Documente Academic
Documente Profesional
Documente Cultură
Assisto ora e partecipo alla nascita della piccola Maria dal grembo di S. Anna e ricevo su di me
gli infiniti mari di grazie che la sua nascita gloriosa accompagna. Come la sua nascita fu la vera
alba che mise in fuga la notte dell’umano volere, formando l’aurora ad anticipare il giorno
splendidissimo per veder sorgere il Sole del Verbo Eterno sulla terra, allo stesso modo legando il
momento della mia nascita e quello di ogni creatura a quello della nascita della Mamma Celeste,
Ti chiedo, Maestà Adorabile di far sorgere l’alba della Divina Volontà in tutte le anime.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Continuo a girare negli atti di Maria SS. appena nata e nei primi suoi 3 anni di vita per stendere il
Regno della Divina Volontà nei suoi atti di piccola infante. Lego tutti i momenti della mia
infanzia all’infanzia di Maria SS. per far sì che ogni istante sia vissuto nella Divina Volontà
soltanto e Ti amo, Ti adoro, Ti ringrazio, Volontà Divina per averci dato la piccola Maria e
avermi creato con lo stesso amore con cui hai creato lei e Ti chiedo, mio Dio, di far scendere nel
mio cuore e in quello di tutte le creature, la potenza, l’amore e le gioie con cui colmasti la nascita
di Maria SS., affinchè riempita delle sue stesse grazie, la mia misera volontà umana non trovi in
me luogo dove poter risiedere e ceda il posto alla Tua Volontà Divina di dominare la mia anima.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Mamma cara voglio imparare da te a farmi dominare dal Fiat Divino per questo faccio miei tutti i
tuoi atti, in particolare mi soffermo ed entro nell’atto tuo di dare “perfetta corrispondenza” alla
Trinità SS. quando ti venne chiesto di lasciare il Tempio per unirti con vincolo di sposalizio con
Giuseppe per vivere insieme a lui nella casa di Nazareth. Voglio legare a questo tuo atto divino
ogni matrimonio vissuto in modo “umano” sulla terra affinchè la Purezza, Bellezza, Perfezione e
Santità del tuo atto divino assorba e distrugga tutto ciò che in modo umano e non divino viene
vissuto da tutte quelle anime che sono chiamate da Dio allo stato coniugale. Con questo mio atto
intendo restituire a tutte le unioni coniugali l’immagine pura e santa così come era nella mente del
Padre per darGli la “perfetta corrispondenza” che avrebbe ricevuto se tutte le unioni coniugali
fossero state vissute sempre nella Divina Volontà. Voglio restituirGli la gloria di vedere riprodotta
sulla terra in ogni unione la santità, la bellezza e la purezza dell’unione che c’era tra Maria e
Giuseppe immagine dell’indistruttibile “sposalizio” tra volontà umana e Volontà Divina.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Continuando il mio giro, mi faccio presente, cara Mamma, in quel momento della tua vita in cui,
nella casetta di Nazareth ricevi la visita dell’Angelo che ti annuncia la decisione della SS. Trinità
della discesa del Verbo sulla terra… Mie sono le parole dell’Angelo: “Ave Maria, piena di Grazia,
il Signore è con te…” Mamma Santissima, con il cuore in gola voglio ringraziarti per aver
pronunciato il tuo “Fiat” al Volere Divino decretandoti Mamma del Verbo e imitando te, la mia
volontà umana si inchina alla Volontà Divina, faccio mio il tuo Fiat per far scorrere anche in me
la Vita divina che nel Tuo grembo deposita il germe dell’Umanità SS. di Gesù per dare così
compimento al grande prodigio dell’Incarnazione. Mamma Santa, con questo mio atto voglio
legare al concepimento del Verbo nel tuo grembo ogni concepimento avvenuto sulla terra per
chiudere attraverso te, in Gesù, tutti i bambini concepiti e poi nati e tutti i bambini concepiti e non
nati, come se ogni concepimento avesse raggiunto il suo scopo: far nascere un Gesù in ogni
creatura sulla terra per vedere nascere da ogni volontà umana una Volontà Divina!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Mamma dolcissima, avendo in grembo Gesù senti l’irresistibile bisogno di farlo conoscere anche
ad altri e di donare la Sua Luce a tutti. Ti seguo nell’atto tuo di andare a visitare tua cugina
Elisabetta e faccio mia ogni parola del MAGNIFICAT con cui rispondi al suo saluto e sussultando
anche io come il piccolo Giovanni nel grembo di Elisabetta, adoro il Verbo incarnato nel tuo
grembo. Imitando te nell’atto della tua visitazione, voglio diventare anche io “portatrice di Gesù al
mondo”… Voglio che la Sua Luce risplenda in ogni mio atto, in ogni mia parola, in ogni mio
sguardo, palpito e respiro, affinchè la mia vita sia il mio MAGNIFICAT con cui glorificare Dio in
un atto di adorazione eterna e divina.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Eccomi Madre, presente sempre nei tuoi atti. Eccomi insieme a te e al caro Giuseppe nella buia
grotta di Betlemme… Mamma Santa, la Luce del mondo è in procinto di nascere… Mamma cara
con la nascita del piccolo Gesù le tenebre scompaiono e la Luce invade tutto… Voglio entrare in
questo atto, voglio assorbire in me per quanto mi sia possibile, tutta la Luce che si espande dentro
e intorno alla grotta con la nascita di Gesù, per invadere con la Sua Luce Divina ogni angolo della
mia anima e dissipare con la Potenza della Sua Luce il buio e le tenebre in cui la mia volontà
umana ha condotto la mia anima per farla risplendere della Luce infinita della Sua Adorabile
Divina Volontà. Con questo mio atto voglio portare Luce dove c’è il buio, voglio far penetrare
questa luce in ogni cuore e portare la luce e lo splendore della Divina Volontà in ogni cuore di
creatura e farlo palpitare del suo palpito divino e santo.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Mamma SS. non mi stanco mai di seguirti nei tuoi atti. Sono con te e il caro Giuseppe nel
momento della Presentazione di Gesù al Tempio. Faccio mio questo tuo atto di offrire Gesù
all’Eterno Padre per la salvezza dell’umanità. Mio il tuo dolore e la tua pena per questo sacrificio
eroico e facendo scorrere in me la forza del Fiat di questo tuo atto voglio essere pronta a
pronunciare il mio Fiat ogni volta che il disegno divino già scritto per me dal Padre Celeste
richieda da parte mia un atto di eroismo, un sacrificio, un dolore da accogliere per stendere anche
nella mia anima il Regno dei dolori nella Divina Volontà come attraverso i dolori che tu hai
vissuto veniva steso in te.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
Mamma SS. è giunta l’ora di chiudere gli occhi… un dolce riposo ti attende. Ti seguo Mamma
Santa e faccio mio l’atto della tua dormizione per far riposare in te ogni volontà umana. Voglio
entrare inoltre nell’atto glorioso della tua assunzione in Cielo, affinchè ogni volontà umana
riposando in te, venga assunta insieme a te in cielo. Faccio mio anche l’atto con cui angeli e santi
esultando incoronano te Regina del Cielo e della terra, e voglio suggellare con questo mio atto il
trionfo della Volontà Divina su ogni volontà umana e portandomi ai piedi del Trono della Maestà
Suprema, voglio nella gloria della tua incoronazione, insieme alle schiere angeliche e alla corte
celeste portare adorazione, lode, gloria e benedizioni divine alla Trinità SS. e incoronando la
Volontà Divina, Regina di ogni volontà umana, voglio impetrare per tutti il Regno del Fiat
Supremo sulla terra come già regna in Cielo!
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
LUI E IO
dal diario di Gabrielle Bossis
-15 Ottobre 1943. Venerdì. Chiesa di Ingrandes. -
"Figlia mia, non sprecare un minuto. Breve è il tempo per salvare molte anime. Sai, non è solo per
le preghiere, ma anche per gli atti della vita più ordinaria, vissuta per Dio, che si opera la salvezza.
"OffriMi tutto. Tutto, unito alla Mia Vita terrena. Che ricchezza! "Rivestine i poveri peccatori, la
più parte non sanno. Tu, tu hai così tanta conoscenza e hai così ricevuto! Prova pena per loro.
Consolerai il Mio Cuore pieno tenerezza, e ripagherai per la Giustizia.
"OffriMi tutte le croci della terra, esse sono molte in questo momento, e pochi pensano a
presentarMele in espiazione dei peccati. Tu che sai, aiuta perché nulla vada perduto.
"DonaMi cuori. DamMi anime. Ho sempre sete. "
"Signore, voglio morire per la salvezza delle anime".
"Così imiterai il tuo Sposo. Oh! SomigliaMi quanto più è possibile. Dì: "Io farò questo o quello,
come Lui .
"E questo ti farà grande. E quello ti avvicinerà.
"Tu sai che sulla terra, la Nostra Tenerezza, tra Mia Madre e Me, è stata così grande, che Noi non
abbiamo avuto che un solo Cuore. "Cercate di essere così una sola volontà con il tuo Grande
Amico. "E prestati agli altri fino all'estremo delle tue forze, come IO Mi sono prestato così
caritatevolmente.
"Oh, quella Mia Vita Pubblica! In mezzo a tante persone che si affollavano per interesse, ho
incontrato raramente l'amore.
"La gente veniva da Me per egoismo. E IO, IO sono andato a ciascuno per tenerezza.
"Imita Me. Non mercanteggiare. Non lamentarti. Va allegramente: è per Me. Non ti sembra questa
una grande ragione per essere gioiosa? Certo, tu non puoi sempre pensare a questo, ma al mattino:
"Tutto sarà per Te, mio Grande Amico". E di tanto in tanto, nel corso della giornata, un piccolo
"E' per te", che scalderà il tuo cuore e placherà il Mio ".
Nel nostro piccolo, *TUTTE LE SERE DAL 15 OTTOBRE FINO AL 9 GENNAIO* (periodo in
cui a Roma sarà esposta la porta dell' inferno)
facciamo sentire la nostra timida, ma ferma voce, attraverso una ' *FIACCOLATA* ' '
*PACIFICA DI SOLIDARIETÀ A* *TUTTI COLORO* , *CHE SI ADOPERANO PER LA
LIBERTÀ*
e contro le norme che tolgono la dignità a tutti gli uomini....
*CON*
*L'ACCENSIONE DI UN LUMINO...( ancor meglio se benedetto ) SUI DAVANZALI DI
TUTTE LE CASE* sarà un MANTELLO di *LUCE* che contrasta il mantello di tenebre che
vuole abbattersi su tutti.
*Esponiamo un CERO BENEDETTO*
(o anche esorcizzato), per dare un segno forte contro tutte queste espressioni diaboliche, compresa
l'inaugurazione della porta infernale, lo stesso 15 ottobre, a ROMA......
*PER IMPETRARE NELLA PREGHIERA CHÉ VENGA PRESTO A REGNARE LA DIVINA
VOLONTÀ SULLA TERRA COME REGNA IN CIELO* !
*Questa proposta è in linea con la richiesta della nostra Mamma a Medjugorje di pregare per la
LIBERTÀ*
(Messaggio di Medjugorje, 25 giugno 2021):
"Cari figli! Il mio Cuore è gioioso perché in tutti questi anni vedo il vostro amore e la vostra
apertura alla mia chiamata.
*OGGI VI INVITO TUTTI: PREGATE CON ME PER LA PACE E LA LIBERTÀ*
perché satana è forte e con i suoi inganni vuole portare via quanti più cuori possibili *dal mio
Cuore materno* .
*Perciò decidetevi per Dio perché stiate bene sulla terra* .
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
Libro di
Cielo
Volume12°; Febbraio 27, 1919-
Continuando il mio solito stato, il benedetto Gesù nel venire quasi sempre mi chiama nel suo
Volere a riparare o a sostituire gli atti delle creature in modo divino.
Ora nel venire mi ha detto:
“ *Figlia mia, che puzza esala la terra* ! *Non trovo nessun punto per me, e dalla puzza sono
costretto come a fuggire dalla terra* . *Tu però puoi farmi un po’ d’aria odorifera che faccia per
me, e sai come* ?
*Col fare ciò che fai, nella mia Volontà* .
*Come farai i tuoi atti, mi formerai un’aria divina, ed io verrò a respirarla e troverò un punto della
terra per me* ; e *siccome la mia Volontà circola dovunque, così l’aria che mi farai me la sentirò
da per tutto, e mi spezzerà l’aria cattiva che la terra mi manda* .”
Dopo poco è ritornato di nuovo ed ha soggiunto:
“Figlia mia, quante tenebre! Sono tante che sembra la terra coperta d’un manto nero, tanto che [le
creature] non veggono più, sono rimaste o cieche o non hanno luce per vedere. Ed io non solo
voglio l’aria divina per me, ma anche la luce; perciò i tuoi atti siano continui nel mio Volere, che
non solo farai l’aria per il tuo Gesù, ma anche la luce. Sarai il mio riflettore, il mio riverbero, il
riflesso del mio amore e della mia stessa luce.
Anzi ti dico che come farai i tuoi atti nel mio Volere erigerai tabernacoli, non solo, [ma] come
andrai formando i pensieri, i desideri, le parole, le riparazioni, gli atti d’amore, tante ostie si
sprigioneranno da te, perché consacrate dalla mia Volontà.
Oh, che libero sfogo avrà il mio amore! Avrò libero campo in tutto, non più inceppo. Quanti
tabernacoli voglio ne avrò, le ostie saranno innumerevoli; ad ogni istante ci comunicheremo
insieme, ed anch’io griderò: ‘ *Libertà, libertà, venite tutti nella mia Volontà e godrete la vera
libertà* ’.
Fuori della mia Volontà quant’inceppi non trova l’anima!
Ma nella mia Volontà è libera, io la lascio libera d’amarmi come vuole, anzi le dico: ‘Lascia le tue
spoglie umane, prendi il divino; io non sono avaro e geloso dei miei beni, voglio che prendi tutto;
amami immensamente, prendi, prendi tutto il mio amore, fallo tuo; il mio potere, la mia bellezza
falla tua. Quanto più prendi, tanto più è contento il tuo Gesù’. La terra mi forma pochi tabernacoli,
le ostie sono quasi numerate, e poi i sacrilegi, le irriverenze che mi fanno… oh, come è offeso ed
inceppato il mio amore!
Invece nella mia Volontà niente inceppo, non c’è l’ombra dell’offesa, e la creatura mi dà amore,
riparazioni divine e corrispondenza completa, e mi sostituisce insieme con me a tutti i mali
dell’umana famiglia. Sii attenta e non ti spostare dal punto dove ti chiamo e voglio.”
Dagli scritti di Luisa Piccarreta PFDV –
Messaggio Mariano
S.Martino Schio Italy
14 ottobre 2001 (Cripta al Cenacolo) - 6° Incontro Internazionale Capigruppo.
Padre, noi Ti adoriamo.
Figli miei, nel periodo più tremendo della storia del mondo e della Chiesa in cui tutti i valori
dell'Amore divino e dell'amore umano hanno la posta più grande e sono messi di fronte al
conflitto più drammatico e tragico, io ho pensato a voi mettendo nel vostro cuore la mia chiamata
che è anche chiamata divina.
I misteri di Dio hanno tutti i loro segni da riconoscere, da comprendere ed accettare, e a voi sarà
dato di conoscere ciò che, il mondo non conosce.
Figli cari, anche il privilegio ora si fa responsabilità, e il Cielo tutto spera in voi affidandovi
l'impegno che si associa all'impegno della Chiesa santa.
Questo è il tempo annunciatovi!
Pregate con me perché si faccia tempo di misericordia! Accogliete il mio grazie con la mia
materna benedizione.
Sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa.
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li
hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi
costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e
perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti,
versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra
l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete
entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare
su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa
bocca.
~~~
"La mia Volontà sta ricevendo continue morti da parte delle creature"
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 17; Dicembre 1, 1924
Mi sentivo amareggiata al sommo e mentre pregavo, piangevo la dura mia sorte d’essere priva di
Colui che formava tutta la mia vita. Il mio stato è irrimediabile, nessuno si muove a pietà di me,
tutto è giustizia e poi, chi può avere di me pietà, se Colui che è la fonte della pietà me la nega?
Ora, mentre piangevo e pregavo mi son sentita prendere le mani fra le mani di Gesù e,
sollevandomi in alto, ha detto:
“Venite tutti a vedere uno spettacolo sì grande e mai visto né in Cielo né in terra: un’anima che
continuamente muore per puro amor mio.”
Al dire di Gesù si sono aperti i Cieli e tutta la gerarchia celeste mi ha guardata, anch’io mi sono
guardata e ho visto la povera anima mia appassita e morendo come quel fiore che sta per declinare
sul suo stelo; ma mentre morivo, una virtù segreta mi ha dato vita; ah! forse è la giustizia punitrice
di Dio, che giustamente mi punisce. Mio Dio! mio Gesù, abbi pietà di me, pietà d’una povera
morente! E’ la sorte più dura che mi tocca fra tutti i poveri mortali: morire senza poter morire!
Onde il mio dolce Gesù, quasi per tutta la notte mi ha tenuto fra le sue braccia, per darmi la forza
ed assistermi nella mia agonia. Io credevo che finalmente avesse compassione di me e mi portasse
con Sé, ma invano!
Ed io nel sentir ciò ho detto: “Gesù, amor mio, non mi sembra che sia così, è la tua privazione che
mi uccide, che mi toglie la vita senza farmi morire.”
E Gesù:
“La mia privazione da una parte, la mia Volontà dall’altra, che tenendoti assorbita in Essa ti fa
parte delle sue pene. Figlia mia, nel vero vivere nel mio Volere non c’è pena che la mia Volontà
riceva dalle creature e che non renda partecipe all’anima che vive in Essa.”
60° Anniversario della Nascita al Cielo della mistica Maria Valtorta (12 ottobre 1961 - 12 ottobre
2021)
Dice Gesù:
«Figlia, leggiamo insieme gli ultimi versetti dell’Ecclesiaste.
Se egli era sapientissimo, Io sono la Sapienza di Dio. Infinitamente a lui superiore, perciò. Ma
come esso istruisco il mio popolo. Lo istruisco da 20 secoli. Ho iniziato l’istruzione con la mia
Parola e l’ho continuata attraverso la parola dei miei servi diletti.
Ma fra gli istruiti del mio popolo ho dei discepoli di predilezione ai quali il Maestro diviene oltre
che maestro: amico, e con ricchezza di Re apre loro le porte dei tesori delle confidenze e delle
rivelazioni. Io prendo per mano questi prediletti e li porto meco nei penetrali segreti e li rendo
capaci di ricevere la mia Parola, data con una ampiezza che è riservata ai miei novelli Giovanni.
Mio piccolo Giovanni, ti affido la mia Parola. Trasmettila ai maestri, che ne usino per il bene delle
creature. Essa viene dall’Unico Pastore, dal Pastore buono che ha scritto la verità della sua Parola
col Sangue suo.
Quando un Capo del mondo, quando un Genio della Terra affidano a un fedele loro una sacra
bandiera o un prezioso segreto, quando trasmettono una consegna o la formula di un’invenzione,
con quale sacro rispetto il fedele le porta e le trasmette! Ma Io sono molto più d’un Capo e di un
Genio. Io sono Dio, Verbo e Sapienza del Padre, Signore e Redentore vostro. La mia Parola non
serve soltanto a dare un bene della Terra, ma a dare il Bene che non muore: la Vita eterna. Non
c’è perciò cosa più sacra e preziosa della mia Parola.»
(Maria Valtorta, “I Quaderni del 1943”, 10 settembre)
Messaggio Mariano
S.Martino Schio Italy
12 ottobre 1988 - (Monte di Cristo).
Benediciamo Dio, figli miei. Vi benedico.
Voi mi cercate continuamente ma io vi chiedo di mettere in pratica ogni insegnamento che viene
da Dio raccomandatovi da Maria.
Se saranno accolti e valorizzati i miei richiami, più presto si allontanerà la triste tragedia di questa
umanità ribellatasi a Dio e alle sue leggi.
Figli miei, non cercatemi continuamente ma sentitemi vicina, aiutatemi a condurre ogni uomo
nella Luce.
Una nuova umanità con voi, che onori il Creatore e obbedisca alle sue leggi.
Chiedo ancora a ciascuno di voi autentica conversione nell'amore e giustizia.
Aprite il vostro cuore, figli miei, decidetevi e voi sarete i fiori di una nuova umanità, sbocciati con
Maria, che preparano il grande trionfo di Gesù nel mondo.
Coraggio, figli miei.
Vi benedico. Rimarrò in mezzo a voi.
========================================================
LA CORONA ANGELICA
Origine della corona angelica
Questo pio esercizio fu rivelato dall'Arcangelo Michele stesso alla serva di Dio Antonia de
Astonac in Portogallo.
Il Principe degli Angeli apparendo alla Serva di Dio disse che voleva essere venerato con nove
invocazioni in ricordo dei nove Cori degli Angeli.
Ogni invocazione doveva comprendere il ricordo di un Coro angelico e la recita di _un Padre
nostro e tre Ave Maria_ e concludersi con la recita di _quattro Padre nostro:_ il primo in suo
onore, gli altri tre in onore di S. Gabriele, S. Raffaele e degli Angeli custodi. *L'Arcangelo
promise ancora di ottenere da Dio che colui che l'avesse venerato con la recita di questa coroncina
prima della Comunione, sarebbe stato accompagnato alla sacra Mensa da un Angelo di ciascuno
dei nove Cori. A chi l'avesse recitata ogni giorno prometteva la continua particolare assistenza sua
e di tutti gli Angeli santi durante la vita e in Purgatorio dopo la morte.* Benché queste rivelazioni
non siano ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, tuttavia tale pia pratica si diffuse tra i devoti
dell'Arcangelo Michele e dei santi Angeli.
La speranza di ricevere le grazie promesse è stata alimentata e sostenuta dal fatto che il Sommo
Pontefice Pio IX fece arricchire di numerose indulgenze questo pio e salutare esercizio.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
S. Michele Arcangelo, difendici nella lotta, per essere salvati nell'estremo giudizio
1a Invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del celeste coro dei Serafini, ci renda il Signore degni della
fiamma di perfetta carità.
Pater, tre Ave al 1° Coro Angelico.
2a invocazione*
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del Coro celeste dei Cherubini, voglia il Signore darci
la grazia di abbandonare la vita del peccato e correre in quella della cristiana perfezione.
Pater, tre Ave al 2° Coro Angelico.
3a invocazione
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del sacro Coro dei Troni, infonda il Signore nei nostri
cuori lo spirito di vera e sincera umiltà.
Pater, tre Ave al 3° Coro Angelico.
4a invocazione
Ad intercessione di S. Michele Arcangelo e del coro celeste delle Dominazioni, ci dia grazia il
Signore di dominare i nostri sensi e correggere le corrotte passioni.
Pater, tre Ave al 4° Coro Angelico.
5a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del celeste Coro delle Potestà, il Signore si degni di proteggere le
anime nostre dalle insidie e tentazioni del demonio.
Pater, tre Ave al 5° Coro Angelico.
6a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro delle ammirabili Virtù celesti, non permetta il Signore
che cadiamo nelle tentazioni, ma ci liberi dal male.
Pater, tre Ave al 6° Coro Angelico.
7a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste dei Principati, riempia Dio le anime nostre dello
spirito di vera e sincera obbedienza.
Pater, tre Ave al 7° Coro Angelico.
8a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste degli Arcangeli, ci conceda il Signore il dono
della perseveranza nella fede e nelle opere buone.
Pater, tre Ave al 8° Coro Angelico.
9a invocazione
Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste di tutti gli Angeli, si degni il Signore concederci
di essere da essi custoditi nella vita presente e poi introdotti nella gloria dei cieli.
Pater, tre Ave al 9° Coro Angelico.
Un Padre nostro a San Michele.
Un Padre nostro a San Gabriele.
Un Padre nostro a San Raffaele.
Un Padre nostro all’Angelo Custode.
Preghiamo
Onnipotente, sempiterno Dio, che con prodigio di bontà e misericordia, per la salvezza degli
uomini hai eletto a Principe della tua Chiesa il glorioso San Michele, concedici, mediante la sua
benefica protezione, di essere liberi da tutti i nostri spirituali nemici. Nell'ora della nostra morte
non ci molesti l'antico avversario, ma sia il tuo Arcangelo Michele a condurci alla presenza della
tua divina Maestà. Amen.
MARIA VALTORTA
Carestia e le mortalità delle epidemie saranno uno dei segni precursori della mia seconda Venuta
(…) La carestia e le mortalità delle epidemie saranno uno dei segni precursori della mia seconda
venuta.
Punizioni create per punirvi e richiamarvi a Dio opereranno, con la loro dolorosa potenza, una
delle selezioni fra i figli di Dio e di Satana.
La fame data dalle rapine e dalle guerre maledette, volute senza giustificazione di indipendenze
nazionali ma per sola ferocia di potere e superbia di demoni in veste d’uomini, data dall’arresto,
per volere di Dio, delle leggi cosmiche, per cui il gelo sarà aspro e protratto, per cui il calore sarà
bruciante e non mitigato da piogge, per cui le stagioni saranno invertite e avrete siccità nelle
stagioni delle piogge e piogge nel tempo della maturazione delle messi, per cui, ingannati da
subiti tepori o da insolite frescure, fioriranno fuori tempo le piante e si ricopriranno, dopo aver già
generato, gli alberi di nuovi inutili fiori che spossano senza frutto la pianta poiché ogni disordine è
nocivo e conduce a morte, ricordatevelo, o uomini la fame tormenterà crudelmente questa razza
proterva a nemica di Dio.
Gli animali, privi di fieni e di biade, di grani e di semi, periranno per fame e, per la fame
dell’uomo, saranno distrutti senza dar loro tempo di procreare. Uccelli del cielo e pesci delle
acque, mandre e greggi, saranno assaliti da ogni parte per dare ai vostri ventri il cibo che la terra
non partorirà più per voi che scarsamente.
Le mortalità create da guerre e da pestilenze, da terremoti e nubifragi, precipiteranno nell’al di là
buoni e malvagi.
I primi per punizione vostra che, privati dai migliori, sempre più peggiorerete, i secondi per
punizione loro che avranno, anzi l’ora prevista, l’inferno per loro dimora.
La vittima preparata dal Signore per purificare l’altare della Terra profanato dai peccati di
idolatria, di lussuria, di odio, di superbia, sarete voi, uomini che perirete a mille e a diecimila sotto
la falce aguzza dei fulmini divini.
Come erba falciata su un prato in aprile, cadrete gli uni sugli altri: i fiori santi mescolati a quelli
velenosi, i morbidi steli mescolati ai pungenti rovi.
La mano dei miei angeli sceglierà a separerà i benedetti dai maledetti, portando i primi al Cielo e
lasciando i secondi ai tridenti dei demoni per la pastura dell’Inferno.
Esser re o mendicanti, sapienti o ignoranti, giovani o vecchi, guerrieri o sacerdoti, non costituirà
differenza a baluardo contro la morte.
Il castigo vi sarà e tremendo.
L’occhio di Dio sceglierà i destinati levando le “luci” perché non abbiano più a soffrire della
caligine creata dagli uomini congiunti a Satana, levando le “tenebre” generatrici di tenebre perché
possedute dal padre delle tenebre: Satana.
L’occhio di Dio, che penetra nei palazzi, nelle chiese, nelle coscienze e non c’è sbarrame e non
c’è ipocrisia che gli impedisca di vedere scruterà nel seno della Chiesa: Gerusalemme di ora,
scruterà nel seno delle anime e scriverà il singolo decreto per gli ignavi, gli indifferenti, i tiepidi, i
ribelli, i traditori, gli omicidi dello spirito, i deicidi.
No, non pensate che Dio non vi farà né male né bene per le vostre opere. Io ve lo giuro, lo giuro a
Me stesso, lo giuro per la mia Giustizia, lo giuro con triplice giuramento, Io vi farò del bene per il
bene che farete e del male per il male da voi compiuto.
Se a voi le immondezze della carne e della vostra vita da bruti vi fanno crosta agli occhi
dell’anima per impedirle di vedere Dio, a Dio nulla fa velo. Appesantirò la mia mano su coloro
che di essere nel fango si beano e che nel fango vogliono restare nonostante ogni invito e ogni
mezzo che do loro per uscirne. Diverranno fango nel fango, poiché del fango del peccato fanno il
cibo preferito dalla loro fame impura.
Il giorno si avvicina, figli che avete rinnegato il Padre. Il tempo della Terra è lungo e breve nello
stesso tempo.
Lc 11, 29
"Non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona."
Volume 15, Luglio 14, 1923
“Figlia mia, tutto il mondo è sottosopra, e tutti stanno in aspettativa di cambiamenti, di pace, di
cose nuove; loro stessi si uniscono per conferire e si meravigliano che non sanno concludere nulla
e venire a serie decisioni, sicché la vera pace non spunta e tutto si risolve in parole, ma nulla ai
fatti, e sperano che altre conferenze possano servire per decisioni serie, ma invano aspettano. E
intanto, in questo aspettare stanno tutti in timore, e chi si prepara a nuove guerre, chi spera nuove
conquiste; ma con ciò i popoli ammiseriscono, si spogliano vivi, e mentre aspettano, stanchi
dell’era triste presente che l’involge, torbida e sanguinante, aspettano e sperano un’era nuova di
pace e di luce. Il mondo si trova proprio nel punto quando Io dovevo venire sulla terra: tutti
stavano in aspettativa d’un grande avvenimento, d’un’era nuova, come difatti avvenne.
Così ora, dovendo venire il grande avvenimento, l’era nuova che la Volontà di Dio si faccia in
terra come in Cielo, tutti stanno in aspettazione di un’era nuova, stanchi di questa, senza sapere
quale sia questa novità, questo cambiamento, come non lo sapevano quando Io venni sulla terra.
Questa aspettazione è un segno certo che l’ora è vicina; ma il segno più certo è che Io vado
manifestando ciò che voglio fare, e che, rivolgendomi ad un’anima, come Mi rivolsi alla mia
Mamma nello scendere dal Cielo in terra, le comunico la mia Volontà ed i beni, gli effetti che
Essa contiene, per farne un dono a tutta l’umanità”.
Volume 35, Dicembre 21, 1937
“Figlia mia buona, è decretato nel Concistoro della Trinità Sacrosanta che la mia Divina Volontà
avrà il suo Regno sulla terra, e quanti prodigi ci vorranno li faremo, non risparmieremo nulla per
avere ciò che Noi vogliamo. Ma Noi nell’operare usiamo sempre i modi più semplici, ma potenti
da travolgere Cieli e terra, creature tutte, nell’atto che vogliamo.
Tu devi sapere che nella Creazione, per infondergli la vita all’uomo, non ci volle che il nostro
alito onnipotente; ma quanti prodigi in quell’alito! Creammo l’anima dotandola colle tre potenze,
vera immagine della nostra Trinità adorabile; con l’anima ebbe il palpito, il respiro, la
circolazione del sangue, il moto, il calore, la parola, la vista. Che cosa ci volle per fare tutti questi
prodigi nell’uomo? L’atto più semplice nostro armato della nostra potenza, cioè il nostro alito, e
della corsa del nostro amore, che non potendo contenerlo correva, correva verso di lui fino a farne
il più gran prodigio di tutta l’opera creatrice.
Ora, figlia mia, l’uomo col non vivere nel nostro Voler Divino, le sue tre potenze sono state
oscurate e la nostra Immagine adorabile deformata in lui, in modo che ha perduto il primo palpito
d’amore di Dio nel suo, il respiro divino nel suo respiro umano; cioè, non che l’ha perduto: non lo
sente. Quindi non sente la circolazione della vita divina, il moto del bene, il calore dell’Amore
supremo, la parola di Dio nella sua, la vista di poter guardare il suo Creatore. Tutto è restato
oscurato, affievolito e forse anche deformato.
Ora, che cosa ci vuole per ripristinare quest’uomo? Ritorneremo di nuovo ad alitarlo con più forte
e crescente amore; lo aliteremo nel fondo dell’anima, lo fiateremo più forte nel centro della sua
volontà ribelle, ma tanto forte da scuotergli i mali di cui è avvinto; le sue passioni resteranno
atterrate e, atterrite innanzi alla potenza del nostro alito, si sentiranno bruciare dal nostro fuoco
divino; e la volontà umana sentirà la vita palpitante del suo Creatore, di cui essa come velo Lo
nasconderà in sé, e [l’uomo] ritornerà ad essere il portatore del suo Creatore. Oh, come si sentirà
felice! Col nostro alito lo ripristineremo, lo risaneremo; faremo come una madre tenerissima che
avendo il suo figlio storpio, a via di alito, di fiato, di soffio, si versa sopra il figlio suo, ed allora
lascia di fiatarlo, quando lo ha risanato e reso bello come lei lo voleva. La potenza del nostro alito
non lo lascerà: allora cesseremo di soffiarlo, quando lo vedremo ritornato nelle nostre braccia
paterne bello come Noi lo vogliamo; ed allora Ci sentiremo che il figlio ha riconosciuto la nostra
paterna bontà, che tanto lo amiamo.
Vedi dunque che ci vuole per fare venire a regnare la nostra Volontà sulla terra? La potenza del
nostro alito onnipotente; con esso rinnoveremo la nostra vita in lui. Tutte le Verità che ho
manifestato, i grandi prodigi del vivere nel mio Volere, saranno le proprietà più belle, più grandi,
di cui gli farò dono. Anche questo è un segno certo che verrà il suo Regno sulla terra, perché se
parlo, prima faccio i fatti e poi parlo; la mia parola è la conferma del dono, dei prodigi che voglio
fare. Quindi a che pro esporre le mie proprietà divine, farle conoscere, se non dovesse venire il
suo Regno sulla terra?”
Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun
segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche
il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li
condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di
Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la
condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più
grande di Giona».
Parola del Signore
~~~
" Un segno...(Lc 11,29)
"Come sole saranno le più inosservate"
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 13; Novembre 12, 1921
Scrivo solo per ubbidire, altrimenti non sarei stata buona a vergare una sola parola ed il solo
timore che potrei contristare il mio dolce Gesù se non lo facessi, mi dà lena e forza. Ora continua
a parlare del suo Santissimo Volere e, nel venire, mi ha detto:
“Figlia mia, la santità nel mio Volere non è conosciuta ancora, ecco perciò le meraviglie che si
fanno, perché quando una cosa è conosciuta, le meraviglie cessano. Tutte le santità simboleggiano
qualche cosa di cui è sparso il creato: ci sono le santità che simboleggiano i monti, altre gli alberi,
altre le piante, il piccolo fiore, le stelle e tante altre similitudini. Tutte queste santità hanno il loro
bene limitato ed individuale, hanno il loro principio, come anche la fine, non possono abbracciare
tutto e far bene a tutti, come non lo può un albero ed un fiore.
Ora, la santità nel mio Volere simboleggerà il sole, il sole è stato e starà sempre e sebbene ebbe un
principio nell’illuminare il mondo, essendo lui luce che ebbe origine dalla mia luce eterna, si può
dire che non ha principio. Il Sole fa bene a tutti, si estende a tutti con la sua luce, non
particolareggia con nessuno; con la sua maestà e col suo dominio impera su tutto e dà vita a tutto,
anche al più piccolo fiore, ma silenziosamente, senza rumore e quasi inosservato. Oh! se una
pianta facesse una piccola cosa, un’ombra di ciò che fa il sole, cioè di dare il calore ad un’altra
pianta, si griderebbe al miracolo, tutti la vorrebbero vedere, ne parlerebbero con stupore. Del sole
che dà vita e calore a tutto e che è il miracolo continuato, nessuno parla, nessuno stupore e questo
avviene ché l’uomo ha sempre l’occhio nel basso ed alle cose terrene, mai in alto ed alle cose
Celesti.
Ora, la santità nel mio Volere, simboleggiando il sole, uscirà dal centro della mia santità; sarà un
raggio partorito dalla mia santità che non ha principio, sicché queste anime esistevano nella mia
santità, esistono ed esisteranno, erano insieme con Me nel bene che facevo, mai uscivano dal
raggio in cui le avevo messe fuori alla luce, non partendosi mai dal mio Volere Io mi trastullavo
con loro e mi trastullo tuttora. La mia unione con loro è permanente, le vedo galleggiare su tutto;
gli appoggi umani per loro non esistono, come non si appoggia il sole ad alcun punto, vive in alto
come isolato, ma con la sua luce tutto racchiude in sé. Così queste: vivono in alto come sole, ma
la loro luce scende nel più basso, si estende a tutti. Io mi sentirei come se le defraudassi se non le
mettessi a parte e non facessi fare loro ciò che faccio Io, sicché non c’è bene che da queste non
scenda.
In questa santità Io vedo le mie ombre, le mie immagini sorvolare su tutta la terra, nell’aria, nel
Cielo, perciò amo ed amerò il mondo, perché aspetto che la mia santità abbia l’eco sulla terra, che
i miei raggi escano fuori alla luce e mi diano gloria completa, restituendomi l’amore, l’onore che
gli altri non mi hanno dato.
Ma come sole saranno le più inosservate, senza alcuno strepito, ma se le altre creature le vorranno
guardare, sarà tanta la mia gelosia, che passeranno pericolo di restare accecate e saranno costrette
ad abbassare lo sguardo per ricuperare la vista.
Vedi com’è bella la santità nel mio Volere? E’ la santità che più si avvicina al tuo Creatore, perciò
avrà il primato su tutte le altre santità, racchiuderà in sé tutte le altre santità insieme e sarà vita di
tutte le altre santità.
Qual grazia per te il conoscerla! Essere la prima come raggio solare ad uscire dal centro dalla mia
santità senza mai distaccarsi! Grazia più grande non potrei farti, miracolo più portentoso non
potrei operare in te; sii attenta, figlia mia, raggio mio, perché ogniqualvolta tu entri nel mio
Volere ed operi, succede come il sole quando batte sui vetri, in essi si formano tanti soli, così
tante volte ripeti la mia Vita, la moltiplichi, dai nuova vita al mio amore.”
Onde dopo ciò stavo pensando tra me: “In questa santa Volontà non si vedono miracoli, cose
portentose di cui le creature sono tanto avide e girerebbero mezzo mondo per averne qualcuno;
invece tutto passa tra l’anima e Dio e se le creature ricevono, non conoscono da dove è venuto il
bene. Veramente sono come il sole, che mentre dà vita e calore a tutto, nessuno lo addita.”
Ora, mentre pensavo ciò, il mio Gesù ritornando ha soggiunto, ma con aspetto imponente:
“Che miracoli, che miracoli! Non è forse il più gran miracolo il fare la mia Volontà? La mia
Volontà è eterna ed è miracolo eternale che non finisce mai, è miracolo di ogni istante che la
volontà umana abbia un connesso continuo con la Volontà Divina. Il risorgere i morti, dar vista ai
ciechi ed altro, non sono cose eterne, sono soggette a perire, perciò si possono chiamare ombre di
miracoli, miracoli fuggitivi paragonati al miracolo grande e permanente di vivere nella mia
Volontà. Tu non dar retta a questi miracoli; so Io quando convengono e quando ci vogliono.”
Dal trattato «Contro Fabiano» di san Fulgenzio di Ruspe, vescovo
(Cap. 28, 16-19; CCL 91 A, 813-814)
La partecipazione al corpo e al sangue di Cristo ci santifica
Nell'offerta del sacrificio si compie ciò che prescrisse lo stesso Salvatore, come è testimoniato
anche da Paolo. Ecco quanto dice l'Apostolo: «Il Signore Gesù nella notte in cui veniva tradito
prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo che è per voi; fate
questo in memoria di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo:
Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria
di me. Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la
morte del Signore finché egli venga» (1 Cor 11, 23-26).
Perciò il sacrificio viene offerto perché sia annunziata la morte del Signore e si faccia memoria di
lui, che per noi ha dato la sua vita. Egli stesso poi dice: «Nessuno ha un amore più grande di
questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). Cristo è morto per noi. Perciò quando
facciamo memoria della sua morte, durante il sacrificio, invochiamo la venuta dello Spirito Santo
quale dono di amore. La nostra preghiera chiede quello stesso amore per cui Cristo si è degnato di
essere crocifisso per noi. Anche noi, mediante la grazia dello Spirito Santo, possiamo essere
crocifissi al mondo e il mondo a noi. Siamo invitati ad imitare Cristo. Egli per quanto riguarda la
sua morte, morì al peccato una volta per tutte; ora invece, per il fatto che vive, vive per Dio. Così
anche noi consideriamoci morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù (cfr. Rm 6, 10-11).
«Camminiamo in una vita nuova» (Rm 6, 4) mediante il dono dell'amore.
«Infatti l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato
dato» (Rm 5, 5). Noi partecipiamo al corpo e al sangue del Signore, noi mangiamo il suo pane e
ne beviamo il calice. Perciò dobbiamo morire al mondo e condurre una vita nascosta con Cristo in
Dio e crocifiggere la nostra carne con i suoi vizi e le sue concupiscenze (cfr. Col 3, 3; Gal 5, 24).
Tutti i fedeli che amano Dio e il prossimo, anche se non bevono il calice della passione corporale,
bevono tuttavia il calice dell'amore del Signore. Inebriati da esso, mortificano le loro membra e,
avendo rivestito il Signore Gesù Cristo, non si danno pensiero dei desideri della carne e non
fissano lo sguardo sulle cose che si vedono, ma su quelle che non si vedono. Così chi beve al
calice del Signore custodisce la santa carità, senza la quale nulla giova, neppure il dare il proprio
corpo alle fiamme. Per il dono della carità poi ci viene dato di essere veramente quello che
misticamente celebriamo in modo sacramentale nel sacrificio.
«In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o
figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo,
cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita
eterna nel tempo che verrà» ( Mt 10, 29-30 )
~~~
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 8; Gennaio 8, 1909
Avendo fatto la comunione, ad un certo punto stavo pensando come fare per stringermi più che
mai al benedetto Gesù e Lui mi ha detto:
“Per stringerti più a Me, fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me, come Io lo trasfondo nel
tuo, devi in tutto prendere ciò che è mio e in tutto lasciare ciò che è tuo; in modo che se tu pensi
sempre a cose sante e che riguardano solo il bene, l’onore e la gloria di Dio, lascia la tua mente e
prendi la divina; se parli, se operi bene e solo per amore di Dio, lascia la tua bocca, le tue mani e
prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi
piedi; se il tuo cuore amerà solo Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il mio e mi amerai col mio
medesimo amore e così di tutto il resto, sicché tu resterai rivestita di tutte le cose mie ed Io di tutte
le cose tue. Ci può essere più stretta unione di questa?
Se l’anima giunge a non riconoscere più se stessa, ma l’Essere Divino in se stessa, questi sono i
frutti delle buone comunioni e questo è lo scopo divino nel volersi comunicare alle anime; ma
quanto resta frustrato il mio amore e quanti pochi frutti raccolgono le anime da questo
sacramento, fino a restarne, la maggior parte, indifferenti ed anche nauseati di questo cibo
divino!”
-------------------
Volume 10; Febbraio 10, 1912
Continuando il mio solito stato, appena si è fatto vedere il mio sempre amabile Gesù e mi ha
detto:
“Figlia mia, per chi lascia tutto, opera per Me ed ama tutto divinamente, tutte le cose sono a sua
disposizione. Ed il segno se uno ha lasciato tutto per Me ed è giunto ad operare e ad amare tutto
divinamente, è se nell’operare, nel parlare, nel pregare, in tutto, non trova più intoppi, dispiaceri,
contrasti, opposizioni, perché innanzi a questa potenza di operare ed amare tutto divinamente, tutti
piegano la testa e non osano neppure fiatare.
Perché Io, Padre benevolo, sto sempre a guardia del cuore umano e vedendolo scivolare da Me,
cioè operare ed amare umanamente, ci metto le spine, i dispiaceri, le amarezze, le quale pungono
ed amareggiano quell’opera e quell’amore umano e l’anima, vedendosi punta, scorge che quel suo
modo non è divino, entra in se stessa ed agisce diversamente, perché le punture sono le sentinelle
del cuore umano e gli somministrano gli occhi per fargli vedere chi è che muove l’anima, Dio o la
creatura. Invece quando l’anima lascia tutto, opera ed ama tutto divinamente, gode la mia pace, ed
invece di avere le sentinelle e gli occhi delle punture, ha la sentinella della pace che le allontana
tutto ciò che le può turbare gli occhi dell’amore, i quali occhi mettono in fuga e scottano coloro
che vogliano turbarla, perciò se ne stanno in pace a riguardo di quell’anima e le danno pace e si
mettono a sua disposizione.
Pare che l’anima possa dire: “Nessuno mi tocchi, perché sono divina e sono tutta del mio dolce
amore Gesù. Nessuno ardisca turbare il mio dolce riposo col mio Sommo Bene e se qualcuno
ardisse, con la potenza di Gesù, che è mia, lo metterò in fuga”.
Penso di aver detto tanti spropositi, ma Gesù mi perdonerà di certo, perché l’ho fatto per obbedire,
pare che Lui mi dia il tema a parole, ed io, essendo ignorantella e bambina, pare non abbia la
capacita di svolgerlo.
·
La volontà umana senza quella di Dio è un bel pasticcio.
La volontà umana da sola combina un sacco di disastri.
Fa sempre perdere tempo.
Fa solo chiacchiere.
Fa impazzire.
Va a caso.
È tutto fumo e niente arrosto.
Complica le cose più semplici.
Riesce ad imbruttire le cose più belle.
Fa il fenomeno mentre fa le più brutte figure.
Non arriva mai al punto.
Non sa quello che fa.
Passa continuamente dalle stelle alle stalle.
Vive di cortocircuiti, paradossi, incoerenze e incongruenze.
Mangia ma non si sazia.
Guarda sempre a quello che le torna in tasca.
Tira l'acqua al suo mulino.
Si tira la zappa sui piedi.
Parla di tutto ma non comunica niente.
È una ciambella senza il buco.
Sa essere dolce ma poi fa ingrassare.
Non si espone e non si compromette per non perdere consensi.
Cerca solo di salvare la sua faccia da schiaffi.
Tiene un piede in due scarpe.
Ha l'autenticità di una banconota del Monopoli.
Se la canta e se la suona.
Non sa qual è lo scopo della sua esistenza.
Non trova mai il suo posto nel mondo.
Non riesce più a mettere ordine nella sua vita.
Fa male il bene e fa bene il male.
È l'inizio della fine perchè è la fine di ogni bene che Dio le aveva dato
all'inizio.
Divina Volonta
Non avere paura di essere ridicolizzato davanti agli occhi dei "sapientoni" che ti circondano, dei
"maturi" degli "intellettuali" di coloro che "capiscono" tutto, degli "evoluti" e "civili" ....
Se ti trattano da deficienti, da stupido, da bambino che credi alle favole, da bigotto, fanatico,
medievale, e più ancora... va beh, dove è il problema?
Quale perdita abbiamo con esso?
Sappiamo in Chi abbiamo messo tutta la nostra speranza, vero? E quale tesoro immenso e portare
addosso la veste della fede!
-vero?
...per essi dobbiamo pregare, con tutto l'amore.
Ma...
Delle lodi o disprezzi delle creature non dobbiamo avere nessun conto.
La verità resterà per sempre. Nel mentre questo mondo sta passando.
"Ecco finalmente, le rimetto le Ore scritte della Passione, e tutto a gloria di Nostro Signore.
Le accludo pure un altro foglietto in cui si contengono gli effetti e le belle promesse di Gesù per
chi fa queste Ore della Passione. Io credo che, se colui che è peccatore, si convertirà, se è
imperfetto diverrà perfetto, se è santo, si farà più santo, se è tentato troverà la Vittoria, se è
sofferente, troverà in queste Ore la forza, la medicina, il conforto; e se l'anima sua è debole e
povera, troverà un cibo spirituale ed uno specchio dove si rimirera' di continuo per abbellirsi e
farsi simile a Gesù nostro modello. È tanto il compiacimento che ne prova Gesù benedetto dalla
meditazione di queste Ore, che vorrebbe che di queste meditazioni ci fosse almeno una copia per
ogni citta' o paese, e si praticassero. Allora avverrebbe che in quelle riparazioni Gesù sentirebbe
riprodursi la sua stessa voce e le sue preghiere, quali le elevava al Padre Suo nelle ventiquattro ore
della Sua dolorosa Passione; e se ciò si facesse almeno in ogni paese o città da altrettante anime,
Gesù pare mi faccia intendere che la Divina Giustizia rimarrebbe in parte placata, e verrebbero in
parte arrestati e come smorzati i suoi flagelli in questi tristi tempi di strazi e di spargimento di
sangue".
Luisa Piccarreta a Sant' Annibale Maria Di Francia, confessore straordinario e revisore
ecclesiastico degli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta.
Il vero amore è quel che soffrendo per Dio, vuole più soffrire.
Questa mattina vedevo il confessore tutto umiliato, ed insieme il
benedetto Gesù e
san Giuseppe, il quale gli ha detto: “Mettiti all’opera, ed il Signore è
pronto a darti la grazia che vuoi”. Dopo ciò, vedendo il mio caro Gesù
sofferente come nel corso della Passione gli ho detto: “Signore, non
sentivate stanchezza nel soffrire tante diverse pene? E Lui: “No, anzi
una sofferenza accendeva più il cuore a soffrire l’altra, questi sono i modi
del patire divino; non solo, ma nel patire ed operare non guarda altro che
al frutto che da quello riceve. Io nelle mie piaghe e nel mio sangue
vedevo le nazioni salvate, il bene che ricevevano le creature, ed il mio
cuore anziché provare stanchezza ne sentiva gioia e ardente desiderio di
più soffrire. Onde questo è il segno se ciò che si soffre è partecipazione
delle mie pene: Se unisce patire e gioia di più patire, e se nel suo
operare opera per Me, se non guarda a ciò che fa, ma alla gloria che dà
a Dio ed al frutto che ne riceve. (Libro di Cielo, Marzo 19, 1903)
Per la nostra formazione di oggi:
L'amore alla sofferenza vince il demonio
Tre vergini crocifiggono Luisa per ottenere la mitigazione di gravi
sciagure e disastri. Gesù spiega che la sua vita si manifesta nelle anime
soprattutto con la sofferenza. Piccola lezione sull'importanza della
speranza. Gesù raccomanda di verificare dove siano i desideri, se sulla
terra o nel cielo. Luisa vince una sfida col demonio attraverso l'amore
alle sofferenze e la disponibilità ad essere da lui anche massacrata per
amore di Gesù. Libro di cielo volume 6, capitoli 37-39, 29 Aprile, 1 e 28
Maggio 1904, 24 Agosto 2018
https://youtu.be/3TK-PlCR04M
Maria Vergine è vicina a chiunque è nella sofferenza e nella prova
Maria Vergine Santissima fu vicina fino alla fine a suo Figlio crocifisso
per aiutarlo, consolarlo e cooperare con Lui alla nostra Redenzione,
offrendo un unico sacrificio con il Suo per la nostra salvezza. Ella è
vicina ad ogni uomo e donna che soffre, perché sono figli del Suo stesso
dolore, per sostenerli e consolarli ed aiutarli a santificarsi nella croce e
attraverso la croce. Omelia Sabato 4 Aprile 2020, santa Messa in onore
di Maria Vergine ai piedi della Croce (secondo schema)
https://youtu.be/zNv49xkiB9s
"Io non posso vedere soffrire nessuno"
La Salute degli infermi, la Madre degli orfani e la Consolatrice degli
afflitti. Maria Santissima e la sua infinita e materna carità e misericordia
verso tutti. La sua incessante operatività nell'amare e fare tutto il bene
possibile e con la massima perfezione possibile. Ella vorrebbe tutti felici
e non tollera di vedere soffrire nessuno. Ciclo di catechesi "La Madonna
negli scritti di Maria Valtorta", quarantasettesima puntata, Mercoledì 12
Agosto 2020
https://youtu.be/EPY3swrysA8
Saper soffrire con amore e gioia
La Madonna nella pienezza del tempo: Maria Socia di Cristo Mediatore.
Maria Corredentrice. L'associazione di Maria alla vita pubblica di Gesù:
terzo anno di vita pubblica e preparazione alla Passione. Le grandissime
sofferenze vissute e offerte, insieme, da Gesù e Maria in occasione dei
loro addii e distacchi durante i tre anni di vita pubblica. Panegirico di
Gesù e suo elogio della Passione di Maria durata 33 anni: descrizione di
tutte le sue asprissime sfaccettature. Eroismo e carità unica della
Madonna. Ciclo di catechesi "La Madonna negli scritti di Maria Valtorta",
ventiduesima puntata, Venerdì 31 Gennaio 2020
https://youtu.be/l_7cryvJiSg
La mortificazione universale
Una virtù fondamentale per santificare la sofferenza. Eroicamente,
perfettamente e pienamente vissuta dalla Madonna
https://donleonardomariapompei.blogspot.com/.../la...
"Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi
mostrerò invece di chi dovete aver paura."
Lc 12, 4 - 5
Volume 35, Settembre 6, 1937
“Figlia mia benedetta, come amo di trovarti sempre tutta abbandonata in queste braccia! La tua
sorte è assicurata: vivrai dello stesso nostro cibo, avremo beni comuni. Tu devi sapere che scopo
unico perché creammo la Creazione fu proprio questo: la Creazione dovea servire come
abitazione dell’uomo, e l’uomo dovea servire per abitazione nostra. Volevamo formare tante
nostre vite per quante creature uscivamo alla luce del giorno; ognuna di esse dovea possedere la
nostra vita, ma vita parlante ed operante, né sappiamo stare - dove stiamo - senza dire nulla e
senza operare: se ciò fosse, sarebbe formarci tante carceri che Ci imponevano il silenzio e
l’inutilità.
Il nostro Ente Supremo parla ed opera; la parola chiama l’opera, l’opera manifesta chi Noi siamo
e Ci forma tali beatitudini e gioie da rendere felici Noi e tutti quelli che convivono con Noi.
Sicché ogni nostra parola ed opera è una nuova gioia e felicità che Ci creiamo.
Ecco, perciò vogliamo formare nell’uomo la nostra vita parlante ed operante, ché dovevamo
formare tali maraviglie del nostro Essere Divino, da creare nuove e sempre più belle creazioni;
volevamo sfoggiare e dare il corso a ciò che possiamo e sappiamo fare ed il corso alle nuove gioie
e felicità; e dove tutto questo?
Nella nostra abitazione dell’uomo. Ma vuoi sapere tu chi è la nostra parola? La nostra Volontà.
Essa è l’operatrice delle nostre opere, la narratrice del nostro Essere Divino, la portatrice e la
conservatrice della nostra vita nella creatura; senza di Essa Noi non Ci moviamo dal nostro trono
né formiamo vita in nessuna abitazione.
Vedi la grande necessità che si possieda e si viva nella nostra Divina Volontà, perché con Essa
possiamo far tutto, mettere fuori le nostre opere più belle, mantenere in vigore il nostro scopo,
formare del nostro Essere quante vite vogliamo. Senza di Essa tutto è inceppo: resta inceppato il
nostro amore, la nostra potenza, arrestate le nostre opere; si può dire che restiamo il Dio muto per
le creature. Che ingratitudine, che delitto ridurci al silenzio! E mentre le volevamo onorare con la
nostra vita in loro, come abitazione delle nostre delizie e maraviglie, Ci hanno respinto non
dandoci la libertà di formarla, ed in luogo nostro hanno dato l’abitazione alle passioni, al peccato
e ai vizi più brutti.
Povero uomo senza della nostra Volontà, senza scopo divino! Sarebbe come se volesse vivere
senza respiro, senza palpito, senza circolazione di sangue, che sono le fondamenta della vita
umana; che vita farebbe egli mai? Non sarebbe uccidersi d’un colpo? Tale sarebbe la nostra vita
nella creatura senza respiro, senza palpito, senza moto, senza parola: sarebbe una vita straziante,
opprimente, che finirebbe col morire. È vero che colla nostra Potenza ed Immensità coinvolgiamo
tutti, Ci troviamo in tutti e da per tutto, ma mancando il nostro Voler Divino in loro, non Ci
sentono mai parlare, non comprendono nulla del nostro Essere Supremo, vivono nella nostra
immensità perché nessuno può sfuggire da Noi, perciò non si sentono figli nostri, ma come
estranei da Noi. Che dolore, tenere da dire tante cose e tacere, potere operare chissà quante
meraviglie e non poterle fare, perché la nostra Volontà non regna in loro!
Eppure il nostro amore è tanto che non si arresta, siamo tutt’occhi per guardare chi vuol vivere in
Essa, tutto orecchie per ascoltare chi La chiama a vivere in loro, tutt’amore per poggiare il nostro
grande amore sul piccolo amore della creatura; e non appena la vediamo disposta, formiamo la
nostra vita parlante e le narriamo la storia della nostra Volontà, la lunga storia del nostro eterno
amore, quanto l’amiamo, i nostri sospiri di voler essere amati. Perché tu devi sapere che quando
Noi amiamo e non troviamo chi Ci ama, il nostro amore non ha dove poggiarsi per esse[re]
riamato, quindi va errante, delira, smania, e se non trova anche un piccolo Ti amo di creatura dove
poggiarsi, si ritira in Noi dove teniamo il nostro centro d’amore, ma con tal dolore che è
incomprensibile a mente creata! Le pene dell’amore non riamato sono inenarrabili, sorpasso tutte
le altre pene.
Noi vogliamo dare sempre, stiamo in atto continuo di dare, ma vogliamo la sua volontà che vuole
ricevere, un suo desiderio, un sospiro, che formano il luogo, i piccoli poggi dove dobbiamo
poggiare la nostra Volontà e ciò che vogliamo dare e fare. Questi desideri e sospiri sono come
orecchie che Ci ascoltano, occhi che Ci guardano, cuore che Ci amano, mente che Ci
comprendono, e se non troviamo questi piccoli poggi non possiamo darle nulla, ed essa resta
cieca, sorda, muta e senza cuore. Quindi la nostra vita viene messa in fuga, ricoverandosi nelle
nostre Regioni Celesti”
Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di
cattiveria.
Lc 11, 39
Volume 24, Aprile 16, 1928
“Figlia mia, la mia Volontà tiene virtù di purificare, snebbiare, abbellire e cambiare la stessa
natura. La volontà umana è come un germe guasto al di dentro, mentre al di fuori sembra buono,
la veste che copre il germe sembra in buone condizioni, ma se si toglie la veste si trova che il
germe, chi mezzo infracidito, chi vuoto e chi, mentre possiede la vita, senza esporlo al sole, al
vento, finirà di marcire; invece se si espone al sole, al vento, colla luce, calore e vento, gli
strapperanno la parte marciosa, lo purificheranno e gli daranno la nuova vita.
Tale è la volontà umana: un germe guasto, pieno di fumo, di marcio e mezzo infracidito. Ma
[questi germi] non sono tutti morti del tutto, [ve ne sono che] hanno un filo di vita, che se questi
germi che posseggono un filo di vita si espongono al Sole del mio Volere Divino, la sua luce, il
suo calore ed il suo vento penetrante ed imperante investirà il germe dell’umano volere e la luce
ed il calore snebbieranno il germe, togliendogli ciò ch’è guasto, lo riempiranno di vita, ed il vento
imperante del mio Fiat lo giocherà, elevandolo tanto in alto da rinchiuderlo in quel Fiat da donde
ne uscì; colla sua virtù cambierà la natura del germe, dandogli la sua vita primiera. Il tutto sta
[nel]l’esporsi al Sole del mio Volere ed ai raggi ardenti e fulgidi delle sue conoscenze, farsi
investire da esse, carezzare dalla sua luce, riscaldare dal suo calore, portare dall’impero del suo
vento, per fare che il Regno della mia Volontà venisse sulla terra.
Vedi, anche nell’ordine naturale ci sono queste prerogative: se si sente un’aria pesante,
opprimente, basta un vento per svuotare l’aria da quel peso e respirarla come aria pura; se si sente
un caldo eccessivo od un freddo che intirizzisce, basta un vento per mitigare quel caldo, od un
altro vento per mitigare il freddo; se dense nubi coprono l’orizzonte, basta il vento ed il sole per
snebbiare le nubi e far ricomparire più bello l’azzurro cielo; se un campo sta per marcire per le
continue acque, basta un vento gagliardo per asciugarlo e la luce ed il calore del sole per
rimetterlo in vita. Se ciò lo può fare la natura animata dalla potenza del mio Volere, molto più [il
mio Volere] lo può fare sulle anime che si faranno investire dalla mia Volontà.
Essa col suo calore le plasmerà di nuovo, distruggerà loro il guasto ed alitandolo colla sua luce, lo
svuoterà dal peso dell’umano volere dandogli la sua natura primiera.
E se Adamo quando peccò, che corruppe il germe del suo volere, la mia [Volontà] non si fosse
ritirata da lui, la luce ed il calore del mio Volere l’avrebbe subito rifatto; ma giustizia volle che lui
sentisse gli effetti del suo germe corrotto e perciò, la mia Volontà ritirandosi, [Adamo] non sentì
né più luce né calore nell’anima sua, da potersi rifare per mantenere incorrotto il germe del suo
volere. Non è forse questo il Regno della mia Volontà: che Essa vuol ritornare di nuovo in mezzo
alle creature e più che sole togliere la corruzione al germe di esse, per poter regnare e dominare in
mezzo all’umana famiglia?”
Date in elemosina, ed ecco, per voi tutto sarà puro.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,37-41
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a
tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro
interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto
anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà
puro».
Parola del Signore
~~~
"Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro" (Lc 11,41)
"Purità, retto operare ed amore"
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 10; Febbraio 3, 1912
Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù è venuto e, mettendomi la sua santa
mano sotto il mento, mi ha detto:
“Figlia mia, tu sei il riverbero della mia gloria.”
Poi ha soggiunto:
“Nel mondo mi sono necessari degli specchi dove andare a rimirarmi. Allora una fonte può servire
alle persone come specchio per rimirarsi, quando la fonte è pura, ma non giova che la fonte sia
pura se le acque sono torbide; è inutile a quella fonte vantarsi della preziosità di quelle pietre di
cui è fondata se le acque sono torbide; né il sole può fare perpendicolari i suoi raggi, per fare
quelle acque argentine e comunicarle la varietà dei colori; né le persone possono specchiarsi in lei.
Figlia mia, le anime vergini sono la similitudine della purità della fonte, le acque cristalline sono
da paragonare al retto operare, il sole che fa perpendicolari i suoi raggi sono Io, la varietà dei
colori è l’amore.
Sicché se non trovo in un’anima purità, retto operare ed amore, non può essere mio specchio,
questi sono i miei specchi in cui faccio riverberare la mia gloria, tutti gli altri, anche se sono
vergini, non solo non mi posso rimirare in essi, ma volendolo fare non mi riconosco in loro.
Ed il segno di tutto ciò è la pace, da questo riconoscerai quanti scarsissimi specchi tengo nel
mondo, perché pochissime sono le anime pacifiche.”
«In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o
figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo,
cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita
eterna nel tempo che verrà» ( Mt 10, 29-30 )
~~~
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 8; Gennaio 8, 1909
Avendo fatto la comunione, ad un certo punto stavo pensando come fare per stringermi più che
mai al benedetto Gesù e Lui mi ha detto:
“Per stringerti più a Me, fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me, come Io lo trasfondo nel
tuo, devi in tutto prendere ciò che è mio e in tutto lasciare ciò che è tuo; in modo che se tu pensi
sempre a cose sante e che riguardano solo il bene, l’onore e la gloria di Dio, lascia la tua mente e
prendi la divina; se parli, se operi bene e solo per amore di Dio, lascia la tua bocca, le tue mani e
prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi
piedi; se il tuo cuore amerà solo Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il mio e mi amerai col mio
medesimo amore e così di tutto il resto, sicché tu resterai rivestita di tutte le cose mie ed Io di tutte
le cose tue. Ci può essere più stretta unione di questa?
Se l’anima giunge a non riconoscere più se stessa, ma l’Essere Divino in se stessa, questi sono i
frutti delle buone comunioni e questo è lo scopo divino nel volersi comunicare alle anime; ma
quanto resta frustrato il mio amore e quanti pochi frutti raccolgono le anime da questo
sacramento, fino a restarne, la maggior parte, indifferenti ed anche nauseati di questo cibo
divino!”
Lc 11, 28
«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Volume 22, Giugno 12, 1927
“Figlia mia, chi vuol conoscere tutti i rapporti che ci sono tra Creatore e creatura e mantenere in
vigore i suoi vincoli deve far regnare in lei con assoluto dominio la mia Divina Volontà, perché
stando in tutta la Creazione la vita di Essa, formerà una sola vita per tutte le cose create. Ed
essendo una la vita, intenderà il linguaggio di essa ed i rapporti che ci sono tra il suo Creatore.
Ogni cosa creata parla del suo Creatore, possiede caratteri leggibili del mio Fiat Divino. Ma sai tu
chi è capace di sentire la loro voce, d’intendere il suo parlare celeste e di leggere i caratteri divini
che ogni cosa creata tiene impressa? Chi possiede la mia Volontà tiene l’udito per ascoltare la loro
voce, l’intelligenza per comprenderli, occhi per leggere i caratteri divini che con tanto amore
impresse il Creatore in ciascuna cosa creata. Invece per chi non fa regnare la mia Volontà si trova
nelle condizioni di chi è sordo e non ascolta, di chi è cretino e non comprende, di chi non ha
studiato la varietà delle lingue e per quanto si dice non capisce nulla.
Così pure per mantenere i rapporti e conoscerli tra Redentore e redenti, devono studiare la mia
Vita, ogni mia parola, opera, passo, palpito e pene che erano tutti vincoli con cui venni a vincolare
tutti i redenti. Ma chi resta vincolato? Chi studia la mia Vita e cerca di imitarmi. Come Mi imita
così resta vincolato con le mie parole, opere, passi, eccetera, e riceve la vita di esse e terrà l’udito
per ascoltare tutti i miei insegnamenti, mente per comprenderli, ed occhi per leggere tutti i
caratteri impressi in Me nel venire a redimere il genere umano. E se ciò la creatura non fa, i
caratteri della Redenzione saranno illeggibili per lei, sarà un linguaggio estraneo per essa, ed i
rapporti ed i vincoli della Redenzione non avranno vigore. La creatura sarà sempre il cieco nato
per tutti i nostri beni di cui la volevamo arricchire. E per chi vuole conoscere e ricevere tutti i
rapporti e i vincoli della santità deve amare il Santificatore, e lo Spirito Santo mette in via le sue
fiamme verso di chi ama davvero e lo vincola coi rapporti della sua Santità; senza amore non c’è
santità, perché i vincoli della santità sono già spezzati”.
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il
grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Parola del Signore
~~~
«Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!» ( Lc 11,27)
"Quando Io, piccolo bambino succhiavo il latte dalla mia Mamma"
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 35; Febbraio 14, 1938
Dopo ciò seguivo il mio giro nel Voler Divino ed il mio dolce Gesù trasportava la mia piccola
volontà nell’atto creante della sua. Mio Dio, quante sorprese, la mia povera intelligenza si perde,
non sa dir nulla; ed il mio sempre amabile Gesù, ripetendo la sua breve visitina, tutto bontà, mi ha
detto:
“Mia buona figlia, il nostro Fiat nella Creazione fece sfoggio del nostro Amore operante, potente
e sapiente, in modo che tutte le cose create sono pregne del nostro Amore, della nostra Potenza,
Sapienza e Bellezza inenarrabile. Possiamo chiamarle le amministratrici del nostro Ente Supremo.
Invece, nella creazione della Sovrana Regina passammo oltre, il nostro Amore non si contentò
dello sfoggio, ma si volle atteggiare a pietà, a tenerezza e a compassione così profonda ed intima,
come se si volesse convertire in lacrime per amore delle creature. Ecco perciò, come il nostro Fiat
si pronunziò per crearla e chiamarla a vita, creò il perdono, la misericordia, la riconciliazione tra
Noi e l’umano genere e lo depositammo in questa Celeste e Santa Creatura, come Amministratrice
tra i nostri ed i figli suoi. Sicché la Sovrana Signora possiede mari di perdono, di misericordia, di
pietà e mari lacrimanti del nostro Amore, in cui può involgere tutte le generazioni, rigenerate in
questi mari creati da Noi in Essa, di perdono, di misericordia e di una pietà così tenera, da
raddolcire i cuori più duri.
Figlia mia, era giusto che tutto venisse depositato in questa Madre Celeste, perché dovendo
possedere il regno della nostra Volontà, venisse tutto a Lei affidato, Essa sola ha posto sufficiente
per poter possedere i nostri mari da Noi creati, con la sua Potenza creante e conservante mantiene
integro ciò che crea, senza mai scemarsi, anche se diamo sempre. Perciò, dove non c’è la nostra
Volontà non possiamo né dare, né affidare, né deporre; non troviamo posto; il nostro Amore resta
inceppato nelle tante opere belle che vogliamo fare nelle creature. Solo in questa Sovrana Signora
non trovò inceppo il nostro Amore e perciò sfoggiò tanto e fece tante meraviglie, fino a darle la
fecondità divina per farla Madre del suo Creatore.”
Onde il mio amato Gesù mi fece presenti tutti gli atti che faceva insieme con la sua Mamma
Celeste e mentre operavano, i mari d’Amore dell’uno e dell’altra ne formavano uno solo e,
alzando le loro onde sino al Cielo, investivano tutto, perfino la nostra Divinità, che formando
pioggia fitta d’amore sul nostro Essere Divino portava l’amore di tutti, il refrigerio, il balsamo con
cui restava raddolcito e cambiava la Giustizia in trasporto d’amore per le creature. Si può dire che
il nostro Amore rigenerò di nuovo amore l’umana famiglia e Dio la amò con doppio amore, ma
dove? Nella Regina e nel suo caro Figlio.
Ora senti un’altra sorpresa. Quando Io, piccolo bambino succhiavo il latte dalla mia Mamma, Io
succhiavo le anime, perché Lei ne teneva il deposito e, nel darmi il latte, depositava in Me tutte le
anime, perché voleva che Io le amassi, dessi il bacio a tutte e formassi la sua e la mia vittoria; non
solo ciò, ma nel darmi il latte mi faceva succhiare la sua Maternità, le sue tenerezze e si imponeva
su di Me col suo Amore, perché Io amassi le anime con Amore Materno e Paterno ed Io ricevevo
in Me la sua Maternità, le sue tenerezze indicibili e così amavo le anime con Amore Divino,
Materno e Paterno. Onde dopo che me le depositava tutte, Io, con un mio stratagemma d’amore,
con un respiro, con un mio dolce sguardo, le depositavo di nuovo nel suo materno cuore e, per
contraccambiarla, le davo il mio Paterno Amore, il mio Amore Divino che è incessante, fermo,
irremovibile, che giammai si muta, perché l’amore umano facilmente si cambia ed Io volevo che
la mia inseparabile Madre avesse le stesse prerogative del mio Amore e le amasse come le sa
amare un Dio.
Sicché in ogni atto che facevamo, dal più piccolo al più grande, erano scambi di deposito di anime
che facevamo, Io in Essa e Lei in Me, anzi posso dire che duplicavamo questo deposito d’anime,
perché ciò che Io ricevevo dalla mia cara Mamma, lo custodivo con somma gelosia nel mio cuore
divino come il più gran dono che mi faceva e Lei, ricevendo il mio dono, teneva tale gelosia, che
metteva tutta la sua Maternità in attitudine, per custodire il dono che le faceva il Figlio suo.
Ora, in questi scambi di deposito che facevamo, il nostro Amore cresceva e amava con nuovo
amore tutte le creature, formavamo dei progetti per come amarle di più e come vincere tutte a via
d’amore ed esponevamo la nostra Vita per metterle in salvo.”
Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di
Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli
domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa
cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno?
Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di
Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se
invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma
se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce
il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non
trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e
adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E
l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Parola del Signore
~~~
" «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra " ( Lc 11,17 )
" La vera luce è inseparabile "
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 19; Maggio 27, 1926
Stavo facendo i miei soliti atti nel Voler Supremo e una luce inaccessibile avvolgeva il mio
piccolo essere e facendomi presenti tutte le opere del mio Creatore, io avevo un ti amo per
ciascuna cosa creata, un moto per ogni moto e un’adorazione e un grazie di riconoscenza per tutta
la Creazione; ma comprendevo ch’era la stessa luce quella che mi somministrava quel ti amo per
ogni cosa, quel moto, quell’adorazione, io ero solo in preda della luce ed essa mi allargava,
m’impiccoliva e faceva della mia piccolezza quello che voleva.
Ora, mentre mi trovavo in questo stato, io ero dolente perché non vedevo il mio dolce Gesù e
pensavo tra me: “Gesù mi ha lasciata ed in questa benedetta luce io non so dove rivolgere i miei
passi per ritrovarlo, perché non si vede né dove comincia né dove finisce; oh luce santa, fammi
trovare Colui che è tutta la mia vita, il mio bene sommo!”
Ma mentre mi sfogavo per il dolore della privazione di Gesù, tutto bontà è uscito dal mio interno
e, tutto tenerezza, mi ha detto:
“Figlia mia, perché temi? Io non ti lascio, è piuttosto il mio Voler Supremo che mi eclissa in te.
La luce della mia Volontà è interminabile, infinita, non si trovano i confini, né dove comincia né
dove finisce, invece la mia Umanità ha i suoi confini, i suoi limiti e perciò essendo la mia
Umanità più piccola della mia Eterna Volontà, Io resto coinvolto in Essa e come eclissato e
mentre sto con te do il campo d’azione al mio Volere e godo del suo operato divino nella
piccolezza dell’anima tua e preparo una nuova lezione da farti, per farti conoscere sempre più le
maraviglie del mio Supremo Volere; perciò quando nuoti in Esso sii certa che sto con te, anzi
faccio con te ciò che fai tu e per darle tutto il campo d’azione Io sto in te come nascosto, per
godermi i suoi frutti.
Onde, tu devi sapere figlia mia, che la vera luce è inseparabile; guarda, anche il sole che sta
nell’atmosfera ha questa prerogativa e possiede l’unità della luce, è tanto compatta insieme la luce
nella sua sfera, che non ne perde un atomo e anche se scende nel basso riempiendo di luce tutta la
terra, la luce non si divide mai, è tanto compatta in se stessa, unita, inseparabile, nulla mai perde
della sua luce solare, tanto è vero, che spande tutti i suoi raggi, fugando dappertutto dalla terra le
tenebre e ritira tutta insieme la sua luce, non lasciando neppure le tracce dei suoi atomi. Se la luce
del sole fosse divisibile, da quanto tempo si sarebbe impoverito di luce e non avrebbe avuto più
forza d’illuminare tutta la terra e si sarebbe potuto dire: “Luce divisa, terra desolata.” Sicché il
sole può cantare vittoria e possiede tutta la sua forza e tutti i suoi effetti nell’unità della sua luce e
se la terra riceve tanti mirabili ed innumerevoli effetti, che si può chiamare il sole vita della terra,
tutto ne avviene dall’unità della luce che possiede, perché da tanti secoli non ha sperduto neppure
un atomo di luce da Dio affidatogli e perciò è sempre trionfante, maestoso e fisso e sempre stabile
a decantare nella sua luce il trionfo e la gloria della luce eterna del suo Creatore.
Ora figlia mia, il sole è il simbolo del mio Eterno Volere e se questo simbolo possiede l’unità
della luce, molto più la mia Volontà che non è simbolo, ma la realtà della luce e il sole si può
chiamare la sfioritura della luce inaccessibile della mia Volontà e tu hai visto la sua immensità e
che non si vede un globo di luce come il sole, ma vastità immensa, cui l’occhio umano non può
giungere a guardare né dove finisce, né dove incomincia, eppure tutta questa interminabilità di
luce è un atto solo dell’Eterno Volere. E’ tanto compatta tutta questa luce increata, che si rende
inseparabile, indivisibile, sicché più che sole possiede l’unità eterna, in cui viene fondato il trionfo
di Dio e di tutte le nostre opere.
Ora, questo trionfo dell’unità del Supremo Volere, il centro della sua sede, del suo trono, è il
centro della Trinità Sacrosanta, da questo centro divino partono i suoi raggi fulgidissimi ed
investono tutta la patria celeste e tutti i santi e gli angeli sono investiti dall’unità del mio Volere e
tutti ricevono gli effetti innumerevoli, che rapendoli tutti a sé, forma di loro una sola unità con
l’unità suprema della mia Volontà; questi raggi investono la Creazione tutta e formano la sua
unità con l’anima che vive nella mia Volontà. Guarda, l’unità di questa luce della mia Volontà che
sta nel centro delle Tre Divine Persone, è già fissata in te, sicché una è la luce e l’atto, una è la
Volontà.
Ora, mentre stai facendo i tuoi atti in questa unità, sono già incorporati a quell’atto solo del centro
e la Divinità è già con te a fare ciò che fai tu, la Mamma Celeste, i santi e gli angeli e tutta la
Creazione, tutti in coro ripetono il tuo atto e sentono gli effetti della Volontà Suprema. Guarda,
ascolta il prodigio non mai visto di quell’atto solo che riempie Cielo e terra e che la stessa Trinità,
unificandosi con la creatura, si mette come primo atto dell’atto della creatura.”
"Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il
regno di Dio" ( Mc 10,14 )
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 8; Dicembre 30, 1908
Stavo meditando il mistero dell’infanzia e dicevo tra me: “Bambino mio, a quante pene volesti
assoggettarti. Non ti bastava venire grande, hai voluto venire bambino, soffrire le fasce, il
silenzio, l’immobilità della tua piccola Umanità, dei piedi, delle mani. A che pro tutto questo?”
Mentre dicevo ciò, si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, le mie opere sono perfette; volli venire piccolo infante per divinizzare tutti i sacrifici
e tutte le piccole azioni che ci sono nell’infanzia; sicché, finché i bambini non giungono a
commettere peccati, tutto resta assorbito nella mia infanzia e divinizzato da Me. Quando poi
incomincia il peccato, allora incomincia la separazione tra Me e la creatura, separazione per Me
dolorosa e per loro luttuosa.”
Ed io: “Come può essere ciò, se i bambini non hanno ragione e non sono capaci di meritare?”
E Lui: “Questo merito lo do prima per grazia mia; secondo perché non è di loro volontà che non
vogliono meritare, è perché così porta lo stato d’infanzia da Me disposto. E poi, non solo resta
onorato ed anche coglie il frutto un giardiniere che ha piantato una pianta, anche se la pianta non
ha ragione; l’artefice che fa la sua statua e tante altre cose. Il solo peccato è quello che distrugge
tutto e separa la creatura da Me, tutto il resto da Me parte alle creature ed a Me ritorna, anche le
azioni più triviali, con l’impronta dell’onore della mia Creazione.”
"Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una
carne sola"
( Mc 10, 7-8 )
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 18; Novembre 5, 1925
Presta l’orecchio del tuo cuore ed ascolta i nostri profondi gemiti nel sacramento del matrimonio.
Quanti disordini in esso! Fu elevato da me, il matrimonio, come sacramento, per mettervi in esso
un vincolo sacro, il simbolo della Trinità Sacrosanta, l’amore divino che Essa racchiude; sicché
l’amore che dovea regnare nel padre, madre e figli, la concordia, la pace, dovea simboleggiare la
famiglia celeste. Onde dovevo avere sulla terra tante altre famiglie simili alla famiglia del
Creatore, destinate a popolare la terra, come altrettanti angeli terrestri, da ricondurli a popolare le
regioni celesti. Ma ahi, quanti gemiti nel vedere formare nel matrimonio famiglie di peccato che
simboleggiano l’inferno, con la discordia, col disamore, con l’odio, che popolano la terra come
tanti angeli ribelli, che serviranno a popolare l’inferno! Lo Spirito Santo geme con gemiti
strazianti in ogni matrimonio, nel vedere formare sulla terra tanti covi infernali; perciò il tuo
ricambio d’amore in ogni matrimonio, in ogni creatura che viene alla luce; così il tuo gemito
amoroso renderà meno dolenti i nostri gemiti continui.
Mc 10, 9
"L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto."
Chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. ( Mt 18,
4)
Virtù speciale di rendere le anime piccole
Dagli scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta - Volume 12 ; Marzo 23, 1921
Figlia mia, la mia Volontà ha virtù speciale di rendere le anime piccole, d’impicciolirle tanto che
sentono il bisogno estremo che la mia Volontà somministri loro la vita. È tanta la loro piccolezza,
che non sanno fare un atto, un passo senza che la mia Volontà non somministri o l’atto o il passo;
sicché vivono tutte a spese della mia Volontà, perché la loro piccolezza non porta ingombro, né
cose proprie, né amore proprio, ma prendono tutto dalla mia Volontà, ma non per tenerlo con loro,
ma per darlo a Me e, siccome hanno bisogno di tutto, vivono sperdute nella mia Volontà.
Senti, Io girai e rigirai la terra, guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra
tutte; fra tante, trovai te, la più piccola fra tutte, la tua piccolezza mi piacque e ti scelsi, ti affidai ai
miei angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché custodissero la tua piccolezza
ed ora voglio incominciare la grande opera del compimento della mia Volontà.
Né con ciò ti sentirai più grande, anzi la mia Volontà ti farà più piccola e continuerai ad essere la
piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della mia Volontà.”
Commento al Vangelo con gli scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta.
Mt 18, 3
Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
“Mia piccola figlia coraggio, è vero che sei troppo piccina; ma tu devi sapere che nel mio Fiat
Divino solo i piccoli entrano a vivere nella sua luce, ed ogni atto che fanno questi piccoli nella
mia Divina Volontà, soffogano la loro [volontà] dandole una dolce morte al volere umano, perché
nella Mia non c’è né posto né luogo per farlo operare; il volere umano non ha né ragione né
diritto, perde il suo valore innanzi ad una Volontà e ragione e diritto divino. Succede, tra Volontà
Divina ed umana, come potrebbe succedere ad un piccolo fanciullo, che da solo le pare che sa dire
e può fare qualche cosa, ma se vien messo vicino ad uno che possiede tutte le scienze ed è perito
nelle arti, il povero piccino perde suo valore, resta muto, e non sa far nulla e resta affascinato ed
incantato del bel dire e bel operare dello scienziato. Figlia mia, così succede: il piccolo senza del
grande si sente ch’è qualche cosa, invece innanzi al grande si sente più piccolo di quello ch’è.
Molto più innanzi all’altezza ed immensità della mia Divina Volontà.
Or tu devi sapere che quante volte l’anima opera nella mia Divina Volontà si svuota della sua, e
forma tante porte per farvi entrare la Mia. Succede come ad una casa che potesse possedere il sole
dentro: quante più porte ci sono tanti raggi di più escono da ciascuna porta. O pure come un
metallo che fosse bucato, messo dirimpetto al sole: quanti più buchi tiene, ogni piccolo buco si
riempie di luce e possiede il raggio di luce. Tale è l’anima, quanti più atti fa nella mia Divina
Volontà, tante entrate di più Le dà [in sé], in modo da renderla tutta irradiata dalla luce del mio
Fiat Divino”.
“Figlia benedetta, com’è bella la tua corsa nella nostra Volontà, e sebbene sei il piccolo atomo,
possiamo crescerti come Noi vogliamo. I piccoli si possono crescere colle nostre fattezze che Ci
somigliano; insegniamo i nostri modi divini, la nostra scienza celeste, in modo che essa dimentica
i modi rozzi e l’ignoranza dell’umana volontà. A quelli che sono grandi, sono già formati e poco o
nulla possiamo rifare, e poi sono abituati a vivere da grandi, secondo il volere umano e,
distruggere le abitudini ci vogliono dei miracoli, se pure si riesce! Invece ai piccoli Ci riesce facile
né Ci costa tanto, perché abitudine radicale non ne hanno, al più qualche moto fugace, che basta
una nostra parolina, un soffio della nostra luce per fare che più non se ne ricorda. Perciò sii
sempre piccola, se vuoi che la mia Divina Volontà facendoti da vera Madre ti cresca, affinché sia
tutta la gloria nostra ed anche la tua.
Ora tu devi sapere che un atto ripetutamente rinnovato forma l’abitudine, e siccome un atto che
non cessa mai è solo dell’Ente Supremo, quindi se la creatura si sente in possesso di un atto che
ripete sempre, significa che Dio in quell’atto ha racchiuso la sua vita, il suo modo; un atto
continuo è vita ed atto divino, e solo chi vive nella mia Volontà Divina può sentire in sé la
potenza, la virtù, la forza miracolosa di un atto che non cessa mai, perché essendo stata cresciuta
da Noi, non è facile scostarsi dai nostri modi e di non sentire in sé la vita e gli atti continui di
Colui che l’ha cresciuta.
Perciò il tuo correre, il sentire sempre l’estremo bisogno di trovare la nostra e la tua vita nel Fiat,
nei suoi atti, è Noi che corriamo in te per starci nei nostri atti incessanti; e mentre Noi corriamo, tu
corri insieme, affinché gli atti nostri che stanno in te fanno vita comune cogli atti nostri che stanno
fuori di te. E come tu senti l’estremo bisogno, così sentiamo Noi l’estremo bisogno d’amore di far
girare la tua piccolezza in tutti gli atti del nostro Fiat, perché non essendo tu capace di racchiuderli
tutti in te, col tuo girare in essi prendi parte per quanti più puoi. Perciò corri, corri sempre; anzi,
dico: ‘Corriamo sempre’, perché non c’è grazia più grande che posso dare alla creatura, che farle
sentire in sé la virtù di un atto continuo”.