessi. Losservanza delle prescrizioni previste nel presente documento deve costituire condizione essenziale per la connessione degli impianti alla rete.

Gli impianti di cui in a) e b) sono attualmente indicati nella normativa tecnica corrente rispettivamente con il

nome di generatori direttamente connessi e indirettamente connessi.

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3. RIFERIMENTI

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[1] Codice di trasmissione, dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete [2] Allegato A.9 Piano di difesa del sistema elettrico

[4] Allegato A.12 Criteri di taratura dei rel di frequenza del sistema elettrico [6] Norma CEI 0-16 Regola tecnica di riferimento per la connessione di utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle Imprese distributrici di energia elettrica, se non in contrasto con le prescrizioni di sistema riportate nella presente nota tecnica [7] Norma CEI 0-21. Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica se non in contrasto con le prescrizioni di sistema riportate nella presente nota tecnica.

4.

DEFINIZIONI

Ai fini del presente documento si applicano le definizioni riportate nel Codice di trasmissione, dispacciamento, sviluppo e sicurezza della rete [1] (in seguito Codice di Rete), integrate da quelle di seguito elencate:
Cabina Primaria (CP):

stazione elettrica AT/MT o AAT/MT dedicata alla distribuzione primaria denergia elettrica. funzionamento di una porzione di rete di distribuzione rimasta in funzionamento isolato dopo la sua disconnessione dal sistema interconnesso. qualsiasi impianto di produzione o insieme di unit di produzione connessi alla rete mediante interposizione di sistemi di raddrizzamento/inversione. tutti gli altri impianti di produzione rotanti, sincroni o asincroni connessi alla rete senza interposizione di sistemi di raddrizzamento/inversione. Interruttore di Manovra Sezionatore modalit di funzionamento dellimpianto di produzione secondo la quale lo stesso riduce la potenza immessa in rete in risposta ad una variazione della frequenza del sistema al di sopra di una soglia predefinita. capacit dellimpianto di produzione di rimanere connesso alla rete, in seguito ad abbassamenti di tensione conseguenti a guasti, secondo una curva tensione durata predefinita. consistono nelle norme CEI 0 - 16 per quanto riguarda le reti di media tensione e CEI 0 - 21 per quanto riguarda le reti di bassa tensione. Sistema di protezione dinterfaccia

Funzionamento in isola: Impianti di produzione statici:

Impianti di produzione tradizionali: IMS Limited Frequency Sensitive Mode Overfrequency (LFSM-O): Low Voltage Fault Ride Through (LVFRT): Regole Tecniche di Connessione (RTC) alle reti MT e BT: SPI

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Utente attivo:

Utente che utilizza qualsiasi macchinario (rotante o statico) che converta ogni forma di energia utile in energia elettrica in corrente alternata previsto per funzionare in parallelo (anche transitorio) con la rete. Richiusura degli interruttori di linea aperti per intervento delle protezioni.

Richiusura Rapida Automatica (RRA)

5.

CAMPO DI FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE

Tutti gli impianti di produzione ed i relativi macchinari ed apparecchiature devono essere progettati, costruiti ed eserciti per restare in parallelo anche in condizioni di emergenza e di ripristino di rete. In particolare gli impianti, in ogni condizione di carico, devono essere in grado di rimanere permanentemente connessi alla rete MT e BT per valori di tensione nel punto di consegna, compresi nel seguente intervallo: 85% Vn V 110% Vn Riguardo allesercizio in parallelo con la rete MT/BT in funzione della frequenza, limpianto di produzione deve essere in grado di rimanere connesso alla rete per un tempo indefinito2, per valori di frequenza compresi nel seguente intervallo:

47,5 Hz f 51,5 Hz LUtente Attivo deve garantire che tali intervalli di funzionamento siano rispettati sia dalle protezioni di interfaccia che dalle protezioni e regolazioni dellimpianto di produzione. LImpresa di Distribuzione vigila sul rispetto di tali requisiti. Per soddisfare contemporaneamente le esigenze generali del Sistema Elettrico Nazionale, le esigenze delle Imprese di Distribuzione, nonch le esigenze degli utenti attivi (salvaguardia del macchinario di generazione)- e dei clienti finali (qualit del servizio) necessario adottare logiche di funzionamento in grado di selezionare soglie e tempi di intervento dei rel di frequenza sulla base di due diversi tipi di evento: guasto locale perturbazione di sistema con variazione transitoria della frequenza. Nel capitolo 8 viene descritta, sia per il livello MT che per quello BT, una soluzione funzionale delle logiche di intervento delle protezioni di minima e massima frequenza degli impianti di produzione, coerente con la prescrizione.

La specificazione ammette solo modeste eccezioni relative ai generatori direttamente connessi alle reti BT nelle condizioni precisate al paragrafo 8.2.

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6.

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TRASMISSIONE DEI DATI NECESSARI AI FINI DEL CONTROLLO DEL SEN

Ai fini del controllo del SEN, che presuppone la fedele conoscenza della GD in MT e BT sia in fase predittiva che in tempo reale, risultano necessari al Gestore, per ogni cabina primaria, sia dati previsionali sia telemisure in tempo reale della potenza attiva e reattiva, differenziata per aggregato: carico generazione differenziata per fonte totale di cabina Le predette informazioni dovranno essere rese disponibili dallImpresa di Distribuzione al Gestore. Le telemisure saranno rese disponibili ai sistemi SCADA del Gestore con le caratteristiche definite dallo stesso. 7. REGOLAZIONI

In caso di perturbazioni che siano causa di transitori di frequenza e/o di tensione, gli impianti devono continuare a garantire il proprio sostegno al SEN nellambito dellintervallo di funzionamento richiesto al paragrafo 5. 7.1. COMPORTAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE NEI TRANSITORI DI FREQUENZA

Per il controllo dei transitori in frequenza, si richiede agli impianti di produzione statici connessi alle reti MT e BT: la capacit di ridurre la potenza immessa in rete in risposta ad una variazione della frequenza del sistema al di sopra di una soglia predefinita (regolazione della potenza in funzione della sovrafrequenza); linserimento graduale della potenza immessa in rete in modo da minimizzare gli effetti sul sistema in caso di ripresa del servizio. lavviamento con laumento graduale della potenza immessa in rete.

7.1.1. RICONNESSIONE E REGOLAZIONE DELLA POTENZA ATTIVA IN FUNZIONE DELLA FREQUENZA Durante un transitorio di frequenza, detti impianti di produzione devono essere in grado di: a) non variare la potenza immessa in rete nei limiti previsti, per frequenze comprese tra 47,5 Hz e 50,3 Hz, salvo che per motivi legati alla disponibilit della fonte primaria; b) ridurre la potenza immessa in rete in funzione dellentit dello scarto di frequenza positivo rispetto a 50 Hz per frequenze comprese tra 50,3 Hz e 51,5 Hz, secondo uno statismo compreso tra il 2% e il 5%; di norma verr impostato un valore pari al 2,4%; c) non riconnettersi alla rete e non aumentare il livello di produzione minimo raggiunto in caso di ridiscesa della frequenza dopo un aumento della stessa oltre il valore di 50,3 Hz (a meno che la frequenza non si attesti per almeno 5 minuti primi ad un valore compreso tra 49.95 Hz e 50,05 Hz per il continente, e 49.9 e 50,1 per Sicilia e Sardegna), salvo diversa indicazione da parte del Gestore.

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figura 1 Regolazione della potenza attiva immessa in rete in funzione della frequenza

7.1.2. AVVIAMENTO E AUMENTO GRADUALE DELLA POTENZA IMMESSA IN RETE Lavviamento di detti impianti deve essere condizionato ad una frequenza di rete stabilizzata e quindi non inferiore a 49,9 (49.95) Hz e non superiore a 50,1 (50.05) Hz per le isole (per il Continente) . Nel caso in cui la riconnessione avvenga automaticamente, il sistema di controllo dellimpianto dovr consentire la taratura di rientro in un intervallo compreso tra 49 Hz e 51 Hz a step di 0.05 Hz; dovr inoltre essere selezionabile il tempo minimo di permanenza in tale intervallo selezionabile tra 0 e 900 secondi a step di 5 secondi. In tali condizioni la riconnessione deve avvenire aumentando gradualmente la potenza immessa rispettando un gradiente positivo massimo non superiore al 20% al minuto della potenza erogabile. Il Gestore disponibile ad accettare soluzioni equivalenti, proposte dalle Imprese di distribuzione purch tali da assicurare le stesse prestazioni di cui ai punti precedenti a livello di aggregato. 7.2. COMPORTAMENTO DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE NEI TRANSITORI DI TENSIONE

A salvaguardia del sistema elettrico nazionale per evitare perdite incontrollate di generazione distribuita in concomitanza con guasti sulla rete AAT e AT, che causano abbassamenti di tensione su aree, vengono prescritti due requisiti: limiti di funzionamento coerenti con quanto indicato nel paragrafo 5. capacit dellimpianto di produzione di rimanere connesso alla rete, secondo una curva tensione durata predefinita (Low Voltage Fault Ride Through capability, LFVRT).

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7.2.1. INSENSIBILITA AGLI ABBASSAMENTI DI TENSIONE

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Gli impianti di produzione statici connessi alle reti MT e BT di potenza nominale 6 kVA devono essere in grado di non disconnettersi istantaneamente durante labbassamento di tensione conseguente a un qualsiasi tipo di cortocircuito esterno, monofase o polifase (con e senza terra). In particolare deve essere garantita la connessione alla rete nella zona al di sopra e lungo i punti della caratteristica (V - t) indicata, dove la tensione V la tensione ai morsetti dellimpianto di produzione. I valori indicati sono in percentuale della tensione nominale. Nellintervallo di durata dellabbassamento di tensione limpianto dovr rimanere connesso alla rete, anche se non garantir il valore di potenza immessa nellistante immediatamente precedente al guasto. Al ristabilirsi delle normali condizioni di funzionamento3 la potenza immessa in rete dovr tornare ad un valore prossimo a quello precedente il guasto, in un tempo non superiore a 200 ms.

figura 2 LVRFT (tratta da norma CEI 0-21)

8.

COMPATIBILITA DELLE PROTEZIONI DEGLI IMPIANTI DI PRODUZIONE CON LE ESIGENZE DI SISTEMA

Le protezioni di interfaccia possono interferire negativamente con il bilanciamento del sistema elettrico nazionale. Per minimizzare tali effetti le predette protezioni devono essere in grado di garantire: il distacco selettivo della GD soltanto per guasti sulle reti MT e/o BT; il mantenimento in servizio della GD per perturbazioni di sistema con variazione transitoria della frequenza.

Le normali condizioni sono quelle precedenti levento

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Tali protezioni sono gestite dagli Utenti Attivi sotto la vigilanza ed il coordinamento dellImpresa di Distribuzione. Esse devono operare in accordo con i criteri di selettivit descritti nel seguito del documento, in modo da : evitare danni ai generatori tradizionali dovuti a momenti torsionali provocati dalle richiusure implementate su tale rete in caso di guasti sui collegamenti (per i soli impianti di produzione tradizionali); limitare la probabilit di creazione di isole di carico in caso di apertura del tronco in MT; limitare i disturbi in tensione ad altri utenti in caso di funzionamento in isola. 8.1. IMPIANTI DI PRODUZIONE CONNESSI ALLA RETE MT Per gli impianti di produzione connessi alle reti MT, in presenza di segnali logici inviati dallImpresa di Distribuzione, sufficiente implementare una regolazione opportuna delle quattro soglie gi attualmente previste nelle Regole Tecniche di Connessione [6]. Per quanto riguarda le due soglie di massima frequenza, esse dovranno essere regolate come di seguito: - una soglia restrittiva a 50,3 Hz (con tempo 0,1 s) - una soglia permissiva a 51,5 Hz (con tempo 1,0 s) Per quanto riguarda le due soglie di minima frequenza, esse dovranno essere regolate come di seguito: - una soglia restrittiva a 49,7 Hz (con tempo 0,1 s) - una soglia permissiva a 47,5 Hz (con tempo 4,0 s). Le predette caratteristiche (presenza di due separate regolazioni selezionate da remoto) consentono che la protezione dinterfaccia dellimpianto di produzione operi in maniera opportuna contemperando le esigenze locali con quelle di sistema. Infatti, una perturbazione di sistema (transitorio in sottofrequenza o sovra frequenza che interessa una vasta rete funzionante in regime separato con carico o produzione eccedente) un fenomeno normalmente caratterizzato da una variazione relativamente lenta del parametro frequenza e da un andamento delle tensioni di tipo simmetrico. Se il fenomeno si presenta con queste caratteristiche la finestra restrittiva di frequenza (49,7 50,3 Hz) dovr rimanere inattiva ed il distacco degli impianti dovr essere affidato esclusivamente alla finestra di frequenza larga (47,5 51,5 Hz). Viceversa, in caso di fenomeni locali (guasto, apertura dellinterruttore di CP o di un IMS lungo linea), lImpresa di Distribuzione in grado di comandare lattivazione delle soglie restrittive, favorendo la disconnessione degli impianti di produzione connessi. In assenza di disponibilit dei segnali di commutazione da remoto, necessario che gli Utenti Attivi si dotino di un sistema di protezione, sempre basato su informazioni locali, in grado di discriminare tra eventi di sistema ed eventi localizzati nella della rete di distribuzione. Infatti, in caso di guasto locale (cortocircuito tra le fasi o guasto a terra nella rete MT dellImpresa di Distribuzione), possibile abilitare lintervento della finestra di frequenza restrittiva (49,7 50,3 Hz) correlandone lattivazione con una delle seguenti funzioni di protezione: o massima tensione omopolare (59N) per il rilevamento dei guasti monofasi e polifasi con terra;

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massima tensione di sequenza inversa (59INV) per il rilevamento dei guasti bifase isolati da terra; minima tensione di sequenza diretta (27DIR) per il rilevamento dei guasti trifase (e bifase) isolati da terra.

La logica di questo sistema di protezione con rel di frequenza a sblocco voltmetrico (il codice numerico assegnato a questa protezione 81V) esposta in Figura 3. In base ad essa il sistema di protezione installato nellimpianto di produzione in grado di riconoscere variazioni di frequenza conseguenti allapertura dellinterruttore in Cabina Primaria oppure allapertura di IMS lungo linea in presenza di un guasto nella linea di connessione e di separarsi da essa in tempo breve, prima della eventuale manovra di richiusura automatica rapida, in modo da evitare un parallelo con la rete con sfasamenti angolari troppo ampi. Eventuali rel di massima e minima frequenza diversi da quelli propri del sistema di protezione di interfaccia (tipicamente quelli integrati nellinverter), dovranno essere regolati in modo coerente con quanto sopra stabilito con finestre di intervento pi ampie di quelle di tipo permissivo della protezione di interfaccia o, a limite, uguali ad esse.

f < 47,5 Hz f > 51,5 Hz

Scatto ritardato 4,0 s Scatto ritardato 1 ,0 s

f < 49,7 Hz f > 50,3 Hz V V0> Soglia Vi > Soglia Vd< Soglia

or

& or

Scatto ritardato 0,1 s

Figura 3: Logica di funzionamento per attivazione soglie dei rel di frequenza a sblocco voltmetrico

Le soluzioni tecniche per la discriminazione degli eventi locali rispetto agli eventi di sistema basate sul rilievo di informazioni legate alla tensione, e quelle prospettate nella norma CEI 0-16, che utilizzano informazioni provenienti da remoto possono essere utilmente combinate per aumentare laffidabilit del sistema di protezione come illustrato in figura 4. In esso i segnali da remoto sono finalizzati: a) all'abilitazione delle soglie di frequenza in parallelo allazione esercitata dai rel di tensione [Vo>], [Vi>] e [Vd>] ; b) allo scatto diretto dellinterruttore di interfaccia (sistema di telescatto agente sul SPI).

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Le due azioni (a e b) operano ogniqualvolta in Cabina Primaria si determina lapertura dellinterruttore MT della linea di connessione oppure la perdita della connessione alla rete AT. Un segnale di guardia dovr poi sorvegliare lintegrit del canale di comunicazione.. Le modalit di implementazione del canale di comunicazione (finalizzato alle funzioni di abilitazione da remoto e/o telescatto, che potr sfruttare, per esempio, un supporto dedicato in fibra ottica o servizi di comunicazione a larga diffusione, quali ADSL o simili) dipendono dalle specificit delle reti di distribuzione, nonch degli ambiti territoriali interessati. LImpresa Distributrice notifica altres quanto sopra allutente attivo e tiene aggiornato il Gestore sulla consistenza degli impianti protetti in ciascuno dei modi descritti.

f < 47,5 Hz f > 51,5 Hz

Scatto ritardato 4,0 s Scatto ritardato 1,0 s

f < 49,7 Hz f > 50,3 Hz V V0> Soglia Vi > Soglia

or

&

Scatto ritardato 0,1 s

or Vd< Soglia Abilitazione soglie restrittive da segnale esterno TELESCATTO


Scatto istantaneo

Figura 4:Logica di funzionamento per attivazione soglie dei rel di frequenza a sblocco voltmetrico, con telescatto e abilitazione da remoto
La Fig 4 riassume le logiche gi previste dalla CEI 0 16 con il sistema di sbocco voltmetrico locale.

8.1.1. Regolazioni dei rel da adottare in via transitoria Nel caso di impianti di produzione statici privi di parti rotanti esposte al rischio di shock meccanici su richiusura automatica asincrona, in via transitoria e finch non disponibile la finestra di frequenza restrittiva a sblocco voltmetrico o tele-abilitata da remoto o il telescatto, lesercizio avviene con la sola finestra di frequenza permissiva (47,5 51,5 Hz) e con un tempo di intervento del rel di frequenza regolato con ritardo breve (0,1 s).

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8.2. IMPIANTI DI PRODUZIONE CONNESSI ALLA RETE BT

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Le esigenze di sicurezza del sistema elettrico, di continuit di alimentazione delle utenze e di difesa del macchinario, gi richiamate per le reti MT, riguardano le reti BT. In questo caso oltre al carattere semplificato degli apparati impiegati (esempio tipico lassenza di protezioni di interfaccia esterne realizzate mediante un apposito rel ed il ricorso alle protezioni di interfaccia a bordo degli inverter per gli impianti con una potenza fino a 6 kW) vanno messi in conto altri aspetti specifici delle reti BT come il collegamento del neutro francamente a terra e limpossibilit di vedere, da questo livello di tensione, guasti a terra nella rete soprastante a MT (sia essa esercita a neutro isolato o compensato). Soprattutto questultimo aspetto rende problematico, con il solo ausilio di protezioni locali, il distacco della GD connessa alla rete BT in caso di guasto a terra nella linea di connessione in MT. In generale, nella maggior parte dei casi, lo sbilanciamento tra potenza generata e potenza assorbita nel livello di tensione MT conseguente allo scatto della GD connessa a questo livello di tensione ad opera delle protezioni di frequenza e di tensione modifica, dopo lapertura dellinterruttore di linea MT in CP, la frequenza in tutta la rete isolata provocando lintervento della protezione base di frequenza della GD in BT regolata sui valori: 47,5 Hz 4 s 51,5 Hz, 1 s. La logica di scatto sequenziale descritta si basa essenzialmente sullazione di distacco degli impianti di produzione connessi alle reti MT trattata nel paragrafo precedente. Per conferire maggiore efficacia allazione di distacco della GD in BT necessario ricorrere a schemi di protezione integrativi da adottare in affiancamento alla protezione di frequenza base (riportati in Appendice). Nellapplicazione di tali schemi risulta importante la distinzione tra impianti di produzione tradizionali e impianti di produzione con generatori statici.

Impianti di produzione tradizionali: la salvaguardia delle macchine rotanti dalle conseguenze delle richiusure automatiche di tipo asincrono (eseguite nella rete MT a monte) considerata esigenza prevalente. Conseguentemente, sino a quando perdurer lattuale limitata diffusione di tali impianti, potr essere mantenuta attiva una protezione di frequenza a finestra stretta (49,5 50,5 Hz) con tempo breve (0,1 s) in modo da perseguire il distacco dellimpianto di produzione dalla rete durante il tempo di attesa della RRA in CP. In presenza del sistema di tele scatto, potr essere adottato un intervallo di frequenza allargato (vedi Appendice 1). Impianti di produzione statici: data la tipologia delle macchine impiegate, si considerano prevalenti le esigenze di sistema rispetto alle esigenze locali. Infatti, e data lassenza di parti rotanti esposte a rischio di coppie torsionali, sono tollerate dagli inverter anche richiusure automatiche di tipo asincrono (eseguite nella rete MT a monte). Conseguentemente le protezioni di frequenza dovranno essere regolate sempre e soltanto con finestra larga (47,5 51,5 Hz) e tempi di intervento compresi tra 0,1 e 4 s a seconda della assenza o presenza di sistemi di teleprotezione integrativi (vedi Appendice 1). Eventuali rel di massima e minima frequenza diversi da quelli propri del sistema di protezione di interfaccia (tipicamente quelli integrati nellinverter) dovranno essere regolati in modo coerente con quanto sopra stabilito con finestre di intervento pi ampie di quelle suddette o, a limite, uguali ad esse.

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9. APPENDICE 1 - Ulteriori accorgimenti riportati a titolo informativo

Il Distributore pu mettere in atto uno degli schemi ausiliari di protezione illustrati in precedenza in modo da evitare indesiderati fenomeni di islanding e mantenere elevata la probabilit di successo delle richiusure automatiche nelle linee MT. In totale assenza degli schemi prescritti di seguito il tempo di intervento della finestra di frequenza di tipo permissivo sar posto, per ragioni prudenziali, pari a 0,1 s. In presenza di tali schemi, invece, il tempo di intervento sar innalzato a 1 s per la protezione di massima frequenza e ad 4 s per la protezione di minima frequenza. Si sottolinea il fatto che il ricorso a frequenze di intervento con finestra restrittiva (f n 0,5 Hz) previsto solo in associazione ad uno degli schemi di protezione a) o b). Schema a) invio a tutti gli impianti di produzione in BT sottesi a una linea MT dello stesso segnale di telescatto inviato alla GD della MT (vedi paragrafo 8.1). Anche in questo caso lassenza di un segnale di guardia abiliter una protezione di massima/minima frequenza a finestra stretta e tempo breve (49,5 Hz, 0,1 s e 50,5 Hz, 0,1 s) pronta ad intervenire in caso di anomalia del telescatto. Schema b) invio a tutti gli impianti di GD sottesi ad una stessa Cabina Secondaria MT/BT di un segnale di presenza tensione omopolare rilevato nel lato MT della Cabina suddetta da un rel di terra (59N) in modo da abilitare, in caso di guasto a terra nella linea MT, la stessa protezione di massima/minima frequenza a finestra restrittiva vista al punto precedente. Il primo schema, basato sul telescatto proveniente dalla CP, fa fronte a tutte le possibili situazioni di guasto nella linea MT e copre anche il caso di apertura della linea MT in assenza di guasto oppure di perdita della rete AT; inoltre provvisto di un sistema di sorveglianza attivato in caso di perdita della comunicazione tra CP ed impianti periferici asserviti. Il secondo schema mirato al rilevamento dei guasti a terra nella rete MT con labilitazione di una soglia di frequenza ristretta negli impianti di GD della BT per favorirne il distacco dalla rete.

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