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Griglia di documentazione Insegnante a.s.

2011-2012 Classi quinte 4^ CIRCOLO DIDATTICO Grosseto Scuole Primarie Via Scansanese- VIA Mazzini

Titolo dellesperienza: LIQUIDI SOLIDI-POLVERI-FUSIONE E SOLIDIFICAZIONE.


Descrizione essenziale dellesperienza: le sue fasi, il suo prima e il suo dopo (suo inserimento in un percorso) Lo studio stato condotto con tre classi parallele. Abbiamo formato gruppi di cinque alunni. Ogni gruppo ha svolto attivit di osservazione, di laboratorio e di ricerca sulla materia solida e liquida. Dopo questo momento sono seguite fasi di scambio delle esperienze effettuate e di ampliamento delle conoscenze acquisite (sul comportamento della materia solida e liquida ). Prerequisiti Sono le competenze e la metodologia acquisiti negli anni precedenti nello studio dei fenomeni fisici, attraverso le attivit di osservazione, di descrizione e successivamente di classificazione. Obiettivi dellesperienza Obiettivi di concettualizzazione Saper osservare, analizzare, classificare, confrontare e capire. Saper confrontare le proprie osservazioni con quelle altrui, per giungere ad una definizione condivisa dei vari fenomeni osservati. Riflettere sulle procedure adottate. Individuare propriet dei materiali e caratterizzarne i diversi comportamenti. Verbalizzare e trascrivere lesperienza utilizzando un linguaggio specifico. Saper costruire relazioni ( analogie e differenze). Indagare i comportamenti di materiali comuni in molteplici situazioni sperimentabili; produrre passaggi di stato; interpretare i fenomeni osservati. Riconoscere invarianze e conservazioni nelle trasformazioni che caratterizzano lesperienza quotidiana. Riconoscere la plausibilit di primi modelli qualitativi di trasformazioni fisiche e chimiche. Accedere alla classificazione come strumento interpretativo statico e dinamico delle somiglianze e delle diversit. Lobiettivo primario dellesperienza quello di far s che gli alunni

acquisiscano unattitudine scientifica, cio siano in grado di guardare la realt che li circonda avendo la capacit e il piacere di elaborare conoscenze sempre nuove,dando a ciascuno il tempo di capire e di esprimere con vari mezzi ci che si capito. Descrizione dellesperienza Lintero percorso si articolato in tre momenti. Nel primo momento stata svolta lattivit di brainstorming:una serie di domande stimolo per suscitare linteresse e per far emergere le conoscenze pregresse. Successivamente gli alunni sono stati sollecitati ad osservare alcuni corpi liquidi e solidi e a disegnarli sul quaderno e a rispondere individualmente alla domanda in che cosa i solidi si differenziano dai liquidi. Dalla lettura delle risposte date nata una discussione che ha permesso di riflettere sulle propriet principali e di ampliare le conoscenze degli alunni. Sono state quindi effettuate alcune esperienze con i liquidi e i solidi per riconoscere le propriet ipotizzate e scoprirne nuove. Come lavoro finale gli alunni hanno completato una tabella indicando quali materiali sono solidi e quali liquidi e successivamente hanno completato un diagramma indicando quali materiali,avevano una forma propria e quali no. Nel secondo momento stato proposto un lavoro che avrebbe disposto lattivit futura sulle soluzioni attraverso losservazione di alcune polveri e dei loro comportamenti. Agli alunni stato chiesto cosa fossero le polveri, raccolte le risposte, successivamente sono state effettuate alcune esperienze che hanno stimolato varie riflessioni negli alunni portandoli ad individuare le propriet caratteristiche delle polveri e ad arrivare ad una definizione condivisa delle polveri stesse. Dopo aver scoperto cosa fossero le polveri, sono state organizzate attivit di osservazione e descrizione al fine di individuare le propriet macroscopiche di tre polveri bianche: sale, zucchero, polvere di marmo, raccomandando agli alunni di non assaggiare mai le polveri di cui non conosciamo con certezza lidentit. Successivamente stato affrontato il lavoro sulle soluzioni ponendo agli alunni una situazione problematica: Come possiamo fare per riconoscere le nostre polveri; se non le possiamo assaggiare? Discusse le soluzioni proposte dagli alunni,sono state individuate quelle ritenute pi valide e realizzabili in classe: provare a sciogliere le tre polveri nellacqua(prova di solubilit) e provare a riscaldare le polveri( prova di combustibilit).Con la prima esperienza gli alunni hanno potuto distinguere la polvere di marmo dal sale e dallo zucchero, mentre con la seconda esperienza hanno distinto il sale dallo zucchero. Le successive attivit mirano alla costruzione da parte degli alunni del concetto di sostanza solubile, anche attraverso esperimenti di solubilizzazione con altri materiali, tra i quali il solfato di rame. Al termine delle attivit gli alunni hanno compreso che le sostanze solubili si sciolgono nellacqua mantenendola limpida e trasparente anche se colorata come nel caso del solfato di rame, dando origine a miscugli omogenei. A questo punto del percorso stato chiesto agli alunni di ipotizzare dove fossero andati a finire lo zucchero, il sale e il solfato di rame che si erano disciolti nellacqua. Dopo la raccolta delle varie ipotesi si posto il problema di recuperare le polveri; pertanto sono stati eseguiti questi esperimenti: colare le soluzioni con carta da filtro; colare le soluzioni con un colino molto fitto; riscaldare

le soluzioni su piastra elettrica. Grazie alle riflessioni scaturite e alle precedenti esperienze, gli alunni hanno potuto capire cosa sia una soluzione o miscuglio omogeneo e distinguerlo da un miscuglio eterogeneo. A questo punto stato abbastanza facile individuare le caratteristiche principali del fenomeno di solubilizzazione ed introdurre il concetto di trasformazione fisica e fenomeno reversibile. Per arrivare al concetto operativo di trasformazione reversibile stato effettuato un esperimento per formare i cristalli di sale, partendo da una soluzione satura e successivamente di ritornare alla soluzione partendo dai cristalli di sale. Alla fine siamo pervenuti alla definizione condivisa del termine cristallizzazione tenendo presente gli esperimenti fatti e le osservazioni da essi scaturite. Nella fase finale di questo percorso sempre in relazione al concetto di fenomeno reversibile, sono state riprese in esame due trasformazioni gi a conoscenza degli alunni(affrontate negli anni precedenti): la fusione e la solidificazione. Sono stati effettuati cos esperimenti sul cambiamento dello stato fisico dellacqua ( da liquida a solida e viceversa) che hanno permesso agli alunni di: Comprendere meglio o approfondire il concetto di fenomeno reversibile. Capire da cosa dipende che l acqua sia solida o liquida. Capire quando questa trasformazione si verifica. Infine per concludere il lavoro sono stati condotti in classe esperimenti di fusione e solidificazione del burro, della cera, della paraffina e dello stagno. Al termine delle attivit gli alunni hanno capito che questi materiali si comportano come lacqua e il ghiaccio.

Frequenza e durata nel tempo dellesperienza Circa due ore settimanali da Novembre a Maggio. Come lesperienza legata ad attivit esterne ed esperienze di vita quotidiana Gli alunni hanno attinto alla propria esperienza e a conoscenze acquisite indipendentemente dalla scuola(in alcune occasioni lungo il percorso), come risulta dalla descrizione. Quali strumenti di verifica e consolidamento vengono proposti Sono stati considerati strumenti di verifica ogni testo descrittivo, socializzato durante la discussione collettiva; E stata posta molta attenzione a come lalunno stato capace di ascoltare gli altri nella fase di socializzazione delle discussioni individuali e di modificare o correggere il proprio elaborato. Il quaderno di ciascun alunno, un vero e proprio diario di bordo stato anche oggetto di verifica insieme ad alcune attivit.

Laboratori, fattori strutturali organizzativi e materiali necessari, modificazione di calendario (flessibilit oraria, classi aperte, compresenza, ecc) Tutte le attivit si sono svolte nellaula e in particolari occasioni nel laboratorio scientifico. Il tempo modulare non stato certamente la soluzione pi funzionale ad esperienze di questo tipo ( tempi brevi a disposizione), per cui talvolta sono state necessarie flessibilit ed elasticit nellutilizzazione dellorario interno al team, in modo da concludere attivit, che se interrotte, avrebbero perso di motivazione ed interesse. Trasversalit dei contenuti didattici toccati e delle abilit messe in gioco Importante la trasversalit delle abilit messe in gioco: capacit di osservare, descrivere, classificare, organizzare conoscenze attraverso tabelle, rappresentare graficamente. Larea maggiormente coinvolta stata quella linguistica. Percorso formativo pregresso dellinsegnante (se influente rispetto alla esperienza in questione) Lesperienza svolta nellottica del rinnovamento del curricolo di scienze stata progettata dal gruppo del laboratorio dei Saperi Scientifici, coordinato dal Prof. C. Fiorentini. La partecipazione a questa attivit stata certamente lesperienza formativa pi importante; da essa sono derivati gli imput per il percorso, la rassicurazione nello svolgimento, la riflessione in itinere durante gli incontri di gruppo. Linsegnante cercando di operare secondo le linee metodologiche indicate dal Prof, ,ha dovuto modificare il proprio atteggiamento, rivedendo e organizzando criticamente le proprie conoscenze e competenze, abituandosi a mettersi in gioco, sapendo riconoscere i propri errori, avendo la consapevolezza di ci che voleva raggiungere, senza farsi prendere dalla fretta temendo di perdere tempo. Quanto e come viene sviluppato laspetto linguistico Laspetto linguistico stato molto rilevante nel percorso, sia per ampliamento del lessico con lintroduzione di termini specifici, sia per lampio spazio dato allespressione scritta e a quella orale connesso con la metodologia utilizzata. Va sottolineato che la produzione di testi scritti richiede tempi lunghi. Per questi motivi laspetto linguistico stato maggiormente sviluppato laddove linsegnamento delle scienze era abbinato con quello di italiano piuttosto che con quello di matematica. I motivi della scelta Uno dei motivi che ha portato alla strutturazione di questo percorso didattico la nuova condizione del maestro unico in cui le insegnanti si troveranno ad operare.Questo un percorso con una impronta trasversale e quindi si presterebbe ad essere svolto da un unico insegnante. Lidea di partenza quella di far s che gli alunni acquisiscano un attitudine scientifica, cio siano in grado di guardare la realt che li circonda avendo la capacit di elaborare conoscenze sempre nuove. Tale elaborazione naturalmente legata alla possibilit di operare concretamente, di ricercare soluzioni, di confrontare il proprio punto di vista con quello degli altri, di comunicare le proprie proposte, di discutere a lungo dando a ciascuno il tempo di capire e di esprimere con vari mezzi ci che stato capito. In questo clima anche i pi deboli sono in grado di fare i loro interventi con la certezza che saranno

ascoltati senza il timore di sbagliare Individuazione di eventuali punti di crisi in itinere, sulla base dellautovalutazione data dallinsegnante e modifiche apportate Non sono state rilevate difficolt particolari, se non quella relativa ai tempi di attuazione del percorso. Laspetto pi carente stato , talvolta, la mancanza di coerenza nei testi prodotti( ad esempio tra il testo e le domande o tra la fase pratica e quella teorica o scritta). Gli alunni che hanno incontrato difficolt nella stesura delle osservazioni sono gli stessi che in generale evidenziano incertezze a livello di espressione orale e di produzione scritta anche negli altri ambiti disciplinari. Il lavorare insieme ai compagni, soprattutto nel momento della discussione collettiva e in quello della produzione condivisa ha giovato a tutti. Rapporti della scuola, in cui si tenuta lesperienza, con gli Enti Locali, con strutture di ricerca e supporto di questi ai progetti di educazione scientifica Nulla da segnalare.
Autore della griglia: Pastorelli Mirella Ferretti Cristina

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