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TERMOMETRIA e CALORIMETRIA

Taratura di un termometro e scale di temperatura Il termometro uno strumento utilizzato per misurare la temperatura di un corpo: esso, cio, indica lindice numerico associato allo stato termico del corpo stesso. Per costruire un termometro, necessario innanzitutto scegliere una sostanza termometrica (liquida o gassosa) adeguata al tipo di misurazione che si intende effettuare; in primo luogo, una sostanza termometrica deve variare alcuni dei suoi parametri fisici (come ad esempio il volume) rilevabili dallo sperimentatore- in funzione delle variazioni di temperatura. Una buona sostanza termometrica , ad esempio, il metallo, in quanto si dilata e si contrae in base alle variazioni di temperatura; unico metallo liquido il mercurio, che appunto la sostanza termometrica maggiormente utilizzata per la costruzione di termometri a liquido. Per la descrizione del processo di taratura di un termometro a liquido, utile accennare al termoscopio: si tratta di un dispositivo utilizzato per registrare le variazioni di temperatura, senza per segnalare i gradi; esso costituito da un bulbo di vetro contenente la sostanza termometrica scelta, solitamente il mercurio, direttamente connesso con un tubo capillare chiuso allaltro estremo dopo aver estratto laria. Il volume V del mercurio (supposta sostanza termometrica utilizzata), e quindi la lunghezza L della colonna liquida del tubo capillare, varia al variare della temperatura T a cui si trova lo strumento. Per poter esprimere in forma quantitativa la relazione esistente tra L e T, per necessario tarare il termometro, in modo da poter costruire una scala della temperatura, che permetta di associare ad ogni altezza della colonna di liquido un definito valore numerico. Per la costruzione di una scala di temperatura, si utilizzano sempre due temperature di riferimento, i cosiddetti punti fissi: il primo punto fisso la temperatura in cui acqua e ghiaccio sono in stato di equilibrio termico (stato di equilibrio termico: se si pongono due corpi a contatto, dopo un tempo finito essi raggiungeranno la stessa temperatura) alla pressione di unatmosfera; il secondo punto fisso la temperatura dei vapori di acqua bollente alla pressione di unatmosfera. Il processo di taratura avviene quindi immergendo il dispositivo in un miscuglio di acqua e ghiaccio; il livello a cui si arresta il liquido termometrico dopo che si raggiunto lequilibrio termico costituisce il primo punto fisso. Ponendo dunque il dispositivo nei vapori di acqua bollente e segnando il punto a cui il liquido termometrico si arresta, si ottiene il secondo punto fisso. Per completare la graduazione del termometro ottenuto, si divide lintervallo compreso tra i due punti fissi in parti uguali, a ciascuna delle quali si assegna un dato valore indicante la temperatura. In modo analogo avviene la taratura dei termometri a gas.

Scale di temperatura: Celsius, Reaumur, Fahrenheit, Kelvin Le scale di temperatura pi utilizzate sono quattro: 1) Nella scala Celsius (o scala centigrada), si assegna il valore 0 al primo punto fisso e il valore 100 al secondo punto fisso. Lintervallo esistente tra i due punti fissi suddiviso in 100 parti uguali, a ciascuna delle quali corrisponde la variazione di temperatura di 1C. La scala Celsius la pi facilmente utilizzabile in quanto sfrutta il sistema decimale. 2) Nella scala Reaumur (o scala ottantigrada), si assegna il valore 0 al primo punto fisso e il valore 80 al secondo punto fisso. Lintervallo compreso tra i due punti fissi suddiviso in 80 parti uguali, a ciascuna delle quali assegnato il valore di 1R. 3) Nella scala Fahrenheit, si assegna il valore 32 al primo punto fisso e il valore 212 al secondo punto fisso. Lintervallo compreso tra i due punti fissi suddiviso in 180 parti uguali, a ciascuna delle quali assegnato il valore di 1F. Fra i valori di una stessa temperatura, espressa nelle tre scale, esiste la relazione: C:100 = R:80 = (F-32):180

4) La temperatura di 273,15C da considerarsi come un limite irraggiungibile e non oltrepassabile, oltre il quale non possibile la vita. Tale limite perci chiamato zero assoluto. La temperatura limite di 273,15C costituisce il punto di partenza, lo 0, della scala Kelvin (o scala assoluta), molto utilizzata in campo scientifico; questa scala presenta il vantaggio di poter esprimere tutte le temperature in valori positivi. Nella scala Kelvin, lintervallo tra i due punti fissi suddiviso in 100 parti uguali, a ciascuna delle quali corrisponde il valore di 1K. Dal confronto tra la scala Celsius e la scala Kelvin si ricava che: T(in gradi Kelvin) = t(in gradi Celsius) + 273 t(in gradi Celsius) = T(in gradi Kelvin) - 273 Infatti: 0K = -273C

Il calore Analisi di dati sperimentali Dallelaborazione di dati sperimentali (-> curva di riscaldamento), si ottenuta la seguente relazione: Q= K*T Tale relazione esprime, in generale, la quantit di calore ceduta o assorbita da un corpo nel raffreddarsi o riscaldarsi (cio nel diminuire o nellaumentare la propria temperatura): Q rappresenta appunto la quantit di calore ceduta o assorbita da un corpo; T rappresenta la variazione di temperatura del corpo che ha ceduto o assorbito calore (se il corpo ha ceduto calore, T sar uguale alla differenza tra la temperatura iniziale e quella finale del corpo; se il corpo ha assorbito calore, T sar uguale alla differenza tra la temperatura finale e quella iniziale del corpo). K una costante legata alla natura della sostanza considerata; essa comprende due grandezze proprie della stessa sostanza: la massa (m) e il calore specifico (c). La relazione Q= K*T diviene quindi: Q= m*c*T dove il prodotto m*c esprime la capacit termica della sostanza considerata. Per quanto riguarda la massa, dallesperienza di laboratorio si osservato che, maggiore la massa di sostanza da scaldare, maggiore la quantit di calore necessaria a scaldarla. Per quanto riguarda il calore specifico, si consideri una situazione comune facilmente sperimentabile. Si supponga di immergere in una pentola di acqua calda due mestoli di uguale massa e temperatura iniziale, uno di legno e laltro di metallo. Lacqua cede ai due mestoli la stessa quantit di calore; ciononostante, il mestolo di metallo si scalda pi velocemente del mestolo di legno. Allo stesso modo, si pu verificare sperimentalmente che, a parit di massa e di calore ricevuto, lalcool si riscalda pi velocemente dellacqua. Ci dipende appunto dalla diversa natura delle sostanze considerate, e per la precisione dal loro diverso calore specifico, cos definito:
Il calore specifico di una sostanza rappresenta il calore necessario a innalzare di 1C la temperatura di 1 grammo della sostanza considerata

A questo punto necessario introdurre lunit di misura del calore, la caloria (cal):
Si definisce caloria la quantit di calore necessaria ad innalzare di 1C la temperatura di 1 grammo di acqua distillata, da 14,5C a 15,5 C

Lunit di misura del calore specifico data da caloria su grammo e su grado Celsius; infatti, essendo Q= m*c*T, si ha che:

c=

Q/m*T

c = cal/g*C

Si noti inoltre che dalla definizione di caloria deriva il valore del calore specifico dellacqua: 1 cal = 1g*c*1C cH2O = 1 cal/g*C Ogni sostanza ha un calore specifico diverso da quello di ogni altra sostanza; la conoscenza del calore specifico di una sostanza permette quindi di identificare la sostanza stessa. Si noti inoltre che tutte le sostanze, eccetto lacqua, hanno un calore specifico il cui valore inferiore allunit, e sono perci pi facilmente riscaldabili.

Temperatura di equilibrio e determinazione delle incognite In base al principio zero della termodinamica, si sa che, ponendo due corpi A e B (di temperatura rispettivamente TA e TB) a contatto, dopo un tempo finito essi raggiungeranno una stessa temperatura TE intermedia tra TA e TB (stato di equilibrio termico): il corpo pi caldo ha ceduto una certa quantit di calore che il corpo pi freddo ha assorbito. Si avr che: se una sostanza cede calore (Q ceduto), questo minore di 0: Q ceduto = m*c*(T iniziale T finale) se una sostanza ha assorbito calore (Q assorbito), questo maggiore di 0: Q assorbito = m*c*(T finale T iniziale) Supponiamo quindi che due corpi di massa m1 e m2, di temperature rispettivamente T1 e T2, vengano posti a contatto in un ambiente isolante, in modo da evitare dispersioni di calore, e si supponga anche che il contenitore non assorba calore. In tal caso, il calore Q ceduto da un corpo verrebbe totalmente assorbito dallaltro corpo, e si avrebbe: Q assorbito = Q ceduto m1*c1*(TE - T1) = m2*c2*( T2 - TE) Si voglia calcolare la temperatura di equilibrio TE, la temperatura finale, cio, che i due corpi raggiungeranno dopo lo scambio di calore: Q assorbito = Q ceduto m1*c1*(TE - T1) = m2*c2*( T2 - TE) m1*c1*TE - m1*c1*T1 = m2*c2*T2 - m2*c2*TE m1*c1*TE + m2*c2*TE = m2*c2*T2 + m1*c1*T1 TE (m1*c1 + m2*c2) = m2*c2*T2 + m1*c1*T1 TE = (m2*c2*T2 + m1*c1*T1) : (m1*c1 + m2*c2)

eseguiti i calcoli algebrici propriet delle equazioni raccoglimento a fattore comune

Per pervenire allincognita TE, si supposto che Q assorbito = Q ceduto, e si quindi proceduto attraverso una serie di passaggi algebrici. Lo stesso metodo si dovr applicare per trovare il valore di qualunque altra incognita.

Calcolo del calore specifico di una sostanza incognita Per calcolare il calore specifico di una sostanza incognita, occorre procedere in due fasi: a) in primo luogo, si dovr calcolare lequivalente in acqua del calorimetro, che permette di sapere

in che modo il calorimetro partecipa allo scambio di calore; b) quindi, si passer al vero e proprio calcolo del calore specifico della sostanza considerata. 1) Calcolo dellequivalente in acqua del calorimetro - Si immette innanzitutto una massa nota di acqua (m1), dalla temperatura iniziale T1, nel calorimetro, e si rileva la temperatura di equilibrio TE dei due corpi. - Si immette quindi nel calorimetro unaltra massa nota di acqua (m2), dalla temperatura iniziale T2, e si rileva la nuova temperatura di equilibrio TE (temperatura intermedia tra la temperatura iniziale di m2 e la temperatura TE rilevata nella fase precedente). - Si pu ora calcolare lequivalente in acqua del calorimetro: Q ceduto = Q assorbito m2*c*( T2 - TE) = m1*c*(TE - T1) + mE*c*(TE - T1) mE*c*(TE - T1) = m2*c*( T2 - TE) - m1*c*(TE - T1) mE = [m2*( T2 - TE) - m1*(TE - T1)] : (TE - T1) mE = massa equivalente del
calorimetro in acqua

La massa totale che assorbe calore sar data quindi da (m1 + mE). 2) Calcolo del calore specifico della sostanza incognita - Dopo aver svuotato e sciacquato il calorimetro, vi si immette unaltra massa nota di acqua, che chiameremo m1, dalla temperatura iniziale T; si rileva quindi la temperatura di equilibrio T1 tra T e la temperatura del calorimetro. - Il corpo (m2), dal calore specifico incognito (cX) e dalla temperatura nota T2, dopo essere stato scaldato (T2 appunto la temperatura di m2 scaldato), viene immerso nellacqua contenuta nel calorimetro; si rileva la temperatura di equilibrio TE tra la temperatura del corpo immerso e la temperatura T1 precedentemente trovata. - Si pu ora calcolare il calore specifico del corpo m2: Q ceduto = Q assorbito m2*cX*( T2 - TE) = (m1 + mE)*c*(TE - T1) cX = [(m1 + mE)*c*(TE - T1)] : [m2*( T2 - TE)]

Passaggi di stato Calore latente La materia pu presentarsi in tre fondamentali stati di aggregazione: - solido, quando ha forma e volume propri; - liquido, quando ha volume proprio e forma dipendente dal recipiente che la contiene; - aeriforme, quando forma e volume sono entrambi dipendenti dal recipiente che la contiene. Fornendo o sottraendo calore a una sostanza, possibile mutarne lo stato di aggregazione:
FUSIONE EVAPORAZIONE/EBOLLIZIONE

SOLIDO

LIQUIDO
SO

AERIFORME
LIDIFICAZIONE

CONDENSAZIONE/LIQUEFAZIONE

SUBLIMAZIONE

Se una sostanza assorbe calore, la sua temperatura aumenta; se cede calore, la sua temperatura diminuisce. Durante la fase del passaggio di stato, invece, la temperatura rimane costante e vale la relazione: Q = m*C L dove Q rappresenta il calore utilizzato dalla sostanza per passare di stato, m la massa della sostanza e CL il calore latente della sostanza considerata. Si definisce calore latente la quantit di calore che occorre fornire allunit di massa di una sostanza per farla passare di stato. NB: in questo caso, la relazione Q=m*c(TfinaleT iniziale) non vale in quanto Tfinale e Tiniziale sono uguali e il prodotto risulterebbe nullo.

Ilenia Cyborg Berlingeri, A.S. 1999/2000

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